“Le foglie d’autunno” di Letizia Turini

Il fatto è che la guerra non è solo al fronte. Colpisce tutti, dal più giovane al più vecchio, uomo o donna che sia.

Parole fin troppo reali, quelle che Letizia Turini mette in bocca ai personaggi nella sua opera d’esordio, pubblicata da Aletti editore.

Le foglie d’autunno narra una  serie di episodi auto conclusivi, vissuti da vari personaggi durante la Prima Guerra Mondiale: fratelli in fuga dalla loro patria in Belgio; un giovane soldato ferito in azione, salvato dalla morte da un vecchio addestratore di cani; una giovane operaia inglese frustrata dal lavoro in una fabbrica di munizioni. Vite diverse e lontane, accomunate dall’orrore della guerra che aleggia su ogni nazione.

Una guerra voluta in fondo solo dai governi, che spingono eserciti al massacro coinvolgendo popoli innocenti che vogliono solo vivere al sicuro… e basta un niente per distruggere tutto ciò che hanno. L’autrice cita per questo la più celebre poesia di Ungaretti poiché, come gli stessi soldati tra le trincee, anche i civili si ritrovano sospesi tra la vita e la morte, come foglie sugli alberi in autunno.

Con realismo e dramma, Le foglie d’autunno riesce a commuovere dall’inizio alla fine con questo insieme di vicende, dimostrando ancora una volta l’unica realtà della guerra: è un inferno, tanto per i soldati quanto per gli innocenti.

Il libro merita 4 stelle su 5.

Come nasce quest’opera letteraria?

Nasce durante una lezione di storia al liceo, qualche anno fa. Il mio professore era solito camminare avanti e indietro per la classe spiegando la storia come fosse una storia, ed ogni volta era estremamente coinvolgente. Quando iniziò a parlare della Prima Guerra Mondiale, iniziai ad immaginare come le persone civili, avessero reagito all’arrivo della guerra.  Così ho deciso di dar loro  voce.   In fondo erano persone come me, come ognuno di noi, che si erano trovate in mezzo ad un evento che stava scuotendo il mondo intero.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Non dimenticate. Non dimenticate a cosa ci ha portato un’Europa divisa.

       Non dimenticate coloro che si sono sacrificati.

 “Non invecchieranno, come

 invecchiamo noi che siamo rimasti.”

Recita la poesia del poeta inglese Laurence Binyon, che ha vissuto la tragedia in prima persona. Voglio che la memoria di tutti coloro che sono rimasti coinvolti in questo conflitto non sia trascurata. Per tutti coloro che hanno scoperto come la guerra non è solo al fronte, per tutti coloro che hanno aspettato tremando lo scoccare dell’ora “zero”, per poi correre oltre quella terra di nessuno. Per tutti coloro che hanno aspettato con angoscia il ritorno a casa di qualcuno, per coloro che la casa l’hanno persa. Per tutti coloro che credevano in un Europa unita, ma l’hanno vista tra le fiamme.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

È un mondo complesso. Bisogna avere molta fortuna oltre che idee. Purtroppo è difficile raggiungere grandi case editrici ai primi tentativi, ma sono grata a tutte quelle case editrici che credono nel lavoro di autori emergenti. Sono fiduciosa, comunque, che ci sia spazio per tutti per dare sfogo alla creatività, e che ci sia un’opportunità dietro l’angolo per ogni nuovo scrittore.

Leggi il mio libro perché…

Ho passato mesi ricercando storie realmente accadute, storie “di nicchia”,  che altrimenti non sarebbero state portate alla luce. È un punto di vista diverso per raccontare la guerra generalmente spiegata nei libri di storia attraverso gli eventi politici e gli spostamenti militari.

Progetti futuri?

Scrivere è la mia passione e non smetto mai. Non sempre ho il tempo che desidero, soprattutto con l’università, ma cerco sempre, quando ho un’idea, di buttare giù uno schema o alcuni appunti per poi riprenderli in un momento di calma. Ho molti progetti avviati.

 Qualche mese dopo aver finito di scrivere Le Foglie d’Autunno, mi resi conto di sentire la mancanza di alcuni dei personaggi. L’idea di scrivere un seguito ha certo occupato la mia mente fin da allora, ma mi dicevo che prima mi sarei dovuta concentrare sulla pubblicazione di questo libro. Nonostante tutto, ho un prologo scritto, che si allaccia al primo racconto de Le Foglie d’Autunno e qualche idea in appunti sparsi. Magari sarà proprio un seguito il progetto che vedrà la luce per primo.

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“Le nostre tracce” di Arsenio Siani

“Il mostro sta tornando. Spengo la luce, nella speranza che nel buio non mi veda, ma mi rendo subito conto che è stato un gesto sciocco. Chi vive nell’oscurità è abituato a muoversi nel buio. Mi troverà.”

Arsenio Siani ritorna sulle scene editoriali con Le Nostre Tracce, romanzo breve edito da Accademia Edizioni ed Eventi. Tre episodi auto conclusivi che mettono in luce alcuni aspetti negativi della nostra società, primo fra tutti la violenza sulle donne. Tra padri violenti, bullismo ed emarginazione, l’autore non si risparmia in dettagli crudi e brutali tra gli episodi, che definisce non a torto dei “cazzotti allo stomaco”; lo scopo è, infatti, fare male a chi legge, affinché si smuova qualcosa tra le acque apparentemente placide di quest’umanità… per portare in superficie i mostri peggiori che la corrompono.

Questi mostri sono dietro l’angolo, vivono accanto a noi nello stesso palazzo o guidano l’auto nella corsia opposta, nascosti dietro una faccia comune per non destare sospetti; ma tra le mura delle loro case, sono liberi di scatenare tutto il loro orrore ai danni di coloro che dovrebbero amare. Mostri, non più uomini, indegni di ogni forma di amore fin da quando hanno sferrato il primo pugno.

