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Quando la musica non è solo passione

Il potere della musica è nell’unione che riesce a creare tra una diversità enorme di persone, oggi vi parlerò di un gruppo musicale salentino, loro creano musica RAGGAE e sono  THE DREAM FIRE PROJECT.

Il gruppo è costituito da quattro ragazzi, Alessandro de donno, Matteo Maggio, Andrea Sciuscio e Andrea Urso nati tutti nel 1989; la passione per la musica, la voglia di fare, porta il gruppo e soprattutto Alessandro De Donno a realizzare un home studio dove ha dato vita a nuovi progetti musicali. L’ultimo progetto targato Dream Fire risale al 2013 con un EP “REVOLUTION” costituita da 6 tracce inedite e in attesa di nuove proposte da parte del gruppo, lo studio 4live records ha continuato a produrre musica per altri artisti, quali Brisco e Spagnola con nuovi progetti per il 2015.

A metà 2014, Andrea Sciuscio intraprende invece, un progetto da solista, autore del suo primo album, “TIEMPU DE MUSICA” uscito a gennaio 2015, con l’unione di diversi cantanti che hanno reso il disco originale.

COSA VI PIACE DELLA MUSICA RAGGAE?

“Ci piace il reggae- racconta Alessandro- perchè è molto vicino al popolo, affronta temi molto reali dal sociale alla politica dall’amore alla dance hall.. è il canto della terra”.

COME è PERCEPITO QUESTO GENERE MUSICALE NEL SUD?

“Il reggae nel sud ha impiantato le sue radici, DIFATTI viene denominato la Jamaica italiana, molti artisti internazionali dicono che se sai fare reggae e non passi dal sud vuol dire che un grande artista in fondo non lo sei- dichiara Alessandro-. Il sud ha molte voci nel mondo del reggae, è come il pane per noi, possiamo dire che si produce raggae quasi come in Jamaica..molti giovani seguono questa musica soprattutto chi in essa trova una speranza per sorridere.”

Potete seguire il gruppo attraverso la pagina facebook dove sarà possibile ascoltare le magnifiche tracce targate Andrea Sciuscio.

https://www.facebook.com/pages/The-Dream-Fire-Project/100489470011242?fref=ts

Mentre per chi avesse progetti musicali può parlarne con Alessandro De Donno:

https://www.facebook.com/Alessandro.dedonno?fref=ts

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ANGELO DRAETTA: DALLA VITA AL MIXER

Questa settimana nella rubrica artistica vi parlerò di un vero talento, giovanissimo, pugliese e amante della musica: ANGELO DRAETTA.

Angelo,19 anni, fa della costanza la sua arma migliore. Inizia nel 2010 con le prime produzioni “fatte in casa” e negli anni riesce a pubblicare su etichette come “Lost My Dog” , “VIVa Music” , “Savoir Faire” e molte altre , facendosi conoscere nel panorama della musica deep house, nel 2011 all’età di 16 anni pubblica anche il suo primo vinile su Render Obedience.

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 Quando nasce la passione per la musica?

<<L’avventura nella musica elettronica- racconta Angelo- nasce circa cinque anni fa in un modo particolare, sin da piccolo ero attratto principalmente dagli strumenti che riproducevano il suono ed in particolare dal mixer. Da questo momento in poi ho cercato di informarmi sempre più su questo mondo sino ad acquistare il primo mixer iniziando così a muovere i primi passi.>>

Cosa provi quando suoni?

<< Tutto dipende dallo stato d’animo. Per la riuscita di un buon set in un evento a mio avviso bisogna star bene prima con se stessi in modo da poter creare la giusta atmosfera con il pubblico e con chi c’è al momento nel locale/club. Solo così è possibile avere un buon riscontro ed essere continuativi. Ciò che mi emoziona di più è riuscire a creare qualcosa di personale anche utilizzando produzioni di altri. Ogni volta cerco sempre di raccontare una storia che permetta di esprimere il mio mood del momento.>>

 Nel mondo della musica basta il talento o bisogna anche studiare?

