Marco Ferreri con Franco Spirito

“Il decisivo assalto alla sconvenienza non può che passare attraverso la scrittura, con successiva distruzione satirica, ricostruzione buddhista e accettazione finale”.

Con questa riflessione introduco il nuovo romanzo di Marco Ferreri, Franco Spirito, edito da Aletti, che ci catapulta nel vortice caotico della personalità umana. Un viaggio introspettivo attraverso gli occhi di Franco Spirito, voce narrante e protagonista che ci narra parte della sua vita nel corso degli anni, in un susseguirsi di eventi trascorsi alla ricerca dell’identità. Assunta dapprima l’identità di King inseguendo il sogno di affermarsi come scrittore di successo, fallendo, diventa poi l’instabile Luca, coltivando una serie di relazioni che insieme alle sue riflessioni lo tengono “sballottato per mesi in un vortice di disordine mentale”. Alla fine tutto diventa chiaro, e in un dialogo interiore ecco che si manifesta la realtà… la trasfigurazione finale.

Molto particolare, con un linguaggio accessibile ma non adatto per una lettura leggera, per la sua ricchezza di metafore, introspezioni e analisi sulla vita e la natura umana. Ottima scelta per chi ricerca l’evoluzione interiore al fine di approcciarsi meglio con il mondo circostante.

Come nasce questo libro?

In un passo del romanzo, Luca definisce la realtà come una continua storia interiore che ci narriamo per cavarne un senso di coerenza. “Franco Spirito” è proprio questa storia, in tutte le versioni che hanno affollato la mia interiorità. Non ha una vera e propria genesi, è sempre stato nel mio inconscio vorticando e mutando forme, situazioni, intrecci e attori.

Sicuramente, nel generare la spinta che mi ha permesso di trasporlo su carta vi era un desiderio comunicativo, la volontà di mettere un punto a certe esperienze, vere o immaginarie che fossero, e di dire la mia su alcune tematiche fondamentali per non perdere se stessi, o per ritrovarsi. Nonché quella di mettermi alla prova e dimostrare di essere in grado di trasformare, modellare e rielaborare il mio universo interiore in una storia lunga e coerente. In breve, ho concepito “Franco Spirito” come una prova di maturità letteraria, psicologica e spirituale.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

I messaggi sono molteplici e trasposti su tre piani: psicologico, filosofico e metafisico. Tuttavia, possono essere riuniti sotto un unico grande cappello: l′identità e la felicità dell′essere sono costituite dall′equilibrio tra le sue componenti, che per loro natura sono conflittuali e dicotomiche. Per raggiungere tale semplice verità il percorso di maturazione è tortuoso, costellato di sofferenze, pericoli e inganni, spesso autoprocurati. Tuttavia, non bisogna annegare dentro il mare della ricerca interiore, poiché fare ciò sarebbe un′estremizzazione: trovare il proprio senso delle cose è vitale, ma saperlo mettere da parte con una sana risata lo è ancor di più. E viceversa.

Riassumendo, il messaggio di fondo è: «Ogni cosa giusta rivela il suo contrario».

Leggi il mio libro perché…

Si tratta, almeno nelle intenzioni, di un tentativo di “fare letteratura”, una sfida concettuale al lettore come la intendeva Nietzsche e come non se ne vedono molte nell′editoria contemporanea. È un′occasione per conoscere tre punti di vista inconsueti sulla realtà, e, confrontandosi con essi, riesumare oppure lasciarsi definitivamente alle spalle alcune riflessioni esistenziali. Chi è alla ricerca di qualcosa dentro di sé lo troverà certamente utile. Chi non lo è o lo ha già trovato, beh, spero che possa apprezzare un′esposizione pulita e scorrevole della contorta complessità dei tre livelli dello spirito.

Progetti futuri?

Durante l′estate mi dedicherò alla promozione di questo romanzo, purtroppo a rilento perché sto operando molti cambiamenti nella mia vita privata, al fine di darle la direzione che ho sempre bramato. Inoltre, sto coltivando assiduamente il profilo Beneaththemask 00 sui social e su Wattpad, dove pubblico regolarmente racconti ed estratti dei prossimi lavori. Per l′autunno conto di raccogliere i migliori in un e-book, che spero sarà pronto per quando saremo al Salone del Libro. Inoltre, “Franco Spirito” avrà due sequel, dedicati alle due maschere King e Luca Giovine, ma ci vorrà un po′ perché ho intenzione di stravolgere la struttura della narrazione. Infine, ho in cantiere da quasi un decennio una serie fantasy/digital punk, “Elmur II”, il cui primo capitolo è piuttosto avanti nella stesura e con buona probabilità sarà completo entro l′anno.