È la dura realtà che ci circonda, l’orrore che ogni vittima di simili violenze dovrebbe affrontare, sempre, anziché chiudersi nel silenzio. Le Nostre Tracce è, in definitiva, il cupo grido di speranza di un sognatore che scrive per dare un contributo, sperando di fare la differenza e far riflettere anche una sola persona in questa immensa folla di ombre.

Siani può dire da oggi di essere riuscito nell’intento, perché di certo ha fatto riflettere me. E molti altri faranno altrettanto.

 Come nasce quest’opera letteraria?

Nasce dal desiderio di affrontare il complesso tema della violenza di genere. Sentivo di avere qualcosa da dire, sia in ragione del fatto che sono stato testimone diretto di episodi di violenza sulle donne quando vivevo al sud, in una terra dove il fenomeno è molto diffuso, sia in virtù dei miei studi. Sono counselor e durante la mia carriera mi è capitato spesso di approfondire questa tematica, ho lavorato con persone che mi raccontavano situazioni di disagio e sofferenza frutto di violenza sia fisica che psicologica. Questo tema tornava nella mia vita, e mi sono chiesto quale fosse il reale contributo che potessi dare per cercare di smuovere le acque. Credo molto nel potere dei libri, sono convinto che la parola scritta abbia la facoltà di cambiare il mondo. Da lì è nato il desiderio di scrivere questo libro.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Questo libro vuole essere una sfida, forse rischiosa, rivolta alle donne, ad avere il coraggio di guardare a questo fenomeno da una diversa prospettiva. Sia chiaro: la donna è sempre la vittima, e niente giustifica la violenza di un uomo su di lei. Vorrei però sottolineare che ci sono dei sottili meccanismi psicologici che portano la donna a contribuire, inconsciamente, a questo fenomeno. La donna che sopporta in silenzio, senza denunciare il suo aguzzino, contribuisce in qualche modo al perpetrarsi di questo fenomeno. Quindi il messaggio che vorrei lanciare ai lettori, soprattutto donne, è di avere coraggio. Di non lasciarsi schiacciare dal senso di colpa o vergogna, dalla paura e dalle proprie vulnerabilità, così da innescare un meccanismo di cambiamento che le consenta di uscire dalla gabbia in cui hanno contribuito a rinchiudersi.

Leggi il mio libro perché…

Potrai trovare una storia narrata da una diversa prospettiva, che ti farà riflettere ed emozionare.

Progetti futuri?

Ultimamente sto approfondendo il tema della narrativa di viaggio. Ho già pronti due manoscritti, uno che ha tratto ispirazione da un viaggio che ho fatto in Cambogia, l’altro da un viaggio in Sicilia. Spero che vedano la luce al più presto.

Il libro di Arsenio Siani merita 4 stelle su 5.

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“I sogni dell’anima” di Massimo Pescara

“Attraverso i sogni noi mettiamo a nudo le nostre aspirazioni e le nostre paure, le angosce che ci opprimono. Raccontarle quindi è un modo come demonizzarle vivendole sotto questa forma. Raccontarle per capirne i significati che ci vengono suggeriti.”

È quanto ci insegna Massimo Pescara mentre ci introduce I sogni dell’anima, raccolta poetica auto-pubblicata. Una raccolta di pensieri, emozioni, eventi, sogni, la maggior parte dei quali dedicata a Clementina, sua musa ispiratrice: come un novello Dante, l’autore imprime su carta tutto il suo amore per questa moderna Beatrice e ce lo trasmette, incantandoci ad ogni verso tra i molteplici sviluppi del loro legame. Appassionante e scorrevole, in grado di toccare nel profondo. Ogni parola è un pezzetto dell’autore che non teme di sottoporre al giudizio di tutti coloro che si faranno avanti… e non ci sarà nulla da temere.

Questa raccolta di poesie nasce da una esigenza ben precisa ,quella di fare chiarezza nel mio “io” la necessità di mettere a nudo i miei sentimenti, la volontà di mettere e di mettersi in gioco, senza paure e timori.

La voglia di riscoprire ancora di avere e provare delle emozioni. Riscoprire di essere in grado di amare di gioire e soffrire e che tutto non è perduto anche se poteva apparire così.L’amore con la A maiuscola come fattore scatenante per un viaggio che ancora è lontano dal terminare.

I sogni come specchio dell’anima, la poesia come mezzo per comunicare.

Tutti noi abbiamo dei sogni nascosti nei meandri più intimi della nostra anima e che stentano ad emergere e lo ripeto all’infinito ,quasi come un mantra ossessivo.

“Non smettere mai di sognare fino a quando avrai un sogno da rincorrere avrai una vita da vivere”.

Il messaggio che mi sta a cuore è il sogno realtà.

Un sogno che prende vita nella nostra anima e che si materializza.

L’amore a 360 gradi è il filo conduttore il traino di tutti i giorni in questo attuale mondo in isolamento, esaltare i rapporti interpersonali reali e non virtuali.

È un settore molto particolare di difficilissimo inserimento da parte delle ormai tante”voci nuove” che tentano di affacciarsi e parafrasando la nota canzone “uno su mille ce la fa”.

La difficoltà sta nel dimostrare al mondo dell’editoria di essere in grado di produrre un lavoro di qualità sufficientemente valido da attirare l’attenzione del lettore di massa la cui massa però è in diminuzione.

Pochi oggi leggono,pochi oggi entrano in una libreria per assaporare un buon libro ,per fare questo occorre volersi bene e prendere il proprio tempo ma pare che il sistema web prevalga e la velocità di acquisire cultura in pillole mediatiche vada per la maggiore.

