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Il Ramadan

Il quarto pilastro dell’Islam è il digiuno durante il mese del Ramadan, questa pratica religiosa è fondata su autorevoli passaggi del Corano e delle Hadit. È in una di queste ultime, attribuita al racconto di Abu Umamah, che si legge la più esplicita esortazione alla pratica del digiuno, considerata come via maestra per entrare nel paradiso dei giusti. Abu racconta infatti di aver chiesto a Maometto

O messaggero di Allah, dimmi di un’azione con la quale io posso entrare nel Paradiso! E Maometto gli rispose

Pratica il digiuno: non c’è via migliore per il Paradiso.

La pratica del digiuno sacro è diventata un segno distintivo dell’appartenenza all’Islam, ed è scrupolosamente seguita anche da molti Musulmani che vivono da generazioni la loro vita nelle secolari e frenetiche città dell’Occidente. Il digiuno comincia all’alba e termina al tramonto e durante il giorno è proibito non solo mangiare e bere, ma anche fumare e fare sesso.

Gli anziani e i malati incurabili e terminali sono esentati, a patto che un povero venga nutrito, a nome loro, per un periodo equivalente a quello del Ramadan.

Il digiuno viene infine rotto all’alba del primo giorno successivo a quello del mese di Ramadan, di solito con un frugale pasto a base di datteri e acqua. Poco dopo incomincia, finalmente, la festa di ‘Id al-Fitr’ la festa della fine del digiuno, che è un momento di gioia e di allegria, nel quale le persone si congratulano della prolungata privazione di cibo: le strade e le vetrine sono illuminate, in modo simile a quanto accade durante i giorni di Natale nelle strade dei Paesi Cristiani. notte

La data in cui si compie il digiuno islamico non è scelta a caso, il Corano dice che la sua rivelazione è avvenuta proprio durante il mese del Ramadan, ed è quindi questa ragione per onorare Dio particolarmente nell’anniversario di quell’evento decisivo. Un altro passo del Corano fa riferimento alla Notte del destinoin quella notte scesero gli angeli e lo Spirito, con il permesso di Dio, per fissare ogni cosa. I musulmani celebrano quell’evento nella notte tra i ventiseiesimo e ventisettesimo giorno del mese di Ramadan.

La pratica del digiuno è considerata oggi come uno strumento di purificazione nel mondo islamico, grazie al quale ci si taglia fuori dalle comodità del mondo per un periodo di tempo determinato e si riesce così a comprendere più profondamente la situazione di coloro per i quali il digiuno non è un periodica scelta religiosa, ma una necessità costante della propria vita. ramadan

Sarebbe pertanto un errore guardare al digiuno islamico come a un atto puramente rituale, incapace di avere effetti nel profondo dell’animo dei fedeli, un po’ come si trattasse solo di una dieta. I maestri della religione islamica sono concordi, in effetti, nel sottolineare come il culto e la venerazione dovuti a Dio siano in prima istanza una disposizione dell’anima e solo dopo si traducano i gesti e in osservanze.

Quest’anno il Ramadan è iniziato il 18 Giugno.

Fonte: L’atlante dell’Islam

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Dalla caduta di Gheddafi all’Islamic State-La Libia sprofonda

Con la morte di Muammar Gheddafi e la conseguente caduta del suo Regime, il Paese sta attraversando un periodo di crisi che non risparmia qualsiasi comparto. Allo stallo della situazione politica si aggiungono problematiche economiche nonché profonde criticità afferenti la cornice di sicurezza interna che allo stato attuale risulta particolarmente degradata in varie aree del Paese, in particolar modo in quelle dove sorgono i principali centri urbani o quelle zone di preponderante interesse economico (quali ad esempio quelle dove sono presenti i siti petroliferi).

