“L’esordiente” di Raul Montanari

Spoiler: Raul Montanari entra nella mia libreria per la prima volta. 

Sono letteralmente innamorata del suo romanzo “L’esordiente” pubblicato con Dalai editore. 

L’innamoramento avviene da subito considerato lo stile unico dello stesso scrittore. 

Il protagonista si chiama Livio, da subito fa sorridere il rapporto che ha con la madre, conversazioni di pochi minuti dove lei, dall’altro capo del telefono, comprende subito il suo umore. Lei una donna bellissima, rimasta nel paese natale, apre le conversazioni parlando sempre della sua lavatrice. 

Livio invece vive a Milano, è uno scrittore affermato, lo chiamano il giallista, definizione che lui odia. 

Si presta all’interno dei programmi televisivi che detesta, frequenta di malumore salotti letterari, è ossessionato dalla vincita del premio dell’anno. 

Durante i suoi corsi di scrittura incontra tantissime donne, Veronica lo farà innamorare, Veronica gli ruberà il cuore, Veronica sarà una stella danzante della sua vita. 

Poi c’è Silvia, l’ex moglie rimasta sempre lì, ad attenderlo con occhi languidi, anche lei stella danzante offuscata però da emiliano, il suo nuovo compagno, amico-nemico stesso di Livio. 

Un rapporto strano, morboso, dove i nemici di Livio sono i protagonisti della cattiveria dello stesso Emiliano. 

A fine romanzo i conti torneranno ad essere dalla parte di Livio, forse qualche dente in meno.. ma quante soddisfazioni in più.

Consiglio questo testo sia per il suo stile unico, per le storie, per il suo mestiere: il protagonista è uno scrittore, si parla di un famoso premio in Italia e le dinamiche editoriali molto interessanti ne fanno da protagoniste. 

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“La cura di velluto” di Mara Piva

“Ci siamo fusi nell’estasi di un amore ultraterreno per un tempo infinito. Ho avvertito qualcosa di più profondo della felicità: la completezza totale di ciò che sono. Ho sentito una sensazione magica e celestiale, una pace sconfinata e un’energia vorticosa insieme. La totalità, come il loro cielo, come la luce e l’ombra, come il bene e il male. Noi siamo diventati uno. Ci siamo ritrovati su quel letto di fiori soffici. Loro, senzienti e felici di accoglierci, hanno contribuito a creare la quiete rasserenante che stavamo respirando dopo l’atto d’amore che ci ha illuminato l’anima. Abbiamo letto i nostri pensieri”.

Fantasia e realtà si mescolano insieme in modo magistrale tra le pagine de La cura di velluto, opera d’esordio della brillante Mara Piva.

Protagonista è Sara, che nei giorni della pandemia da Covid-19 ci narra l’inizio della sua fantastica vicenda, avvenuta a Milano nel 1999, quando studiava all’università con l’amica taiwanese Lin. Una serie di circostanze fa entrare nella vita di Sara il misterioso ma affascinante medico Daniel, il quale decide di affittarle una camera nella sua dimora. Il legame tra i due si fa sempre più stretto col passare del tempo fino a sfociare in vero amore, ma nel frattempo Daniel dimostra capacità fuori dal comune: sente i pensieri di Sara e compare vicino a lei a velocità impossibili per un essere umano. Mentre la realtà che circonda Daniel e la sua famiglia viene pian piano alla luce, la coppia deve anche gestire la difficile situazione sentimentale di Lin con Riccardo, erede di un’azienda al centro di una spiacevole bufera mediatica.

La realtà che si dipanerà infine davanti agli occhi di Sara supererà ogni limite consentito dalla sua immaginazione, conducendola ben al di fuori del mondo a cui è abituata… e da quel giorno, inevitabilmente, il suo modo di vedere le cose – piccole o grandi che siano – non sarà più lo stesso.

Sentimenti puri s’intrecciano tra queste pagine, con una dolcezza e una sensibilità che appartengono all’autrice e che sa trasmettere in modo profondo, accompagnate da una dovizia di particolari che fanno de La cura di velluto una lettura piuttosto impegnativa… ma per quello che ci offre, ne vale senza dubbio la pena. Un’opera che tra le altre cose ci fa fare un bel balzo nel passato, non così lungo ma pur sempre notevole, se comparato al nostro presente: quando gli smartphone non erano ancora incollati alle nostre mani, quando non eravamo ancora avviluppati a multimedialità, streaming e social network, né costretti da mascherine e certificazioni per affrontare la quotidianità. Questo libro sarà senza dubbio in grado di farvi riprovare il buon sapore di un recente passato.

