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Maometto
Secondo una delle più accreditate tradizioni, il futuro profeta sarebbe nato ‘nell’anno dell’elefante’, cioè nell’anno in cui il sovrano dello Yemen mandò una spedizione militare ad attaccare la Mecca con lo scopo di distruggere il Tempio della pietra nera, l’importante santuario dove le tribù nomadi dell’Arabia celebravano i propri rituali.
La spedizione yemenita fu un disastro dal punto di vista militare, ma la presenza in essa di un elefante colpì l’immagine dei Meccani che, in seguito, denominarono quell’anno ‘dell’elefante’ riferendosi a quello specifico ricordo.
Maometto non fu un bambino fortunato: il padre Abdallah morì prima della sua nascita mentre la madre Amina morì quando lui aveva circa sei ani. Di queste vicende si trova un eco molto chiaro nel Corano, dove si parla del rapporto tra Allah e Maometto come quello di un padre con un figlio adottivo.
Non è vero che ti trovò orfano e ti ha raccolto?
Non è vero che ti trovò traviato e ti ha guidato alla verità?
Che ti trovò povero e ti ha arricchito?
Per esempio nella Sirah (una delle Hadit, ovvero una delle storie su Maometto), vengono riferiti molti piccoli episodi sulle cure attente e rispettose che il nonno di Maometto dedicò al nipote ormai orfano e affidato alla sua custodia.
Scopo del racconto è quello di comunicare la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di grande e misterioso, che chiunque si avvicinava al bambino non poteva fare a meno di provare. In ogni caso quell’oscura intuizione del nonno di Maometto era destinata di lì a poco a trovare una misteriosa conferma. Stando a un altro episodio raccontato nelle Hadit, un giorno un angelo si avvicinò a Maometto bambino, che stava pascolando le pecore. Secondo un’altra versione gli angeli erano due; secondo un altro racconto erano delle misteriose figure vestite di bianco. In tutte le versioni comunque un personaggio enigmatico si avvicinò al bambino e gli aprì fisicamente il petto per estrarne il cuore, e lavarlo con neve purissima, dopo averne estratto un grumo nero. L’angelo rimise il cuore nel petto del bambino che riprese vita e fu da allora in poi libero dal male e del peccato.
Una cosa è certa: Maometto visse in un ambiente dedito al commercio su grande scala, numerose carovane di mercanti partivano dalla loro città per raggiungere le zone più remote del mondo islamico. La vasta pratica del mondo del commercio lasciò un segno nel linguaggio del profeta, in effetti nel Corano troviamo diverse espressioni che sembrano prese da questo mondo, per esempio le azioni degli uomini sono valutate con bilance di precisione, a prova di errore.
Per i Musulmani, Maometto è solo un tramite, è stato Dio stesso a dettargli l’intera rivelazione, che costituisce il Corano.
Col passare del tempo Maometto fece diversi viaggi, in un’occasione particolare lo fece per incarico di una ricca vedova Kadigia, del clan di Assad. Kadigia, impressionata dal carattere di Maometto, decise di sposarlo e questo fu una tappa molto importante della vita del profeta: egli infatti come figlio minore era escluso dall’eredità paterna secondo il diritto arabo e avrebbe dovuto vivere del suo lavoro. Con il matrimonio, invece, entrava in possesso dei capitali che gli consentirono di condurre un’attività economica in proprio e su larga scala.
Fino a che Kadigia fu viva Maometto non ebbe nessun’altra moglie, anche se le consuetudini arabe prevedono la possibilità di poligamia. La coppia ebbe sei figli, di cui i due maschi morirono in tenera età.
Eccovi raccontati i primi anni di Maometto, poco prima della Rivelazione e della Predicazione. Nel prossimo appuntamento vedremo le tappe decisive e finali della vita del Profeta.
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Fonti: L’atlante dell’Islam.