Facendo un excursus storico, la Rivoluzione del 17 Febbraio 2011 che diede vita alla deposizione del Regime di Muammar Gheddafi,

Muammar Gheddafi

Muammar Gheddafi

non presentava, almeno inizialmente, nessuna sfumatura a caratterizzazione ideologica riferibile a quella che può essere definita la galassia dell’estremismo islamico. Inoltre, sulla scia dei pesanti tumulti popolari della cosiddetta Primavera Araba, che ha avuto il naturale sfogo nel quadrante Nord Africano, lo strato sociale più povero della Libia ha trovato le giuste motivazioni per far decadere un Regime che per più di quarant’anni aveva costretto il Paese a sottostare ad una rigida egemonia.

Determinante ed evidente fu il costante e massiccio appoggio della Comunità Internazionale che, con l’intervento militare (Missione denominata Unified Protector) ha dato un decisivo impulso all’allora popolo in rivolta, i cosiddetti Thuwar (rivoluzionari) i quali, senza tale supporto, non avrebbero mai avuto quelle capacità operative per sovrastare il dispositivo militare di Gheddafi.

Le varie embrionali articolazioni politiche che si sono susseguite da allora, primo fra tutti il Consiglio Nazionale di Transizione, al tempo presieduto dal liberale Mahmoud Jibril,

jibril- in foto

jibril- in foto

hanno cercato di affermarsi politicamente sul vasto territorio libico ma il confuso quadro istituzionale e le profonde discrasie interne, sia a livello miliziano che politico, hanno condotto il Paese in una irreversibile involuzione che a tutt’oggi sta attanagliando tutti gli alvei istituzionali e/o stratificazioni sociali.

Nello specifico, l’articolazione parlamentare scaturita dalle prime elezioni politiche del dopo Gheddafi, tenutesi nel luglio 2012, ha nel tempo perso legittimità nei confronti sia dei cosiddetti Thuwar sia di tutte le altre realtà tribali presenti nel Paese a causa di interessi politici ed economici di una o l’altra milizia che hanno continuato, comunque, a prevalere. Tale stallo politico ha moltiplicato le già numerose problematiche che attanagliavano la LIBIA e per tale motivazioni si sono rese necessarie ulteriori elezioni al fine di implementare un proficuo processo politico che culminerà con l’ulteriore tornata elettorale del 25 giugno 2014. Con tale ulteriore prova di democratizzazione si è però determinata un’ulteriore discrasia tra una preponderanza della popolazione maggiormente liberale, determinata a ridare vigore alle aspirazioni di democratizzazione, ed una minoranza islamista[1]. Quest’ultima, in particolare, è stata spinta dal movimento ideologico-sociale dei Fratelli Musulmani che nell’area (non solo libica ma egiziana e turca, in particolare) permeano le più basse stratificazioni sociali e che in LIBIA hanno determinato profonde fratture a tutti i livelli (in particolare su quelli politici e delle milizie). I risultati elettorali, nonostante le pressioni del citato movimento islamico, hanno visto il prevalere della componente “liberale”, che però ha condotto il Paese su una disarticolata contingenza politica che ha determinato una frattura all’interno del Paese che ha portato all’istituzione di due realtà politiche tutt’ora esistenti:

1- Un’Assemblea parlamentare eletta legittimamente con le citate elezioni del 25 Giugno 2014 che al momento risulta essere l’unico organo istituzionale libico riconosciuto dalla Comunità Internazionale. La stessa opera da TOBRUK (nella Regione della Cirenaica, sita nelle aree orientali del Paese). Tale istituzione politica è sostenuta dalle forze fedeli al rinomato Generale Khalifa Haftar e dalle milizie berbere di ZINTAN (regione geografica localizzata nel Sud Ovest di TRIPOLI). Tutte queste milizie sono state ammassate in una configurazione embrionale di Esercito denominato “Esercito di Liberazione Nazionale”.

2- Il decaduto Congresso Generale Nazionale di TRIPOLI ossia il Parlamento uscente che avrebbe esaurito il proprio incarico con le elezioni di Giugno 2014 ma che, ancora oggi, rappresenta le istanze della componente islamica è appoggiato dall’alleanza militare riconducibile alle milizie di MISURATA (importante città commerciale costiera, roccaforte dei Fratelli Musulmani).