Conclusioni?

“Franco Spirito” non è un libro per tutti, come molti mi hanno fatto notare. E non voleva esserlo. Le storie per intrattenere arriveranno, ma qui l′intento era più ampio: rappresentare una ricerca, manifestare una sensibilità e comunicare una visione. Sulla riuscita o meno di tale tentativo, mi rimetto al giudizio dei lettori.

Concludo dicendo che se il lettore si è sentito messo alla prova anche solo un quarto di quanto è successo a me durante la stesura, “Franco Spirito” ha centrato il suo obiettivo.

Il libro merita 4 stelle su 5

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“Ufficio lettere perdute” di Stefano Mondini

“Perché vi racconto tutto questo? Perché un bel giorno, come un fulmine a ciel sereno, la combriccola della Stanza 7 avrebbe accolto un altro personaggio che diverrà centrale in tutta questa faccenda, e che avrebbe cambiato tutti gli equilibri, un personaggio che mi avrebbe spinto a raccontarvi questa storia”.

Stefano Mondini, celebre doppiatore dell’odierno panorama cinematografico, oggi fa sentire la sua voce tra le pagine di Ufficio Lettere Perdute, edito da Mosaico Edizioni.

La vicenda qui narrata riguarda un gruppo di impiegati presso un ufficio postale di Angers tra il 1967 e il 1968; fin qui nulla di particolare, penserete, ma a rendere il tutto più originale è il narratore, un “personaggio” molto particolare. Si tratta in effetti di una stanza! O meglio la stanza, l’Ufficio Lettere Perdute dove appunto lavorano questi impiegati allo scopo di consegnare lettere prive di mittente o destinatario. Come se avesse una coscienza propria, l’Ufficio ci racconta fin dall’arrivo di un nuovo dipendente, il giovane e attraente Febo, giunto dal lontano Canada. Questi, piuttosto misterioso e vago sul suo passato, ben presto conquisterà la fiducia dei suoi colleghi iscrivendoli come coro al prossimo concorso canoro di Parigi e aiutandoli a modo suo in varie questioni personali. Il tutto sotto l’occhio invisibile ma attento della Stanza.

Stefano Mondini dimostra grande capacità nel raccontare questa vicenda, combinando un’ambientazione tutta nuova – ben lontana dagli standard letterari – e un narratore originale e pittoresco, che ci scaglia lontano, in un’altra epoca, pregna del “fascino” che ancora possedevano le lettere scritte a mano. Questo è forse il maggior intento dell’autore: attraverso questa storia affascinante e descritta con uno stile limpido e incalzante, ci consente di ricordare un vecchio “potere” della parola scritta. Il gusto di una volta, fatto di carta e inchiostro, di tempo per decidere con una penna tra le mani cosa scrivere e inviare al destinatario. Ufficio Lettere Perdute è carico di questa e altre verità, frutto del lavoro di un uomo che ha fatto della voce la fonte del suo successo… e senza dubbio ne otterrà ancora con quel che ha scritto.

Come nasce questo libro?

Nasce dalla voglia di raccontare l’interazione delle persone. Poi mi piaceva molto raccontare la coesione tra le persone attraverso qualcosa che potesse unirle in modo da non snaturare ciò che sono. In questo caso la musica. E non ultimo il far raccontare tutta la storia da un punto di vista molto diverso dalla norma, ovvero da un ufficio e non da un narratore umano, mi ha appassionato.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Intanto vorrei far conoscere ai più giovani gli albori del ‘68, ma solo lo sfondo, far capire loro come era il mondo in quel momento di passaggio. E che insieme si può ottenere tanto, soprattutto in un momento molto individualista come è oggi.

Leggi il mio libro perché…

Perché voglio far divertire le persone, le voglio far sognare. Sarà che sono un sognatore da sempre e credo che sognare sia il sale della vita.

Progetti futuri?

Ho già un paio di idee per un nuovo romanzo, devo scegliere quale inseguire. E ho in mente anche un testo teatrale che andrebbe ad aggiungersi agli altri che ho già scritto. Nel frattempo continuerò il mio lavoro di doppiatore e di insegnante.

