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Programma Otrantino di fine anno 2013

Prosegue la rassegna “Alba dei Popoli” organizzata dal Comune di Otranto. La manifestazione otrantina, giunta ormai alla sua XV^ edizione, raggiunge il suo apice il 29, 30 e 31 dicembre, tre giornate all’insegna della buona musica e del divertentismo.

Otranto, luogo simbolo del Mediterraneo, crocevia di culture, intreccio di etnie, come testimoniano molti suoi monumenti e la sua storia passata e recente, celebra il legame della Puglia con la civiltà mediterranea attraverso una rassegna di Arte, Cultura, Ambiente, Musica e Spettacoli. ”

Il PROGRAMMA dal 29 dicembre 2013 al 1° gennaio 2014

29/12/2013

ORIENTIAMOCI…ALL’ALBA, SGUARDO A EST

Lungomare degli Eroi dalle ore 9.00 alle ore 13.00

Iniziativa a cura dell’A.S.D. Faera in collaborazione con l’Assessorato allo Sport del Comune di Otranto. Esercitazioni e attività di orienteering.

 

Largo Porta Alfonsina dalle ore 17.00

MUSICA POPOLARE IN PIAZZA CON: I TAMBURELLISTI DI OTRANTO, TAKORASSIA, FONARA’

 30/12/2013

Largo Porta Terra dalle ore 21.00

Una due giorni in piazza a cura di FOREVENTS Srl, con la collaborazione di MusicEmpire, direzione artistica di Sergio Petio. 

ROBERTO VECCHIONI IN CONCERTO

Il palco dell’Alba dei Popoli quest’anno ospiterà un grande artista, Roberto Vecchioni, cantautore, paroliere, scrittore e poeta.

Ha vinto i quattro premi più importanti della musica italiana: il Premio Tenco nel 1983, il Festivalbar nel 1992, il Festival di Sanremo nel 2011 e il Premio Mia Martini della critica nel 2011; e ha vinto il Premio Lunezia Antologia 2013.

È considerato fra i cantautori italiani più importanti, influenti e stilisticamente eterogenei: nella sua opera è ricorrente l’intrecciarsi del proprio essere con i più svariati miti della storia, della letteratura o dell’arte, quest’ultimi presi in prestito non tanto per descriverne le gesta, piuttosto come espediente per rappresentare una parte di sé.

Il 13 settembre 2013 è uscito il singolo Sei nel mio cuore che ha anticipato il suo nuovo album Io non appartengo più, pubblicato l’8 ottobre. Dodici nuove canzoni del cantautore milanese in cui la vita, la morte e il destino si intrecciano.

CONCERTO DEI VEGA 80

Originale, poetico ed efficace, il nuovo tour del 2013 prevede uno spettacolo ancora più estremo e coinvolgente dei tre anni precedenti. In scaletta 90 hit degli anni Ottanta, con cambi d’abito, scenografie, video, luci e audio incredibili. Un tributo musicale alla dance di quegli anni, riproposta in chiave elettro-live dai Vega 80.

 DJ SET

A seguire, discoteca all’aperto con le selezioni musicali di…

Dj Carlo Pallara

E’ il dj salentino icona della musica anni ’80. 

Simone Maggio

Conduttore ed animatore.

Con la presenza di TeleNorba e Radio Norba. L’evento sarà visibile in diretta sul sito irdm.it, per la prima volta le telecamere anche nel backstage.

31/12/2013

Largo Porta Terra dalle ore 22.00

 

NOTTE DI SAN SILVESTRO

Uno spettacolo fortemente coinvolgente quest’anno per la nottata più scoppiettante dell’anno. Tanta musica con selezioni musicali a cura di noti Dj. Una grande festa all’insegna del divertentismo, una discoteca a cielo aperto che farà ballare tutti per ore. E che segnerà il passaggio al nuovo anno.

Andrea Baccassino

Nel 1996 ha esordito come cabarettista e ha intrapreso la sua carriera artistica lavorando in teatro e al cinema. Ha partecipato a diverse commedie tra cui La Ciumenta, Che sto passando! e ha realizzato diversi cd tra cui Alzamene il Brodo, Le Free del Lunedì mattina. Ha esordito nel mondo del cinema e della televisione con La Terra Desolata e Porto di Mare.