Leggere le mie poesie fa bene all’anima e al cuore.Un libro che ti coccola quando senti il bisogno di tenerezze .Un libro di automedicazione per la tua anima che sembrati dire:

Ferma tutto prendi un attimo per te.

Un nuovo romanzo è in valutazione in casa editrice e spero che venga pubblicato nella primavera del 2020.

Nel frattempo sono impegnato con alcune date di presentazioni e eventi culturali dove proporrò il mio lavoro a chiunque lo ritenga meritevole di apprezzamento.

Ma il viaggio dell’anima continuerà con una nuova raccolta di prossima edizione.

Emozioni.

Il libro merita  4 stelle su 5.

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“La violinista” di Elisabetta Mattioli

“Ormai, aveva raggiunto la conclusione che l’amore rendeva deboli, al contrario fare del buono e sano sesso, oltre a essere divertente, ti preservava dalle eventuali e inevitabili delusioni. Il nuovo incontro con Angelo aveva mandato in tilt il suo adorato equilibrio, che credeva indistruttibile e faticava veramente a sopportarlo.”

Elisabetta Mattioli ritorna sulle scene con un nuovo intrigante romanzo: La violinista, edito da Senso Inverso, con protagonista la bella e talentuosa Sabrina.

Violinista di successo, negli ultimi anni è diventata una donna cinica e leggermente egoista, per nulla interessata ai legami affettivi con l’altro sesso ma solo a puro benessere fisico.

Tutto grazie ad Angelo, misterioso amante che nel giro di una notte le ha permesso di scoprire un’estrema passionalità seppellita nel profondo del suo animo. Cinque anni più tardi, Angelo torna improvvisamente nella vita di Sabrina, facendole prendere una piega del tutto imprevista: l’immenso vortice di passione che trasporta i due amanti fino alla prima metà della storia viene bruscamente interrotta da episodi di sangue che li coinvolgono da vicino. Qualcuno inizia a uccidere i compagni dell’orchestra di Sabrina, uno dopo l’altro, in modo estremamente violento. Sabrina teme il peggio ogni giorno che passa, ma Angelo resterà al suo fianco, aiutandola con tutto se stesso a mantenere viva la sua forza e a scovare nel frattempo questo crudele assassino.

L’autrice mescola eros e thriller con sapienza, trasportandoci con i suoi vortici di sensualità e morte sullo sfondo austriaco dove ha luogo la vicenda. Evidente la cura dei dettagli, soprattutto per quanto riguarda l’incessante tempesta emotiva di Sabrina. Ci mostra una sicurezza di sé solo apparente, fiorita grazie alla passionalità messa a frutto con il suo Angelo, tuttavia in grado di crollare quando sente la sua vita minacciata dalla follia di un omicida; un vecchio lato di sé che minaccia di tornare, frantumando la pietra con cui credeva di aver rafforzato il suo cuore tanto a lungo.

La violinista saprà accontentare ogni appassionato di eros e thriller in cerca di nuovi titoli.

Come nasce quest’opera letteraria?

Il personaggio femminile principale è ispirato ad una mia amica, lei è diplomata al Conservatorio e suona il violino, ho creato il personaggio di “Sabrina”, pensando al suo modo di essere, e alla sua passione per la musica, poi ho usato semplicemente la fantasia, così è “nata” : La Violinista.

Anche l’antagonista (femminile) principale, è ispirato ad una persona, che sempre suscitato in me, un sentimento negativo.

I caratteri dei personaggi maschili, appartengono alla mia “immaginazione”, anche se certi lati caratteriali, sono ispirati alla realtà e a degli uomini conosciuti personalmente.

I miei libri nascono per una mia “esigenza personale”, decido semplicemente che è giunto il momento di farli nascere, seguo il mio istinto e la mia voglia, sono solita chiamarli “bambini letterari”. Sono “partoriti” dal mio cervello e in fondo hanno una vita autonoma, anche se saranno sempre legati a me. 

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Sabrina è la classica donna con poca fiducia in se stessa, è stata “martoriata” dalla vita, e tradita varie volte, sia nel campo delle amicizie che in amore, all’inizio “usa” il sesso, e diventa uno strumento, un’arma e uno scudo per proteggersi nei confronti del mondo esterno, che l’ha fatta soffrire, in realtà è vittima e carnefice di se stessa, non se ne rende conto, nemmeno quando incontra “Angelo”, l’uomo che le fa una proposta “indecente” e le propone di diventare la sua amante per un periodo di tempo indefinito, e ogni personaggio che incontrerà lungo la sua strada, sarà fondamentale per la sua rinascita.

Il messaggio è che : Nel corso dell’esistenza, una persona “nasce” e “muore” varie volte e il cambiamento è l’unica costante della vita. 

Leggi il mio libro perché…

“La Violinista” ha una trama accattivante, penso che riesca a     trasmettere delle emozioni, positive, negative, e nefaste, l’essenziale è provare un “brivido” anche se disgustoso.

Se il lettore non “percepisce” nulla è terribile.

Progetti futuri?

Vorrei scrivere, seguendo sempre l’istinto e le mie sensazioni, lasciandomi trascinare dalla corrente impetuosa dell’essenza.

Il resto? potrò scoprirlo solo vivendo, la vita mi ha insegnato di non fare mai progetti a lungo termine.

Grazie per il tempo concessami.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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“L’altopiano dei Draghi” di Elisa Cavezzan

“Sono le azioni che compi nei confronti degli altri che ti rendono te stessa, non il popolo a cui appartieni.”

Una lezione che cinefili e appassionati di fantasy troveranno familiare, ma sempre efficace, tra le pagine di L’Altopiano dei Draghi, prima parte della nuovissima saga ideata da Elisa Cavezzan e edita da Argento Vivo. Protagonista della vicenda è Giada, una giovane umana allevata dai draghi fin dalla nascita; per questo motivo crede di essere a sua volta un drago, finché non scoprirà la realtà dei fatti dopo aver compiuto sedici anni.