Il rapporto esistente tra moltissime Katibe (termine arabo che significa “Unità” militare costituite da Thuwar su un articolazione di tipo militare) e le due componenti politiche summenzionate hanno portato il Paese a legare indissolubilmente gli scontri sul terreno agli sviluppi politici. In particolare al momento troviamo due operazioni e articolazioni pseudo militari :

  • Operazione Alba Libia, condotta sulla Capitale dai Tuwar affiliati per la maggior parte alle milizie misuratine, nell’ottica di sradicare il fronte miliziano opposto da TRIPOLI, tentativo ad oggi raggiunto e ancora in essere.
  • Operazione Dignità sviluppata inizialmente in Cirenaica (in particolar modo in Benghasi e Derna), avviata dal Generale HAFTAR quale operazione con peculiarità iniziali di contrastare lo sviluppo del terrorismo, in riferimento alla nascita/espansione/evoluzione del famigerato Islamic State o nella sua traslitterazione araba di DAESH. Tale operazione, nel tempo, ha allargato i suoi obiettivi fino a voler riconquistare Tripoli.
bernardino leon

In Foto Bernardino Leon

La situazione creatasi e l’aumento delle attività di immigrazione clandestina, derivata principalmente dalla mancanza di una qualsiasi sorta di statualità, ha portato ad un intervento della Comunità Internazionale. In particolare, quest’ultima, mediante una missione denominata UNSMIL, presieduta dal Sig. Bernardino Leòn,

sta cercando di coinvolgere i Paesi viciniori al dialogo con i vari attori libici e parallelamente ha l’obiettivo primario di implementare un percorso volto alla creazione di un Governo di Unità Nazionale attraverso il quale avviare a 360° il processo di ricostruzione del Paese.

Per concludere possiamo affermare che la strada di riappacificazione libica è alquanto ardua a causa in primis del contesto regionale che ha visto prima la guerra in Mali e poi l’emergere e l’espandersi dell’Islamic State non solo nel contesto libico ma anche in quello iracheno e siriano nell’ottica della creazione del cosiddetto Califfato islamico. Per tali motivazioni si è portati a considerare che l’attuale stallo politico istituzionale libico, qualora non risolto in tempi brevissimi, favorirà sempre maggiormente l’espansione delle componenti estremiste nel Paese.

In estrema sintesi, se l’attività diplomatica, ed in particolare la missione europea contro le attività di immigrazione clandestina, non verrà a breve implementata e le due componenti che ad oggi governano il Paese non troveranno un accordo per la costituzione di un Governo di unità Nazionale, l’eventualità di cedere ampio controllo territoriale all’Islamic State è cosa certa.

[1]Da sottolineare che in Libia tutte le componenti presenti sono “islamiche” ma concettualmente l’approccio politico delle varie entità (intese quali politiche, tribali, miliziane) è stato, a livello ideologico, differente.

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La Moschea

Nel mondo islamico si definisce Moschea ogni luogo destinato alla preghiera, la parola araba Masgid significa letteralmente luogo di prostrazione, uno spazio costruito con lo scopo di praticare la sottomissione e l’abbandono al volere di Allah.moschea

Ci sono due tipologie di Mosche, jama’a e masgid, la principale Moschea è jama’a, nella maggior parte dei casi sono governate da autorità statali; si presentano spesso adornate e ricche di decori, mentre le masgid sono più piccole e semplici, più frequenti nelle piccole comunità per ospitare quantità di persone inferiori.

 

La prima Moschea fu costruita da Maometto, nel 622 e rappresenta l’intera vita delle comunità nelle quali si trova. Vediamo cosa c’è internamente: in tutte le Moschee c’è una nicchia semicircolare nel muro che indica la direzione della preghiera, verso la  Mecca, accanto c’è sempre un Mihrab ovvero un piccolo pulpito cui si accede attraverso gradini e da lì viene guidata la preghiera del venerdì, commentano passi coranici applicandoli poi alla realtà durante la predicazione. 

