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Il Petting prima di tutto, meglio se in parco pubblico.

Pare quasi che voglio sottolineare solo aspetti negativi della nostra capitale romana, il vero problema è che probabilmente è il FATO a scegliere per me e non viceversa.

Mi reco nel pomeriggio alle 16 presso la Basilica di San Paolo, chi la conosce sa che c’è un bellissimo parco, molto grande, con panchine, prato dove stendersi, alberi e un piccolo chiosco dove prendere qualsiasi cosa da bere; le persone ci portano i figli, gli studenti si fermano per parlare, discutere, confrontarsi su vari argomenti, qualcuno porta il cane a spasso e poi….c’è qualcun altro invece che…..pratica del PETTING SICURO sul prato della bella Basilica.

Dapprima i due giovani si scambiavano delle calde effusioni, bacetti, carezze, poi si stendono, s’aggrovigliano e uno sopra l’altro, quasi come fossero due tartarughe, cominciano ad andare avanti e giù, movimenti sospetti, qualche mugolio (ED IO ERO A DISTANZA) e così via….

Dopo una buona mezz’ora passa una pattuglia di carabinieri a sorvegliare la zona e noto con stupore che i due ragazzi si alzano, quasi con un salto, velocemente…e passata la pattuglia e stesi nuovamente riprendono i loro soliti versi animaleschi.

Quindi, nulla, non hanno imparato la lezione perchè effettivamente una lezione non c’è stata.

RIFLESSIONE: Da quand’è che siamo diventati così poco intimi? Da quand’è che non ci si vergogna di un cazzo di niente?

Solo io mi scandalizzo così facilmente?

Dov’è finita l’intimità?

A voi la foto, se non di ottima risoluzione.

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Il Bondage

Leggendo un ebook di Samuel D.(questo e’ il suo pseudonimo) mi e’ venuta la curiosità di capire cos e’ il Bondage e perché viene praticato,ma sopratutto da chi,perciò ecco a voi cosa ne e’ uscito fuori da varie info nel web!
Il bondage (parola inglese per schiavitù) è un insieme di pratiche sessuali e/o voyeuristiche basate su costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, o più in generale sull’impedimento consenziente della libertà fisica, del movimento, di vedere, di parlare, di sentire.
Partendo dal light bondage, ovvero la legatura solo delle mani e/o dei piedi, si arriva a forme di annodamento complete, in cui si impedisce ogni movimento (mummification) alla persona legata e sottomessa (in gergo sub), o addirittura ogni contatto col terreno (suspension).
Alcune forme di bondage sono apprezzate come espressione artistica in fotografia e in pittura, soprattutto in Giappone.
Le principali tecniche di bondage possono essere raggruppate in sei diverse categorie:
costrizione di parti del corpo, raggruppate o ristrette fra di loro
separazione o divaricazione di parti del corpo
collegamento di parti del corpo a oggetti esterni, muri o sostegni
sospensione del corpo a soffitti o sostegni
restrizione o modificazione forzata dei normali movimenti del corpo
immobilizzazione completa del corpo (mummificazione), fino alla vera e propria deprivazione sensoriale.
Ognuna di queste categorie prevede numerosissime varianti al suo interno, sia a causa della varietà degli strumenti utilizzati (dal bondage verbale, che consiste nel mero ordine da eseguire, fino all’uso di corde, catene, manette, ganci, camicie di forza e altro ancora), sia a causa delle modalità secondo cui questi strumenti sono disposti e adoperati.
La pratica del bondage può comportare rischi anche gravi per la salute e l’incolumità delle persone, soprattutto se è intrapresa senza una sufficiente conoscenza ed esperienza delle sue tecniche e/o non vengono osservate alcune regole di base.
Il bondage non deve essere praticato quando:
non si conosce bene il partner e/o non si nutre completa fiducia in lui/lei;
si conosce il bondage, ma non si è pienamente convinti di volerlo praticare;
non si conosce sufficientemente il bondage e quindi non si può essere realmente consenzienti alla sua pratica;
non si è preparati o non si ha una sufficiente padronanza della tecnica di bondage che si vuole sperimentare;
condizioni fisiche o psicologiche sconsigliano la pratica del bondage;
il bondage non è una pratica da cui tutti i partecipanti traggano piacere;
si è stanchi o sotto l’influsso di droghe o alcool.
Nel bondage la consensualità è essenziale anche per salvaguardare la sicurezza del sub. Inoltre non bisogna lasciare mai da sola una persona sottoposta a bondage: la persona che lega ha la responsabilità di preoccuparsi costantemente delle condizioni di salute e psicologiche della persona legata.
Il bondage è una pratica che richiede un certo grado di abilità e con cui bisogna già avere una certa dimestichezza. Tra le precauzioni da osservare:
la parte anteriore del collo non deve mai essere sottoposta a compressioni di nessun genere;
le corde possono impedire al sangue di fluire correttamente. Sebbene alcune pratiche di bondage si basino sulla costrizione della circolazione sanguigna (per esempio, per rendere doloroso e sensibile il seno femminile), bisogna sempre controllare e rimuovere le corde non appena gli arti iniziano a sembrare violacei.
le corde possono essere posizionate in maniera tale da irritare e infiammare le terminazioni nervose, causando dolori e insensibilità degli arti che possono durare anche a lungo o diventare, in casi limite, permanenti.
quando si usano le corde, bisogna fare attenzione a dove sono posti i nodi. Una caduta accidentale su un nodo posto su una terminazione nervosa o su la spina dorsale, potrebbe causare danni permanenti anche gravi.
bisogna porsi dei precisi limiti di tempo: in genere, non più di mezz’ora o un’ora, a seconda delle condizioni fisiche e di salute.
Tra le pratiche di bondage viene spesso incluso anche il breath control, o controllo del respiro, pratica decisamente estrema e pericolosa, che può provocare danni cerebrali se usata senza cognizione di causa e, in casi limite, anche la morte. In generale è importante usare con coscienza i bavagli: essi possono portare a un affaticamento del respiro con gravi conseguenze.
La domanda che mi pongo e’: come fanno le persone a divertirsi con queste tecniche,ma sopratutto ad eccitarsi tramite il dolore? È chiaro che il mondo e’ costituito da una vasta gamma di persone…però….che stranezze! Immagine