Come nasce questo libro?

Questo romanzo iniziò a manifestare la propria esistenza, dentro me, molti anni fa. Mi trovavo di fronte al mare della mia amata Sardegna, mentre stavo leggendo la biografia di Steve Jobs, scritta da Walter Isaacson. Ero in vacanza, in completo stato di rilassamento e immaginai una storia che avrebbe avuto il compito di trasmettere un messaggio ben preciso. Fu lei a svelarsi a me ed io l’accolsi per lasciarla sedimentare al mio interno. Tale passaggio è obbligatorio nel mio processo creativo e lo seguo diligentemente ogni volta in cui mi pongo al servizio di un’opera che deve trovare forma nella materia. Sono anche pittrice e designer, il percorso di creazione è il medesimo per ciascuna di queste attitudini. Al ritorno dalle vacanze fui travolta dai miei numerosi impegni e lasciai che la storia prendesse forma, in completa autonomia, nel mio cuore. Molti anni dopo, nel marzo del 2020, ringraziai il lockdown che mi obbligò a fermarmi. Solo in quel momento le vicende di Sara e Daniel urlarono a gran voce che era giunto il momento di uscire da me. Così fu: iniziai a scrivere ogni giorno e non smisi finché il romanzo terminò di suggerirmi concetti e parole.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Il messaggio, da trasmettere al prossimo, è nato prima della storia. Tutta la narrazione ruota intorno al concetto che è contenuto anche nel titolo. Esiste una cura, morbida e soave come petali di velluto, che può essere messa in pratica da ciascuno di noi, al fine di contribuire alla nostra evoluzione. Abbiamo molte cose da imparare affinché tale emancipazione avvenga, ma la prima, forse la più importante, è divenire consapevoli del nostro immenso valore per farne buon uso.

Leggi il mio libro perché..

Leggi il mio libro perché contiene un dono del quale solo il lettore potrà appropriarsene.

Progetti futuri?

Durante il periodo in cui scrivevo questa storia, il seguito prendeva forma. Ho intenzione di sedermi e immergermi nel secondo libro il più presto possibile.

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“Il dio del massacro” di Yasmina Reza

Ho comprato questo libro per un semplice motivo: con la copertina è stato amore a prima vista! 

La sua storia mi ha catturato e l’ho divorato in pochissimo tempo: “Il dio del massacro” è una lettura così piacevole che sento di consigliarla a chiunque. 

Yasmina Reza dona vita ad uno spaccato di società borghese dove i testi ne son i protagonisti. Non mi sorprende che ne sia nato un film di Roman Polanski dal titolo “CARNAGE”. 

Due bambini litigano, uno di loro rimane danneggiato leggermente ad un paio di denti: i rispettivi genitori divengono i protagonisti di questa commedia a tratti grottesca a tratti pazzesca. 

Ho riso continuamente e ho anche cercato, subito dopo la lettura, il film in Amazon e posso confermare che libro e film vanno di pari passo… e non è poco. 

Adelphi, 90 pagine, 10€. 

Consigliato 🌷

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“Due vite” di Emanuele Trevi

Emanuele Trevi ha una meravigliosa caratteristica: la sua scrittura è dolce anche quando racconta qualcosa di grigio.

Rocco Carbone e Pia Pera son i protagonisti della narrazione di Trevi che a volte interpreta perfino i loro pensieri e ne descrive un’amicizia intima tra scrittori scomparsi a distanza di un pò di tempo.

La scrittura di Rocco con gli anni cambia e son tante le domande che ci si pone circa lo stile, il cambiamento, la pubblicazione con lo stesso Mondadori. A volte ammetteva di aver un brutto carattere sopratutto durante le lunghe passeggiate serali col cane; così le storie dei due si intrecciano e prendono vita grazie a Emanuele Trevi che con sensibilità li presenta al pubblico.

Pia – una traduttrice di talento – si presenta piena di energie, spesso però scarica emotivamente: sempre in cerca di stimoli, di quesiti, di nuove prospettive.

