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Elisabetta Stefanelli- La fabbrica dell’informazione. Quando il fatto diventa notizia

Oggi si è svolto un importante incontro dal nome “La fabbrica dell’informazione. Quando il fatto diventa notizia” presso l’Università RomaTRE, organizzato dalla Professoressa Anna Bisogno che ha visto protagonista Elisabetta Stefanelli, capo redattore cultura e spettacoli dell’agenzia di stampa ‘Ansa’.

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Al convegno erano presenti sia il Professore Francesco Ferretti che il docente Roberto Baldassari, l’introduzione è stata tenuta da uno studente di scienze della comunicazione e nelle restanti due ore Elisabetta Stefanelli ha spiegato il suo ruolo e quello dell’agenzia in questione e dopo ha dedicato del suo tempo per rispondere a tutte le domande del giovane pubblico.

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In uno dei numerosi interventi Elisabetta Stefanelli ha sottolineato con una certa fermezza il ruolo del tempo “I tempi sono stretti, bisogna giocare col tempo- dichiara- con l’avvento del web la velocità è importante, anche se bisogna sempre accertarsi sulla veridicità della notizia”.

Un giovane studente dopo introduzione e argomentazione del suo pensiero, pone una domanda, a mio avviso interessante che, racchiude il pensiero di molti ragazzi: “come possiamo arrivare ad ANSA?RAI? o altre testate/siti?”

Come ha dichiarato Stefanelli “non esiste una ricetta precisa, non conosco la risposta però l’importante è non perdersi mai d’animo e puntare l’obiettivo con tutte le forze”.- conclude- “tuttavia i giovani sono importanti, bisogna puntare tanto sui nuovi media che, a mio avviso, non apportano una modifica negativa”.

Con la speranza che il futuro possa rivelarsi migliore del presente, ci auguriamo che le parole di Elisabetta Stefanelli siano di buono auspicio per il futuro.

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Recensione Giornalismo,informazione e comunicazione di ROBERTO BALDASSARI

Il nuovo libro di Roberto Baldassari “Giornalismo, informazione e comunicazione” si presenta sin dalle prime pagine scorrevole e di facile lettura, i cinque capitoli del suo ultimo lavoro si snodano tra linguaggio tecnico e quotidianità, un libro didattico e al tempo spesso molto attuale è edito da Marsilio al costo di copertina di 12 euro.

Chi è Roberto Baldassari? È Presidente dell’Istituto Piepoli, insegna giornalismo all’Università di RomaTRE, negli ultimi anni ha pubblicato oltre cinquanta studi ed articoli e tra le monografie più recenti: Titoli, testi e comunicazione (2008); Il mercato del libro (2009); Il titolo perfetto (2012). Nel 2014 viene nominato membro dell’Organismo Indipendente di valutazione della CCIIA di Roma.

Il suo ultimo libro Giornalismo, informazione e comunicazione spazia tra questi tre argomenti, dedica dello spazio alla storia della televisione, del giornale e alla nascita dei media per poi approdare ad una teoria elaborata ed analizzata dallo stesso Baldassari ‘Newswebing User Model’ che “prevede alcune caratteristiche base ereditate dai modelli precedenti, offrendo una nuova posizione centrale, in cui non è più presente la notizia, il contenuto, il giornalista, il mezzo di comunicazione ma l’utente, il netizen, il citizen, il consumatore mediale o più semplicemente l’essere umano che crea, genera e compartecipa in maniera sempre più determinante alla realizzazione del processo di produzione contenuti e notizie”.

Un intero capitolo è dedicato al vasto mondo della titolazione, importanza e impostazioni del titolo, con l’analisi di più tipologie di titoli fino ad arrivare a vere e proprie istruzioni per la titol@zione stessa.

Il libro si conclude con degli interventi molto interessanti da parte di nomi famosi nel campo del giornalismo, dove ognuno di essi esprime il proprio parere sulle bufale giornalistiche, sui titoli e altri elementi di fondamentale importanza; escono fuori nomi come Maurizio Beretta, Luigi Contu, Ezio Mauro, Antonio Padellaro, Giampaolo Pansa, Antonio Preziosi e Sarah Varetto. Tuttavia prima della bibliografia a cura di Patrizia Caridi, è possibile consultare un ricco glossario creato dallo stesso Roberto Baldassari.

Cos’altro aggiungere? Un libro che ognuno di noi dovrebbe avere nella propria libreria, per capirci qualcosa in più di informazione, comunicazione e del giornalismo degli ultimi tempi.

BALDASSARI

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Ambiente,amianto,informazione,salute

Soluzione per lo smaltimento dell’amianto: il PREBOX!