Esternamente alla Moschea, nel cortile, c’è quasi sempre un posto dedicato alle abluzioni, nel quale i fedeli possono lavarsi prima di entrare nella casa di Allah, in modo da non portarvi dentro nessuna impurità. Sempre all’esterno della Moschea c’è spesso un minareto, di solito una torre. Lo scopo del minareto è sia estetico sia funzionale: è dall’alto di esso che il muezzin chiama i fedeli alla preghiera cinque volte al giorno, ed è esso che rende riconoscibile, anche da lontano, la presenza di una Moschea.

interno moscheaIn molte Moschee si trovano anche reliquiari, nei quali sono custoditi parti del corpo o oggetti che sono appartenuti a personalità religiose a santi o anche ai compagni di Profeta. Di solito si trovano poi nelle Moschee tappeti e lampade.

Quando qualcuno entra in una Moschea deve togliersi le scarpe come fece Mosè quando parlò la prima volta con Dio, nella valle santa di Tuwa.

È una buona norma entrare ponendo in avanti il piede destro e recitando benedizioni per Maometto e alla sua famiglia.

 

Un musulmano può pregare ovunque,moschea interno

ma la preghiera fatta accanto agli altri fedeli, nel luogo espressamente a essa dedicato, è considerata più meritevole di fronte a Dio.

 

Fonti: L’atlante dell’Islam

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La donna nell’Islam

Nel mondo occidentale spesso si descrive la società islamica come un mondo ossessionato dalla differenza sessuale, la maggior parte dei musulmani risponde di solito alle accuse occidentali sostengono che l’Islam tratta con grande rispetto e sensibilità le donne, dando loro un ruolo di primo piano nella vita familiare.

Per quanto riguarda il vestiario delle donne, in particolar modo del velo, una studiosa islamica, Leila Ahmed ha scritto che enormi energie sono state dedicate da uomini musulmani, e poi anche da donne, per arrivare alla rimozione del velo e altrettante ne sono state dedicate da altri musulmani per la sua affermazione e restaurazione. una donna col velo

Per quanto concerne l’uso del velo, l’Islam ha chiesto alla donna di coprirsi totalmente eccetto il viso, le mani e i piedi. Il discorso di coprirsi il viso è una cosa pre-islamica. Esisteva prima dell’Islam, ma anche successivamente queste usanze sono rimaste, tuttavia non esiste un’età in cui decidere di indossare il velo, in quanto fa parte della sfera personale di ogni ragazza/donna.

Durante la quotidianità, la donna si occupa interamente della sua casa, non ha il permesso di uscire fuori dall’abitacolo, anzi se deve recarsi a fare la spesa, al mercato o alla visita dei parenti, può, solo in questo caso, uscire da casa con un maschio, anche se d’età di sei o dieci anni, l’importante è essere sempre accompagnati da un uomo; tuttavia è buona usanza che la donna non guardi negli occhi altri uomini e durante tutta la quotidianità vige la regola del rispetto e servilismo referenziale verso l’uomo.

Statistiche usanze vestiario della donna

Statistiche usanze vestiario della donna

Il problema però è un altro: non solo la discriminazione nei confronti delle donne è un fatto incontestabile in un certo numero di stati Islamici, come Afghanistan e Arabia Saudita ma va detto che questo comportamento ha solide basi in un’interpretazione letterale non solo della Sharia’ ma anche del Corano. Il testo sacro afferma sia l’uguaglianza spirituale fra gli uomini e le donne tra razze diverse, sia sancisce la disparità giuridica con una serie di precise norme e disposizione che dispongono le donne in una situazione di obiettivi inferiorità sociale. Il Corano stabilisce che in alcuni tipi di processo la testimonianza della donna valga la metà di quella di un uomo e quindi una donna la cui parola sia contro quella di uomo deve far confermare la sua testimonianza da un’amica. L’applicazione di questa norma crea anacronismi nella società

Alcune donne che pregano nella parte di Moschea dedicato loro

Alcune donne che pregano nella parte di Moschea dedicato loro

contemporanea, dove le donne hanno tutte le possibilità di accedere all’istruzione e al sapere anche di queste materie e dove le facoltà universitarie producono ogni anno moltissime donne laureate, anche in materie come l’economia.

