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letteratura

“Il ballo” di Irène Némirovsky

Ci sono momenti in cui entri in libreria e per qualche oscura ragione ti innamori di qualche titolo. Poi lo leggi e scopri che l’innamoramento è stato giusto: il libro t’ha rapito.

Ecco cosa m’è successo nelle ultime ore con Il Ballo di Irène Némirovsky.

Edizione di Adephi, 84 pagine, copertina color corallo: ecco i primi dettagli che m’hanno fatto fermare a quel piccolo scaffale.

La protagonista ha quattordici anni, si chiama Antoinette e detesta la madre. Vivono a Parigi insieme al padre e la domestica; sono una famiglia ricca, ricca da poco per via delle manovre finanziere del padre della ragazza che, con un ruolo secondario, definisce in piccoli frammenti di dialoghi come vede la moglie e tutto il resto della gente.

Sono nuovi nella società francese e la Signora Kampf decide di dar un ballo: pensa a tutti i dettagli, dalle ostriche allo champagne, all’orchestra dal vivo ma fa un piccolo sbaglio. Lo sbaglio le costerà caro e il finale ha qualcosa di grottesco che m’ha fatto venir voglia di un nuovo libro di questa autrice che, confesso, ho scoperto solo ora.

Piccolo, ironico, vero: lo trovi qui

 

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Premio internazionale di letteratura

I concorsi letterari sono splendide occasioni in cui il talento incontra la fortuna, sono occasioni importanti da sfruttare quando si può e quando… si ha qualcosa nel cassetto.

premio internazionale di como

Arriva un nuovo importante concorso con scadenza 15 Giugno 2017 quindi c’è ancora tempo!

La partecipazione al Premio è aperta a tutti gli autori ed editori in lingua italiana. Si può partecipare con poesie, saggi, romanzi, materiali multimediali quindi perché non provarci?

Ho cercato il regolamento e lo trovate qui

Per rimanere aggiornati, invece, cliccate qui

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UNA GIORNATA DEDICATA A WILLIAM SHAKESPEARE

Sensibilizzare gli studenti alla lettura dei classici, promuovere la conoscenza delle arti, fornire occasioni di incontro e socializzazione nella “Piazza del sapere” della propria biblioteca: è l’obiettivo della nuova iniziativa promossa nell’ambito del ciclo “2016 Non di soli libri” delle Biblioteche dell’Università del Salento, in programma lunedì 23 maggio 2016 alle ore 10, nella Biblioteca dipartimentale aggregata di Scienze dell’Economia – Sezione Settore Economico (complesso Ecotekne, via per Monteroni, Lecce), sul tema “Shakespeare and company. Piazza del sapere per un giorno, Biblioteca per sempre. Nel 400° anniversario della morte di William Shakespeare”. L’evento rientra anche nella campagna nazionale “Il Maggio dei Libri”.

Dopo i saluti del Prorettore con delega al Sistema Bibliotecario e al Sistema Museale Antonio Lucio Giannone e del Preside della Facoltà di Economia Amedeo Maizza, l’iniziativa sarà presentata da Maria Pia Metrangolo, Direttrice della Biblioteca Settore Economico. Con il coordinamento di Marisa Saracino, Associata di Lingua inglese, si succederanno quindi gli interventi:

  • Calibano: l’americano di Shakespeare – David Lucking, Professore Ordinario di Letteratura Inglese
  • Roma e Britannia nel Cymbeline – Maria Luisa De Rinaldis, Professoressa Associata di Letteratura Inglese
  • Shakespeare e l’economia – Manuela Mosca, Professoressa Ordinaria di Storia del Pensiero Economico
  • Tutto il mondo è un palcoscenico: face to face with Shakespeare – Antonella Calogiuri, Ricercatrice Lingua Inglese; Traci Ricciardo, Lettrice di madre lingua Inglese; Maria Grazia Ungaro, Lettrice di Madre lingua inglese; con la partecipazione degli studenti di corso

Verrà infine proiettato “Romeo e Giulietta Di PëTr Il’ič ČAjkovskij”, tratto dalla trasmissione televisiva “Che Fuori Tempo Che Fa”.