Un mix dove arte, vita, narrazione e intimità ne fanno da padrone.

Un libro che ho amato, un libro che regalerei.

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“Fino al blu” di Andrea Bazzardi

Fino al blu è l’esordio letterario di Andrea Bazzardi, un’opera prima ma con tutte le caratteristiche adatte per diventare un grande successo.

La storia raccontata nel libro si snoda tra gli incredibili panorami del Sud America, nella cornice della quieta e pacifica città di Cuscadora, immersa tra le nebbie delle Ande. L’armonia mistica della città verrà sconvolta dalla costruzione di un aeroporto, una rivoluzione inimmaginabile per i cittadini abituati al silenzio ed alla calma tipiche del territorio andino.

L’ostinata opposizione alla costruzione sarà la scintilla per risvegliare il sentimento guerrigliero della comunità che dovrà interrogarsi sulle azioni da intraprendere.

Ad opporsi agli abitanti una squadra di costruttori guidati dalla terribile capocantiere, che darà filo da torcere alle imprese ed alle richieste dei Cuscadorini. All’interno della trama si inserisce la storia di Francisco un giovane ragazzo con la passione per gli aquiloni e per il viaggio, che partirà alla volta di paesi lontani. 

Un’opera ricca di colpi di scena, ma soprattutto di frasi uniche e di grande spessore, che dimostrano le abilità di Andrea nel raccontare ma allo stesso tempo avvicinare il lettore al testo rendendo emozioni e sentimenti vividi e realistici. Temi di grande attualità sono trattati in modo marcato ma non oppressivo. Una lettura consigliata a chi ama viaggiare e cerca una lettura scorrevole ed intrigante in un viaggio emozionale che sarà capace di cambiare il vostro modo di vedere il mondo.

Come nasce questo libro?

Il libro nasce dalla volontà di mettere ordine ai miei appunti raccolti in vari anni di viaggi per il mondo, soprattutto nella zona del Sudamerica. Viaggiando ho sempre riportato su carta le emozioni che scaturivano da incontri con persone, paesaggi, esperienze di crescita personale e difficoltà affrontate. Partendo da questi elementi ho ottenuto una base su cui creare una storia che li congiungesse. Così, un giorno ho scritto spontaneamente il primo capitolo, senza sapere dove esso mi avrebbe condotto. Ed è stato un nuovo viaggio; mi sono lasciato coinvolgere e ho fatto in modo che i pensieri e le idee vagassero liberi seguendo la loro volontà. Di conseguenza sono arrivati i vari personaggi e le varie situazioni. Non avevo un’idea di base poiché, parlando di viaggi zaino in spalla, ho voluto che anche la scrittura lo fosse.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Non ho scritto il romanzo con un intento preciso o un messaggio particolare. Ho pensato di donare semplicemente la mia esperienza, cercando di condividerla nella maniera più semplice e accessibile. Una volta terminato sono arrivati parecchi significati ma preferisco tenerli per me, giacché ognuno, come in viaggio, trae le proprie esperienze e i propri insegnamenti. Mi piace ascoltare i pareri più disparati e ho avuto modo di provare che ognuno prende il romanzo alla propria maniera.

Leggi il mio libro perché…

Il principale motivo di lettura a mio avviso è quello di rispecchiarsi nelle parole dell’autore, estrapolando contenuti da cucire sulla propria pelle. Penso che “Fino al blu” possa dare una prospettiva diversa sul viaggio e sulla vita in generale, un punto di vista nuovo per poter analizzare al meglio questo fantastico mondo che il destino ci offre ogni giorno. E far sì che ciò che ci pare eccezionale possa essere usato nella quotidianità.

Inoltre credo che il realismo magico possa allargare il campo del reale, facendo diventare plausibili situazioni remote.

Progetti futuri?

È in corso la stesura del secondo romanzo. Sarà ancora sul tono del realismo magico ma andrà più nel dettaglio. Non voglio aggiungere altro.

Inoltre sto scrivendo dei racconti basati sulle emozioni.

Per finire vorrei dire che sognare è lecito e i desideri sono qualcosa da prendere sul serio. Spesso si tende a coltivarli per poi lasciarli marcire dentro. Se c’è un senso in questa vita sicuramente è dalla parte dei desideri. Quindi avanti tutta!