La schiavitù della lettera non deve far perdere di vista il fatto che il Corano è nato anzitutto come un messaggio di liberazione: sia per gli uomini che per le donne.

 

« Le donne divorziate osservino un ritiro della durata di tre cicli, e non è loro permesso nascondere quello che Allah ha creato nei loro ventri, se credono in Allah e nell’Ultimo Giorno. E i loro sposi avranno priorità se, volendosi riconciliare, le riprenderanno durante questo periodo. Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori. Allah è potente, è saggio. »

 

(sura 2 verso 228)

 

Fonte: L’atlante dell’Islam.

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Gli ultimi anni della vita di Maometto

La gente di Medina gioì all’arrivo di Maometto e dei suoi seguaci, in qualche modo questo è facilmente comprensibile, dato che molti lo avevano già conosciuto nel corso dei suoi viaggi alla Mecca e tanti altri avevano sentito parlare di lui.

Uno dei primi problemi fu accogliere le decine di seguaci musulmani che arrivavano a Medina, che a quei tempi si presentava come un raggruppamento di case e capanne vicino ad un’oasi.Medina

La prima idea di Maometto fu quella di chiedere ad ogni medinese ricco di ospitare un musulmano, questa proposta fu accolta anche dai più poveri ma molti musulmani, non d’accordo con tale proposta, chiesero al Profeta di mostrare loro il mercato e dissero che se la sarebbero cavata lavorando e guadagnando. Nonostante le diverse ipotesi, Maometto si trovò ad affrontare un problema molto più grande poiché mancava il sostegno alla sua gente, dovette trovare una soluzione, quindi ecco cosa fecero: gli emigranti musulmani diventarono ben presto predoni del deserto. Il primo evento fu nel 623, il cosiddetto Raid di Nakhla, dove morì una persona e questo fatto destò scalpore, dato che nel mese sacro non era possibile versare del sangue, all’improvviso però il Profeta dichiarò di aver avuto una dichiarazione da Allah e le acque si calmarono.

L’anno successivo avvenne una nuova razzia, molto più grande, denominata la guerra santa contro gli infedeli;guerra

successivamente, Maometto fece costruire una trincea intorno la città e i nemici, una volta arrivati, si accamparono per un mese però alla fine dovettero mollare la presa e tornare nelle proprie terre.

In questo preciso momento di euforia, Maometto prese un’orribile decisione: ordinò di massacrare gli ebrei, mille uomini vennero decapitati, bambini e donne furono venduti come schiavi.

Un evento gravissimo accadde nel 625, i Musulmani furono sconfitti a campo aperto e lo stesso Maometto fu ferito, la moglie di uno dei Meccani si buttò sullo zio del Profeta, gli strappò il cuore e se lo mangiò. A quel punto un esercito di musulmani viaggiò verso la Mecca, la città cadde senza opporre resistenza e i suoi capi vennero portati davanti al Profeta che, con grande meraviglia di tutti, li lasciò andare via liberi, senza ucciderli. Non fu una mossa qualsiasi, anzi lo fece per appiattire sempre di più le differenze religiose createsi con gli anni, oltre a volerli perdonare per volere di Allah.

Pochi mesi dopo tenne un sermone nella valle e tale sermone venne denominato Il sermone dell’addio, dove il Profeta disse: Popolo, ascoltate le mie parole, nessun profeta o apostolo verrà dopo di me, nessuna nuova fede sarà portata agli uomini. Non fate del male a chi non ne ha fatto a voi, tutti i fedeli sono fratelli.

