Le Aquile d’Oro di Luigi Cardone

“Non esistono creature della notte e del giorno. Non c’è bisogno di avere un legame di sangue per sentirsi fratello e sorella, ma l’unica cosa che conta veramente è una sola: sentirsi parte dello stesso nido.”

La più importante delle lezioni che può insegnarci Le Aquile d’Oro, brillante avventura fantasy scritta da Luigi Cardone e pubblicata con Eretica edizioni. Tra queste pagine seguiremo le imprese compiute dal giovane Rion, che per effetto di una misteriosa piuma magica viene tramutato in un falco e coinvolto, insieme alla sorella e un’amica, in una grande faida tra uccelli notturni e diurni. Uno scontro epico che segnerà il destino di entrambe le fazioni, grazie al coraggio e alle scelte di questo intrepido piccolo eroe.

Una lettura breve ma ricca di azione, semplice ma d’impatto grazie ai temi trattati.

L’idea che non siano le nostre origini bensì le nostre scelte a determinare chi siamo nel corso della vita ricorre spesso nelle opere più contemporanee, ma è giusto riproporla periodicamente, specie se l’intento di un autore è quello di ispirare i lettori con la figura dell’eroe, predestinato dagli eventi ma pur sempre umano nello spirito, con le sue debolezze e difetti.

Lo sapranno bene tutti i ragazzi che hanno incluso opere come Harry Potter nella propria collezione, e pertanto non si lasceranno sfuggire un promettente titolo come questo.

Come nasce quest’opera letteraria?

Ricordo ancora la sera in cui mio figlio innestò in me il seme di questa storia. Era un pomeriggio e avevamo litigato per un motivo che adesso mi sfugge. Lui aveva ragione ma io ero troppo orgoglioso per ammetterlo. Mi sedetti alla scrivania fissando il foglio bianco di word quando lui si avvicinò e mi disse: papà che ne dici scrivere qualcosa che parli di animali leggendari? Che ne so, scrivi delle Aquile D’oro. Da quel giorno iniziammo a parlarne e il litigio era già alle spalle. Facemmo la lista dei buoni e dei cattivi, e continuammo fino alla fine di questa storia nata dallo stesso sangue.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Il mio messaggio è vecchio come l’universo stesso. Siamo fatti tutti della stessa materia e allora perché non ci sentiamo parte tutti dello stesso Universo?

I tre personaggi principali sono tre ragazzi di etnie diverse che attraverso un’esperienza straordinaria riusciranno a comprendere l’essenza delle loro esistenze e del mondo che li circonda. Le diversità esistono perché siamo noi a vederle tali, se le prendessimo come un arricchimento allora veramente faremo parte tutti dello stesso nido.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

L’editoria d’oggi è in continua evoluzione come tutte le cose. Apprezzo molto le piccole realtà autonome che con coraggio cercano di rimanere in piedi a fronte dei grossi colossi. I marchi importanti danno lavoro a molte persone e appunto per questo devono avere utili, e quindi, forse, sono inarrivabili per un aspirante. C’è da dire comunque che oggi giorno anche se pubblichi con Mondadori non vuol dire che puoi startene lì fermo e venderai milioni di copie. Un autore deve essere anche un buon comunicatore, deve sapersi muovere sui social e dovrebbe essere sempre sveglio agli argomenti che tirano in quel momento. In un mondo in cui ci sono forse più scrittori che lettori devi essere veloce, e l’editoria di oggi lo è. Una nota stonata sono le Ce a pagamento che lucrano sui sogni degli aspiranti e purtroppo in molti per inesperienza ci cascano, ma questo argomento meriterebbe tante righe da riempire l’intero articolo.

Leggi il mio libro perché

Io reputo il mio libro un fantasy educativo adatto sia a ragazzi che adulti. Una storia che si muove velocemente come i ritmi che abbiamo oggi giorno. Un mondo ordinario che non regge più e allora ci si rifugia nei sogni di un mondo straordinario dove tutto può succedere. Dove due ragazzi che non sono nati dalla stessa madre si sentono fratello e sorella, dove un avvoltoio può permettersi il lutto di essere vegetariano, dove un ragazzo che non ha mai conosciuto i suoi genitori li cerca per tutta la storia per poi rendersi conto che la famiglia non è fatta solo di persone che condividono lo stesso sangue.