 

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Intervista a Guido Rojetti per “Com’è profondo il male”

“Tutto il Male del mondo non era più tale, ma era diventato ai miei occhi un mezzo indispensabile per tenere lontano il desiderio. Lottavo contro l’implacabile silenzio verso il quale mi sentivo scagliato. Vivere non era mai stato così difficile.”

Guido Rojetti ritorna a sprigionare la sua incredibile creatività con l’autopubblicato Com’è profondo il Male, che colpisce sia per l’originalità del contenuto che per la forma linguistica e stilistica usata. L’autore infatti si avvale di una combinazione di umorismo, giochi di parole e nonsense per la composizione di una raccolta di racconti dal tono amaro, accomunate dalla forza del Male. Un modo inedito e curioso per riflettere sulla malvagità degli uomini, ma tutto allo scopo di far scappare almeno una risata sulle labbra del lettore. Perché se è indubbio che il male sarà sempre parte di noi, lo è anche la capacità di ridere, che nella sua semplicità si rivela un’arma efficace per combattere il male. Stile fluido e forma curata fanno da padroni tra queste pagine, arricchite anche da immagini e fotografie di luoghi simbolo delle vicende narrate; il tutto ne fa una gradevolissima e divertente lettura per gli amanti della comicità. Da non leggere tutto d’un fiato per poterlo apprezzare meglio.

Come nasce questo libro?

Nasce dal titolo della canzone di Lucio Dalla, Com’è profondo il mare, e da lì, storpiarne il titolo per farne un calembour il passo è stato breve, anzi istantaneo.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Che la risata è terapeutica. Ridere allenta la tensione, è luce e ci dà un senso di potenza: se possiamo ridere, nello stesso tempo non possiamo essere tristi. Chi smuove la risata ha un potere, quello di sconfiggere e in un certo senso esorcizzare la paura, la tristezza, la noia, almeno nel momento in cui la risata scoppia fragorosa o semplicemente apre il nostro viso e lo illumina di divertimento, in una gioia a volte bambina. Un gioco, con le parole, la mimica, il senso o il nonsenso che ci fa davvero tornare piccoli, e in cui desideriamo leggerezza e spensieratezza, e le ritroviamo. Col riso, la nostra energia è risvegliata sia quando creiamo situazioni o battute divertenti che quando assistiamo a uno spettacolo comico.

Leggi il mio libro perché…

Perché si prefigge il benessere altrui, attraverso un sano e gioioso intrattenimento che giova a tutti.

Perché essere divertente fa bene a noi e agli altri.

Perché esorcizzare il nostro dolore e le nostre paure con una visione buffa del Male è un anestetico poderoso.

Progetti futuri?

I progetti immediati vanno in direzione diametralmente opposta e sono: la pubblicazione di un’enciclopedia di aneddoti che ho in stesura; I Grandi Romanzieri – Vizi, vezzi e virtù – Segreti, stranezze e pettegolezzi (circa 350 nomi).

L’altro progetto è un libro a scopo didattico per gli scrittori (affermati e non) dove a parlare, consigliare e mostrare i loro segreti (per tutti i generi letterari) sono gli scrittori stessi. E quindi dal titolo Parola di scrittore. Ovviamente, come per quello dei romanzieri, si tratta anche qui di un vasto lavoro di ricerca di testimonianze già scritte e di farne una raccolta mirata.

Conclusioni?

Questo libro mi ha donato gioia e divertimento (come sempre quando scrivo). Se volessi utilizzare tre aggettivi per definire Com’è profondo il Male, userei questi: espressivo, divertente, mutevole, originale, riflessivo. Lo so, sono cinque… che faccio, lascio?

Gli scrittori umoristici a cui più mi ispiro sono: Alessandro Bergonzoni, Romano Bertola, Marcello Marchesi, Ennio Flaiano, Roberto Gervaso, Karl Kraus…

Per il resto, amo tutta la filosofia. Soprattutto la mia…

Concludo nel pormi una domanda che nessuno mi ha mai fatto, ma a cui avrei sempre voluto rispondere: perché scrivi?

Perché chi scrive si sopravvive. Sono uno spirito libro.

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“La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli” di Tiziana Ferrario

Tiziana Ferrario, nota giornalista italiana, torna nel mondo dell’editoria con un nuovo libro: “La e principessa afghana il giardino delle giovani ribelli” pubblicato con Chiarelettere.

