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Recensione ‘Non c’è silenzio che non abbia fine’ di Ingrid Betancourt
Come fare a capire quando un libro ha colpito ed è stato un buon romanzo?
Praticamente è semplicissimo: quando vi rimane nel cuore e durante i giorni successivi vi torna in mente la protagonista, i luoghi o qualche passo della storia.
Mi è successo proprio questo con il romanzo-biografia di Ingrid Betancourt che, ho scoperto essere una candidata alla Presidenza della Colombia nel 2002 ed è stata ostaggio dei guerriglieri delle Farc fino a luglio del 2008.
Il romanzo ripercorre ogni tappa di una storia tormentata come la sua campagna politica: dalla candidatura, al rapimento dove, trapelano i suoi sentimenti, le vicende, cosa ha dovuto subire, le anime tormentate dei politici, poliziotti rapiti insieme a lei, la guerrigliera, i meccanismi che scattano nei contesti di RAPIMENTO fino alla liberazione avvenuta dopo 6 lunghi Natali lontani dalla sua famiglia.
La forza di questa Donna è straordinaria, da prendere d’esempio, descrive le malattie prese nella giungla, i colori degli uccelli al mattino o il riso che mangiavano a piccole quantità giorno per giorno, tutto con la stessa intensità, quasi sembra di avere dinanzi a noi la giungla colombiana, i guerriglieri con le armi molto più grandi di loro (molti arruolati avevano circa 15 anni di media) e l’elicottero finale che innalzandosi la porterà verso la libertà.
Editore Rizzoli, prezzo di copertina 21Euro.
Per capire i veri valori della vita, forse, è necessario leggere questa storia straordinaria!