Conclusioni…

Far parlare i muri è stata un’esperienza che mi ha molto arricchito. Calarsi in cosa avrebbe pensato un ufficio mi ha stimolato molto e sfido il lettore a immaginare il finale di questo romanzo.

Il libro merita 5 stelle su 5.

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“Galassie Perdute 3 di Vittorio Piccirillo”

Vittorio Piccirillo torna nel mondo editoriale con un nuovo libro “Galassie Perdute 3”, dove la fantascienza gioca un ruolo principale.

Dopo le tragedie che hanno sconvolto la sua esistenza, Kendra si è prefissata un unico obiettivo: lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo. Cosa non facile, ma non è sola. I suoi compagni sono al suo fianco, la sostengono, la fanno sentire al sicuro. Insieme a loro sente di poter andare avanti, di essere in grado di costruire qualcosa di nuovo.

 Tuttavia il destino ha altri piani.

Sebbene le forze misteriose che hanno tramato nell’ombra siano state sconfitte, il cupo retaggio del suo passato, che ha rifiutato ma dal quale non riesce a liberarsi, continua a tormentarla. Nel frattempo, una nuova minaccia tesse la sua tela proprio attorno a Kendra e ai compagni, in paziente attesa del momento migliore per farli cadere in trappola. Quando i tre se ne rendono conto è ormai troppo tardi. Ancora una volta la giovane è costretta a confrontarsi con il dolore e con la paura, a lottare per la sua stessa vita, ad affacciarsi pericolosamente sul baratro dell’oscurità.

Come nasce questo libro?

Come indicato nel titolo, “Galassie Perdute – Libro terzo: Privazione” è il terzo romanzo di una serie che comprende “Galassie Perdute – Libro primo: Innocenza” e “Galassie Perdute – Libro secondo: Coscienza”. In questo volume ritroviamo la protagonista Kendra alle prese con le conseguenze delle scelte che ha fatto in precedenza, e assistiamo alla sua progressiva crescita interiore a mano a mano che si confronta con nuove esperienze. Intanto, da un lato appaiono nuovi antagonisti e dall’altro ne rientrano in scena alcuni che sono già stati respinti ma non sono disposti ad arrendersi così facilmente.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

All’interno della serie vi sono due grandi linee guida. La prima è la necessità di prendere coscienza che tutte le nostre scelte, anche quelle in apparenza più banali, hanno conseguenze che non immaginiamo: è un’esortazione a compiere ogni azione in modo responsabile, tenendo conto che esistono anche gli altri. La seconda è che dobbiamo conservare la nostra identità e la nostra integrità morale a qualsiasi costo, senza lasciarci condizionare dalle situazioni e senza permettere a nessuno di imporci ruoli nei quali non ci riconosciamo.

Leggi il mio libro perché…

Perché si tratta di un romanzo di fantascienza e in particolare di space-opera. Pagina dopo pagina, seguiamo Kendra in una serie di avventure ricche di azione, che ci conducono in luoghi suggestivi ed esotici negli angoli più remoti del cosmo. Nel mentre, insieme alla protagonista ci soffermiamo a riflettere sulle situazioni e non possiamo che provare le stesse, intense emozioni.

Progetti futuri?

Al momento è in fase di realizzazione il quarto volume di questa serie che mi sta regalando grandi soddisfazioni, grazie anche al tuo insuperabile contributo. Se le cose continueranno in questo modo resta un ampio margine di manovra, perché le vicissitudini di Kendra sono tutt’altro che concluse. Vi sono altri progetti in cantiere, ma come sai non amo parlare delle cose prima di farle, quindi mi limiterò a dire a chi legge di seguirmi e stare a vedere.

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“Eterno Autunno” di Luca Angelo Spallone

“Ecco allora che nell’oscurità del mondo, saturo di violenza, guerre, contagi e cronaca nera, i libri possono e devono essere i nostri piccoli barlumi di luce, le torce grazie alle quali si può entrare nelle caverne, le scintille che accendono il fuoco e ci guidano verso un’uscita di sicurezza personale”.

Una magistrale prefazione quella che ci introduce alla lettura di Eterno Autunno, opera d’esordio di Luca Angelo Spallone edita da i Robin&Sons.