Un giardino dove storie di donne si intrecciano, per dar vita a qualcosa di magico. 

Storie di fuga, storie di rivoluzione, storie d’amore, d’amicizia, l’impegno, di progetti, di passato e futuro insieme che si incontrano tra la natura, il te, i piatti tipici, la bontà della principessa. 

Il programma televisivo, la donna influencer, la presentatrice televisiva spedita a casa, la successiva chiusura dei profili social di tutte loro il futuro è interrotto laddove invece le donne vorrebbero solo vivere e respirare in libertà. 

Così il giardino della principessa afghana diviene la bellissima cornice dei loro racconti, un mix di emozioni che vi terranno compagnia anche durante il cuore della notte. 

Un libro che consiglio a chi prova curiosità verso le altre culture, verso le altre donne, verso le loro vite così diverse dalle nostre. 200 pagine circa 18 €, Chiarelettere.

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I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca

Non leggevo Erri De Luca da un anno: come ho fatto senza la sua scrittura?

I pesci non chiudono gli occhi” è un piccolo, vero, intimo, capolavoro dello scrittore napoletano. 

Il primo bacio, le botte, l’acqua salata, i ghiaccioli, gli occhi di lei, l’impazienza di lui nel crescere: una narrazione quasi segreta di un ragazzo di 10 anni durante un’estate italiana del sud. 🙂 

I detti napoletani, un padre che cerca la fortuna oltreoceano, Una madre con la penna in mano ma dal cuore pesante: così lui afferma due parole, parole che forse cambieranno poi la vita di tutti loro e da quel momento il corpo, forse, cambia. 

Le parole! che uso magnifico che Erri De Luca riesce a farne. 

115 pagine, prezzo di copertina otto euro. Pubblicato con Feltrinelli 

CONSIGLIATO? SI. 

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Betty di Georges Simenon

Entro in libreria come sempre senza obiettivo, dopo mezz’ora ricordo di avere un appuntamento, compro sei libri e mi dirigo verso casa. 

Così di recente, una sera ho iniziato a leggere per poi finirlo durante il cuore della notte Betty di Georges Simenon.

La protagonista è Betty, una donna affascinante, aristocratica, stravagante che sviscerare i suoi pensieri più intimi attraverso pochissime notti trascorse tra il bar di Mario e la camera di un albergo che l’ha accolta. 

Perché una donna come lei si trova in uno stato di emergenza senza sapere nulla?

Betty riuniva in sé tutte le donne che si potessero immaginare. Era questo il vero fascino che esercitava sugli altri. Eppure lei lo aveva detto prima del matrimonio, lo aveva confessato ma suo marito non ha mai voluto ascoltare le sue parole.

135 pagine che vi ruberanno il cuore, tre ore di lettura sono bastate per rigenerare la mia anima. 

Libro altamente consigliato 

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Intervista a Marco Ferreri

«Qualunque sia il ruolo che ti viene assegnato in questo mondo, l’unica cosa che conta è come scegli d’interpretarlo.»

Con il suo nuovo libro Corso avanzato di sospetto – raccolta di racconti di genere vario che include le migliori storie realizzate in gioventù – Marco Ferreri analizza un aspetto dell’uomo già affrontato in passato da grandi pensatori come Freud, Marx e Nietzsche: la proverbiale “tendenza al sospetto”. Attraverso queste pagine l’autore vi catapulterà nei più svariati scenari dettagliati al punto giusto; ma anche tra quartieri malfamati, regni fantastici e sterminate praterie verdeggianti del vecchio West, la costante sarà una sola: sfidare le persone a superare la tendenza al sospetto e aprire la mente verso nuovi orizzonti. Come già avvenuto nel precedente Franco Spirito, anche in quest’opera Ferreri conferma il suo talento e con grandi capacità narrative dal tratto scorrevole ci consegna emozioni e ragionamenti di grande impatto.

Come nasce questo libro?