<<E’ difficile dare un giudizio a riguardo. Nel mio caso ho iniziato e continuo tutt’ora da autodidatta. Ho tutto ciò che mi serve nella mia stanza e attraverso internet e soprattutto con i consigli degli addetti ai lavori più esperti mi sono “formato” , quindi direi che è essenziale avere una preparazione di base per permettere di sviluppare il talento. Non essendo un musicista può risultare tutto più semplice e meccanico al di fuori ma vi assicuro che anche nel produrre musica elettronica ci vuole organizzazione; saper dove sistemare quel suono al momento giusto della traccia è fondamentale per far uscire un buon lavoro.>>

Progetti attuali e futuri?

<< E’ uscita l’8 gennaio 2015 la mia prima release dell’anno, “Into Feelings”.

Una traccia fatta ad agosto assieme al cantante di Barcellona, Cedric Le Noir.

La traccia è uscita sull’etichetta colombiana Manyoma di Simon Groove che rilascia anche artisti del calibro di Dermakus Lewis uno dei miei artisti preferiti di cui attualmente inserisco nelle mie playlist la sua “Electric Wiggle”

Attualmente “Into Feelings”è disponibile per il download su traxsource

http://traxsource.com/title/425199/angelo-draetta-into-feelings-vocal-mix-feat-cedric-le-noir

Il 2 febbraio 2015 uscirà “Round&Round” per la release numero 100 dell’etichetta danese capitanata dal simpatico Tim Andersen , una traccia fatta assieme al mio amico Silvestro S (Benevento).

Una delle uscite più importanti per me sarà indubbiamente quella su Talk Musique che ha base tra Rimini e New York ; sarà il mio secondo vinile pubblicato dopo quello uscito nel 2011, quando avevo 16 anni. All’interno di questa release ci sarà il remix di Simon Baker che fa parte della famiglia “Last Night On Heart” e proprio il 16 gennaio 2014 si esibirà in Messico al famoso BPM Festival di Playa Del Carmen.

Tutti i link di Angelo Draetta:

http://www.facebook.com/draangelo

http://www.residentadvisor.net/dj/angelodraetta

http://www.angelodraetta.wordpress.com

Cos’altro aggiungere? Angelo è la prova che talento e tenacia possono condurre a buoni risultati, solo se lo si crede davvero!

DRAETTA

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giovani,sesso

Il Petting prima di tutto, meglio se in parco pubblico.

Pare quasi che voglio sottolineare solo aspetti negativi della nostra capitale romana, il vero problema è che probabilmente è il FATO a scegliere per me e non viceversa.

Mi reco nel pomeriggio alle 16 presso la Basilica di San Paolo, chi la conosce sa che c’è un bellissimo parco, molto grande, con panchine, prato dove stendersi, alberi e un piccolo chiosco dove prendere qualsiasi cosa da bere; le persone ci portano i figli, gli studenti si fermano per parlare, discutere, confrontarsi su vari argomenti, qualcuno porta il cane a spasso e poi….c’è qualcun altro invece che…..pratica del PETTING SICURO sul prato della bella Basilica.

Dapprima i due giovani si scambiavano delle calde effusioni, bacetti, carezze, poi si stendono, s’aggrovigliano e uno sopra l’altro, quasi come fossero due tartarughe, cominciano ad andare avanti e giù, movimenti sospetti, qualche mugolio (ED IO ERO A DISTANZA) e così via….

Dopo una buona mezz’ora passa una pattuglia di carabinieri a sorvegliare la zona e noto con stupore che i due ragazzi si alzano, quasi con un salto, velocemente…e passata la pattuglia e stesi nuovamente riprendono i loro soliti versi animaleschi.

Quindi, nulla, non hanno imparato la lezione perchè effettivamente una lezione non c’è stata.

RIFLESSIONE: Da quand’è che siamo diventati così poco intimi? Da quand’è che non ci si vergogna di un cazzo di niente?

Solo io mi scandalizzo così facilmente?

Dov’è finita l’intimità?

A voi la foto, se non di ottima risoluzione.

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DAVIDE DONE: LA MUSICA COME ESPRESSIONE DI VITA

Oggi conosceremo un nuovo talento salentino, nel mondo della musica: DAVIDE LEUCCI. 

