“Vento e Flipper” di Murakami Haruki
Diciamo la verità: MURAKAMI non è per tutti.
Ha uno stile unico, una fantasia senza freni. Costruisce i personaggi come se fosse un chirurgo della parola, ragion per cui, la lettura è impegnativa.
Detto questo oggi vi parlo di Vento e Flipper, dopo avervi parlato di Kafka sulla spiaggia (LEGGI) e Norwegian Wood (leggi).
Murakami Haruki era allo stadio a guardare una partita di baseball quando, osservando la traiettoria della palla finire nel guantone di un giocatore, ha come un’illuminazione: lui, un giorno, diventerà uno scrittore.
Entrambi i testi si svolgono nel 1972 e 1973 i personaggi sono analoghi: il sorcio, ricco dalla nascita ma privo di obiettivi, passa le ore ad un bar gestito da un signore cinese, più grande di lui.
Il personaggio fuma e beve assai, gira per strada senza meta.

“Flipper” il mio preferito tra i due invece è narrato sempre dal protagonista precedente ma svolge, in questo caso, delle traduzioni, si ritrova a vivere con delle gemelle che arrivano da lui senza preavviso e scompaiono nello stesso modo.
Il protagonista è un flipper che entra nella vita del protagonista e lo saluta in un posto abbandonato laddove una volte i polli erano i protagonisti di quell’enorme stabile.
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