Si tratta della naturale appendice del mio primo romanzo, Franco Spirito, di cui riprende l’impianto filosofico e ne chiarisce alcuni punti, introducendo al contempo la questione dell’affrontare il mondo per rivelare i nati nascosti del sé. Se Franco Spirito rappresenta l’indagine identitaria passiva, data dall’introspezione e dal flusso delle immagini interiori, Corso Avanzato di Sospetto ne ribalta i presupposti e le modalità, rivelandone l’aspetto attivo. Inoltre, a livello puramente personale, desideravo donare dignità ai primi esperimenti letterari che feci da adolescente e, tramite ciò, chiudere il cerchio sulla prima “stagione” della mia produzione letteraria, quella giovanile.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

La necessità di sospettare sempre delle verità predeterminate sul mondo, sugli altri e anche su se stessi. La vita è un viaggio eterno in cui contesti e riferimenti cambiano continuamente. In tutto ciò, la vera stabilità dell’essere umano è data dal definire la realtà, e di conseguenza definirsi in essa, in base alle proprie scelte. Quelle più sentite, libere da condizionamenti, linea di congiunzione tra le cause del passato e le conseguenze del futuro. L’esistenza è un continuo percorso di scoperta, nel bene e nel male, e vale la pena percorrerlo fino alla fine. Ho tracciato i personaggi e i loro archi narrativi cercando di trasmettere vite vissute appieno, senza concentrarmi troppo su giudizi di valore che, in fondo, lasciano un po’ il tempo che trovano.

Leggi il mio libro perché…

Sono storie che meritano di essere raccontate, con un filo conduttore ben definito e che, grazie alla commistione di diversi generi letterari, possono stuzzicare le fantasie di diverse tipologie di lettori. Come tutti i miei lavori, l’obiettivo primario rimane stimolare la riflessione interiore, ma in questa raccolta la centralità dell’aspetto puramente narrativo è preponderante.

Progetti futuri?

Tanti, forse troppi per rispondere a una domanda secca. Ho in cantiere una saga digital punk da qualche mese, un romanzo breve fantascientifico è in uscita entro l’anno. Inoltre, Franco Spirito è nato come primo di una trilogia, e dopo l’uscita di questa raccolta i tempi sono maturi per iniziare la stesura del secondo capitolo. Uscendo dall’ambito meramente narrativo, sto curando un progetto di divulgazione chiamato “BTM (Beneath the Mask) – Oltre le maschere della creatività”, che si occupa di libri e opere narrative in generale, ma anche di informazione tramite il portale “La Voce che Stecca”, di cui sono direttore da qualche mese.

Il nome del progetto deriva dall’omonima soundtrack inserita nella colonna sonora del videogioco Persona 5, che mi ha accompagnato durante la stesura di Franco Spirito. Si occupa principalmente di parlare di letteratura, ma possiede varie diramazioni che spaziano in tutto lo spettro dei media improntati alla narrazione. Il proposito del progetto è favorire la crescita personale e spirituale attraverso la cultura, parlando con autorevolezza ma senza autorità e puntando alla qualità dei contenuti, ma senza cadere nella boria spesso autoreferenziale di stampo accademico.

BTM si articola in quattro canali principali:

  • Il blog La Voce che Stecca, di cui sono direttore, che si occupa di produrre contenuti di approfondimento su attualità, scienza, arte, cultura, libri e sport.
  • Le mie opere e quelle della mia collega Giulia Marin, edite o meno, alcune delle quali vengono trasposte nel canale YouTube BTM Podcast sotto forma di lettura interpretata.
  • Un sito internet dedicato, dove poter leggere i nostri scritti, consultare articoli inerenti a tematiche artistiche o letterarie e seguire la rubrica “Storie in Rete”, che scova, segnala e analizza romanzi di scrittori emergenti o comunque poco conosciuti. Ad esso può essere associato un intervento video degli autori per rispondere ad alcuni quesiti o controbattere alle mie osservazioni sui loro testi. L’obiettivo di “Storie in Rete” è creare un confronto tra autori atto al miglioramento reciproco.
  • Una sezione streaming chiamata BTM Live, portata avanti tra il canale YouTube e sui social classici, dove vengono intervistati gli autori delle opere attenzionate da “Storie in Rete”.
  • Una serie di contenuti dedicati per la piattaforma YouTube, dove verranno prese in considerazione altre tipologie di opere come film e videogiochi, nonché libri non inseriti nel format Storie in Rete.

Presto online

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Intervista a Betty Esse

“Mentre guardo dalla finestra i fiocchi di neve cadere, ricordo gli ultimi momenti in questo cottage con Charles, ricordo tutto e so di aver sbagliato per le mie insicurezze. Forse se quella volta non l’avessi respinto mettendo davanti me stessa e le mie paure le cose ora sarebbero diversamente, ma evidentemente non era destino. Eppure lo amo, lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, più di me stessa… ed è proprio per questo che lo lascerò alla sua vita”.