Pochi mesi dopo tale sermone, Il Profeta si ammalò, morì poco tempo dopo, pronunciando le sue ultime parole

O Allah, con la compassione dell’Altissimo.

Era il 632.

 

Abbiamo visto, attraverso le tre tappe, la vita di Maometto, dalle prossime puntate, vedremo nello specifico determinati argomenti trattati all’interno del Corano.

 

Fonte: L’atlante dell’Islam.

 

 

 

 

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La vita di Maometto- Parte2

Quando Maometto aveva circa quarant’anni, era un uomo stimato, di successo e  Il profetasoprattutto ricco però le Hadit (raccolta di storie su Maometto) lo descrivono inquieto e insoddisfatto. Il vero problema di questo periodo è la vita religiosa che conducono i concittadini di Maometto, infatti a tal proposito il Profeta decise di recarsi molto spesso in isolamento nel deserto per raggiungere un certo grado di concentrazione e la pace interiore.

 

Maometto nel deserto

Durante una di queste notti, si presentò davanti al Profeta un raggio di luce, dentro il quale si distingueva una figura alata che confessò a Maometto che quest’ultimo avrebbe rappresentato Allah sulla terra. Su questo primo incontro, ci sono svariate versioni ciò che è comune a tutte è la reazione di Maometto, che si sente sconvolto per ciò che gli è accaduto.

A mano a mano che le visioni aumentano, Maometto capisce che è arrivato il momento di comunicarlo al suo popolo.

I meccani reagirono con ostilità alla rivelazione di Maometto, poiché ciò che l’arcangelo gli trasmetteva mano a mano si precisò come un intransigente monoteismo. << Non c’è altro Dio che Allah>> divenne una delle frasi più ripetute dai seguaci di Maometto. L’annuncio del Profeta, gli fece guadagnare da subito numerosi fedeli, la nuova religione si chiamò Islam (sottomissione alla volontà di Dio) e i suoi seguaci vennero chiamati Musulmani, ovvero coloro che si sottomettono.

Tuttavia nel corso del tempo Maometto rifiutò qualsiasi compromesso e quando suo zio Abu Talib lo invitò a moderare i termini, il Profeta con una forte decisione disse:

Se anche mi dessero il sole nella mano destra e la luna nella sinistra, chiedendomi di abbandonare la mia missione…io non l’abbandonerei.

Abu Talib, commosso dalla risposta del nipote, decise che non l’avrebbe mai abbandonato. Il successo di Maometto si espanse a macchia d’olio e nonostante numerosi problemi con l’opposizione alla predicazione dei musulmani, il Profeta riuscì a vincere contro ogni forma di boicottaggio.

Nel 619 il Profeta perse la moglie Kadigia e suo zio Abu Talib.

Durante gli anni passati, Maometto divenne sempre più oggetto di persecuzioni, ma accadde un fatto insolito: Dio stesso si presentò da Maometto, durante un viaggio mistico tra Mecca e Gerusalemme e, seguito da un’ascensione, il Profeta salì i sette cieli della creazione, dentro i quali incontrò Davide, Salomone, Mosè, Gesù, Abramo, Ismaele e Adamo. Islam

Nel 622 Maometto decise di spostarsi e di trasferire la sua predicazione in un paese vicino, Yathrib, questo è un momento molto importante per l’Islam tant’è che da quel momento cominciarono a calcolare il loro calendario.

La tradizione parla di un attentato da parte dei Meccani alla vita di Maometto, che, una volta arrivati nella sua abitazione e appena capirono che il Profeta non era lì, si misero subito alla sua ricerca e una volta trovato, nel Deserto, Maometto si ritrovò con il suo amico Abu Bakr, contro dodici uomini allora decisero di nascondersi nella grotta e miracolosamente un gigantesco ragno cominciò a tessere la tela fuori dalla grotta ed una grande colomba arrivò per covare i propri piccoli; i dodici uomini, videro il nido e capirono che nella grotta non c’era nessuno e in questo modo, Il profeta e Abu Bakr, furono salvi.