«La figura del drammaturgo inglese, attraverso le opere a noi giunte, rappresenta una delle espressioni più alte dell’arte occidentale», sottolinea Maria Pia Metrangolo, shakespeare2Direttrice della Biblioteca Settore Economico, «per la straordinaria capacità del Bardo di indagare a fondo l’animo umano e i suoi bisogni. I suoi personaggi – Amleto, Romeo e Giulietta, Machbeth, Falstaff, il Mago Prospero – sono diventati metafora della vita umana perché esaltano le sfumature della natura filosofica e psicologica del potere, dell’amore, del tradimento, dei conflitti interiori che ogni uomo si trova a vivere. Shakespeare and Company richiama la famosa libreria parigina fondata nel 1919, situata nel quartiere latino, ancora oggi punto di riferimento per la vita culturale di Parigi. Parigi negli anni Venti è il centro della cultura internazionale, crocevia per grandi scrittori europei ed espatriati americani come Ezra Pound e Ernest Hemingway, Jean Prévost, Francis Scott Fitzgerald, Paul Valéry, André Gide, Gertrude Stein, James Joyce che la menzionerà nel romanzo “Festa Mobile” (1964). La libreria ha fatto da sfondo ad alcuni film come Before Sunset di Richard Linklater e Midnight in Paris di Woody Allen. Shakespeare and Companyrappresenta l’immagine di come dovrebbe essere la biblioteca e “Piazza del sapere per un giorno, Biblioteca per sempre” vuole essere un programma: la Biblioteca è luogo di promozione della cultura, di libera consultazione del sapere, di partecipazione, di condivisione della sua comunità. La Biblioteca, come una piazza, deve farsi punto di aggregazione e promotrice di eventi».

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Un premio speciale allo scrittore esordiente Francesco Bonvicini

Ciò che amo dei libri che recensisco è conoscere la penna che si nasconde dietro le pagine. Ciò che amo poi del mio lavoro è ricevere telefonate dove i miei autori m’avvisano di qualche premio ricevuto del libro che io stessa ho recensito qualche tempo addietro.

Felice, orgogliosa e fiduciosa vi annuncio che un autore emergente Francesco Bonvicini, già presentato da me a Roma, ha ricevuto un importante premio. Mi faccio raccontare da lui l’evento.

Il Circolo Culturale Il Porticciolo, presieduto dalla famosa critica letteraria Prof.ssa Rina Gambini, ha organizzato la premiazione della V edizione del Premio Città di Pontremoli.

 

Montecatini Terme

Il 9 Marzo Ricevo una lettera dal Circolo Culturale Il Porticciolo. L’apro senza nemmeno pensare a quale possa essere l’oggetto della stessa. La leggo. Più volte perché, essendo dislessico, spesso non mi sembra di capire (e talvolta non capisco davvero) con immediatezza il significato di ciò che sto leggendo.

Quando, finalmente, ho capito tutto, lancio un urlo acuto!

Il sottoscritto, ragioniere di provincia e scrittore alle primissime armi, riceve il “Premio Speciale della Giuria Romanzo Giallo Edito”  per Sangue sul Reno, il mio romanzo d’esordio.

Arriviamo alla data fatidica. Fuori dal teatro riconosco subito alcuni colleghi della Pegasus Edition, anch’essi premiati a vario titolo, e incontro Roberto Sarra, presidente della casa editrice.

Il teatro è piccolo, ma tutto esaurito, nonostante le defezioni da parte di alcuni autori che non hanno potuto presenziare a causa di impegni precedenti, della distanza, etc.. devo dire che anche il palco13081780_10207868106575014_707088799_n (1) è gremito.

La prof.ssa Rina Gambini è anche la presentatrice dell’evento e, sul palco, siedono il già citato Roberto Sarra, il sindaco di Pontremoli, il comandante della Flotta Settentrionale della Marina Militare Italiana, l’assessore alla cultura  del Comune di Salò, in quanto culturalmente gemellata con Pontremoli, il presidente della giuria del Premio e altre personalità di cui non ricordo né i nomi né le funzioni.

