Che fai quando sorridi?

Stavo sfogliando delle fotografie ricevute, in una spunto io, sorridendo, ignara dello scatto.

‘Oh, guarda che bella ‘sta foto ndo sorridi’!

‘Amico mio, sorrido spesso, non è un evento così raro?!’

‘Sì, sorridi, ridi ma mai ti scattano foto mentre lo fai’

‘E certo, questo perché quando sono felice (sor)rido, non scatto ’.

 

……

Lo scatto del 'reato'

Lo scatto del ‘reato’

 

Amici di penna, di tastiera, lettori curiosi, qui la riflessione o meglio dire, il quesito sorge spontaneo: abbiamo smesso di sorridere? Lo facciamo solo apparentemente davanti ad un selfie? Oppure non abbiamo più ragioni per esser così felici da sorridere?

Ognuno faccia la sua riflessione, la mia è più che semplice: quando si è felici davvero non si pensa ad immortalare il momento ma si vive, si vive pienamente, come se non ci fosse un domani, come potrei, davanti ad un emozione forte, fermarmi a pensare ‘Oh aspetta, facciamoci una foto!’. No, amici. Non mi viene voglia di prendere il mio i-phone, al contrario, sono gelosa di quell’attimo di felicità, perché mai dovrei fermarlo per poi condividerlo con il resto del mondo? Non è più sensato custodire emozioni, momenti intimi invece di darlo in pasto al web? Che, fatemelo dire, spesso si dimostra superficiale?!

Non voglio essere cinica o crudele, voglio solo guardare i fatti con degli strumenti oggettivi: fate un giro nella vostra home di facebook, fatti, eventi, notizie, momenti, foto, tutte cose molto intime, spesso, messe così, in internet, come se il mondo non attendesse altro. Aspettate un attimo: non sto dicendo che non si può pubblicare nulla della propria vita, anzi il mio profilo facebook rappresenta un diario (parzialissimo) della mia vita e ho estremo piacere nel condividere determinati fatti con i miei amici REALI, la questione è, però, che si dovrebbe pensare, riflettere, ponderare su ciò che si pubblica, perché la linea sottile che c’è tra realtà e finzione è veramente impercettibile, anzi vi confesserò la verità, sarebbe meglio se ci fosse una dicotomia tra vita e social, invece di una linea impercettibile, sottile, calpestabile e sbagliabile, questo perché ancora una volta abbiamo perso il senso delle cose e misuriamo (non tutti, eh!) la nostra vita a suon di like e pollici all’insù che non servono a nulla nella realtà.

 

La riflessione è partita da uno scatto, per toccare il tema della felicità, per atterrare poi nei social e la privacy, che abbiamo perso. Non è forse straordinario pensare? E meglio ancora, non è forse straordinaria la scrittura? Ti porta dove vuole… o forse, dove vuole il tuo cuore.

 

Quesito del giorno: quando sorridi con il cuore quale posto ricopre ‘il social’?

 

Lo spirito sano cerca il reale, l’insano si attacca all’irreale.

(Hugo von Hofmannsthal)

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