L’autore ci regala in questo volume dodici storie brevi, dodici episodi da brivido che spaziano tra l’horror, il thriller e il fantastico. Incubi, per definirli tutti insieme sotto un’unica parola. Un susseguirsi di eventi soprannaturali e drammatici che, seppur slegati l’uno dall’altro nei contesti, sfociano tutti in un’esplosione di puro orrore. Leggendo queste storie si farà presto ad accostare il nome di Spallone a quello del grande Stephen King, data la “potenza” dell’incubo che l’autore riesce a esprimere tra le righe, storia dopo storia. Pagine scorrevoli ma cariche di dettagli cruenti, che coinvolgono il lettore in un viaggio inquietante dall’inizio alla fine insieme ai numerosi personaggi protagonisti di queste scene, a volte vittime, a volte autori, di fantasiosi orrori. In definitiva, Eterno Autunno si rivela un titolo promettente che rimarrà impresso nella mente dei suoi lettori come un film.

Il libro merita 5 stelle su 5.

Come nasce questo libro?

In realtà scrivere mi è sempre piaciuto. Avevo già pubblicato qualcosina in giro, ma non so perché, non avevo mai tanto preso in considerazione l’idea di creare un libro tutto mio. Poi i racconti che scrivevo per semplice diletto hanno cominciato ad accumularsi e così sono arrivato alla fine. Possiamo forse dire che è stata una naturale evoluzione del processo creativo in atto, anzi – meglio ancora – l’ovvia conclusione. Però, se vogliamo parlare in termini più pratici, un libro di dodici racconti ha ovviamente dodici inizi diversi e dodici conclusioni altrettanto diverse. Probabilmente ciascuno di questi racconti nasce da un momento della mia vita, da un ricordo o da un timore. Alcuni sono stati riscoperti dopo anni, e rinnovati. Altri sono stati scritti di getto. In ultima analisi penso che si raccontino dodici storie in Eterno Autunno, perché ne possa emergere solo una. La mia.

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Quale messaggio vuoi trasmettere?

La risposta a questa domanda potrebbe essere a sua volta un libro! Innanzitutto non sono uno che crede molto nei messaggi. Sono relativamente scettico rispetto alla possibilità di veicolare insegnamenti, valori, sentimenti o quello che sia attraverso un libro. D’altro canto mi rendo conto che ogni narrazione, per essere degna di nota, ha necessità di evidenziare il proprio punto di vista sulla realtà. Forse anche di trattare un tema che sia familiare o quantomeno comprensibile per il pubblico. Inoltre, a questo proposito, vorrei che il lettore riuscisse a ricavarne qualcosa in maniera autonoma, nell’ottica di un ipotetico dialogo con lo scrittore. Poi nel caso specifico di Eterno Autunno non dimentichiamoci che si tratta di dodici racconti, quindi potenzialmente dodici messaggi. A questo punto la cosa più semplice da dire è che attraverso le lenti dell’orrore e del fantastico mi sono divertito a stimolare il lettore su alcuni temi scabrosi come l’abbandono, la solitudine, la morte…

Leggi il mio libro perché…

Perché è un bel libro. È un libro pensato per intrattenere, turbare e spaventare. È un libro che mira a mettere in dubbio le certezze che ciascuno ha. Allo stesso tempo non è un horror canonico e per questa ragione ritengo che sia adatto a tutti, tanto ai cultori del genere, quanto ai neofiti o ai semplici curiosi.

Progetti futuri?

Ho da poco tempo completato la sceneggiatura di un fumetto. Un mio amico – disegnatore professionista – è già all’opera con gli studi dei personaggi e gli schizzi degli ambienti. A breve cominceremo la ricerca di un editore, e se tutto va bene anche il 2022 porterà qualche interessante novità.

Conclusioni …

Scrivere un libro è come partire per un viaggio senza conoscere la destinazione finale. I libri sono passaporti che ci permettono di viaggiare con la fantasia, oppure ponti che ci uniscono alle altre persone ma anche chiavi che aprono le porte della realtà. Sono contento di aver contribuito a tutto questo, seppur in maniera minima. Il mio più grande obiettivo è insinuare dubbi, evocare emozioni e suscitare riflessioni nel lettore.

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“La distruzione dei sogni” di Daniela Di Benedetto

“Infine, il desiderio fisico si fece insopportabile. Voleva vedere Fabiola, toccarla, sentire il profumo dei suoi capelli… ma sapeva che nella migliore delle ipotesi avrebbe potuto soltanto stringerle la mano in segno di saluto. Non ci sarebbe mai stato un vero contatto fisico, mai, perché lei non lo amava, e quella realtà era dura da digerire.”

