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Intervista a Stefano Piedimonte

Stefano Piedimonte nasce a Napoli negli anni ‘80 e si laurea nella sua città all’Università ‘ l’Orientale’, dal 2006 lavora per il corriere del Mezzogiorno, prima come cronista di nera e poi come redattore web della testata, scrive racconti sul Corriere della sera, Il fatto Quotidiano, Corriere del Ticino e tanto altro ancora.

Esordisce con il Romanzo ‘Nel nome dello Zio’, edito da Guanda meno di un anno fa: la storia ruota intorno a Napoli, esattamente nei quartieri Spagnoli dove, l’affarista e mafioso ‘Zio’ ha un solo debole: Il Grande Fratello.

Una storia Fresca, interessante e ricca di elementi ‘reali’ e tipici del nostro tempo, ha suscitato in me estrema curiosità nel conoscere la mente, che ha partorito una stravaganza simile, complice la pazienza e dedizione dello Scrittore, è stato possibile conoscere altri lati dello Stesso Piedimonte.

Alla domanda se scrittori si nasce o si diventa, Stefano risponde netto e deciso: “ indubbiamente bisogna avere delle doti, ma è chiaro che quest’ultime si possono affinare col tempo, non credo che una persona priva di senso del ritmo, possa diventare un bravo musicista: questo è un discorso che funziona sempre, con la musica come con la scrittura, certo, i casi eccezionali ci sono sempre.”

La mafia è virus che si è diffuso e continua a diffondersi in qualsiasi terra, anche se le radici si trovano al Meridione, Lo scrittore pensa che la gente non abbia bisogna della Mafia, anzi se ne deve liberare, fin quando questo non accadrà non potrà esserci una crescita reale e duratura: si insinua laddove lo Stato fallisce, ma lo fa stringendo intorno al collo della gente un cappio ben più stretto di quello che c’era prima.

Una buona soluzione potrebbe essere la politica di sostegno delle fasce più deboli che non sia, pero, mero scambio elettorale e assistenzialismo da quattro soldi; con l’aggiunta di certezza della pena e indagini patrimoniali.

Tema caldo e importante nell’XI Secolo è rappresentato dell’editoria tradizionale, in contrapposizioni a delle nuove soluzioni nascenti come il Self-Publishing difatti, Stefano confessa che è fondamentale avere un buon Agente letterario poiché gli Editori, oggi, ricevono migliaia  di manoscritti se, invece, ad invitarli è un agente serio e conosciuto nell’ambito editoriale, l’editore lo leggerà con molta più attenzione.

Ringrazio Stefano Piedimonte per la gentilezza dimostratami, ma soprattutto, i migliori auguri per un lavoro che,  sotto forma di passione, diventa indispensabile a tutti, nella conoscenza (anche in modo ironico) di un problema grave come la Mafia, che affligge persone e l’intera società.

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