Claudia Casciaro

4^ classificata all’11esima edizione di “Amici di Maria De Filippi, è voce del gruppo Shok’n’roll, band nata nel 2009 con l’idea di riproporre un repertorio che va dal blues degli anni ’70 e ’80 al rock dei giorni nostri. Lo scorso giugno Claudia ha pubblicato il suo nuovo singolo Canta.

Roberta De Matthaeis e Maurizio Fasano

Dj di Radio Norba

Massimo Manca

Dopo le primissime esperienze radiofoniche in radio locali, l’interesse verso la musica campionata e mixata lo ha portato a crescere nella realizzazione di jingle, sigle e basi per radio, andando infine a concentrarsi su produzioni musicali. Giovane conosciuto alla fine degli anni ’90 come “Double M”, presente come dj resident in molti club, è entrato a far parte di network come Ciccio Riccio e Radio Manbassa. Attualmente collabora con noti Dj e Vocalist in diversi locali salentini e continua a coltivare la sua passione per la produzione musicale con l’etichetta “House Park Records”.

Dj Klaus

Animatore e divertentista poliedrico, le sue selezioni spaziano dalla musica ’70 ’80 all’house, dal caraibico al divertentismo italiano. Ha selezionato la sua musica nei più importanti villaggi turistici, lidi balneari e nei discopub più importanti della Puglia, dj e animatore da sette edizioni alla rassegna Alba dei Popoli.

Adamo Cotardo

Ha collaborato con diverse discoteche della Provincia di Lecce, concentrandosi sulla house music.

SPETTACOLO PIROTECNICO

A mezzanotte

ASPETTANDO L’ALBA

Faro di Palascia ore 4.00

Spettacolo teatrale “Pòppiti”, a cura del locale gruppo di Legambiente.  Tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Cretì di Ortelle, riduzione teatrale di Raffaella Verdesca, sceneggiatura e regia di Paolo Rausa.

01/01/2014

1^ REGATA DELL’ANNO

Partenza dal porto di Otranto ore 11.15

V edizione della prima Regata dell’Anno. Le imbarcazioni del Campionato Invernale “Più Vela Per Tutti” saluteranno il 2014, in anteprima nazionale, con una veleggiata-regata che partirà dal Porto di Otranto e raggiungerà una boa posizionata ad est del Faro di Capo d’Otranto, doppiando così Punta Palascia, il punto più ad est d’Italia.

 

 

 

 

 

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Seminario REALIZZARE IL POTENZIALE INTERNAZIONALE DEL SALENTO UTILIZZANDO IL MODELLO DI LIFE COACHING

“La mappa non è il territorio. Realizzare il potenziale internazionale del Salento utilizzando il modello di life coaching” è il seminario in programma martedì 17 e mercoledì 18 dicembre 2013, a cura di Nigel Paul Wilson e promosso nell’ambito del corso di “Comunicazione e marketing del territorio” della professoressa Sarah Siciliano (Dipartimento di Storia, società e studi sull’uomo, Università del Salento). Appuntamento sempre alle ore 15 nell’aula 3, edificio 14, della Cittadella della Ricerca (strada statale 7, Km 7+300 per Mesagne, Brindisi).

 

«Se il Salento non scopre la sua unicità», spiegano gli organizzatori, «e su questa non costruisce un progetto comune per riposizionarsi con i suoi visitatori, potenziali o reali, e gli abitanti, corre il rischio di restare vuoto. Uno splendido miraggio bello da vedere, ma difficile da vivere. Questo rifugio nell’immaginario collettivo è oggi una bella meta carica di arte e storia, tanto da essere sempre più spesso palcoscenico di film da Oscar. Però non è ancora capace di offrire servizi e accoglienza a quanti scelgano di attraversarlo o abitarlo. Guardiamo al Salento come ad un i-phone, inteso come rete convergente che aggrega servizi, soggetti, luoghi in un solo device, diventando così parte integrante della vita quotidiana di ciascuno».

 

Nigel Paul Wilson è giornalista, life coacher, managing director di Puglia Estates, senior lecturer alla Goldsmith University, Liverpool University e Lancaster University.

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AllArme Incendi nelle zone Salentine

Continuano gli allarmi incendi nella zona Salentina.

Ieri alle  ore 16 circa un nuovo incendio , dalle grigie sfumature, si intravedeva dalla Cittadina Magliese; avvicinandosi in zona  Muro Leccese, con grande meraviglia, si è scoperto che l’incendio iniziale probabilmente era uno solo ma con un soffio di vento e una folata di polvere, son diventati ben tre incendi, ben insediati dietro l’agriturismo Panzanari di Muro Leccese.