Daniela Di Benedetto ritorna in scena con La distruzione dei sogni, edito da Il filo di Arianna. L’autrice ha raccolto in questo libro tre racconti ambientati in periodi diversi – il primo negli anni Ottanta, il secondo negli anni Novanta, il terzo in anni recenti – accomunati da un filo conduttore tutt’altro che positivo. Tre uomini, tre donne, tre incontri. Vite diverse, eppure procederanno tutte verso una sorte drammatica. La distruzione di un sogno, come appunto cita il titolo, a spese dell’uomo di turno che per amore di una donna ha messo in gioco le sue speranze.

“L’ineluttabilità del destino dell’uomo che in eterno cederà al fascino femminile” è ciò che tende a simboleggiare La distruzione dei sogni attraverso queste storie. L’autrice ci mette di fronte a scene chiare ben descritte, rendendoci partecipi di sensazioni e sentimenti, amori, dubbi, decisioni, paure, drammi. Sofferenze. Elementi ben mescolati che mantengono desto l’interesse per le sue storie fino all’ultima pagina. Di certo si rivela un brillante quanto duro monito, sia per gli uomini che per le donne che scoprono l’amore in situazioni turbolente.

Foto di Giorgia Gorner Enrile

  1. Come nasce questo libro?

E’  nato  nel  momento  in  cui  ho  scoperto  che  tre  dei  miei  racconti  lunghi  avevano  un  filo  conduttore:  l’amore  che  distrugge  una  persona,  anche  se  si  tratta  di  un amore  non  ricambiato  o  non  consumato.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Siamo  in  un  mondo  in  cui il  lieto  fine  non  esiste,  ogni  individuo  pensa  solo  al  proprio  benessere  personale  e  nel  perseguirlo  non  si  preoccupa  di  spingere  altre  persone  sull’orlo  di  un  abisso,  questo  è  il  messaggio  fondamentale.

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Leggi il mio libro perché…

Perché  sembra  di  vedere  dei  film,  in  particolar  modo  nel  primo  racconto,  L’Oasi. La  ricerca  dei  dettagli  è  stata  così  curata  che  la  prima  stesura  risale  addirittura  a  40  anni  fa,  anno  1981,  ma  solo  adesso  sono  soddisfatta  del  risultato.  Inoltre l’approfondimento  psicologico  è  intenso  e  assolutamente  insolito,  visto  che  io  sembro  stare  dalla  parte  dei  protagonisti  maschili.  Cerco  di  leggere  da  sempre  l’animo  maschile.

Progetti futuri?

Dedicarmi  alle  sceneggiature  cinematografiche,   già  ho  iniziato  a  farlo  e  ho  prodotto  un  film.  Purtroppo  mi  vengono  chieste  sceneggiature  comiche,  e  le  ho,  ma  prima  di  morire  vorrei  realizzare  qualche  film  serio!

Conclusioni..?

Non scrivo  come  gli  autori  moderni  che  si  dilungano  nel  descrivere  strade,  stanze  e  persino  monumenti.   Presto  attenzione  più  ai  personaggi  e  all’azione,  i  miei  modelli  sono  Steinbeck,  Irwin  Shaw, Cornell  Woolrich,  Mauriac,  Maupassant, Francoise  Sagan,    tanto  per citare  tre  americani  e  tre  francesi.  Io  descrivo  grandi  passioni  come  si  usava  una  volta,  del  resto   sono  nata  negli  anni  Cinquanta.

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“Una favola al giorno” di Ilaria Amadei e illustrato da Rossi Camilla

Le favole dove stanno?

Ce n’è una in ogni cosa:

nel legno del tavolino,

nel bicchiere e nella rosa.

(Gianni Rodari)

Si ha sempre l’illusione che “i libri per bambini” siano solo per loro.

Non è così.

E oggi l’ho imparato grazie ad un dono ricevuto, si tratta di “Una favola al giorno” scritto da Ilaria Amadei e illustrato da Rossi Camilla.

“Il sole, la luna e il girasole”, “Il cavallo e l’asino”, “La principessa che non voleva mangiare”, “La farfalla e il ragno”. “Il fornaio, la volpe e la cornacchia”, “Il gallo e l’usignolo”, “Il leone e la zanzara”.

Ecco i titoli delle favole arricchite da illustrazioni a tema tra una parola e un’altra.

Un messaggio alla fine di ogni storia: è questo il metodo giusto, a mio dire, per educar i bambini alla natura, alla vita, alla lettura.

