Le Cronache di Ansorac- Apocalisse/Olocausto di Marko D’Abbruzzi

 Marko D’Abbruzzi torna con Le Cronache di Ansorac – Apocalisse/Olocausto per il ciclo delle letture fantasy, secondo capitolo della sua saga edito da Immagina Di Essere Altro. La storia copertina-cda-ii-webriparte da dove l’avevamo lasciata nel magico mondo di Ansorac, attualmente dominato dal potere delle risorse energetiche e della religione. Potere e fede, entrambe facce di una stessa medaglia che stringe intere nazioni attorno al suo malcelato pugno di ferro. La nuova edizione del grande Torneo dei Continenti è ormai alle porte, mentre l’avida azienda MiddleCorp prosegue nella sua estensione del dominio su tutte le terre. Come parte del piano assisteremo al risveglio degli Spiriti Immortali, antiche forze che dominano sulla natura stessa. Nel frattempo, un numero sempre maggiore di eroi si muove contro l’oppressione della MiddleCorp, organizzando rivolte su vari fronti: Kronos, il giovane monaco silente; Kimari, il prode mezzoleone ribelle; il freddo ma generoso Barone Vega; Gost, il letale assassino dalla lingua tagliente. Attraverso le loro azioni sarà determinato il destino dell’intero pianeta, ormai prossimo alla guerra e alla rovina.

I temi trattati sono ancora i problemi attuali del nostro mondo, perfettamente integrati nel contesto di Ansorac: minacce reali che prendono egregiamente il posto del classico – quanto scontato – signore delle tenebre, che infatti non trova spazio su queste pagine. Lo stile dell’autore, come nel libro precedente, è ben curato, le descrizioni sono ottime e per i personaggi si scava ancora più a fondo, nel loro carattere e personalità che mutano o si adattano con il procedere degli eventi. L’autore rimarca la sua passione per i giochi di ruolo, in particolare Final Fantasy, al punto tale da spingere i lettori più appassionati a fantasticare su una possibile trasposizione dell’opera in formato videoludico.

Il romanzo continua nel suo insieme ad essere molto godibile ed avvincente. Le Cronache di Ansorac – Apocalisse/Olocausto è, in definitiva, un ottimo proseguimento della storia, che ci spingerà ad attendere con ansia l’uscita del capitolo successivo.

Intervistato per l’occasione ecco cosa dichiara:

Qual è la cosa più divertente da ideare quando ci si accinge a scrivere un fantasy?

La cosa più divertente è che non si hanno limiti. Non è narrativa storica né altro, è fantasia e la fantasia non può essere recintata. Certo è che negli ultimi anni si è fatto un uso improprio di elfi, nani, orchi, maghi e compagnia; cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia (l’unica regola che ricordo di matematica – o aritmetica, sono una zappa). Scrivere un romanzo fantasy non significa riprendere stereotipi del genere ma dare fondo alla propria immaginazione per creare qualcosa di nuovo. E in un momento storico come il nostro mi viene in mente una frase del filosofo e critico tedesco Ernst Fischer «In una società decadente, l’arte, se veritiera, deve anch’essa riflettere il declino. E, a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale, deve mostrare un mondo in grado di cambiare. E aiutare a cambiarlo».

Alcuni sostengono che, escludendo Tolkien, J. K. Rowling e pochi altri autori, il fantasy sia un genere prettamente commerciale. Sei d’accordo?

Non ho dimestichezza con il termine “commerciale”. Cosa si intende? Tolkien e la Rowling sono commerciali, hanno venduto milioni di copie, ne sono stati tratti film, videogame, t-shirt e una vastità incredibile di oggettistica; non è commercio questo? Nel momento in cui qualcosa, qualunque cosa, viene venduta si entra nel mondo del commercio. Cambia poco se ne vengono vendute 1 o 100’000. E inoltre perché il fantasy viene considerato in tal modo? Federico Moccia e Fabio Volo non sono commerciali? Camilleri ed Eco? La Fallaci e la Randall? In un mondo che si muove a moneta ogni cosa è commerciale, persino le nostre vite.

Leggi il mio libro perché..

Marko D'AbbruzziLa saga di Ansorac offre spunti interessanti per capire quanto la volontà umana possa incidere su ogni aspetto della nostra vita. Sembra scontato ma viviamo in un periodo storico dove la volontà del singolo è messa in serio pericolo; ogni nostra scelta è condizionata da una miriade di fattori esterni e stiamo perdendo il significato della parola “vivere” e della parola “umanità”. Siamo divisi da molti fattori, uniti solo virtualmente, un processo che va avanti da molto tempo e che condurrà inevitabilmente a una tirannia subdola e fallace. Dietro la storia di Ansorac c’è la vita di un popolo ignaro che attende un Messia, un eroe, un cambiamento, senza capire che solo la volontà di ogni singola persona può produrre un cambio di direzione.

Cosa bolle in pentola per il futuro?

Oltre alla pubblicazione degli ultimi due volumi della saga, Giubileo – Esodo (prevista per aprile 2017 in concomitanza con il Romics) e di Amen (nell’ottobre 2017) è già pronto un racconto che svela i retroscena della vita di uno dei personaggi di Ansorac, il Re Ribelle; nato come regalo per la mia editor, il racconto verrà pubblicato per Natale. Inoltre proporremmo un romanzo che si discosta totalmente dalla scena fantasy, Cattivi Ragazzi, ambientato in una periferia romana alla fine degli anni ‘90.

 

Si ringrazia per la collaborazione Matteo Pratticò.

Le cronache di Ansorac- Apocalissi/Olocausto di Marko D’Abbruzzi, 5 stelle su 5, al seguente link

 

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