Una volta chiamato il 115 e dopo aver sbrigato le domande di routine circa la zona, la dimensione del focolaio e se ci fossero abitazioni nei paraggi, come poi confermato, i Vigili Del Fuoco erano, probabilmente a corto di personale, le linee telefoniche intasate e un grande grattacapo per decidere dove mandare i mezzi, perché un incendio in zona di Cutrofiano stava crescendo, a sua volta, a dismisura. Dopo tutto ciò hanno promesso un intervento tempestivo con i restanti mezzi a disposizione

Ciò che né rimasto del terreno e della zona verde è ben poco, viste le condizioni di ieri nel primo e nel secondo pomeriggio, ci auguriamo, però, ancora una volta che, i cittadini siano più responsabili verso le campagne circostanti ed è ben ricordare, inoltre che, i proprietari dello stesso terreno non possono bruciare le proprie sterpaglie  ne nella propria zona ne altrove e, ricordiamo di seguito che, esistono in zona ditte che smaltiscono tutte le rimanenze della campagne proprio perché, bruciando le stesse, in zone terrene porterebbero ad un inquinamento profondo e durevole nel tempo. ( Come già accade, in realtà)

I soli numeri da tenere in mente? 115.

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Le Franite di Maglie bruciano ancora

‘In tutte le cose della natura, c’è qualcosa di meraviglioso’- Aristotele 
definiva cosi la Natura, madre della Terra e di tutto ciò che ci circonda; 
però, qui, alle Franite di Maglie, di meraviglioso è rimasto ben poco, rispetto 
alle origini, visto il fuoco che ha mangiato, letteralmente e fisicamente, gli 
alberi di Pino che costituiscono il viale(alberato, per metà)
Il Destino della Franite è al Centro di numerose polemiche ormai da diversi 
mesi, la Cittadina Magliese sembra unirsi sotto un unico coro: NO alla 
costruzione di villette, piste ciclabili e un ipotetico supermarket all’interno 
dell’area Naturale, una se non l’unica, presente nel territorio Magliese.
In vista dei lavori, sono state organizzate numerose petizioni e la raccolta 
firma, di tutti quelli che non vorrebbero la costruzione laddove ora c’è 
natura, pare abbia raggiunto numeri interessanti: si tratta di 2200 firme di 
cittadini residenti in zone limitrofe e non, che hanno a cuore la questione 
‘Franite’ e che si oppongono, con i loro nomi e cognomi alla costruzione nella 
zona.
Il Sindaco Antonio Fitto e i suoi stretti collaboratori hanno approvato il 
progetto e l’opinione pubblica è divisa tra favorevoli e contrari; di certo, 
però, c’è solo un punto: non è la prima volta che questa zona è vittima d’
incendi, dolosi o non, che portano il viale a un lento, ma progressione 
scomparire della zona Naturale  ed il caldo torrido di questi giorni non lascia 
scampo nemmeno ai pompieri, più veloci della storia.
Un lato positivo, però, si riesce, fortunatamente, ad identificare: La 
corteccia dei pini ha ben protetto gli alberi stessi e col passare del tempo e 
magari con  una pioggia abbandonante, gli alberi potranno riprendersi e tornare 
allo splendore di una volta.

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Quattro

Di quel  momento, che si rivelerà poi una nuova vita, i ricordi sono indistinti e forse sofferenti.

Un anno prima che accadesse la vicenda, di cui parlerò in futuro, ho ricordo di un’afa soffocante, lo sciolinare del ventaglio di tulle con immagini floreali di Zia Roscelin: una donna alta, distinta, sempre vestita coi suoi abiti vittoriani, un’infermiera che si trovava, ai tempi, nel fulcro di una vita sfolgorante. Al suo fianco sedeva Zio Louis, suo leale compagno da sempre, testardo, saccentone, benevolo ma dall’aspetto sciatto, incurante della creazione del setolino per capelli usava disfare i riccioli, che pendevano da qualsiasi angolo del suo capo, con la mano destra e sorprendentemente con un solo tocco.