Classe 1995, nato a Maglie, il suo pseudonimo è D.one, ma anche Done, perché – come suggerisce lui- “taggavo” così da piccolo.

“Ho cominciato a seguire la cultura hip hop all’ età di 12/13 anni poiché sentivo il bisogno di legarmi ad un stile ben preciso, non come i soliti seguaci della moda (infatti quando cominciai non c’era nessuno a parte quei pochi che manco mi consideravano e inoltre mi prendevano per il culo).

Mi sono appassionato sin da subito ad una delle discipline dell’hip hop, al writing, infatti per un paio di anni con qualche mio amico abbiamo formato una piccola crew di writers ma poi, forse essendo un vero appassionato della musica, ho deciso di mettere da parte il writing per dedicarmi molto di più al rap. Da quando ho cominciato ho sempre avuto un mio grande amico (che per me è un fratello) al mio fianco, Neos, di Otranto. Con lui già all’età di 14 anni scrivevamo strofe e facevamo freestyle divertendoci e passando pomeriggi interi insieme. https://www.youtube.com/watch?v=65KaMjD8ALU&list=UU0fArOE0_Cx6jqxJZn6nTLA

(qui potete trovare uno dei pezzi)

“Abbiamo rappato insieme e lo facciamo tutt’ora con l aggiunta di un altro grande amico, Skyline, di Maglie, che da poco più di un anno ci segue anche attraverso le sue strofe. “https://www.youtube.com/watch?v=vDoDwEsQEng&list=UU0fArOE0_Cx6jqxJZn6nTLA&index=5

(come qui)

“Inoltre- prosegue Done- quest’ estate ho cantato un paio di volte (come So What fest e Are you experienced) grazie ad un gruppo funky emergente ma davvero sorprendente, i Samana Trip. “

Adesso conosciamolo meglio….

  1. C’è STATO UN PARTICOLARE EVENTO CHE TI HA FATTO DA CAMPANELLO D’ALLARME? QUANDO HAI CAPITO CHE LA MUSICA AVREBBE AVUTO UN RUOLO CENTRALE NELLA TUA VITA?

“Adoro tutte le discipline dell’ hip hop. Mi sono legato subito al writing perché penso che i graffiti siano vere opere d’arte ma dopo un paio d’anni ho capito che era la musica ad interessarmi davvero, quando ho cominciato a seguire molto di più il rap italiano e americano e ho deciso di mandare anch’ io i miei messaggi attraverso la musica, l’ hip hop, rappresentando le giornate che passo e i miei pensieri in rima.”

  1. QUANTO PENSI CHE SIA DIFFICILE FARE MUSICA NEL SUD?

“Non credo che fare musica sia difficile o facile perché prima di tutto dipende da quanto ti appassioni ad essa e quanto ti applichi per farla suonare nel modo giusto. Bisogna dimostrare chi sei e quanto vali per farsi sentire e soprattutto amare quello che fai, parlo da giovane rapper che ancora ha davvero tanto da imparare!”

  1. CHI è IL TUO RAPPER PREFERITO E A CHI TI ISPIRI?

“Non ho un rapper preferito, perché tutti hanno stili e modi diversi di fare rap. Ci sarà sempre qualcuno che si applicherà in modo diverso dagli altri, perché se non fosse così a mio parere sarebbe troppo monotono ed è anche per questo che non mi ispiro a nessuno di preciso. Ognuno ha il suo stile, il suo flow ed questo che mi piace ricercare e ascoltare. Amo l’old school, anche se provengo dalla nuova.”

  1. PENSI CHE IN QUESTO MONDO SIA IMPORTANTE STUDIARE PRIMA DI TUTTO, O LA MUSICA è UN ARGOMENTO A PARTE?

“E’ un argomento a parte secondo me, perché se ti piace la musica e vuoi esprimerti nel tuo modo (cantando, suonando, rappando) lo puoi fare anche quando studi, senza avere complicanze o problemi, basta essere sempre convinti di ciò che si fa.”