La mia premiazione arriva a circa metà evento.

Ovviamente ricevo gli applausi del pubblico e, una volta consegnatami la targa, la professoressa Gambini mi cede il microfono. Nulla di studiato a tavolino. Nella mia semplicità, tiro fuori un ringraziamento forse retorico ma molto sincero…

Vuoi sapere qualcosa di più dell’autore? http://ilblogdieleonoramarsella.it/il-thriller-mozzafiato-di-francesco-bonvicini/

 

 

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La notte di #InchiostroDiPuglia il 24 Aprile

Il 24 aprile 2015 il Museo Diffuso di Cavallino dell’Università del Salento image_resize

diverrà il “Fortino letterario n. 79” de “La Notte di Inchiostro di Puglia”: raduno alle ore 17.45 in piazzetta Fratelli Cervi a Cavallino (Lecce), per dare il via a “Passeggiando, leggendo e suonando nel Museo diffuso di Cavallino”.

Il Museo si trasformerà in una biblioteca a cielo aperto, luogo d’incontro e confronto per autori, attori, editori e soprattutto amanti della lettura di tutte le età, nell’ambito, appunto, de “La Notte di Inchiostro di Puglia”, nel corso della quale librerie, biblioteche, musei e caffè letterari dislocati in ogni angolo della regione si trasformeranno in “Fortini Letterari”.

 

Alla “Notte” del Museo diffuso parteciperanno il Teatro d’Ateneo e il Gruppo Poetico Giovanile dell’Università: assieme agli alunni di vari Istituti scolastici, i Piccoli Lettori di Cavallino e i Giovani Lettori di Melendugno, essi animeranno una “Passeggiata Letteraria e Musicale”, un itinerario nell’area archeologica organizzato per leggere brani letterari e poetici di autori antichi e contemporanei, da Omero a Vittorio Bodini. Le letture continueranno alle 19.30 nel Chiostro dei Domenicani.

In collaborazione con Aldo Augieri e Maria Margherita Manco del Teatro d’Ateneo, seguiranno le “Conversazioni Letterarie”, provocazioni e riflessioni su tematiche d’attualità «che partono dalla pagina stampata e la trascendono. Abbiamo scelto di dialogare di conservazione/distruzione di siti archeologici», spiegano gli organizzatori, «chiusura delle biblioteche e tutela dell’Ulivo Pugliese, con il professor Francesco d’Andria dell’Università del Salento, il produttore di olio dop Oronzo Rucco, l’agronomo Carmelo Buttazzo e i lettori presenti».

In programma anche le “Incursioni Musicali” di Gianluca Milanese (flautista),Ennio

Cavallino_inchiostropuglia

Brunetta (sax) e Cesare Schirinzi (piano), un reading di poesia a cura del Gruppo Poetico Giovanile dell’Università del Salento e una serie di “Incontri d’autore”. Matteo Leo presenterà il suo libro “Bestia a chi?”, il giornalista Ennio Ciotta il suo saggio “Street Art. La rivoluzione nelle strade” e Patricia Flament leggerà brani delle sue opere. Interverranno poi Antonella Colletta e Papa Ngady Faye, autori ed editori di “ModuModu”, e Paola Bisconti sul fenomeno del Book Crossing.

 

«La serata vuole lasciare una traccia», concludono gli organizzatori, «oltre ad ospitare un mercatino di libri a cura della libreria “La Bambola di Kafka”, l’idea è quella di creare una rete di scambio e baratto, un circolo virtuoso in cui il libro già letto non si ferma in una uno scaffale ma rientra in circolo, si rigenera, e diventa una risorsa inestinguibile di sapere. Questa è una piccola rivoluzione».

 

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Recensione ‘La strada dei desideri segreti’ di Jean Kwok

Per questo libro non mi sono affidata alla copertina, alle informazioni sull’autore o della storia, ma all’istinto. Il titolo già  attira a se.