A due seggiole di distanza sedeva una bimba di quattro anni, dai riccioli bruni, dallo sguardo vago ma con ciglia lunghe, indossava una gonnella a scacchi dalle tonalità rosee, nella parte superiore una canotta in tulle bianca e penzolavano dalla sedie le piccole scarpette chiare che, si sposavano a perfezione con il suo completo. Singhiozzava a tratti, le mancava il suo cane, di razza Dalmata, di nome Pako, regalato dallo zio Louis nei giorni precedenti.

“Aspettiamo la tua mamma, torneremo a casa prima del tramonto così giocherai con il tuo cane”. Disse la zia Roscelin mentre asciugava le lacrime sul viso della bambina, con il suo fazzoletto di seta color lino sporco.

Il tempo sembrava si fosse fermato, ogni attimo sembrava uguale al precedente, il calore dell’asfalto entrava attraverso le finestre aperte e cominciò a lamentarsi anche qualcosa dentro di lei: non ricordava quand’era stata l’ultima volta che le sue piccole pupille gustative avevano assaggiato qualcosa.

La fanciulla continuava a muoversi, passava da un sedile all’altro, di tanto in tanto sedeva sulle ginocchia dello Zio Louis che, per far divertire la sua unica nipotina, le concedeva di giocare con i suoi capelli: li districava, li muoveva, li mordicchiava e li tirava, perfino, quando lo zio distraeva lo sguardo da lei.

Lui diventerà l’unico vero uomo della sua vita ma Norina non sapeva ancora cosa il futuro aveva in serbo per lei.

Diverse ore dopo, al suo risveglio, si trovò nel letto dei suoi genitori, con al fianco suo padre Rhomais immerso ancora nella braccia di Morfeo; mentre sua madre, una donna di media statura, minuta, con i capelli di una tonalità castano-oro cascanti sulle piccole ossa, dal volto pallido ma con una strana aria negli occhi che, inconsapevolmente, ritroverà negli anni a venire, preparava la cena.

Norina si trovava lì, nascosta tra il divano e il sofà ocra che, osservava la donna mescolare delle strane sostanze sul tavolo da cucina e canterellare una strana strofa di una canzone: “Marameo perché sei morto pane e vino non ti mancava, l’insalata era nell’orto, marameo perché sei morto…”

“Norina amore per quanto tempo rimarrai lì nascosta? Lo sai che i mostri non esistono!” Disse Tella voltandosi nella sua direzione. Proseguirono diversi secondi di silenzio e le uniche parole che pronunciò la piccola furono:” Ho fame mamma”!

La donna le andò incontro, la prese da terra, la appoggiò sul tavolo da cucina e le disse sottovoce:

“Finisco di preparare la pasta frolla e mangeremo in giardino io, te e Pako”.

La baciò sulla fronte e si rimise ad impastare sotto gli occhi, apparentemente disinteressati, di Cicicchia. (E’ così che la chiamavano i suoi zii, sin dalla nascita e quel nome piacque subito a Tella, tanto da usarlo come surrogato del vero nome della figlia).

Durante la cena la piccola chiese come mai mancasse il padre e Tella con una strana disinvoltura le rispose che lui era molto stanco. Niente di nuovo, pensò Norina.

Dotata di un’intelligenza disarmante, Norina percepiva tutto, sin dal principio.

Le giornate trascorrevano limpide e rapidamente: di tanto in tanto mamma Tella e papà Rhomais portavano la piccola a mare, in una località non distante dalla loro abitazione e lasciavano giocare Norina vicino la  riva del mare col figliolo, suo stesso coetaneo, dei loro amici.

A fine giornata i due non volevano mai venir fuori dall’acqua e solo quando Tella fingeva di andare via, Norina correva verso la madre e voltandosi verso il suo compagno di giochi, Andria, strillava:

“Mamma è colpa sua, fa sempre giochi troppo lunghi”!

Delle risate rumorose avvolgevano l’atmosfera e così  tornavano tutti insieme nella piccola pineta circostante, dove avrebbero preso il trenino che li avrebbe condotti alle loro macchine, nel parcheggio adiacente.

Quando la madre e il padre di Norina lavoravano, Cicicchia trascorreva con piacere le sue giornate afose in una bellissima casa in campagna, dagli zii Louis e Roscelin. Portava da mangiare ai gatti, giocava col cane, raccoglieva margherite con la zia nel tardo pomeriggio e aiutava, per quanto potesse, a preparare la cena.