Progetti futuri?

Di solito non faccio progetti futuri perché credo che vivere il presente sia la risposta a tutto. Oggi ho ancora tanta voglia di scrivere storie e di inventare personaggi che poi alla fine tanto lontani da noi non sono. Sto partecipando a tanti concorsi con nuovi e vecchi lavori ricevendo anche delle soddisfazioni, e soprattutto sto lavorando alla seconda stesura del mio prossimo romanzo che dovrebbe uscire in primavera.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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“Dietro gli occhi di un soldato” di Mirko Giudici

 “Laggiù non hai il tempo di pensare, sei chiuso in un grigio posto asfittico che non conosci e devi stare solo con gli occhi ben aperti. Laggiù il tempo si è fermato, giorno o notte non fa differenza, fai solo i conti con una grande e sola verità, quella di riportare la tua pellaccia a casa, dietro l’amara ruggine di un filo spinato.”

La dura realtà affrontata da Mirko Giudici durante la guerra in Kosovo negli anni ’90, alla quale prese parte come soldato. Dietro gli occhi di un soldato narra la sua esperienza durante la missione italiana di pace su quelle terre, affrontando le mille difficoltà e pericoli che la scelta di fare il militare comporta. Affrontare nemici che non hai mai conosciuto; addentrarsi in un territorio ignoto, sfidando temperature rigide e scenari di desolazione e povertà estreme; ma soprattutto, rinunciare a tutte quelle piccole cose che quotidianamente ci circondano e spesso diamo per scontate… e ne senti la mancanza solo quando non ti circondano più. Non è la sua guerra, pensa l’autore in quei giorni difficili, eppure è stato lì, ad affrontare insidie, a rischiare la vita, a combattere per interessi ben al di sopra della sua comprensione. Per il dovere nei confronti del paese.

Territorio e supremazia sono le uniche ragioni per cui scoppia una guerra, e i governi non guardano negli occhi gli uomini che mandano sul campo nemico. Ma noi possiamo vedere in quegli occhi grazie a parole come queste, impresse per sempre sulla carta, grazie all’impegno di coloro che ce l’hanno fatta e sono tornati indietro per raccontarlo.

Una nuova forma di coraggio espressa nei confronti dell’umanità, la testimonianza di chi ha affrontato il vero dolore e ad esso è sopravvissuto.

Come nasce quest’opera letteraria?

Questo romanzo nasce dall’esigenza di voler far conoscere la mia personale esperienza da soldato durante la missione italiana di pace nel Kosovo, povera provincia dell’ex Jugoslavia martoriata dalla guerra. Un libro che fa rivivere i momenti e gli stati d’animo di chi era in prima linea e operava con tanta difficoltà nell’inferno della guerra, dove violenza e odio sono i protagonisti assoluti di una sanguinosa realtà e dove povertà e fame rappresentano il crudo scenario con cui dover fare i conti ogni giorno, ogni ora, ogni singolo minuto. Un libro che mette in evidenza la mia maturazione personale nel voler contribuire con la mia goccia di pace e solidarietà a prosciugare l’oceano scarlatto e devastante della guerra.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Il messaggio che voglio trasmettere attraverso questo libro è quello di raccontare, più da vicino, l’operato e il sacrificio dei militari italiani, impegnati ogni giorno, nelle missioni di pace nel mondo. E’ voler raccontare ciò che si prova quando ci si trova di fronte gli occhi scuri della guerra, sotto il fuoco nemico, con l’adrenalina a mille e l’odore della polvere da sparo, la fredda e cruda realtà della fame, della violenza e dell’odio in nome di una politica avida, sporca e corrotta, che divora tutto superando barriere e mascherando verità troppo scomode da poter rendere pubbliche.