A partire da questo momento, avremo una netta cesura storica tra Tempo della culturale tribale (prima dell’egira) e tempo della comunità islamica (dopo l’egira).

Nel prossimo appuntamento vedremo Medina e gli ultimi anni della vita di Maometto.

 

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Maometto

Secondo una delle più accreditate tradizioni, il futuro profeta sarebbe nato ‘nell’anno dell’elefante’, cioè nell’anno in cui il sovrano dello Yemen mandò una spedizione militare ad attaccare la Mecca con lo scopo di distruggere il Tempio della pietra nera, l’importante santuario dove le tribù nomadi dell’Arabia celebravano i propri rituali.

Maometto

Maometto

La spedizione yemenita fu un disastro dal punto di vista militare, ma la presenza in essa di un elefante colpì l’immagine dei Meccani che, in seguito, denominarono quell’anno ‘dell’elefante’ riferendosi a quello specifico ricordo.

Maometto non fu un bambino fortunato: il padre Abdallah morì prima della sua nascita mentre la madre Amina morì quando lui aveva circa sei ani. Di queste vicende si trova un eco molto chiaro nel Corano, dove si parla del rapporto tra Allah e Maometto come quello di un padre con un figlio adottivo. 

 

 

Non è vero che ti trovò orfano e ti ha raccolto?

Non è vero che ti trovò traviato e ti ha guidato alla verità?

Che ti trovò povero e ti ha arricchito?

 

hadit- sirah

Hadit, Sirah.

Per esempio nella Sirah (una delle Hadit, ovvero una delle storie su Maometto), vengono riferiti molti piccoli episodi sulle cure attente e rispettose che il nonno di Maometto dedicò al nipote ormai orfano e affidato alla sua custodia

Scopo del racconto è quello di comunicare la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di grande e misterioso, che chiunque si avvicinava al bambino non poteva fare a meno di provare. In ogni caso quell’oscura intuizione del nonno di Maometto era destinata di lì a poco a trovare una misteriosa conferma. Stando a un altro episodio raccontato nelle Hadit, un giorno un angelo si avvicinò a Maometto bambino, che stava pascolando le pecore. Secondo un’altra versione gli angeli erano due; secondo un altro racconto erano delle misteriose figure vestite di bianco. In tutte le versioni comunque un personaggio enigmatico si avvicinò al bambino e gli aprì fisicamente il petto per estrarne il cuore, e lavarlo con neve purissima, dopo averne estratto un grumo nero. L’angelo rimise il cuore nel petto del bambino che riprese vita e fu da allora in poi libero dal male e del peccato.

La rivelazione dell'angelo a Maometto

La rivelazione dell’angelo a Maometto

 

Una cosa è certa: Maometto visse in un ambiente dedito al commercio su grande scala, numerose carovane di mercanti partivano dalla loro città per raggiungere le zone più remote del mondo islamico. La vasta pratica del mondo del commercio lasciò un segno nel linguaggio del profeta, in effetti nel Corano troviamo diverse espressioni che sembrano prese da questo mondo, per esempio le azioni degli uomini sono valutate con bilance di precisione, a prova di errore.

Per i Musulmani, Maometto è solo un tramite, è stato Dio stesso a dettargli l’intera rivelazione, che costituisce il Corano.

Col passare del tempo Maometto fece diversi viaggi, in un’occasione particolare lo fece per incarico di una ricca vedova Kadigia, del clan di Assad. Kadigia, impressionata dal carattere di Maometto, decise di sposarlo e questo fu una tappa molto importante della vita del profeta: egli infatti come figlio minore era escluso dall’eredità paterna secondo il diritto arabo e avrebbe dovuto vivere del suo lavoro. Con il matrimonio, invece, entrava in possesso dei capitali che gli consentirono di condurre un’attività economica in proprio e su larga scala.