Di tanto in tanto mescolava diversi fiori, che trovava nel giardino, con acqua di pozzo e fingeva di inventare nuovi profumi poi  correva con Pako verso casa e rideva di gusto quando gli zii si complimentavano con lei per l’impasto bizzarro che otteneva.

Col trascorrere dei mesi e con l’avvenire della nuova stagione, Norina non completava un passo senza che ci fosse, alla sua destra, il suo cane: suo fedele compagno di giochi e di disavventure.

Quando arrivò il primo di Ottobre, Cicicchia affrontò il suo primo giorno dell’asilo ma, come immaginò Tella nei precedenti giorni, la piccola non aveva intenzione di mettere il piede fuori casa senza il suo cane. La madre la rincorse buona parte d’ora per tutta la casa: dalla cucina al sofà ,dal bagno al salotto e quando finalmente l’attirò a sé con la scusa che sarebbero ritornate a dormire nel letto matrimoniale, l’acciuffò per l’ascella e la alzò da terra con tale aggressività da far piangere Norina dallo spavento.

“Devi andare all’asilo Norina, non posso rimanere in casa con te, altrimenti chi lavorerà al posto mio”? disse la madre penetrandola con lo sguardo.

Tella era diventata, da pochi mesi a questa parte, socia di Marco, un ragazzo snello e perspicace, di un bar, a pochi km dal suo paese natale. La donna prese molto sul serio, da subito, il suo ruolo e non intendeva lasciarla a casa con nonna Anny, sua madre, per niente al mondo!

Una volta afferrata la portò in macchina, una 500D che risaliva al 1965, anno di nascita della donna, comprata dal padre, come auto-regalo per la nascita della sua seconda figlia, dopo Roscelin; e promise a se stesso e alla moglie che, non appena Tella avrebbe compiuto vent’anni sarebbe diventata la sua autovettura. E così accadde.

Norina, strattonata in auto, singhiozzava cercando di attirare le attenzioni della madre, ma ciò non accadde perché Tella era fermamente convinta di farla entrare nell’asilo e sarebbe ritornata a riprenderla nel primo pomeriggio.

Una volta arrivata la madre superiore, andò incontro alla donna che, cercava di convincere la figlia affinchè smettesse di piangere.

“Hai proprio dei bei riccioli, lo sai farfallina?” Disse la suora alla bambina. E poi proseguì:

“Perché non vieni a giocare lì dentro con le altre bambine? Se vorrai potrai fare amicizia!” Disse la donna, indicandole una grande stanza colorata che, appariva allegra e luminosa.

Norina tolse il viso da dentro il seno sinistro della donna, si strofinò gli occhi e la guardò:

“Ho già un amico: è il mio cane”! Disse la bambina, ma la suore insistette:

“ Quello non è un vero amico Santa figliola”

“Non è vero”! Disse La piccola con tutta la forza che avesse nelle corde vocali.

Tella le  diede un pizzicotto sulla guancia e Norina capì di non avere più soluzioni: avrebbe dovuto passare la giornata in una ‘casa’ nuova, con delle persone sconosciute, senza alcun viso familiare. Agitò i piedi, la madre la posò per  terra, le diede un tenero e soffice bacio sul viso e la piccola prese la mano della Madre Superiore che, per premiarla, le regalò subito una coloratissima caramella.

La giornata trascorse veloce sia per la figlia che per la madre: Tella completò più ordinazioni del solito e concluse la giornata preparando gli stuzzichini per l’aperitivo del tardo pomeriggio mentre Norina, una volta abbandonati i suoi capricci, proseguì serenamente la giornata colorando nuovi disegni, giocando insieme ad altre bambine come lei e ad rincorrersi con qualcun altro.

I mesi a seguire passarono veloci, non ci furono più giornate terribili come quella scorsa però, un pomeriggio avvenne qualcosa di insolito…

 

 

 

 

 

Norina comodamente seduta sul sofà ocra, modellava la pasta colorata, ad un certo punto sentì  strillare il padre e subito dopo percepì uno scambio di battute tra Rhomais e la moglie che, furono subito interrotti dal singhiozzo  della stessa. Tella continuava a gesticolare morbosamente, tenendo un foglio in mano e parlava con Rhomais circa delle analisi. Norina non riusciva a capire molto delle parole dei grandi e quando sentì pronunciare il termine “ospedale”, scoppiò a urlare e a piangere perché, improvvisamente, si ricordò di quel lungo pomeriggio afoso, passato in un corridoio color bianco con gli zii, ad aspettare che Tella e Rhomais uscissero da qualsiasi angolo della stanza e, nell’attesa, si addormentò.