Charles & Emma. Ivan & Jane. Dylan & Lisa. Tre storie diverse, tre intensi amori, legati insieme da un sottile filo conduttore. È quanto ci regala Betty Esse tra le pagine di Vivi davvero, Ama davvero e Ti odio davvero… ma, tre delle sue opere autopubblicate racchiuse insieme nella “Collana True Love”. Dalle gelide e affollate strade di Londra ai bucolici vigneti di Montepulciano, osserveremo l’evolversi di un legame tra ciascuna di queste coppie (a volte cominciati, come si suol dire, con il piede sbagliato), attraverso una serie di circostanze a volte drammatiche. Da subito sarà chiaro come ciascun “Lui” e “Lei” appartenga a un mondo assai distante dalla sua corrispondente metà: questioni di ceto sociale, di vedute, o magari un sentimento d’amicizia che non si vuole compromettere… ma al caro vecchio Cupido poco importa di questi ostacoli, e poiché è ben determinato a scagliare le sue frecce su questi “improbabili bersagli”, non potremo fare altro che continuare a leggere, per scoprire come finirà tra ciascuna coppia.

Con il suo modo di scrivere scorrevole e preciso, pregno di risvolti romantici e passionali, l’autrice ha saputo raccontare indubbiamente l’Amore, rendendo le sue storie attraenti in ogni parte e portando il lettore a sentirsi folgorato da un contenuto che non dimenticherà mai. Ci coinvolge perché attraverso personaggi ben delineati sa analizzare in modo realistico le situazioni che tanto spesso si manifestano nelle relazioni odierne, tra difficoltà, dubbi, imprevisti, errori e dolori… situazioni che sublimano tutte infine, inevitabilmente, in una scelta definitiva che conduce alla fine o al consolidamento del legame. Se non siete mai sazi di leggere nuove love story, Betty Esse ha quello che fa per voi.

Come nasce questo libro?

Il libro nasce in un particolare periodo della mia vita, la prima pandemia. Essendo io una lettrice accanita perlopiù di romance e avendo a quel punto per ovvi motivi più tempo da dedicare alla lettura, arrivai al punto di non sapere più cosa leggere. Nessun titolo andava bene e avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a staccare la mente da quella triste situazione.

Non trovando nulla che mi ispirasse alla lettura, pensai a cosa mi sarebbe piaciuto leggere, lo immaginai nella mia testa e a quel punto mi dissi “Perché no!”. E così iniziai a scrivere il primo romanzo della serie True Love, dopo, una cosa tira l’altra,  ne sono venute fuori tre storie a cui tengo tantissimo, a tal punto che per renderle giustizia ho voluto unirle in un unico libro intitolato “Quando l’Amore Chiama”.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

L’intenzione mentre scrivevo era quella di trasmettere l’importanza di alcuni sentimenti che tante volte ci capita dare per scontato come l’amore e l’amicizia. Il messaggio principale è quello di vivere a pieno senza avere paura di darsi, che possa essere per amore o per amicizia, anche se questo potrebbe portarci in futuro a soffrire. Bisogna sempre vivere davvero!

Leggi il mio libro perché…

Perché tra viaggi, amicizie e nuovi amori vivrai emozioni che ti daranno il coraggio di metterti in gioco nella vita, semmai tu non l’avessi ancora fatto.

Progetti futuri?

Si! In progetto ci sono due romanzi: un Paranormal storico e un Romance natalizio a cui ho intenzione di dedicarmi nei prossimi mesi. Quindi di sicuro i miei progetti saranno scrivere, scrivere e leggere.

Conclusioni?

Insomma, pur essendo una mamma quasi a tempo pieno, cerco sempre di ritagliare del tempo da dedicare alla scrittura che per me è puro antistress, mi rende felice!