Editore Piemme prezzo di copertina 16,50 € ma pagato solo 5€ alle solite fiere in giro.

Un ottimo acquisto, consigliatissimo!

La trama è semplicemente stupenda, i personaggi sono nitidi, in una Manhattan che non viene mai vissuta al 100% per svariati problemi che degli stranieri, Cinesi, possono incontrare dall’altra parte del mondo, come l’ America.

In questo romanzo è racchiuso tutto ciò che di fondamentale si incontra durante la vita: Amore, povertà, miseria, discriminazioni, ricchezza, lavoro, condizioni precarie e una casa decadente però, Mamma e Figlia, insieme, ancora una volta, madre e cucciola, superano qualsiasi ostacolo grazie alla determinazione della piccola, Ah-Kim.

C’è un detto Cinese secondo il quale il destino è come un vento che soffia sulla vita degli uomini, spingendoli lungo i sentieri del tempo. I più forti lottano contro la bufera e a volte riescono anche a decidere quale sarà la loro strada. I più deboli vanno dove li porta la corrente.

Un libro consigliato a tutti coloro che, vogliono assaporare la povertà, la miseria, delle condizioni invivibili, fino a salire, salire e salire ancora verso la vittoria e il riscatto sociale, ma sopratutto quello MORALE.

Perchè dopo ogni discesa, c’è sempre una salita. 

Questo libro ne è la prova.

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Quattro

Di quel  momento, che si rivelerà poi una nuova vita, i ricordi sono indistinti e forse sofferenti.

Un anno prima che accadesse la vicenda, di cui parlerò in futuro, ho ricordo di un’afa soffocante, lo sciolinare del ventaglio di tulle con immagini floreali di Zia Roscelin: una donna alta, distinta, sempre vestita coi suoi abiti vittoriani, un’infermiera che si trovava, ai tempi, nel fulcro di una vita sfolgorante. Al suo fianco sedeva Zio Louis, suo leale compagno da sempre, testardo, saccentone, benevolo ma dall’aspetto sciatto, incurante della creazione del setolino per capelli usava disfare i riccioli, che pendevano da qualsiasi angolo del suo capo, con la mano destra e sorprendentemente con un solo tocco.

A due seggiole di distanza sedeva una bimba di quattro anni, dai riccioli bruni, dallo sguardo vago ma con ciglia lunghe, indossava una gonnella a scacchi dalle tonalità rosee, nella parte superiore una canotta in tulle bianca e penzolavano dalla sedie le piccole scarpette chiare che, si sposavano a perfezione con il suo completo. Singhiozzava a tratti, le mancava il suo cane, di razza Dalmata, di nome Pako, regalato dallo zio Louis nei giorni precedenti.

“Aspettiamo la tua mamma, torneremo a casa prima del tramonto così giocherai con il tuo cane”. Disse la zia Roscelin mentre asciugava le lacrime sul viso della bambina, con il suo fazzoletto di seta color lino sporco.

Il tempo sembrava si fosse fermato, ogni attimo sembrava uguale al precedente, il calore dell’asfalto entrava attraverso le finestre aperte e cominciò a lamentarsi anche qualcosa dentro di lei: non ricordava quand’era stata l’ultima volta che le sue piccole pupille gustative avevano assaggiato qualcosa.

La fanciulla continuava a muoversi, passava da un sedile all’altro, di tanto in tanto sedeva sulle ginocchia dello Zio Louis che, per far divertire la sua unica nipotina, le concedeva di giocare con i suoi capelli: li districava, li muoveva, li mordicchiava e li tirava, perfino, quando lo zio distraeva lo sguardo da lei.

Lui diventerà l’unico vero uomo della sua vita ma Norina non sapeva ancora cosa il futuro aveva in serbo per lei.

Diverse ore dopo, al suo risveglio, si trovò nel letto dei suoi genitori, con al fianco suo padre Rhomais immerso ancora nella braccia di Morfeo; mentre sua madre, una donna di media statura, minuta, con i capelli di una tonalità castano-oro cascanti sulle piccole ossa, dal volto pallido ma con una strana aria negli occhi che, inconsapevolmente, ritroverà negli anni a venire, preparava la cena.