“Te l’avevo detto di non urlare cretina!” disse il padre, alzando la mano destra contro il viso della donna. Il silenzio assorbì la stanza, seguirono diversi secondi di tensione, poi  la madre si inginocchiò sul sofà, dov’era ancora adagiata Norina, l’abbracciò con tutte le sue forze e le canticchiò lentamente: ”Marameo perché sei morto…..”

La piccola pochi minuti dopo dormiva, come una piccola tartaruga in letargo, sulle braccia della donna che sperava nell’amnesia parziale della figlia, a causa dell’accaduto, ma purtroppo Norina non dimenticherà né quel pomeriggio, tanto meno altri avvenimenti ancora.

[La foto in allegato è il Pako,della realtà,un po curioso verso un riccio di campagna]Immagine

 

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Marzo

Marzo

Un tulipano bianco,divenuto blu per artifici umani.
quando la natura si mescola semplicemente con l’uomo,senza nessuna luce particolare.

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Perché si rutta?

Spesso mi sono chiesta da dove nasce l’esigenza di ruttare o eruttare e cercando nel web, fuoriescono tante notizie interessanti!
Ogni volta che mangiamo o beviamo qualcosa, insieme al cibo ingeriamo anche piccole quantità di aria che, dallo stomaco, viene espulsa tramite l’”eruttare”. Le bibite gassate contengono consistenti quantità di aria che gonfiano lo stomaco (le “bollicine che pizzicano la lingua sono bolle di gas”). Il nostro stomaco deve espellere i gas ingeriti, quindi ruttare è una funzione fisiologica indispensabile per la nostra salute. Anche quelli che dicono che loro i rutti non li fanno, in realtà ruttano, ma in maniera discreta, per esempio a bocca chiusa.
In Italia e generalmente nei paesi occidentali il rutto rumoroso è considerato antipatico, a livello sociale. In altri paesi però, come in quelli arabi, indica appagamento dopo un pasto soddisfacente.

Rimedi casalinghi per l’eruttazione
Una varietà di rimedi tradizionali, sono stati in passato, così come ancora oggi sfruttati per prevenire o cercare di curare frequenti eruttazioni.
Il tè alla menta può essere molto efficace per la prevenzione del problema, allo stesso modo di molti altri tè a base di erbe. Lampone, mora e camomilla, sono noti per la stessa capacità e sono utilizzati come coadiuvanti della digestione.
Altra possibile soluzione è quella di prendere mezzo cucchiaio di bicarbonato di sodio, mescolato in un bicchiere d’acqua. Tale composto funge da antiacido; calma lo stomaco e neutralizza la sua acidità, oltre ciò può essere un buon modo per prevenire il reflusso acido ed in conseguenza l’eruttazione.
Un rimedio utilizzato sin dai tempi antichi, per prevenire l’eruttazione è l’uso di assafetida. Si tratta di un’erba pungente che di solito è caratterizzata da un odore ripugnante. È possibile però godere delle sue buone proprietà, aggiungendola a qualsiasi tipo di pietanza. L’assafetida può anche essere cotta in olio per la creazione di un sapore non molto diverso da quello dell’aglio o della cipolla salati.
L’aglio ed i chiodi di garofano, possono essere mangiati sia prima che dopo i pasti, al fine di ottenere lo stesso risultato di prevenzione. L’aglio, dato il suo sapore molto forte, è possibile che venga aggiunto ai cibi o aggiunto in una zuppa, mangiata come primo piatto del pasto. Altra possibile opzione è lo zenzero: è possibile consumarlo sotto forma di tè, bevuto dopo i pasti. Tè allo zenzero ed altre tisane possono per di più essere utili per calmare la digestione. Una buona abitudine, è quella di sostituire il caffè dopo cena, con una tisana o un tè.
Altra ricetta utile è creata dall’unione di due cucchiaini di succo di limone, insieme ad una piccola quantità di aceto di mele. La miscela deve essere assunta prima di un pasto, in modo da evitare l’eruttazione e l’eccesso di acidi prodotti dallo stomaco.
Colmata la vostra curiosità?:)