Giada è molto più di quel che sembra, poiché la sua nascita è stata voluta dal Creatore per dare una seconda possibilità alla razza umana, dopo che un’immane guerra aveva portato un secolo prima rovina e morte tra i vari popoli.

Sotto lo sguardo attento dei misteriosi Guardiani mentre cresce e matura, Giada dovrà adempiere un giorno al suo destino per la rinascita dell’umanità.

Scritto con grande cura e uno stile fluido e scorrevole, questo libro si concentra principalmente sulla vita della giovane con la sua famiglia di draghi, descrivendone ogni aspetto: la suddivisione della specie in precise gerarchie, ad esempio, ma anche la loro cultura e il rapporto con la natura, oltre che le varie fasi di addestramento di ogni giovane drago, senza dimenticare il rapporto di Giada con la sua famiglia adottiva e gli amici. Famiglia, amicizia, conoscenza e amore sono i temi cardine di questo episodio, rimandando ai prossimi ogni altro aspetto dell’avventura che attende la futura eroina.

Perché tutti gli eroi che si rispettano devono compiere prima o poi una scelta fatale per il futuro.

L’Altopiano dei Draghi promette grandi cose per una nuova saga fantasy tutta da scoprire, siatene certi.

Come nasce quest’opera letteraria?

Io ho sempre amato leggere e, con il tempo, mi sono appassionata al genere fantasy. Leggendo saghe fantasiose e complesse come quelle di J.R.R. Tolkien, R. R. Martin, Cassandra Clare, J. K. Rowling e Licia Troisi ho iniziato a domandarmi se sarei mai stata capace di ideare una mia saga fantasy personale. Nel 2016, a seguito del fallimento dell’azienda per cui lavoravo, sono entrata in disoccupazione ed ho scoperto di avere un sacco di tempo libero, così mi sono seduta di fronte alla mia scrivania e, block-notes alla mano, ho iniziato ad immaginare, progettare e scrivere quello che è diventato il mio primo libro.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Vorrei trasmettere l’idea che, impegnandosi costantemente e con determinazione, possono essere raggiunti tutti gli obiettivi che ci si impone. Io non ho mai seguito un corso di scrittura e tutto ciò che ho imparato lo devo ai grandi scrittori passati e presenti, che hanno lasciato, e lasciano tuttora, una traccia della loro bravura e tecnica sulle pagine dei loro libri.

Leggi il mio libro perché…

La mia saga è un fantasy che amo definire “vecchio stile”. Luoghi, personaggi e situazioni sono completamente inventati e l’unico vero aggancio al nostro vissuto quotidiano è dato dalla protagonista stessa, dato che Giada è l’unico essere umano che abita il mondo de “Le cronache di Giada”. Inoltre, vengono affrontate delle tematiche molto attuali ed importanti, come quelle legate alla famiglia, all’amicizia, all’accettazione del diverso ed all’integrazione.

Progetti futuri?

“L’Altopiano dei draghi” è il libro che presenta ed apre le porte alla saga de “Le cronache di Giada”. Tale progetto conta almeno cinque libri, ognuno dei quali descrive le avventure che Giada dovrà vivere per farsi accettare da ognuno dei cinque popoli che abitano il mondo in cui vive.

L’Altopiano dei Draghi  merita 4 stelle su 5.

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“Caro agli dei” di Annapaola Prestia

“Un mese prima il mondo girava in un solo senso, adesso invece si ritrova a cavallo di due vite parallele, tra le quali, un giorno, qualcuno le chiederà di scegliere e senza pensarci troppo su. Che cosa sceglierà, allora, il suo cuore?”

Il peso di una scelta fatale è ciò che vuole farci sentire Annapaola Prestia con il suo Caro agli dei…, edito da La Sirena. Si narra la vicenda di Guglielmo, maturo insegnante di psicologia, e Giulia, giovane studentessa del suo corso. Giulia, già conosciuta da Guglielmo in un’occasione quando era ragazzina, torna da lui dopo quindici anni sfoggiando tutta la sua bellezza fiorita: questo turberà nel profondo il cuore di Guglielmo, legato da anni alla sua compagna in una piatta routine da cui non ha mai avuto il coraggio di sottrarsi. Alle sue spalle una bella casa, una carriera sicura e una compagna che lo ama; di fronte a lei una giovane in cerca del suo posto nella società, piena di sogni, dubbi, speranze e paure. Guglielmo si dimostrerà capace di ignorare ogni cosa e seguire il suo istinto, temendo solo il giudizio degli “dei” – da qui la citazione di Menandro usata come titolo – che osservano ogni sua mossa.

L’autrice ci dona una storia comune, magari familiare, resa intensa dal vortice di sensazioni che travolge i due amanti. In questo vortice si sente tutto il peso che grava sui loro cuori, attraverso l’impulsività delle scelte che fa voltare loro le spalle alla sicurezza di una vita comoda seppur priva di passione. Il tutto condito con qualche pizzico di riferimenti a opere del passato come Shakespeare e Petrarca, che aggiungono sapore a una ricetta già gustosa.

Caro agli dei… vi saprà indubbiamente coinvolgere, emozionare e trasportare dall’inizio alla fine. Consigliato a chi ricerca il giusto valore di una scelta, grande o piccola che sia.

Come nasce quest’opera letteraria?