  1. COSA PENSI DELLE CASE DISCOGRAFICHE?

“Non mi sono mai interessato delle case discografiche perché io e i miei amici abbiamo sempre fatto tutto da soli. Credo comunque che se un prodotto musicale è fatto davvero bene, quindi suona, son contento che quel gruppo o quell’ artista venga spinto a livelli alti, anche se in Italia a quanto pare si pensa solo al business, infatti quello che non accetto sono le imposizioni da parte di esse (credo che si sia capito che seguo molto di più gli artisti indipendenti rispetto a quelli mainstream).”

Per chi volesse sentire l’ultimo pezzo https://www.youtube.com/watch?v=A5j9ynyuFGw&list=UU0fArOE0_Cx6jqxJZn6nTLA&index=1

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Neet Generation

Negli ultimi anni abbiamo assistito a notevoli cambiamenti nella nostra società, mutazioni da un punto di vista economico, politico ma soprattutto sociale ed è possibile osservare tali variazioni semplicemente scrutando bene i membri della comunità nella quale viviamo. Di cosa sto parlando? NEET GENERATION!

NEET è l’acronimo inglese di “Not (engaged) in Education, Employment or Training”, in italiano anche né-né ed è utilizzato, in economia e in sociologia del lavoro, per indicare individui che non sono impegnati nel ricevere un’istruzione o una formazione, non hanno un impiego, né sono impegnati in altre attività assimilabili, quali, ad esempio, tirocini o lavori domestici.. sono impegnati nel nulla,praticamente.

Generalmente, il fenomeno sociale interessa la fascia di età compresa fra i 16 (anche se in alcuni paesi la scuola dell’obbligo non termina necessariamente a 16 anni) e i 35 anni, potendosi addirittura estendere fino ai 65 anni, secondo l’Istat, in Italia, nel 2009, i Neet nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni erano circa 2 milioni (il 21,2 per cento): NUMERI CHE PARLANO.

Diversi sociologi stanno osservando questa nuova generazione di giovani e non che, abbattuti dalla crisi fuori di casa, rimangono all’interno del proprio focolare, senza cercare lavoro, senza interessarsi al mondo esterno e chiaramente senza nemmeno creare un CV e girare, girare per ore prima di essere assunti..sono praticamente senza niente. Una domanda sorge spontanea, però, da parte di tutti quei ragazzi che, invece, accettano di lavorare anche per dieci euro al giorno (e ce ne sono) oppure lavorano saltuariamente, pur di lavorare, si fanno sfruttare o semplicemente passano giornate intere attaccati al proprio PC in cerca di siti di lavoro: siamo sicuri che TUTTI ma proprio TUTTI i giovani fanno parte delle NEET GENERATION? O si sta parlando di una cerchia, anche se non ristretta? E un ultimo quesito: i genitori hanno il “dovere” di accudire i figli, ma una volta superata l’età dei pannolini e successivamente quella della pubertà, perché non prendono loro l’iniziativa di tagliare il cordone ombelicale coi propri figlioli?

In quest’epoca sento spesso dire “è colpa dei figli” ma ne siamo poi così sicuri? E se i nostri genitori avessero perso quella fermezza necessaria che caratterizzava i nostri nonni? In questo caso: di chi sarebbe la colpa?

Ai posteri ardua sentenza.

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Giovani Salentini a Londra

Negli ultimi anni la società contemporanea ha subito degli enormi cambiamenti dal punto di vista economico e la crisi che stiamo vivendo, giorno per giorno, pare vada sempre peggiorando e in vista di ciò i biglietti aerei con direzione LONDRA, sono sempre più numerosi, soprattutto da parte di giovani Salentini che, nonostante l’amore per la propria terra, non hanno potuto resistere alla tentazione di cercare un futuro migliore di quello che stiamo vivendo.