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Il Bondage

Leggendo un ebook di Samuel D.(questo e’ il suo pseudonimo) mi e’ venuta la curiosità di capire cos e’ il Bondage e perché viene praticato,ma sopratutto da chi,perciò ecco a voi cosa ne e’ uscito fuori da varie info nel web!
Il bondage (parola inglese per schiavitù) è un insieme di pratiche sessuali e/o voyeuristiche basate su costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, o più in generale sull’impedimento consenziente della libertà fisica, del movimento, di vedere, di parlare, di sentire.
Partendo dal light bondage, ovvero la legatura solo delle mani e/o dei piedi, si arriva a forme di annodamento complete, in cui si impedisce ogni movimento (mummification) alla persona legata e sottomessa (in gergo sub), o addirittura ogni contatto col terreno (suspension).
Alcune forme di bondage sono apprezzate come espressione artistica in fotografia e in pittura, soprattutto in Giappone.
Le principali tecniche di bondage possono essere raggruppate in sei diverse categorie:
costrizione di parti del corpo, raggruppate o ristrette fra di loro
separazione o divaricazione di parti del corpo
collegamento di parti del corpo a oggetti esterni, muri o sostegni
sospensione del corpo a soffitti o sostegni
restrizione o modificazione forzata dei normali movimenti del corpo
immobilizzazione completa del corpo (mummificazione), fino alla vera e propria deprivazione sensoriale.
Ognuna di queste categorie prevede numerosissime varianti al suo interno, sia a causa della varietà degli strumenti utilizzati (dal bondage verbale, che consiste nel mero ordine da eseguire, fino all’uso di corde, catene, manette, ganci, camicie di forza e altro ancora), sia a causa delle modalità secondo cui questi strumenti sono disposti e adoperati.
La pratica del bondage può comportare rischi anche gravi per la salute e l’incolumità delle persone, soprattutto se è intrapresa senza una sufficiente conoscenza ed esperienza delle sue tecniche e/o non vengono osservate alcune regole di base.
Il bondage non deve essere praticato quando:
non si conosce bene il partner e/o non si nutre completa fiducia in lui/lei;
si conosce il bondage, ma non si è pienamente convinti di volerlo praticare;
non si conosce sufficientemente il bondage e quindi non si può essere realmente consenzienti alla sua pratica;
non si è preparati o non si ha una sufficiente padronanza della tecnica di bondage che si vuole sperimentare;
condizioni fisiche o psicologiche sconsigliano la pratica del bondage;
il bondage non è una pratica da cui tutti i partecipanti traggano piacere;
si è stanchi o sotto l’influsso di droghe o alcool.
Nel bondage la consensualità è essenziale anche per salvaguardare la sicurezza del sub. Inoltre non bisogna lasciare mai da sola una persona sottoposta a bondage: la persona che lega ha la responsabilità di preoccuparsi costantemente delle condizioni di salute e psicologiche della persona legata.
Il bondage è una pratica che richiede un certo grado di abilità e con cui bisogna già avere una certa dimestichezza. Tra le precauzioni da osservare:
la parte anteriore del collo non deve mai essere sottoposta a compressioni di nessun genere;
le corde possono impedire al sangue di fluire correttamente. Sebbene alcune pratiche di bondage si basino sulla costrizione della circolazione sanguigna (per esempio, per rendere doloroso e sensibile il seno femminile), bisogna sempre controllare e rimuovere le corde non appena gli arti iniziano a sembrare violacei.
le corde possono essere posizionate in maniera tale da irritare e infiammare le terminazioni nervose, causando dolori e insensibilità degli arti che possono durare anche a lungo o diventare, in casi limite, permanenti.
quando si usano le corde, bisogna fare attenzione a dove sono posti i nodi. Una caduta accidentale su un nodo posto su una terminazione nervosa o su la spina dorsale, potrebbe causare danni permanenti anche gravi.
bisogna porsi dei precisi limiti di tempo: in genere, non più di mezz’ora o un’ora, a seconda delle condizioni fisiche e di salute.
Tra le pratiche di bondage viene spesso incluso anche il breath control, o controllo del respiro, pratica decisamente estrema e pericolosa, che può provocare danni cerebrali se usata senza cognizione di causa e, in casi limite, anche la morte. In generale è importante usare con coscienza i bavagli: essi possono portare a un affaticamento del respiro con gravi conseguenze.
La domanda che mi pongo e’: come fanno le persone a divertirsi con queste tecniche,ma sopratutto ad eccitarsi tramite il dolore? È chiaro che il mondo e’ costituito da una vasta gamma di persone…però….che stranezze! Immagine