La morte,da qualsiasi lato si guardi, e’ sempre inaspettata e non gradita,ma quando si perde la vita a causa di fibre,come quella Killer,caratteristica Dell amianto,beh,li,si storce un po’ il muso perché subentrerebbe l ingiustizia e forse la mancanza di informazione o lo meno quella giusta.
La natura cancerogena delle fibre di amianto è ormai cosa risaputa, in Italia e nel mondo (anche se, purtroppo, esistono numerosi Stati nei quali è ancora consentito l’uso di quella materia).
In Italia, la produzione, la commercializzazione e l’utilizzo dell’amianto sono proibiti sin dal 1992, ma ciò non ha evitato che si registrassero, in questi anni, migliaia di casi di morte per mesotelioma pleurico, patologia la cui eziologia è unicamente addebitabile alle fibre di amianto, soprattutto nelle zone in cui operava la potente industria dell’Eternit, una multinazionale presente in Italia, a Casale, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli, Siracusa, ma con stabilimenti in tutto il mondo.
Nel nostro Paese,però, Giacomo Antonini ha investito il suo tempo e le sue conoscenze nell’invenzione,nella produzione e poi nel DIVULGARE l informazione di una fantastica soluzione per lo smaltimento Dell amianto con vantaggi assai numerosi: il PREBOX.
Il PREBOX e’ il nuovo sistema per il trasporto e per lo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti contenenti amianto destinati a piattaforme di recupero,alle ditte di smaltimento o alle discariche autorizzate.
si tratta di una grande scatola prefabbricata in fibrocemento che può contenere circa 300 metri quadrati di lastre ondulate in fibrocemento contenenti amianto, oppure 4 tonnellate circa o 3,2 metricubi di manufatti/rifiuti contenenti amianto.Una volta sigillata, con un «calcestruzzo che ha una durabilità superiore ai cento anni» come garantisce Giacomo Antonini, può essere impilata oppure interrata con il suo contenuto tossico, in attesa che la scienza scopra come rendere innocuo se non addirittura riciclabile l’amianto.
I vantaggi?sono numerosi! Sicurezza per l ambiente e per la salute,vantaggi per le imprese di smaltimento/bonifica,vantaggi per le piatteforme di recupero e controllo degli organi di controllo poiché,su ogni PREBOX,viene fissata una targa identificativa numerata progressivamente per l eventuale tracciabilità futura dello stesso;inoltre questo prodotto ha una durata di 100anni e la sua produzione garantirebbe,in Italia, la nascita di 1770 aziende
Il brevetto Bresciano,di cui stiamo parlando,e’ stato citato in diversi giornali e sono state fatte diverse interviste ma a quanto pare il Governo Italiano non ha ancora prestato la massima attenzione all ottimo prodotto ottenuto.
Ringrazio PERSONALMENTE il Signor Antonini Giacomo,per avermi dato la GIUSTA documentazione(informazione).

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La Canapa e la giusta informazione