I protagonisti son spesso gli animali come la farfalla che ama svolazzare, la volpe ingorda, il ragno che non sapeva nuotare, la gallina dal tono arrogante, la galline sorelle, la zanzara fastidiosa e il leone sofferente per via dell’ossicino….

[Comprarlo con un click ]

Non devo convincervi di questa lettura perché questo libro, al primo sguardo, vi conquisterà.

Rossi Camilla è poi riuscita a completare la narrazione di Ilaria Amadei con le sue illustrazioni che tra colori e espressioni donano a questo libro un valore aggiunto: i loro cuori.

Grazie a Ilaria per questo dono e grazie a voi che lo leggerete.

Eccolo qua 🙂

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letteratura

“Il ballo” di Irène Némirovsky

Ci sono momenti in cui entri in libreria e per qualche oscura ragione ti innamori di qualche titolo. Poi lo leggi e scopri che l’innamoramento è stato giusto: il libro t’ha rapito.

Ecco cosa m’è successo nelle ultime ore con Il Ballo di Irène Némirovsky.

Edizione di Adephi, 84 pagine, copertina color corallo: ecco i primi dettagli che m’hanno fatto fermare a quel piccolo scaffale.

La protagonista ha quattordici anni, si chiama Antoinette e detesta la madre. Vivono a Parigi insieme al padre e la domestica; sono una famiglia ricca, ricca da poco per via delle manovre finanziere del padre della ragazza che, con un ruolo secondario, definisce in piccoli frammenti di dialoghi come vede la moglie e tutto il resto della gente.

Sono nuovi nella società francese e la Signora Kampf decide di dar un ballo: pensa a tutti i dettagli, dalle ostriche allo champagne, all’orchestra dal vivo ma fa un piccolo sbaglio. Lo sbaglio le costerà caro e il finale ha qualcosa di grottesco che m’ha fatto venir voglia di un nuovo libro di questa autrice che, confesso, ho scoperto solo ora.

Piccolo, ironico, vero: lo trovi qui

 

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“Fiabe per adulti consenzienti” di Guido Catalano

Guido Catalano, classe 1971, torna nel mondo editoriale con un nuovo testo pubblicato con Rizzoli dal titolo “Fiabe per adulti consenzienti” con illustrazioni di Marco Cazzato.

Fiabe d’amore, fiabe dell’orrore, fiabe di fantascienza, fiabe di guerra, fiabe di attualità, fiabe di costume e società: fiabe per tutti i gusti, fiabe per tutte l’età.

Le fiabe son scritte con ironia, personaggi simpatici e linguaggio fresco: adulti, bambini, neonati? Non importa. Basta leggerle.

I testi sono impreziositi dalle meravigliose illustrazioni di Marco Cazzato, illustratore per il Corriere, La Stampa, Neri Pozza e numerose altre collaborazioni.

Guido Catalano ha uno stile unico, conosciuto per le sue diverse pubblicazioni con questo progetto ha dato un valore aggiunto al mondo delle fiabe.

Delle illustrazioni ho apprezzato la spontaneità delle rappresentazioni secondo gli occhi di Marco Cazzato.

In cerca di un libro divertente?

Potrebbe esser questo!

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“Mantieni il bacio- Lezioni brevi sull’amore” di Massimo Recalcati

Quando sento parlare di Lacan mi emoziono sempre.

E devo dire grazie al mio Docente Mimmo Pesare: è suo il merito di questa mia passione nata durante gli anni in cui studiai presso l’Università del Salento.

Così di recente ho comprato il libro di Massimo Recalcati “Mantieni il bacio- Lezioni brevi sull’amore” dove, appunto, Lacan vien citato con frequenza.

Chi è Massimo Recalcati?

Di lui ho letto diversi libri poiché è uno psicanalista italiano attivo in diversi campi: dalla formazione alla stesura di saggi dove, di frequente, vengono analizzate le figure familiari.

Ho iniziato questo libro diversi giorni fa e ho centellinato le pagine: ho continuamente sottolineato numerose parti del testo e sento la necessità di divulgare questo scritto perché tutti noi abbiamo un approccio diverso all’amore ed è interessante come Massimo Recalcati li analizza, ne porta esempi, estratti di altri autori e citazioni di vario genere.

La promessa, Il desiderio, I figli, Tradimento e perdono, La violenza, Separazioni, L’amore che dura: questi i capitoli narrati dall’autore.

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Tra le frasi più interessanti:

“Un amore può sempre finire ; ma il tradimento non implica necessariamente la fine di un amore”.