Nazareno Specchia, 21 anni di Aradeo, dopo vari viaggi nella terra inglese per piacere, ha deciso il 9 Gennaio 2014 di trasferirsi per cercare un lavoro ma, sfortunatamente, pare che anche a Londra la situazione economica non luccica d’oro ma al contrario, sembrano invasi da italiani che sempre più numerosi tornano nella terra natia con un sogno infranto.  Intervistato per l’occasione ha suggerito che il lavoro più richiesto è quello in campo tecnologico, in un mondo in continua evoluzione, tuttavia ci sono delle agenzie chiamate “Job centre” che cercano di darti una mano, secondo le tue necessità e capacità, nel cercare in modo più veloce una sistemazione lavorativa ma – afferma Nazareno- pare ci siano molti italiani che, truffano i giovani con questa tipologia di operazione, addirittura chiedendo una tassa di iscrizione che oscilla tra 80 e 150 sterline, al contrario dei veri job centre inglesi che, ovviamente, non richiedono nessuna tassa. Il risvolto positivo è che, chiaramente, in questo modo, vivendo li, ha imparato facilmente la lingua.Immagine

Un’esperienza totalmente differente mi è raccontata da Sandy Uglia, classe 1989 di Maglie che, invece, ha un’ottima opinione degli Job centre e afferma di non essere mai stato a conoscenza di agenzie di tale genere gestite da italiani ed è convinto che gli inglesi non lo permetterebbero mai, visto quanto sono precisi e pignoli.  Lui, Giovane artista salentino, ama decorare la pelle delle persone con l’inchiostro e si trova a Londra proprio per raffinare le sue capacità e fortunatamente ha già trovato l’impiego lavorativo nel suo campo, al quanto difficile, trovare la medesima situazione giù da noi.

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La terza esperienza che racconterò ha come protagonista Francesco Vizzi, 21 anni, originario di Corigliano d’Otranto, residente a Londra da ormai diversi e svariati mesi, alla domanda “Perché sei andato a Londra?” lui risponde così: “Sono andato a Londra per: lingua lavoro e vita di città, confrontandomi con svariati tipi di persone, scopri diversi mondi. Il tutto messo insieme crea l’esperienza in se per se nel complesso…fino ad ora fantastica. Sono qui da cinque mesi e la situazione lavorativa guardandola dagli occhi di un italiano che è “scappato” dal suo paese perché non aveva voglia o meglio non vedeva nessun futuro o miglioramento è alquanto favorevole. Ho sempre lavorato nel campo della ristorazione e lo “stipendio” che percepivo in Italia è chiaramente differente rispetto a quello che ricevo vivendo qui, a Londra.  Molte sono le figure lavorative in tutti i settori e conta molto l esperienza, senza quella non si potrà mai crescere professionalmente e Londra è una città che offre questa opportunità , -conclude- ciò che amo di questa città è la sua grandezza, ma soffro per l’assenza del sole”.

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 Zaino in spalla, biglietti in tasca e….tanta voglia di scoprire, confrontarsi e viaggiare!

Ti senti pronto?

 

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L’amore è quel sentimento che…

L’amore è quel sentimento che…accompagna il cuore durante le notti buie e infinite, lo riscalda, se ne prende cura, al mattino appare come se fosse stato un brutto sogno e al momento opportuno ti ricorda ciò che è accaduto, così, tu, presa coscienza di tutto, puoi trarre le tue conclusioni.

L’amore è quel sentimento che…più ce n’è, meglio è..è qualcosa che può diventare magico e che magico diventerà senza nessuna pozione magica, nessun incantesimo e non ci sono nemmeno delle bacchette, che, con un tocco delicato e profumato trasformano tutto ciò che ci circonda in cuori, cuori e ancora cuori.

Molti dicono “l’ Amore è facile, la cosa difficile è trovare qualcuno da amare”, beh io non credo sia così, l’amore vero ti colpisce d’improvviso, come se neanche ce ne accorgessimo, ci travolge e ci catapulta in una nuova realtà: QUELLA DEI SENTIMENTI.

Il vero punto è MANTENERE VIVO UN AMORE, già, perchè una volta avuta la fortuna di amare ed essere amati, tutto regge su delle basi solide che, se non coltivate al giusto modo, al primo temporale franeranno giù, portandosi con loro tutto ciò che incontrano, proprio come te o me, per esempio.