Norina si trovava lì, nascosta tra il divano e il sofà ocra che, osservava la donna mescolare delle strane sostanze sul tavolo da cucina e canterellare una strana strofa di una canzone: “Marameo perché sei morto pane e vino non ti mancava, l’insalata era nell’orto, marameo perché sei morto…”

“Norina amore per quanto tempo rimarrai lì nascosta? Lo sai che i mostri non esistono!” Disse Tella voltandosi nella sua direzione. Proseguirono diversi secondi di silenzio e le uniche parole che pronunciò la piccola furono:” Ho fame mamma”!

La donna le andò incontro, la prese da terra, la appoggiò sul tavolo da cucina e le disse sottovoce:

“Finisco di preparare la pasta frolla e mangeremo in giardino io, te e Pako”.

La baciò sulla fronte e si rimise ad impastare sotto gli occhi, apparentemente disinteressati, di Cicicchia. (E’ così che la chiamavano i suoi zii, sin dalla nascita e quel nome piacque subito a Tella, tanto da usarlo come surrogato del vero nome della figlia).

Durante la cena la piccola chiese come mai mancasse il padre e Tella con una strana disinvoltura le rispose che lui era molto stanco. Niente di nuovo, pensò Norina.

Dotata di un’intelligenza disarmante, Norina percepiva tutto, sin dal principio.

Le giornate trascorrevano limpide e rapidamente: di tanto in tanto mamma Tella e papà Rhomais portavano la piccola a mare, in una località non distante dalla loro abitazione e lasciavano giocare Norina vicino la  riva del mare col figliolo, suo stesso coetaneo, dei loro amici.

A fine giornata i due non volevano mai venir fuori dall’acqua e solo quando Tella fingeva di andare via, Norina correva verso la madre e voltandosi verso il suo compagno di giochi, Andria, strillava:

“Mamma è colpa sua, fa sempre giochi troppo lunghi”!

Delle risate rumorose avvolgevano l’atmosfera e così  tornavano tutti insieme nella piccola pineta circostante, dove avrebbero preso il trenino che li avrebbe condotti alle loro macchine, nel parcheggio adiacente.

Quando la madre e il padre di Norina lavoravano, Cicicchia trascorreva con piacere le sue giornate afose in una bellissima casa in campagna, dagli zii Louis e Roscelin. Portava da mangiare ai gatti, giocava col cane, raccoglieva margherite con la zia nel tardo pomeriggio e aiutava, per quanto potesse, a preparare la cena.

Di tanto in tanto mescolava diversi fiori, che trovava nel giardino, con acqua di pozzo e fingeva di inventare nuovi profumi poi  correva con Pako verso casa e rideva di gusto quando gli zii si complimentavano con lei per l’impasto bizzarro che otteneva.

Col trascorrere dei mesi e con l’avvenire della nuova stagione, Norina non completava un passo senza che ci fosse, alla sua destra, il suo cane: suo fedele compagno di giochi e di disavventure.

Quando arrivò il primo di Ottobre, Cicicchia affrontò il suo primo giorno dell’asilo ma, come immaginò Tella nei precedenti giorni, la piccola non aveva intenzione di mettere il piede fuori casa senza il suo cane. La madre la rincorse buona parte d’ora per tutta la casa: dalla cucina al sofà ,dal bagno al salotto e quando finalmente l’attirò a sé con la scusa che sarebbero ritornate a dormire nel letto matrimoniale, l’acciuffò per l’ascella e la alzò da terra con tale aggressività da far piangere Norina dallo spavento.

“Devi andare all’asilo Norina, non posso rimanere in casa con te, altrimenti chi lavorerà al posto mio”? disse la madre penetrandola con lo sguardo.

Tella era diventata, da pochi mesi a questa parte, socia di Marco, un ragazzo snello e perspicace, di un bar, a pochi km dal suo paese natale. La donna prese molto sul serio, da subito, il suo ruolo e non intendeva lasciarla a casa con nonna Anny, sua madre, per niente al mondo!