Nel testo si parla della ferita che diventa poesia e viene raccontata l’arte del Kintsugi dove il vaso non è più lo stesso, non è più quello di prima.

Viene analizzata la figura dell’amante secondo una chiave di lettura che non avevo mai considerato dove libertà e proprietà si incontrano e danno vita all’ambizione, l’ambizione dell’amante stesso.

“L’amore, da balsamo, può diventare una tortura”.

Alla fine del libro una parte interessante è dedicata alla parola ANCORA che, per Lacan, è la parola fondamentale dell’Amore.

Di tanto in tanto carico alcune letture sul mio canale YOUTUBE

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“Stai zitta” di Michela Murgia

Michela Murgia, nota nel mondo editoriale, televisivo e attivista, pubblica un nuovo libro dove la donna n’è protagonista.

“Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più” pubblicato con Giulio Einaudi.

L’autrice effettua un’analisi dettagliata dell’uso di determinate parole all’interno della nostra società, analizzando con fatti e numeri come le donne vengono percepite ogni giorno all’interno di ceti sociali, lavorativi e quotidiani.

Ogni capitolo è arricchito dalle mitiche illustrazioni di Anarkikka che donano alle parole una capacità espressiva CHE ADORO.

Stai zitta, Ormai siete dappertutto, Come hai detto che ti chiami?, Brava e pure Mamma!, Spaventi gli uomini, Le donne sono le peggiori nemiche delle altre donne, Io non sono maschilista, Sei una donna con le palle, Adesso ti spiego, Era solo un complimento, Sono solo parole.

Ecco ciò che leggerai comprando questo libro.

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Sei pronto ad un’analisi sociale? Antropologica? Sentimentale?

Numerose sono state le parti del libro di Michela Murgia ad avermi colpito.

Matita e evidenziatore sono stati miei amici fedeli durante la lettura, in particolar modo un passaggio interessante è il seguente:
“Per le donne è praticamente impossibile riuscire a farsi chiamare col cognome o con il titolo professionale”.

M’ha fatto molto riflettere questo aspetto poiché son rare le chiamate di lavoro in cui qualcuno esordisce chiamandomi “Dottoressa Marsella”.

Hai ancora DUE MINUTI?

Ho registrato un video 🙂

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“Parma brucia” di Luca Ferrari

Pochi uomini al mondo meritano di essere assassinati, molti meritano di morire”.

Un inquietante messaggio che nella testa di Luca Ferrari diventa una dura verità e si consolida tra le pagine del suo Parma brucia, brillante noir/thriller edito da BookTribu.

Tra queste pagine il lettore seguirà la vicenda dell’umile giornalista Carlo Malvisi, improvvisamente incaricato di intervistare Ernesto Guerra, imprenditore parmigiano finito dietro le sbarre per tentato omicidio.

Secondo l’avvocato di Guerra, costui avrebbe nuove verità e segreti da confessare, e a Malvisi spetta il compito di portarli a galla ma alle condizioni dettate da questo diabolico individuo.

Si sussegue così un alternarsi di presente e flashback che rendono più chiara la vita e l’operato di Ernesto Guerra, dal suo percorso di studi a una fortunata vincita alla lotteria fino alla trasformazione in un criminale.

Scorrevole e coinvolgente, con ottimi richiami alla cultura degli anni passati, all’Italia che cambia, che cresce attraverso eventi e innovazioni storiche. L’autore ci regala inoltre un affascinante personaggio grazie ai suoi dialoghi profondi da cui si evince una linea di pensiero tutt’altro che folle.

Oggigiorno la realizzazione di un “cattivo” è sempre più difficile, ma per citare una famosa massima di Bud Spencer: “non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo”… e in questo senso l’autore è riuscito nell’intento. Per come la vedo, infatti, i cattivi migliori del panorama letterario sono personaggi “sbucati” dal nulla: uomini qualunque, oppressi dal sistema, a cui basta un’occasione o una spinta nella giusta direzione (o quella sbagliata) per fare di loro un autentico agente del caos. E il messaggio che mandano al sistema con le loro azioni fa indubbiamente riflettere noi spettatori.

Come nasce questo libro?

Questo libro nasce dall’idea che anche le azioni di un criminale possono avere una giustificazione, o quantomeno una spiegazione. Starà al lettore scegliere da che parte stare, e come giudicare ciò che avviene nel libro.

Inoltre, questa storia – direi come tutte le storie – nasce con l’intento di offrire una propria visione del mondo.