L’amore è quel sentimento che…..cresce come un fiore, se ti ricordi di innaffiarlo ogni mattino, si rafforza se lo curi, togliendo il marcio e le foglie morte, si nutre di te, proprio come fa  una pianta con la terra e se sei disposto a farlo, a metterti in gioco, a dare te stesso e a sostenere sempre tutto, quella pianta metterà fuori nuovi fiori, che a loro volta daranno l’inizio ad un nuovo ciclo naturale, chiamato AMORE.

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dubbi,giovani,riflessioni

Perchè viviamo aspettando?

Giro di chiamate, sms che arrivano, orari che si decidono, è fatto: alle 22 ci vediamo per prendere una birra, perfetto!

E ci risiamo, sempre noi, con i nostri sogni, i nostri problemi, ci ritroviamo a parlare,a distanza di mesi, con altri compagni  sono anni che non ci vediamo, ma rimani sempre lo stesso, coi tuoi capelli, con il tuo menefreghismo, sì, forse lo stile è cambiato, ma è la tua mente, quella che rimane ferma.

Passano le ore, la gente smaltisce e rimani con pochi amici a chiacchierare, su una villetta, una birra in mano, con l’altra cerchi una sigaretta, l’accendino, la prima boccata e poi pensi, rifletti e dichiari: 

“Vagnuni, quai, pe nui, nunc’è nu cazzu”.

Oh Cristo, P. perchè ti sta prendendo così? Sei sempre così felice ogni volta che ci vediamo, non abbiamo mai fatto un discorso serio e adesso te ne esci così? Con questa espressione? Ma non stavi lavorando lì, in quella stazione di servizio?

“Sì, però, lassai, cioè bonu..”

Ma scusa, perchè non hai continuato a lavorare? Almeno era un posto sicuro, nessun altro sta lavorando dei nostri coetanei!

“Si, ma capiscime, è na fatica ca provi, poi bonu, cioè aggiu fattu l’esperienza ma nunnè pe mie.”

E quale fatica sarebbe per te? Adesso stai facendo qualcosa?

“sì, moi stau bonu propriu, lavoro ad una cooperativa, otto ore al giorno, mi pagano bene, ma spiccia tuttu a Dicembre, quannu le ulie spiacciane- è la verità, capito? Nu te piju angiru, poi sai ce te dicu? Era cu siccane tutti li ulivi, piantagioni erane fare, piantagioni de cannabis, ovunque compare miu..”

None, ma ce sta dici, lo Stato non lo permetterà mai,sai come ruota il mondo, si arricchiscono insieme alla mafia, collaborano, sordi ca essane, sordi ca trasane..

“è Tuttu nu casinu, è tuttu nu casinu E. Ulia me acchiu na vagnona, forse me calmu, ma ieu nu su seriu, nu me coddha, tocca la acchiu comu dicu iou, poi intra u paese simu 20 masculi, tre fimmane, na situazione nu pocu assurda, ai limiti, ma stamu tranquilli”

 

P. ti sento troppo indeciso, a fatica te puzza o nu te puzza? e poi stu paese, te stave strittu o nu te stave strittu? Dai, sta te pija male sta sira, pare strano anche a me, ma tutti, e dico tutti, arriviamo ad un certo punto nella vita che diremo: BASTA, adesso si fa come dico io, le leggi le detto io, a modo mio e per il mondo mio,voglio un fidanzato o na stria, a mia immagine e somiglianza, poi, magari, non si trova mai esattamente così, ma te la plasmi o ti plasmi, in base alle leggi della natura.

La verità? Volete la verità?

Noi giovani, vogliamo cambiare il mondo, l’universo, le sfere politiche, la cultura, vogliamo rivoluzionare il mondo dell’arte, facciamo nascere progetti, ambiziosi, assurdi, surreali, esagerati ma non abbiamo gli strumenti per farlo, non sappiamo dove mettere mani, da chi o cosa cominciare, a chi chiedere, abbiamo le mani legate ma la mente libera, libera di vagare, di sognare, di ambire, di scoprire, di navigare, liberi di amare, di decidere chi odiare, chi detestare, chi sopprimere, chi picchiare, sì, perchè la violenza è pur sempre una forma di comunicazione, un pò forte ma a volte decisiva.