Quest’opera letteraria nasce da un sogno, che feci, parecchi anni fa e da una conversazione telefonica che ascoltai, distrattamente, mentre viaggiavo a bordo di uno degli innumerevoli treni che ho preso e prendo tutt’ora per andare al lavoro. Un uomo e una donna si stavano confessando, reciprocamente, le proprie paure ed incertezze, di fronte ad una storia che stava diventando grande ed importante, nonostante la differenza di età e allora mi sono detta: perché non provare ad immedesimarmi in loro? Come può essere intenso un amore che sfida, anche ai giorni nostri, le convenzioni sociali? Quanta forza, quanta passione, quanto impegno devono essere necessari per difendere questa cosa bellissima, preziosa e fragile dalle trappole del mondo? Et voilà…

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Non arrendetevi, non mollate, lottate, per il vostro amore, per i vostri cuori, perché ciò che conta, alla fine, non sono i likes, i follone e i commenti della gente che, dall’esterno, crede di sapere e si sente in diritto di poter esprimere un giudizio, bensì le relazioni, i reali rapporti umani. A volte ci facciamo schiacciare dalla consuetudine, dalle comodità, dal “una cosa del genere non si è mai tentata prima”, dai pensieri altrui e lasciamo perdere, abbandoniamo lo slancio, ci ritiriamo nella nostra zona di comfort, raccontandoci delle scuse: “non avrebbe potuto funzionare, eravamo troppo diversi, non ci sarebbe stato un futuro…”. Costruiamocelo noi, questo futuro, proteggiamo ciò che ci è caro, perché, a volte, il mondo è un tritacarne e il rischio di perdersi per strada le cose importanti, per poi rimpiangere di non averci nemmeno provato, è altissimo ed è ciò che distrugge le persone.

Leggi il mio libro perché…

…Perché è una storia comune, normale, la storia di due esseri umani che si incontrano, più volte, nel corso delle loro esistenze, che il destino si diverte ad accoppiare per poi dividere, come capita a tutti noi, che crediamo nelle anime gemelle e nelle coincidenze e che, spesso, ci lasciamo guidare da queste ultime, alla ricerca dell’Amore con la A maiuscola.

Progetti futuri?

Tanti, tantissimi! Ho appena terminato di scrivere un altro romanzo che, spero, possa vedere la luce in tempi brevi, altri 12 sono iniziati e i loro protagonisti aspettano semplicemente di conoscere, ciascuno, il proprio destino…Non c’è droga migliore della fantasia e della tastiera che la concretizza su carta, quindi… Corro a scrivere la prossima storia!

Caro agli dei merita 4 stelle su 5.

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“Una classe di supereroi” di Vanessa Quarantacinque

“Questa sarebbe la fine per il nostro popolo ed anche per il vostro! Stavolta non avremmo la certezza di riuscire a sconfiggere il male!”

Un messaggio incredibile quanto la missione che l’aliena Bilù affida ai bambini dell’intera classe 2C, comparsa improvvisamente davanti a loro durante una lezione. Il suo dispettoso e crudele cugino Batù è alla disperata ricerca di una persona, il “discendente di Grasi” che custodisce un grande segreto; esso gli permetterà di trovare lo Specchio Diabolico per assoggettare ogni malcapitato al suo volere. La ricerca di Batù mette in allarme sia il suo pianeta che il nostro, perciò Bilù, pur di impedire una catastrofe, si offre di aiutare i bambini della 2C poiché tra di loro si nasconde il discendente di Grasi. L’obiettivo è fermare Batù a tutti i costi, o saranno guai seri per entrambi i popoli.

Questa è, in sostanza, l’avventura narrata da Vanessa Quarantacinque in Una Classe di Supereroi, edito da Kubera.

 Un’avventura divertente e coinvolgente, attraverso la quale i bambini s’improvvisano eroi per salvare la situazione. Con il suo stile semplice e pulito, l’autrice riesce a trasportare i giovani lettori in qualcosa di avvincente, sostenendo fino in fondo il tema dell’amicizia e ricordandoci come le maggiori meraviglie possano venir fuori dalle più innocenti creature: i bambini. Si dice, in effetti, che “basta l’innocenza di un bambino a demolire l’opera di un re”, e quest’avventura lo dimostra pienamente.

Una Classe di Supereroi di Vanessa Quarantacinque saprà divertire ogni giovane lettore che ne entrerà in possesso.

Come nasce quest’opera letteraria?

L’intenzione era quella di scrivere un breve racconto con protagonisti i bambini della classe di mia figlia, una seconda elementare, mi sono lasciata trasportare e ne è uscito un libro.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

L’amicizia, la lealtà, la fiducia sono questi i valori che bisogna coltivare fin da bambini, per affrontare le prove della vita, perché ciò che da soli ci atterrisce, insieme ci spaventa solo un po’.

Leggi il mio libro perché…

Ci troverai tutto quello che cerchi: amicizia, suspance, paura, coraggio, altruismo, ironia, divertimento. Sicuramente ti identificherai in uno dei bambini protagonisti della storia o, perché no, in uno degli alieni.

Progetti futuri?

Sto terminando l’ultima correzione del seguito del libro, che uscirà a Natale 2019; questa volta saranno i nostri piccoli supereroi ad andare in aiuto della dolcissima aliena Bilù sul suo pianeta.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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“Eterno contrasto, perfetto incastro” di Serafina Lomaisto

“Ogni sera mi tormentava quella scena e quei ricordi, e anche durante il giorno la evitavo perché ogni volta che la vedevo ricordavo. E sono sicuro che anche per lei era così, che anche lei morisse dentro ogni volta che mi vedeva e ogni volta che sentiva il mio nome. Ero diventato ormai il suo incubo.”