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SOLO NUMERI.

Ho deciso di riportare SOLAMENTE le percentuali di prostituzione in Italia,giusto per riflettere sulla figura della Donna e tutto ciò che ruota intorno.

70Mila prostitute in Italia

20% di esse, sono minori

Il giro d’affari oscilla dai 2 ai 6miliardi di euro

Esistono 9milioni di clienti,tra cui buona parte abituali
80% dei clienti chiede un rapporto NON PROTETTO

 

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Il Surrogato Sessuale

Chi è il Surrogato sessuale? Che funziona svolge e che problemi risolve?
Questa curiosità,mi è venuta,ancora una volta,guardando programmi su SKY.
Il surrogato sessuale,svolge il ruolo di psicologo circa problemi legati alla sessualità,ogni persona fa in media 12 sedute da 240€,circa,ognuna. Durante le prime sedute,ovviamente,non ce la pratica sessuale,poiché l’atto sessuale e’ visto come un traguardo,un trofeo da raggiungere e meritarsi.
Nei primi incontri, si parla con il “surrogato sessuale” circa i propri problemi come impotenza,durata,ansia da prestazione,eiaculazione precoce o qualsiasi sia l’origine dei problemi,quando lo psicologo si rende conto che ll proprio cliente-paziente sta affrontando nel giusto modo la propria situazione,lo porta in una stanza adiacente e li si svolge l’atto sessuale tra psicologo e paziente.
Chiaramente diverse tipologie di psicologi non si accostano a questa tipologia di azioni,in quanto,e’ un grave “reato” avere rapporti intimi con i propri pazienti, ma è anche chiaro dire che questo tipo di attività e’ differente rispetto a tutte le altre.

Ecco i disturbi che la terapia dei surrogati sessuali dovrebbe poter risolvere:
l’ansia da sesso, che include: l’ansia da prestazione, l’ansia da perdita di verginità (retaggio di tanti taboo culturali), l’ansia da preliminari, e chi più ne ha più ne metta
eiaculazione precoce;
disfunzioni erettili;
inibizione del desiderio, e qui sono propensa a credere che la terapia dei surrogati possa funzionare egregiamente, perchè in questi casi di solito il problema è semplicemente partner;
incapacità di raggiungere l’orgasmo;
problemi con la penetrazione;
problemi derivanti da esperienze post-traumatiche;
problemi con il proprio corpo e la sua immagine;
problemi di orientamento sessuale: se desideriamo tanto la nostra amica, sarà perchè abbiamo un ragazzo con quoziente intellettivo/sessuale pari a zero, oppure è perchè siamo lesbiche? La terapia dei surrogati anche qui potrebbe rivelarsi utile.

Spero di aver spiegato per bene a voi,ciò che ho appreso navigando su internet e su SKY.
Per qualsiasi dubbio,commento,critico o riflessione,non esitate a contattarmi.(mi trovate anche su Twitter EMarsella)

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