Perchè quando vivi aspettando, un giorno passa lentamente come se fosse un anno, ed è questo il punto: PERCHè ASPETTARE? MA CHI ASPETTIAMO? Una mano, dal cielo, non scenderà mai, un aiuto nessuno lo darà mai, perchè la società è menefreghista, perchè la società è corrotta o ugualitaria( quasi mai).

Il pensiero del futuro mi attanaglia il cervello, la mente non è mai realmente libera e poi, noi giovani, ci nutriamo di speranze che a volte, non sappiamo nemmeno di avere e dovunque andremo, saremo pur sempre seduti dalla parte del torto, perchè evidentemente la parte della ragione era già occupata dalla marmaglia.

E a me, la marmaglia, non è mai piaciuta.

Non voglio invecchiare ASPETTANDO, e te?

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giovani,pensieri,sfoghi

Perchè sognare non costa nulla..

Chiudo gli occhi, rilasso il corpo, respiro lentamente, senza fare il minimo rumore percepibile dall’orecchio  umano e immagino un mondo, un mondo diverso, nuovo, respirabile, senza caos, senza confusione, il nervoso non esiste e il termine STRESS nemmeno si conosce; immagino poche forze dell’ordine ai limiti della città, vivo in una cittadina dove il rispetto, la dignità, l’umanità, la solidarietà e la pace interiore sono gli ingredienti particolari per un viver sereni, senza battiti di cuore e senza rancore per il passato o paura del futuro.

Le persone si alzano il mattino, percorrono la via per andare a lavoro, hanno un rapporto soddisfacente con il capo e di stima coi colleghi, poi tornano a casa, la famiglia li aspetta, la cena è calda, abbondante e allegra, la sera si passeggia con il proprio cane o cani, in base alla scelta che si è fatto, una volta accasati, ognuno, per proprio conto prega Dio, Allah, Maometto, una farfalla o una poltrona, in qualsiasi caso, si prega per chi si crede perchè, nel paese che immagino, c’è libertà di professare la propria religione senza avere il timore di essere additati.

A fine mese ognuno viene pagato in base al proprio lavoro, le persone sono soddisfatte, tornano felici nel proprio posto di lavoro il giorno successivo e attendono, non con ansia, ma con serenità, di nuovo il fine mese per percepire i soldi del proprio operato.

Immagino un mondo dove maestre, insegnanti, professori o decenti concedono la libertà ai propri alunni di decidere per conto proprio che corrente letteraria preferire o che credo politico esercitare, nessuno giudica il lavoro altrui, i libri che si scrivono o gli atteggiamenti che si assumono. Tutti sono felici di scrivere, leggere, informarsi secondo la PROPRIA MENTALITà. In questo modo i giornalisti fanno il loro lavoro, RIPORTARE L’INFORMAZIONE, nessuno è corrotto, nessuno firma contratti di pensiero, nessuno modifica i propri articoli dopo aver ricevuto telefonate scomode e tutti, dormendo a sonni tranquilli, possono alzarsi la mattina e dire: SCRIVO CIò CHE è GIUSTO E NON CIò CHE è COMODO.

Io, nel mio piccolo, posso dire di fare questo. LIBERTà DI PENSIERO SIGNIFICA LIBERTà DI SCRITTURA.

Poi, mi sveglio e mi accorgo, che STAVO SOLO IMMAGINANDO perchè nel paese dove vivo io, tutti sanno tutto di tutti ma SOLO LE COSE NEGATIVE, i giornalisti dimenticano qual’è la loro reale posizione, i politici, per una volta, dovrebbero finire di parlare dei giovani e dovrebbero scendere  dal parlamento e finalmente ASCOLTARE COS’HANNO DA DIRE I GIOVANI, cosa che non succede e la gente, sì, tutte quelle persone che ci passano intorno, incontriamo e escludiamo, sì proprio loro, non se ne fregano nulla che vada oltre il proprio naso, perchè se tu subisci un’ingiustizia è più facile voltarti le spalle, che porgerti la mia mano.

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