Serafina Lomaisto ritorna sulle scene con Eterno contrasto, perfetto incastro, piccola ma intensa storia auto-pubblicata. Essa segue la vicenda di Gaia, una diciottenne la cui vita tranquilla viene improvvisamente sconvolta dal tentativo di stupro da parte di un ragazzo, Emiliano. Gaia cercherà di dimenticare e andare avanti, ma il destino metterà ancora Emiliano sulla sua strada, quando la ragazza viene assunta nello stesso studio di tatuaggi dove lavora lui. Inizia così un intreccio di vicende fra i due giovani e gli altri membri dello staff, Cristian e Massimo, narrate man mano attraverso i loro occhi e il loro punto di vista. Da tutto ciò traspare innanzitutto la forza delle emozioni: il coraggio di perdonare, nel caso di Gaia, o fare i conti con il proprio passato, nel caso di Emiliano, per vivere con serenità il proprio futuro. Un gran numero di forze e debolezze che vengono fuori tra i protagonisti, che segnano inesorabilmente le loro scelte e i loro destini.

L’autrice ci regala una storia da impatto e ricca di colpi di scena, basata su nient’altro che vite comuni in cui è facile rispecchiarsi. È una lettura veloce ma sufficiente a far riflettere a fondo, consigliatissima a tutti poiché sa trasportare in molte direzioni.

Come nasce quest’opera letteraria?

Nasce da un’idea che non sapevo bene come sviluppare, avevo in mente solo alcuni dei punti della storia. Alla fine però ho stravolto tutto perché mentre la mia parte razionale aveva deciso anche quali dovevano essere i protagonisti, le emozioni e la fantasia durante la scrittura hanno preso il sopravvento e ho lasciato che la penna scrivesse da sé. Rileggendo non ho mai avuto ripensamenti!

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Prima di tutto che i libri possono raccontare anche qualcosa di vero e soprattutto qualcosa che a noi sembra sempre così lontana ma che, in realtà, può succederci dall’oggi al domani. Voglio che sia chiaro che tutti proviamo emozioni, in maniera differente e che tutti soffriamo nella vita, spesso in maniera ingiusta e crudele ma dobbiamo sempre avere il coraggio di riscoprire una nuova possibilità. Ho anche voluto porre l’attenzione su un tema molto delicato perché troppo spesso si punta il dito verso qualcosa o qualcuno ignorando tutti i retroscena o giudicando senza porgere una mano.

Leggi il mio libro perché…

È un viaggio attraverso le emozioni e la diversità che ci accomunano; tra le gioie e i dolori, la paura e il coraggio. È  una storia a prova di empatia e speranza!

Progetti futuri?

Sto lavorando al romanzo che racconterà la vita di uno dei personaggi più amati di “Eterno contrasto, perfetto incastro”: Emiliano! E mi auguro di pubblicarlo entro dicembre. Ho un altro romanzo nel cassetto che aspetta solo di veder la luce e un progetto in cantiere che spero di poter realizzare perché sarebbe una grande sfida ma anche una grandissima vittoria se dovessi riuscire a portarlo a termine. È un progetto che ha una valenza sociale ma non posso dire di più!

Eterno contrasto, perfetto incastro merita 4 stelle su 5.

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“Mediterranima” di Vincenzo Calì

Non si possono dimenticare certi luoghi perché fanno parte della propria essenza, ricordano la propria infanzia, anche se spesso, nel cercare conforto e risposte nella natura, quest’ultima sembra essere sorda alle nostre domande, scorrendo veloce alla nostra vista, incurante dei nostri tormenti

Vincenzo Calì, classe 1973, racconta con i suoi versi le opere del pittore Lorenzo Chinnici, entrambe raccolte in questo volume: Mediterranima, edito da Kimerik.

Tra queste pagine possiamo ammirare molti quadri del Chinnici che immortalano l’idilliaca natura siciliana, fra variopinti paesaggi, storiche tradizioni e duro lavoro: “un paradiso perduto che sprigiona colori, sapori e odori”, secondo le parole dell’autore.

Poeta e pittore ricordano, entrambi a modo loro, il passato della Sicilia, spaziando attraverso una grande varietà di temi e soggetti; mentre Chinnici dà forma all’essenza della terra, Calì ne aggiunge la voce, facendo parlare i suoi quadri con sentimento.

Mediterranima si rivela una lettura deliziosa, da gustare e rileggere più volte. Una vera carezza, un balsamo per l’anima in un mondo sempre più distratto e – troppo spesso – indifferente a simili luoghi e/o tradizioni che si lascia indietro durante il progresso. Consigliato a tutti coloro che non smettono di guardare al passato con nostalgia.

Questo libro merita assolutamente 5 stelle su 5.

Come nasce quest’opera letteraria?

MediterrAnima nasce, dopo quasi un anno di lavoro intenso, che mi ha visto protagonista con i mie versi poetici all’evento d’arte che si è tenuto nel 2018 a Caltagirone, intitolato Angeli a Calatagèron in onore del pittore Lorenzo Chinnici. Mio grande desiderio era che rimanesse traccia tangibile di tutta quella creatività incontenibile e così decisi di farci un libro, affinché tutti potessero ricordare e rivivere le emozioni di quella bellissima esperienza attraverso la mia poesia.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Il mio intento in questo libro è quello di trasmettere a chi legge le mie emozioni, il mio patos affinché la poesia, venga assaporata  in un tripudio di emozioni, che i versi con intensità inconsapevolmente mirata, donano ai dipinti dell’artista.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Oggi in particolare, siamo sommersi di scrittori e di contro sempre  meno lettori, purtroppo e spesso si da spazio anche a chi non ha originalità e poca gavetta pur di fare cassa, è diventato troppo facile autoproclamarsi piuttosto che affidare questo compito e figure competenti.

Quello che conta comunque è credere in quello che si fa con passione.