Tecnicamente, invece, la costruzione del romanzo nasce da un problema: come “far parlare” una persona che si trova in carcere? O scrivevo un romanzo epistolare, oppure cambiavo punto di vista. Da qui l’escamotage del secondo protagonista – il giornalista – e dell’intervista. Inoltre, non tutto doveva essere narrato all’interno dell’intervista. Perciò ho pensato di scrivere una parte del libro in terza persona (e al tempo presente, benché si narrino fatti risalenti nel tempo), e una parte del libro in prima persona (e al tempo passato, benché si parli di fatti recenti).

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Nessuno è totalmente buono, nessuno è totalmente cattivo.

Persino le nostre giornate più belle, non sono perfette, non sono totalmente belle. E in ognuno di noi ci sono tante sfumature, e forse le parti più interessanti di noi, e di una storia, sono quelle dove emergono i difetti, la parte grigia di una persona, o di una città.

Una miriade di circostanze influenzano la vita di una persona.

Soldi, fortuna, eventi particolari, azioni e pensieri… tutto può imprimere alla nostra vita dei cambiamenti non preventivabili, che poi noi cerchiamo di indirizzare secondo le nostre personali inclinazioni.

Eppure tutti noi sogniamo la stessa cosa: fare qualcosa per cui la gente si ricordi di noi, fare qualcosa per lasciare una traccia del nostro passaggio.

Credo che alcuni temi del libro siano la doppiezza e l’ambiguità delle persone, ma credo che nel romanzo emerga anche una certa idea di solitudine, che ci porta anche ad avere delle ambizioni distruttive, anti-sistema o anti-modernità.

Leggi il mio libro perché…

…offre una visione alternativa delle cose.

Questo libro è un noir in senso ampio.

Parla, attraverso le azioni di un idealista, diventato ricco e poi diventato criminale, della voglia di imporsi, di scardinare una certa idea della vita.

Parma è un simbolo, il contesto parla esso stesso. Eppure questo libro potrebbe essere ambientato in altre mille città. Perché l’Italia è tutta un po’ così, provinciale e masochista.

Leggi il mio libro se anche a te piace Fight Club, Il fu Mattia Pascal, oppure Orwell, Stevenson o Sergio Leone.

Progetti futuri?

Continuare a inventare storie.

E pubblicare.

Per me sarebbe un successo riuscire a pubblicare un romanzo ogni due/tre anni.

Il libro merita 5 stelle  su 5.

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Intervista a Andrea Dradi

Andrea Dradi torna sulla scena editoriale con “Ritornare a vivere” pubblicato con Mosaico Edizioni.

Max e Luca, amici inseparabili, decidono un giorno di mollare tutto e fare una vacanza in Thailandia. Per Luca sarà un’occasione per lasciarsi alle spalle il dramma della morte della sua fidanzata, avvenuto tre anni prima, che lo ha fatto cadere in depressione, dalla quale non si è mai ripreso del tutto. Nei primi giorni di vacanza, infatti, la depressione avrà ancora degli effetti sulla sua mente. Con il tempo, tuttavia, attraverso questa esperienza Luca avrà l’occasione di rimettersi in piedi definitivamente, godendosi i maestosi paesaggi, il tutto arricchito dall’incontro con tante nuove persone e lo sbocciare di un nuovo amore. Molto più che una vacanza, in definitiva, che gli consentirà di ritornare a vivere.

Come nasce questo libro?

Questo libro nasce da una forte ispirazione che mi ha suscitato il mio viaggio in Thailandia che ho fatto nel 2015.

Oltre a questo c’era dentro di me un forte desiderio di scrivere e pubblicare un libro.

 Quale messaggio vuoi trasmettere?

Nonostante le difficoltà e  l’avversità che la vita ci pone davanti c’è sempre un modo, un mezzo che ci permette di superarle, come ad esempio, il sostegno di un amico e il supporto del proprio partner.

Leggi il mio libro perché..

Leggi il mio libro perché trasmette entusiasmo, gioia, coinvolgimento emotivo e poi perché i lettori vengono accompagnati durante la narrazione nelle vicende dei protagonisti creando una situazione     nella quale essi sembrano vivere le stesse situazioni o vedere le   medesime cose, gli ambienti, spiagge ,ecc.

Cosa bolle in pentola per il futuro?

 Nel mio futuro c’è l’idea e un forte desiderio di scrivere altri libri.          

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