Fino a che Kadigia fu viva Maometto non ebbe nessun’altra moglie, anche se le consuetudini arabe prevedono la possibilità di poligamia. La coppia ebbe sei figli, di cui i due maschi morirono in tenera età.

 

 

Eccovi raccontati i primi anni di Maometto, poco prima della Rivelazione e della Predicazione. Nel prossimo appuntamento vedremo le tappe decisive e finali della vita del Profeta.

 

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Fonti: L’atlante dell’Islam.

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Il Corano come libro sacro

il corano

Una pagina del libro sacro, il Corano

L’Islam è una religione monoteista manifestatasi per la prima volta nella Penisola araba, nella cittadina higiazena de La Mecca, nel VII secolo dell’era cristiana ad opera di Maometto (in arabo: محمد Muḥammad).

 

Il Corano (Qur’àn) è il libro sacro che viene da Dio, rivelato a Maometto per mezzo di Gabriele, è diviso in 114 capitoli, di lunghezza varia, denominate Sure. La disposizione delle sure va approssimativamente dalla più lunga alla più breve quindi le sure dettate da Maometto nella parte finale della sua vita, in realtà sono all’inizio del libro mentre le prime sure sono alla fine. Ogni sura ha quattro indicazioni: titolo, l’invocazione rituale chiamata Bashmala, l’indicazione del luogo nel quale è stata composta la sura e delle lettere isolate, dal significato sconosciuto.

 

In foto la prima sura del Corano

In foto la prima sura del Corano

La prima sura ricopre un ruolo molto importante infatti è definita Aprente, forma la prima parte di ogni preghiera musulmana ed è ripetuta almeno 17 volte durante il giorno.

Nel suo insieme il Corano si presenta come un lungo discorso da Dio agli uomini, attraverso il Profeta Maometto.

Nel Corano non ci sono distinzioni di razze, sessi o regioni, Dio è una realtà totalmente trascendente rispetto agli uomini e non può essere quindi il Dio di un popolo in particolare. Quest’idea di un Dio unico, origine del mondo, ma superiore e separato dal mondo, è una di quelle su cui il Corano insiste di più, assieme a quella della corretta relazione degli uomini rispetto a Dio, che consiste nel rispetto e nell’obbedienza ai suoi precetti.

Gli uomini sono responsabili nei confronti di Dio, che chiederà conto delle loro azioni. Non a caso moltissimi versi del Corano sono dedicati a celebrare la ragione umana e le virtù che derivano dal suo uso.

Durante la preghiera

Durante la preghiera

Per esempio il Corano prescrive che il musulmano non debba praticare l’usura, ciò per i Musulmani ha significato, storicamente, dover costruire una società in cui non c’è spazio per il prestito con interesse: pertanto nel mondo musulmano non c’è nulla che somigli al nostro sistema bancario e quando i Musulmani immigrati nei Paesi occidentali hanno chiesto aiuti statali per costruire le loro moschee hanno dovuto rifiutare quegli interventi che consistevano in mutui agevolati, perché accettarli sarebbe stato in contraddizione con i loro principi religiosi.

 

Vediamo ora delle informazioni di base sul Corano:

  • È scritto su pagine venerande, sublimi e pure, per mano di scribi nobili e giusti.

  • Nessuno può cambiare il Corano.

  • È stato rivelato nel mese del Ramadàn

  • È stato rivelato in lingua araba.

  • Se dio volesse, potrebbe riprendersi il Corano.

  • Contiene tutti i segreti della terra e del cielo.

La distribuzione geografica della religione Islamica è molto variegata, tant’è che non è possibile racchiudere i dati in un grafico, vediamo insieme le regioni più coinvolte, attraverso un’immagine molto chiara.

Islam by country

Islam by country

 

 

Nella prossima puntata della rubrica, potremo approfondire un nuovo argomento dell’Islam, per addentrarci in questa cultura molto interessante e variegata.

 

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Tutto il materiale da me citato è frutto di studi, sui seguenti testi: Il Corano,Atlante della storia.

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