Leggi il mio libro perché…

Leggere MediterrAnima vuol dire fare un tuffo in una Sicilia quasi dimenticata, dai profumi di terra e di mare, elementi importanti per i siciliani, un mare che non ci lascia mai, un mare dentro. Il libro ripercorre in versi, alcuni riti antichi della pesca, dei mestieri dimenticati, delle fatiche dei nostri padri, di un patrimonio culturale da preservare. MediterrAnima è un omaggio alla mia bellissima terra, leggerlo ci insegna ad apprezzare con amore e rispetto le tradizioni a volte crude, ma che sono marchio di una autenticità assoluta che è la Sicilia.

Progetti futuri?

Il mio più grande desiderio è quello di continuare a scrivere, principalmente per me, perché mi aiuta a vivere meglio, ma anche con l’intento di essere una goccia nel mare che continua a far vibrare questa musa incredibile che è la poesia.

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“Il coraggio della paura” di Massimo Pescara

La guerra, questa guerra ha generato tanti lutti, disperazione, fame, morte, la tragedia di interi popoli, tutti i giornali ne parlano, almeno quei pochi che ci arrivano, ma nessuno parla delle tante e piccole tragedie personali, di intere famiglie distrutte, di orfani e di vedove, nessuno ne parla.

Massimo Pescara, classe 1959, torna a raccontarci qualcosa di profondo e toccante come solo lui sa fare: Il coraggio della paura, edito da Kubera.

Liberamente ispirato alle vicende dei nonni paterni, narra il periodo trascorso in guerra sulle Dolomiti dal giovane Angelo tra il 1916 e il 1918, contro l’esercito austriaco, mentre la devota fidanzata Santa lo attende a casa.

In questi anni lunghi e duri, il giovane vivrà tutto l’inferno della guerra di quel tempo, in prima linea, tra le mille difficoltà affrontate dai soldati in trincea: la caduta di innumerevoli compagni tra il fuoco nemico, il freddo, gli stenti e l’incapacità degli ufficiali di gestire un simile conflitto.

L’orrore della Prima Guerra Mondiale e il modo in cui l’Italia l’ha affrontata sono macchie che rimarranno sempre impresse nella storia dell’umanità, ricordate dai racconti dei sopravvissuti e dalle generazioni successive che non intendono seppellirle. Angelo è un sopravvissuto che ce l’ha fatta a tornare indietro e a rifarsi una vita, per andare avanti ma soprattutto per ispirare le future generazioni a non ripetere una simile esperienza. Con il suo stile crudo e scorrevole, l’autore insegna questo e molto altro, primo fra tutti a non negare “il coraggio della paura”. Una paura che non è vergogna, come sostiene, ma un sentimento come tanti altri…  “e provare dei sentimenti in trincea è già una cosa miracolosa”.

Come nasce questo libro?

L’idea di scrivere una storia di questo tipo era in me da molto tempo e mi sono effettivamente e liberamente ispirato alla storia di mio Nonno paterno Angelo e mia Nonna Paterna Santa. Parlo unicamente di ispirazione letteraria in quanto la loro storia è andata diversamente ma a me è piaciuto immaginarlo così.

Angelo effettivamente combatté attivamente nella grande guerra ma sul fronte greco, il fronte dolomitico dove ho ambientato le vicende belliche si prestavano meglio alla mia trasposizione letteraria.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Il  messaggio è chiaro, il coraggio della paura rappresenta la forza che in situazioni limite (tale concetto è valido in tutte le epoche ) ognuno di noi deve avere per superare le prove ,anche le più dure ,che la vita ci riserva. Conoscere le proprie forze senza ostentarle ma soprattutto conoscere le nostre paure e i nostri limiti ci aiuta a superarle e questo può fare la differenza. Una amicizia riscoperta in tragici frangenti rappresenta per i due protagonisti tutta la loro ricchezza ed è tutto quello che hanno in quel momento.

Il terzo concetto è che la nostra esistenza è  molte volte legata al fato. L’essere a volte nel momento giusto al posto giusto può fare di un mediocre una persona di successo, diversamene tutto può essere vanificato.

L’amore infine forte e disperato che è capace di attendere fino alla fine è oltre, una scelta fatta a oltranza e senza ripensamenti.

Leggi il mio libro perché..

Leggere il mio libro perché comunque è una storia credibile e liberamente ispirata al reale, una trama credo originale in grado di attirare a sé il lettore, un manifesto chiaramente antimilitarista una storia vecchia e al tempo stesso moderna ma chiaramente solo una storia.

Progetti?
Un nuovo manoscritto è già in revisione e spero che venga pubblicato, al tempo stesso sto lavorando alla mia seconda raccolta di poesie da affiancare alla prima uscita nel 2015 “I Sogni dell’anima” sarà la naturale continuazione in quanto il mio viaggio tra sogni ed emozioni continua.

“Il Coraggio della Paura” di Massimo Pescara merita 4 stelle su 5.

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“Storie di un poeta” di Matteo Gentili

“La cosa migliore che ho fatto

è stata scrivere

a volte cantare”

Matteo Gentili cattura la nostra attenzione con la sua raccolta poetica: Storie di un poeta, edito da BooksPrint. Una serie di componimenti basati su numerosi aspetti della sua vita, ma anche su oggetti o scenari comuni e quotidiani. Un pensiero, un aquilone, una panchina, un bacio. Parla di un po’ di tutto per parlare di se stesso. Tanti piccoli tasselli che, messi insieme, compongono tutto l’animo tormentato e sognante di questo autore, che scrive per assecondare il suo “stare fuori da tutto, fuori dagli schemi”, per parlare per la gente come lui, a suo dire “distratta”.

Si tratta di versi potenti, profondi e ricchi di significato, che nella loro leggerezza ti prendono e ti scuotono. Messi insieme danno vita a un’opera molto scorrevole, colma di parole che ti rimangono dentro la mente e il cuore.

Come nasce quest’opera letteraria?

