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La Casta Morta

LA CASTA MORTA

dal 28 febbraio al 5 marzo 2017

Soggetto di Luigi Marinelli e Michele Sganga
Testo di Adriano Marenco

Regia di Simone Fraschetti

con Raffaele Balzano, Marco Bilanzone, Valentina Conti, Francesca Romana Nascè, Mersia Valente, Marco Zordan

Installazioni a cura di Pamela Adinolfi, Alessandra Caputo, Daniele Casolino, Lisa Rosamilia, Antonio Sinisi

Musiche di Michele Sganga
Soprano: Nora Capozio
Violino: Lia Tiso
Pianoforte: Michele Sganga
Chitarra, riprese audio e sonorizzazioni: Matteo de Rossi
Postproduzione: Studio Sonicview – Roma

Scenografie di Domenico Latronico

Foto di scena Ikonica Foto

Produzione Patas Arriba Teatro

La casta morta nasce come omaggio all’autore de La classe morta, Tadeusz Kantor, del quale nel 2015 ricorre il centenario della nascita.

Uno spettacolo nuovo, un’opera originale ispirata alla sua concezione dell’arte come libertà, continuo dissenso e “salvezza”. Quelli che erano i vecchi-bambini de La classe morta sono ora ministri e deputati, l’aula scolastica diviene aula parlamentare. Il potere da una parte, l’arte come “realtà del rango più basso” dall’altra.

Cinque parlamentari e un commesso eleggono il presidente fantoccio Neoplasio. A turno lo animano, gli danno voce ma, in Neoplasio, burattino e burattinaio coincidono. Nell’ombra della sua autorità faranno tutto il possibile per mantenere il potere fino alla fine dei giorni.

In scena il potere economico, rappresentato da una lavagna-monolite, e quello politico, rappresentato dalla casta, vivono la massima intimità nel momento del bisogno fisiologico.

La casta sa di essere morente. Ora dovrà trovare il modo di rigenerarsi. I deputati ricercano solo un nuovo tipo di potere, per continuare ad esistere, un potere dal volto umano, che si avvicini alla gente creando nuovi consensi.

Mentre la pars destruens dello spettacolo è giocata dai politici, la pars costruens è rappresentata dal mito omerico: in tempo di guerra Kantor aspettava il ritorno di Odisseo alla stazione di Cracovia, l’eroe doveva tornare a casa, sconfiggere i Proci usurpatori e ristabilire il buon governo. Ne La casta morta cinque happening evocheranno il tempo del mito in luoghi scenici adattati. Cassandra, Circe, Penelope e Athena aiuteranno Odisseo a ritornare a casa.

La casta è un branco.

Il branco difende il proprio territorio, la zona di caccia, il bacino di voti. Ogni esemplare monta la guardia, difende, aggredisce e sbrana. Ognuno di loro è simile agli altri, stessa pelliccia, medesimo appetito. Avanzano a quattro zampe nella storia, troveranno la postura eretta ed il potere.

La casta è un sistema di stratificazione gerarchica della società.

Al vertice un Presidente, dietro di lui ministri e parlamentari.

Nel fondo i cittadini.La casta parla di sé, non si censura, non si pente di nulla. A volte il Mito torna nella storia in forma di sogno, di reminiscenza disturbante. I vecchi insegnanti-personaggi mitologici appaiono ai cattivi scolari, li terrorizzano, li puniscono. Ma il Mito è un racconto e non può cambiare la realtà. La casta continuerà a graffiare la storia, a salvaguardarsi, a rigenerarsi.

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‘Io, Tango’ a Teatro Trastevere

L’Associazione Culturale Teatro Trastevere ha il piacere di presentare il nuovo romanzo teatrale di Salvo Miraglia: “Io, Tango” dal 15 al 20 novembre.

“Io, Tango”, ovvero ciò che fa odore intenso di passione, d’amore, e tradimento: un ballo, una musica, un linguaggio.

 

“Questa è la storia romanzata di due tangueros, ma può essere e forse è la storia di altri due o due milioni di uomini e donne. La relazione d’amore diventa il pretesto lampante per tentare di decantare quel liquido invasivo che penetra da quell’abbraccio sino alle vene e che hanno chiamato, non si sa chi e quando: Tango. La storia, la nostra, inizia con Miguel che accenna qualche passo e subito dopo viene cacciato dal Salòn del Club Argentina, perché adesso il proprietario vuole la novità e ha saputo che molti locali in altri barrios di Buenos Aires hanno chiuso; sono arrivati il rock, la Rumba e altri balli.”

 

Il suo sogno è vivo e vuole farne uno spettacolo grandioso. I personaggi sono sospinti dalla locandina-io-tangomusica e poi avvolti dal fumo e dal buio; intrisi di sentimento. Quando tutto sembrerà perso, misteriosamente, accadrà qualcosa di meraviglioso.

 

“Io, Tango” all’inizio sembrerà la coniugazione della prima persona del verbo Toccare: in effetti così è, ma c’è e ci deve essere molto di più, perché siamo in Teatro e perché mi sono preso la briga di raccontare il Tango: ovvero ciò che fa odore intenso di passione, d’amore e tradimento e puzza di bordelli e attaccabrighe (per dirla alla Borges) e molto altro.

 

Io, Tango

15-20 novembre

Teatro Trastevere h 21.00, domenica h 17:30

contatti:

tel: 06.5814004

via Jacopa de Settesoli 3, 00153 Roma

 

Ufficio Stampa

Vania Lai

prom.trastevere@gmail.com

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