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Il Freeganismo

Ancora una volta,curiosando sui canali SKY,ho scoperto di un nuovo(o per lo meno per me), movimento ecosolidale dal nome freeganismo.
Il Freeganismo è uno stile di vita anticonsumista dove le persone utilizzano strategie di vita alternative basate sulla partecipazione, limitata nell’economia convenzionale, e sul minimo consumo di risorse.
I freegani,coloro che hanno scelto questa tipologia di vita, abbracciano la comunità, la generosità, il problema sociale, la libertà, la cooperazione, e la condivisione rispetto a una società basata sul materialismo, l’apatia morale, la competizione, la conformità e l’avidità.
Questo stile di vita consiste nel recuperare gli scarti, soprattutto nel prendere il cibo in scadenza dai supermercati, i quali lo butterebbero senza averlo venduto.
Tutte queste esperienze positive sono state rafforzate dalla Legge 25 giugno 2003, n. 155, in materia di Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, per la ridistribuzione degli avanzi delle mense scolastiche e aziendali e dei supermercati, ossia di tutti quei prodotti vicini alla scadenza ma ancora commestibili. Le associazioni di ridistribuzione vengono equiparate a consumatori finali.
Si cibano,essenzialmente,di frutti,poca verdura,anche se può sembrare strano:condividono tutto con il mondo naturale,in una foresta o bosco,mangiano insieme la frutta,condividendola anche con bocche differenti,difatti,e’ chiaro che,bisogna avere un legame stretto e intimo con la stessa persona.
La gente penserebbe che è maleducazione,se non civilmente contestabile,la questione della “ricerca nella spazzatura” in diverse zone della città,ma i freegani,non sono di quest’avviso anzi,si dichiarano convinti delle loro attenzioni anche se,sono ancora in pochi a condividere questo stile di vita perciò non è possibile costituire una comunità vera e propria.

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Il Surrogato Sessuale

Chi è il Surrogato sessuale? Che funziona svolge e che problemi risolve?
Questa curiosità,mi è venuta,ancora una volta,guardando programmi su SKY.
Il surrogato sessuale,svolge il ruolo di psicologo circa problemi legati alla sessualità,ogni persona fa in media 12 sedute da 240€,circa,ognuna. Durante le prime sedute,ovviamente,non ce la pratica sessuale,poiché l’atto sessuale e’ visto come un traguardo,un trofeo da raggiungere e meritarsi.
Nei primi incontri, si parla con il “surrogato sessuale” circa i propri problemi come impotenza,durata,ansia da prestazione,eiaculazione precoce o qualsiasi sia l’origine dei problemi,quando lo psicologo si rende conto che ll proprio cliente-paziente sta affrontando nel giusto modo la propria situazione,lo porta in una stanza adiacente e li si svolge l’atto sessuale tra psicologo e paziente.
Chiaramente diverse tipologie di psicologi non si accostano a questa tipologia di azioni,in quanto,e’ un grave “reato” avere rapporti intimi con i propri pazienti, ma è anche chiaro dire che questo tipo di attività e’ differente rispetto a tutte le altre.

Ecco i disturbi che la terapia dei surrogati sessuali dovrebbe poter risolvere:
l’ansia da sesso, che include: l’ansia da prestazione, l’ansia da perdita di verginità (retaggio di tanti taboo culturali), l’ansia da preliminari, e chi più ne ha più ne metta
eiaculazione precoce;
disfunzioni erettili;
inibizione del desiderio, e qui sono propensa a credere che la terapia dei surrogati possa funzionare egregiamente, perchè in questi casi di solito il problema è semplicemente partner;
incapacità di raggiungere l’orgasmo;
problemi con la penetrazione;
problemi derivanti da esperienze post-traumatiche;
problemi con il proprio corpo e la sua immagine;
problemi di orientamento sessuale: se desideriamo tanto la nostra amica, sarà perchè abbiamo un ragazzo con quoziente intellettivo/sessuale pari a zero, oppure è perchè siamo lesbiche? La terapia dei surrogati anche qui potrebbe rivelarsi utile.

Spero di aver spiegato per bene a voi,ciò che ho appreso navigando su internet e su SKY.
Per qualsiasi dubbio,commento,critico o riflessione,non esitate a contattarmi.(mi trovate anche su Twitter EMarsella)

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