L’autrice sarà presente in fiera a Lucca e Torino 🙂

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“Progetto Dedalo” di Mirco Goldoni

Mirco Goldoni, classe 1966, torna ad affascinarci col suo talento tra le pagine di Progetto Dedalo, sequel diretto di Progetto Mnemosyne. Nonostante il Progetto Mnemosyne sia parzialmente fallito – come narrato nel precedente volume – gli studi sulla memoria e su dove essa realmente risieda continuano. Il rapimento del professor Denver costringe Frank e Lucy a farsi coinvolgere nel nuovo progetto che promette risultati interessanti. Nel frattempo Mary, rimasta nell’Area 51 a fianco del generale Gabin, scopre verità nascoste. In un susseguirsi di eventi frenetico, saranno come sempre i sentimenti a guidare i protagonisti portandoli a un epilogo inaspettato, che pone ulteriori dubbi sullo scopo ultimo del Progetto.

Cosa risponderesti alla domanda CHI SEI?

Che sono un ragazzo di cinquantasei anni con ancora tanta voglia di imparare ed esplorare. Sono un ingegnere informatico, padre e marito. Ho tanti hobby: suonare la batteria, prestare volontariato in Protezione Civile e leggere, leggere, leggere. Ultimamente ho iniziato a scrivere racconti e romanzi, tutti di genere fantascientifico.

Come nasce la tua esperienza nella scrittura e dunque nella pubblicazione?

Da una vocina che tre anni fa mi disse: perché non provi a scrivere ciò che immagini? Perché deve sempre rimanerti quella sensazione di non aver ancora trovato il libro che ti appaga completamente? Fu allora che iniziai a premere tasti sulla tastiera e scoprii che le idee fluivano leggere, prendevano forma e si materializzavano nel mio monitor. Un’idea, un’ipotesi, un’intuizione potevano scatenare domande nel lettore e questo è ciò che vorrei trasmettere con le mie opere.

Perché le persone dovrebbero scegliere proprio la tua penna?

So di non essere originale dicendo che ho cercato di scrivere un romanzo originale. In un mondo che cerca continuamente risposte ho cercato di metterne in dubbio alcune. La ricerca attuale delle risposte non è più quella che spingeva gli studiosi del secolo scorso, è una ricerca DELLA risposta esatta, preconfezionata: si è persa, a mio parere, la soddisfazione e lo stimolo della ricerca della risposta attraverso il ragionamento e lo studio. Ecco, io, in questo mondo di risposte pronte all’uso, ho cercato di porre nuove domande, nuovi spunti di riflessione sul genere umano e su un organo ancora così poco esplorato: il cervello e i suoi meccanismi.

Come definiresti il tuo stile?

Quando si parla di fantascienza, l’immaginario collettivo la associa alla Space opera: mostri, alieni, astronavi e combattimenti interstellari. Io sono sempre stato più attratto da una fantascienza introspettiva, quella che, con un piccolo patto narrativo verso il lettore, ti permette di viaggiare con la mente pur rimanendo sulla Terra. È questo che tento di fare. La mia si potrebbe definire una fantascienza new wave, un inner space in contrapposizione all’outer space canonico. O, come ama definirla la mia agente letteraria, una fantascienza antropologica.

Quali sono i progetti futuri?

Dopo le soddisfazioni ottenute grazie al mio romanzo d’esordio Progetto Mnemosyne, a marzo uscirà un secondo libro, Progetto Dedalo che, seppure autoconclusivo, ne segue fedelmente le tracce e tenta di approfondire alcune questioni lasciate aperte del suo predecessore. Poi naturalmente continuerò a scrivere racconti e drabbles. In autunno si sta delineando l’uscita di un mio terzo romanzo, più fantascientifico dei precedenti e che affronta tematiche ambientali.

Qual è il rapporto che hai con i social?

Sono un male necessario. Ho scoperto da poco di essere un boomer, per cui forse alcuni meccanismi mi sfuggono, sta di fatto che mi rendo conto di non sapermi muovere agilmente al loro interno. Sono un potentissimo mezzo di promozione ma è complicato farsi notare in mezzo a tanta confusione. Non amo il rumore per cui il continuo urlare sempre più forte per emergere da un tale clangore spesso mi mette in difficoltà.

Lascia i tuoi contatti 🙂

Sono presente con un mio blog sul quale pubblico alcune mie opere e mie considerazioni ‘a ruota libera’: www.mircogoldoni.it

Sono poi presente con la pagina Facebook Mirco Goldoni Autore e su Instagram con il profilo Mirco Goldoni.

Chi volesse scrivermi può raggiungermi su mircogoldoniautore@gmail.com

Vi aspetto!

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