giugno 2016,il blog di eleonora marsella,ramadan
Ramadan #1DAY
Leggo tantissimi libri fin da quando sono piccola. Mia madre probabilmente quand’ero ancora nel pancione leggeva i suoi romanzi ad alta voce e così la passione è stata tramandata con estrema facilità.
Ho una passione per il mondo arabo, per l’Asia e per l’Africa dall’estate dei miei diciotto anni, un’estate che ha modificata la mia persona, un’estate che ha lasciato un segno per sempre dentro di me.
Tuttavia, col passare del tempo, mi son accorta che in libreria, tra le bancarelle o in qualsiasi altro posto, ero sempre alla ricerca di testi da leggere con lo stampo islamico, con ambientazioni in Siria, Iraq o Africa e con uno sfondo, spesso, arabo. Ho, quindi, avuto una nuova consapevolezza: sono affascinata dal mondo arabo.
Tra i vari viaggi che ho compiuto con gli anni, la Turchia più volte, la Siria sfiorata, l’Egitto conosciuto e il Marocco vissuto, ho nutrito sempre di più questa mia curiosità verso il loro mondo, una curiosità che mi ha sempre spinta a domandare, vedere, conoscere. E così, da quando vivo a Roma, quasi due anni, ho molte conoscenze musulmane, una mia cara amica che vive a Milano, anche lei musulmana, con il suo cuore in mano, m’ha invitata a provare il Ramadan, per capire cosa si prova, come si può rinunciare a desideri, voglie o cose superficiali.
Il macellaio vicino casa mia, Alì, viene da Aleppo, musulmano, anche lui due giorni fa m’ha invitata a seguire il Ramadan con lui e il fratello Mohammed, alla sua richiesta, mentre compravo della carne e il pane siriano che adoro, gli ho risposto: << Sono cattolica, come potrei farlo?>>
Alì m’ha risposto che l’Islam, è aperto a tutti, per cui, mi son detta: ok, perché non provare il digiuno dall’alba al tramonto? Senza bere, fumare, dire parolacce, compiere azioni brutte e (evitare di far sesso)?
6 Giugno 2016- Primo giorno di Ramadan per una normalissima cattolica
Il primo ostacolo della mattina è: come posso non far colazione? Come posso non bere il mio caffè e fumare la mia prima sigaretta? Come posso non bere per tutto il giorno? Come posso…?
Vabbè provaci.
Devo dire che tra studio, articoli e chiamate l’ora di pranzo è arrivata in fretta, aspetta, ma quale pranzo? Oggi non mangi. Ah già, devo attendere il tramonto, ovvero 20.48 per Roma.
Vabbè, dai, potrei farcela. Non ci pensare.
Esco con Africa, no, fa troppo caldo, sono solo le 14, ritorno a casa.
Mi rimetto a studiare, la pancia di tanto in tanto mi squilla, cerco di dimostrarmi non reperibile e passo avanti.
Studio tante ore, mi sorprendo di me stessa, non fumo da ieri, non bevo da ieri, non mangio da ieri, com’è possibile?
…. Meglio fare una doccia, magari mi distraggo un po’ dopo lo studio.
Ieri quando ho sentito telefonicamente la mia amica musulmana, m’ha detto: << Ele vedrai, il momento peggiore sarà verso le 20!>>
Eh no, amici, vi sorprenderò: il momento peggiore sono state tra le 17 e le 18 dove, non pensavo altro a cosa cucinare, cosa comprare, quando scendere da casa. Ok, penso, tanto vale incamminarsi verso il fruttivendolo.
Inutile dire che avrei strafogato verdura e frutta come se non ci fosse stato un domani, e difatti avrei addentato una carota così su due piedi, ma non l’ho fatto, sia per il decoro sociale sia perché sona una persona determinata e testarda.
Rientro in casa e sono le 18.35, presto per cominciare a cucinare, direte, ma no, penso, con calma, gli spinaci avranno bisogno del loro tempo, la scamorza posso tagliarla finemente, la sfoglia la stendo e il forno lo scaldo.
Leggo, rispondo al telefono, giro gli spinaci,
attendo, sono le 20.30 magnifico! Attendo ancora qualche minuto, la torta salata è nel forno, mi riempio il mio bicchiere d’acqua, innaffio le piante, il forno suona: sono le 20.53…. il sole è tramontato, il ramadan del primo giorno ha battuto la sua ora: è tempo di tornare alla normalità.
Il mio nuovo momento di riflessione nascerà domani mattina alle 03.31, un nuovo giorno sorgerà ed io mi sentirò libera di decidere se continuare questa nuova esperienza oppure fermarmi qui.