Giudicata,commentata,adorata o odiata, e’ lei,la Regina delle maggiori discussioni odierne: La CANAPA.
La canapa è originaria dell’Asia centrale, e’ considerata una Pianta sacra per la gente hindu,e’ generalmente accettata l’ipotesi secondo cui la canapa sia giunta nelle Americhe dopo Colombo;inoltre, hanno anche trovato residui di cannabis, nicotina e cocaina in numerose mummie (115-1500 d.C.) scoperte in Perù.
Prima dell’avvento del proibizionismo della cannabis le diverse varietà della canapa erano coltivate in tutto il mondo fin dall’antichità, e utilizzate in vari e numerosissimi campi: la sua corteccia costituiva la materia prima per la produzione di carta, fibre tessili in genere (corde, abbigliamento, ecc.), fibre plastiche, e concimi naturali; nella medicina umana e veterinaria erano molto utilizzate le foglie ma soprattutto i fiori, sostituendo alcuni dei medicinali industriali presenti oggi in commercio, inoltre parti di pianta servivano per fabbricare cosmetici come creme, shampoo e saponi. Ulteriori utilizzi prima della proibizione sono stati fatti nella creazione, ad esempio, di una delle prime automobili ad essere prodotte in serie (la Ford T del 1923), un prototipo della quale era composto per più del 60% da materiali derivati dalla cannabis sativa; persino le case erano costruite in buona parte con prodotti derivati dalla Cannabis (vernici, colle, mattoni, rivestimenti). I semi (molto ricchi di acidi linoleici, vitamine e amminoacidi essenziali) sono ancora oggi usati nell’alimentazione tramite la spremitura in un olio valido anche come combustibile per candele. Con la sua proibizione si è diffuso un utilizzo essenzialmente a scopo ricreativo, in quanto in alcune varietà della pianta è presente una più elevata percentuale di THCA (non psicoattivo), un cannabinoide che sottoposto ad elevate temperature degrada per decarbossilazione nel THC (psicoattivo). I cannabinoidi sono sostanze chimiche di origine naturale e biochimicamente classificati come terpenofenoli. Sono composti accomunati dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi.
La canapa è una pianta erbacea a ciclo annuale la cui altezza varia tra 1,5 e 2 metri, e in alcune sottospecie può arrivare fino a 5 m. Presenta una lunga radice a fittone e un fusto, eretto o ramificato, con escrescenze resinose, angolate, a volte cave, specialmente al di sopra del primo paio di foglie.
I preparati psicoattivi come l’hashish e la marijuana sono costituiti dalla resina e dalle infiorescenze femminili ottenuti appunto dal genotipo THCA-sintetasi. Tale sottogruppo fu coltivato fino alla seconda metà del secolo scorso, nonostante fosse stato proibito nella decade ’20-’30 l’uso come medicina ad alto potenziale di abuso (ma affrontando la questione terapeutica nei casi previsti impiegando tinture o estratti fitogalenici).
Esiste una controversia filogenetica concernente il considerare tre specie distinte di cannabis (Cannabis sativa, Cannabis indica e Cannabis ruderalis) o una singola specie con più varietà. Molti studiosi oggi ritengono che si tratti di un’unica specie che varia il proprio fenotipo a seconda delle aree in cui cresce, dell’altitudine, delle caratteristiche del suolo eccetera.
Gli effetti dei derivati di Cannabis sativa e Cannabis indica sono lievemente differenti fra loro, sia a causa della percentuale di THC, tetraidrocannabinoli, contenuta che delle diverse concentrazioni, a seconda della specie, di altri cannabinoidi come il CBD, Cannabidiolo, che modificano il tipo di effetto percepito.
Per fare un semplice parallelismo, la Cannabis sativa potrebbe essere paragonabile in questo senso ad un vino bianco, è più “leggera” e dà una sensazione soprattutto “mentale” e “cerebrale”, in grado generalmente di stimolare la creatività e l’attività; la Cannabis indica è paragonabile invece ad un vino rosso, con il suo effetto più corposo, “ottundente” e “fisico”, che stimola in genere la meditazione e il rilassamento.
Al di là delle controversie sull’uso della canapa come stupefacente, va considerato che essa è stata per migliaia di anni un’importante pianta medicinale, fino all’avvento del proibizionismo della cannabis. Ad ogni modo negli ultimi decenni si è accumulato un certo volume di ricerche sulle attività farmacologiche della cannabis e sulle sue possibili applicazioni.
Il più noto promotore, nonché studioso, degli usi terapeutici della pianta di cannabis e della sua decriminalizzazione è il prof. Lester Grinspoon, psichiatra e professore emerito dell’Università di Harvard. Il più famoso attivista antiproibizionista è stato forse l’americano Jack Herer, autore del best-seller del 1985 The Emperor Wears No Clothes.
In Italia studi approfonditi sui suoi effetti sono stati effettuati dal Professor Gian Luigi Gessa docente di Neuropsicofarmacologia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’Università di Cagliari.

Gerarchia delle possibili indicazioni terapeutiche
Effetti stabiliti da studi clinici contro: nausea e vomito, anoressia e cachessia, spasticità, condizioni dolorose (in particolare dolore neurogeno)
Effetti relativamente ben confermati contro: disordini del movimento, asma e glaucoma
Effetti meno confermati contro: allergie, infiammazioni, infezioni, epilessia, depressione, disordini bipolari, ansia, dipendenza, sindrome d’astinenza
Effetti allo stadio di ricerca contro: malattie autoimmuni, cancro, neuroprotezione, febbre, disordini della pressione arteriosa.
Sono anche numerose le testimonianze di coloro che sono riusciti a superare la dipendenza dall’alcol o dalla cocaina grazie all’utilizzo della cannabis], che a differenza delle precedenti sostanze, non porta ad una dipendenza fisica confrontabile, ad esempio, con quella generata dalla nicotina.
Un articolo, apparso nell’edizione del 3 aprile del 2009, del Corriere della Sera, riportava i risultati di uno studio condotto all’Università Complutense di Madrid dove l’equipe ha dimostrato che il principio attivo contenuto nella marijuana, il cosiddetto THC, potrebbe avere effetti antitumorali. I ricercatori hanno iniettato una dose quotidiana di THC in topi di laboratorio nei quali erano stati sviluppati tumori ed hanno constatato un processo di autodistruzione per autofagia delle cellule cancerogene. La somministrazione di THC, secondo l’equipe responsabile dello studio, guidata dal professor Guillermo Velasco, ha ridotto di oltre l’80% la crescita dei tumori derivati da vari tipi di cellula.
Avvertenze
Abuso: il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) è il composto psicoattivo più importante contenuto nella Cannabis sativa. Può indurre dipendenza psicologica e pertanto rientra fra le sostanze a rischio di abuso. L’analisi di 11 studi clinici, per un totale di 266 pazienti di cui 78 fruitori abituali di Cannabis, ha evidenziato come il 94% dei pazienti con un follow up prolungato (194 pazienti totali) abbia mantenuto un desiderio costante o ridotto verso la Cannabis, mentre un 3% abbia manifestato un aumento del desiderio nei confronti della droga. Valutare con attenzione l’opportunità di utilizzare a scopo terapeutico la Cannabis sativa in pazienti con anamnesi positiva per abuso di sostanze, incluso l’alcool.

che dire? A voi la scelta!

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