Una volta afferrata la portò in macchina, una 500D che risaliva al 1965, anno di nascita della donna, comprata dal padre, come auto-regalo per la nascita della sua seconda figlia, dopo Roscelin; e promise a se stesso e alla moglie che, non appena Tella avrebbe compiuto vent’anni sarebbe diventata la sua autovettura. E così accadde.

Norina, strattonata in auto, singhiozzava cercando di attirare le attenzioni della madre, ma ciò non accadde perché Tella era fermamente convinta di farla entrare nell’asilo e sarebbe ritornata a riprenderla nel primo pomeriggio.

Una volta arrivata la madre superiore, andò incontro alla donna che, cercava di convincere la figlia affinchè smettesse di piangere.

“Hai proprio dei bei riccioli, lo sai farfallina?” Disse la suora alla bambina. E poi proseguì:

“Perché non vieni a giocare lì dentro con le altre bambine? Se vorrai potrai fare amicizia!” Disse la donna, indicandole una grande stanza colorata che, appariva allegra e luminosa.

Norina tolse il viso da dentro il seno sinistro della donna, si strofinò gli occhi e la guardò:

“Ho già un amico: è il mio cane”! Disse la bambina, ma la suore insistette:

“ Quello non è un vero amico Santa figliola”

“Non è vero”! Disse La piccola con tutta la forza che avesse nelle corde vocali.

Tella le  diede un pizzicotto sulla guancia e Norina capì di non avere più soluzioni: avrebbe dovuto passare la giornata in una ‘casa’ nuova, con delle persone sconosciute, senza alcun viso familiare. Agitò i piedi, la madre la posò per  terra, le diede un tenero e soffice bacio sul viso e la piccola prese la mano della Madre Superiore che, per premiarla, le regalò subito una coloratissima caramella.

La giornata trascorse veloce sia per la figlia che per la madre: Tella completò più ordinazioni del solito e concluse la giornata preparando gli stuzzichini per l’aperitivo del tardo pomeriggio mentre Norina, una volta abbandonati i suoi capricci, proseguì serenamente la giornata colorando nuovi disegni, giocando insieme ad altre bambine come lei e ad rincorrersi con qualcun altro.

I mesi a seguire passarono veloci, non ci furono più giornate terribili come quella scorsa però, un pomeriggio avvenne qualcosa di insolito…

 

 

 

 

 

Norina comodamente seduta sul sofà ocra, modellava la pasta colorata, ad un certo punto sentì  strillare il padre e subito dopo percepì uno scambio di battute tra Rhomais e la moglie che, furono subito interrotti dal singhiozzo  della stessa. Tella continuava a gesticolare morbosamente, tenendo un foglio in mano e parlava con Rhomais circa delle analisi. Norina non riusciva a capire molto delle parole dei grandi e quando sentì pronunciare il termine “ospedale”, scoppiò a urlare e a piangere perché, improvvisamente, si ricordò di quel lungo pomeriggio afoso, passato in un corridoio color bianco con gli zii, ad aspettare che Tella e Rhomais uscissero da qualsiasi angolo della stanza e, nell’attesa, si addormentò.

“Te l’avevo detto di non urlare cretina!” disse il padre, alzando la mano destra contro il viso della donna. Il silenzio assorbì la stanza, seguirono diversi secondi di tensione, poi  la madre si inginocchiò sul sofà, dov’era ancora adagiata Norina, l’abbracciò con tutte le sue forze e le canticchiò lentamente: ”Marameo perché sei morto…..”

La piccola pochi minuti dopo dormiva, come una piccola tartaruga in letargo, sulle braccia della donna che sperava nell’amnesia parziale della figlia, a causa dell’accaduto, ma purtroppo Norina non dimenticherà né quel pomeriggio, tanto meno altri avvenimenti ancora.

[La foto in allegato è il Pako,della realtà,un po curioso verso un riccio di campagna]Immagine

 

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