Storie di un poeta nasce da un blocco, il cosiddetto blocco dello scrittore, ero in un momento di sconforto, non riuscivo più a scrivere nulla, finché un giorno mia sorella, mi consigliò di scrivere su oggetti inanimati, iniziai con un biscotto, dopo che mia figlia lo lasciò sul tavolino a sciogliere, proseguii con altri oggetti, ottenendo quello che ora è storie di un poeta

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

che tutti possiamo ottenere qualcosa, che la vita di tutti i giorni può essere interpretata in maniera diversa, che anche l’oggetto più insignificante può avere il suo scopo, che la vita vale la pena di essere vissuta

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Non conosco molto bene l’editoria di oggi, tutti quelli con cui mi sono rapportato mi hanno trattato veramente molto bene, non posso che avere un giudizio positivo

Leggi il mio libro perché…

Leggi il mio libro, perché è divertente, ci sono poesie simpatiche, ma anche serie, ci sono i sentimenti di un ragazzo, ma anche di un uomo, ci sono le speranze, ci sono tanti tanti oggetti e le loro anime

Progetti futuri?

ho già scritto un altro libro, meno impegnativo che si chiama oggetti ed altri rimedi, sto scrivendo il terzo, il cui nome sarà bullismo, oggetti e pensieri, il mio sogno è quello di arrivare a più persone possibili…

Il libro merita 5 stelle su 5.

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“Galassie Perdute – Libro Secondo – Coscienza” di Vittorio Piccirillo

“Forse ciò che il Padre e gli altri dicevano su di lei era vero. Tuttavia, su una cosa si sbagliavano. Non erano i trascorsi dei progenitori, il patrimonio genetico, o il lascito tardivo di un’epoca perduta, a rendere Kendra speciale.”

Vittorio Piccirillo riprende l’avventura di Kendra tra le pagine di Galassie Perdute – Libro Secondo – Coscienza, edito da Tabula Fati. Braccata senza sosta dai pirati e costretta a rifugiarsi negli angoli più malfamati del cosmo, la giovane viene infine soccorsa dal gruppo di avventurieri guidato da Ford. Questi la conduce dal Padre, misterioso individuo che ripone tutte le sue speranze in Kendra e spiega la natura delle sue visioni, conseguenza di un potere di cui è dotata superando la sua comprensione. Tale potere potrebbe aiutare il Padre a ritrovare le Galassie, antiche astronavi in grado di riportare l’umanità agli antichi fasti. “Per essere completi. Per riportare l’umanità dal buio alla luce”.

Per Kendra è giunto dunque il momento di scegliere da che parte stare, per un bene superiore oltre ogni sua immaginazione, percorrendo nuove rotte tra le stelle ricolme di insidie.

L’autore ci conquista ancora una volta con questo nuovo volume, tra personaggi ben caratterizzati e una descrizione minuziosa di ambienti e tecnologie tra le più disparate… elementi essenziali in un libro di fantascienza che si rivelano talvolta ostacoli ardui da superare.

Il messaggio di fondo, pur essendo familiare agli occhi di un lettore, si rivela ancora efficace nella sua forza: tra queste pagine vediamo una razza umana in declino, allo sbando, immersa fino al collo “nel buio”, parafrasando i discorsi del Padre… eppure è ancora giusto fare qualcosa di buono per loro.

Sarà sempre giusto battersi per garantire a un popolo un futuro più luminoso.

Come nasce quest’opera letteraria?

“Galassie Perdute – Libro secondo: Coscienza” riprende l’arco narrativo introdotto con il precedente “Galassie Perdute – Libro Primo: Innocenza” e lo porta a compimento. Le vicende si sviluppano fino a condurre Kendra, la giovane protagonista di entrambi i romanzi, all’inevitabile resa dei conti con i suoi diversi antagonisti, nella speranza di rispondere alle domande che la assillano da sempre, solo per scoprire che da alcune risposte non possono che nascere nuove domande.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Il tema dominante di entrambi i romanzi è il libero arbitrio, con tutte le responsabilità che ne derivano. La giovane Kendra ha perso tutto e deve ricostruire la sua esistenza da zero, basandosi unicamente sulle azioni che compie. Così facendo impara, spesso pagando la lezione a caro prezzo, che ogni scelta ha delle conseguenze, non soltanto per lei, ma anche e soprattutto per coloro che la circondano.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

È una realtà estremamente competitiva, dove conquistarsi uno spazio è difficile, mentre perderlo è facilissimo. Non bisogna avere fretta di “arrivare”. Al contrario, è necessario impegnarsi con umiltà e perseveranza, affidandosi a professionisti che siano in grado di dare il giusto valore alle proprie opere e di trovare per esse una collocazione appropriata nel vasto e complesso panorama editoriale.

Leggi il mio libro perché…

Perché si tratta di un romanzo di fantascienza, e nessun altro genere letterario è in grado di unire in maniera così efficace il divertimento e la riflessione. Pur trattandosi di narrativa di evasione, ricca di avventure e colpi di scena, le vicende che racconta non sono poi così diverse dalle nostre. Riconoscerci nella protagonista e negli altri personaggi, comprendere le decisioni che prendono e le motivazioni che li guidano, può essere utile anche a noi, dandoci qualche indicazione su come comportarci nelle nostre vite.

Progetti futuri?

Di sicuro promuovere quest’ultimo romanzo con tutti i mezzi e tramite tutti i canali che posso sfruttare grazie al tuo insostituibile lavoro. Poi certamente continuare a leggere, il più possibile, del mio genere preferito, la fantascienza, e non solo. Infine, per quanto ne sarò capace, andare avanti a scrivere: non mancano le idee e nemmeno le opportunità. Sto coltivando alcuni progetti, e non appena qualcuno darà i propri frutti, naturalmente sarai la prima a saperlo.

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