Leggi il mio libro perché…

Per far conoscere alla gente comune la vera realtà e le difficoltà che vivono, ogni giorno, i militari italiani impegnati nelle missioni di pace nei teatri di guerra. Purtroppo, la maggior parte della gente ritiene, in maniera del tutto superficiale e sconsiderata, che i militari italiani scelgano di partire per le missioni solo ed esclusivamente per soldi. Voglio precisare e smontare questo “luogo comune”, nel voler spiegare che l’aspetto economico non è l’unico stimolo che spinga un militare a fare questo tipo di scelta. Chi sceglie di partire lo fa per dare il suo contributo e per portare un briciolo di pace e solidarietà lì dove la guerra ha lasciato i segni indelebili della fame e le cicatrici della povertà, gli strascichi di una folle ed inaudita violenza e di odio. Il mio intento è quello di mettere in luce anche un altro aspetto, che è stato oggetto di molte polemiche e numerosi studi, mi riferisco all’Uranio Impoverito presente su tutto il territorio dell’Ex Jugoslavia. Un tema molto “caldo” che ha provocato la morte di migliaia di militari italiani impegnati sul territorio. Nel mio libro è presente una sottile vena di denuncia per questo argomento che ha provocato gravi conseguenze a tutte le vittime da “Uranio Impoverito”. Un grido di “Giustizia” per tutti i militari che si sono ammalati, a distanza di anni, perché ignari di verità nascoste e insabbiate dalle autorità militari e civili.

Progetti futuri?

Attualmente sto lavorando al mio nuovo e terzo libro che tratta la mia dolorosa esperienza della malattia, della mia battaglia contro il “cancro” e la mia “rinascita”. Sto investendo tutte le energie a disposizione per proporre un libro che sia un valido strumento per chi ogni giorno combatte contro questo terribile “male”. Questo libro rappresenta un inno alla lotta, una fonte di forza per affrontare e vincere la malattia, vuole essere un incoraggiamento ad assumere un atteggiamento mentale positivo e forte durante la “battaglia”. La malattia e la lotta per sconfiggerla possono essere infatti uno stimolo per un cambiamento necessario, una seconda chance, l’occasione di ripartire da zero, di “rinascere”. Non voglio certo offrire una speranza a buon mercato di guarigione dal cancro, perché non ho tale potere e perché la speranza è insita in ognuno di noi e ogni individuo ha il compito di trovare il proprio modo per dare corpo alla sua personale speranza. Eppure, la guarigione grazie al cielo spesso arriva, sono tante le persone che sconfiggono il cancro definitivamente. Questo mio racconto intende restituire al malato di tumore la sua dignità; non ci si deve nascondere o vergognare del tumore (sentimento che ho provato sulla mia pelle), né tantomeno sentire un peso da gestire a livello economico e sociale.  La mia esperienza vuole invece incoraggiare gli altri a concedersi la libertà di “essere” anche nella sofferenza, chiamando il cancro per nome, ad esempio. Dal cancro si può guarire e si guarisce, il percorso è lungo e durissimo ed il prezzo da pagare è molto alto, ma non bisogna mai mollare, mai abbassare lo sguardo e fare tutto ciò che è in nostro potere perché il cancro non ci colpisca. Per concludere, mi auguro di riuscire a pubblicare questo nuovo progetto attraverso un grande e serio editore, che investa sul mio potenziale e creda nel mio “modus operandi letterario”.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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Eclipse de Lune di Cristina Pappalardo e Franco Fabris

Eclipse de Lune

Ciò che volete

non lo trovate,

perché é già dentro di voi.

É ciò che vi manca

che dovete ricercare

nell’immenso vuoto

da voi creato,

dove fluttuano

pensieri astratti

che vi fanno sentire

vivi, ma spogli.

Conquistare i lettori in una sola lingua è un bel traguardo, ma conquistarne in più di una significa toccare vette ben più alte. Lo sanno bene Cristina Pappalardo e Franco Fabris, autori di questa raccolta poetica auto pubblicata. Eclipse de Lune contiene una serie di brani in lingua italiana con testo a fronte in lingua francese, diviso in due distinte sezioni che affrontano un’ampia varietà di temi. Solitudine, ricerca di se stessi, senso di vuoto, memoria, speranza, amore e molto altro, espressi in due lingue diverse con il preciso intento, come sostenuto dagli autori, di “diffondere e mettere in luce l’amore per la poesia e per la lingua francese”.

Sono versi potenti, questi, che ti prendono e ti scuotono con la loro forza emotiva. Per chi è in cerca di se stesso, ma soprattutto per chi ama la poesia, è un ottimo regalo e un titolo imperdibile per la propria collezione.

Come nasce quest’opera letteraria?

L’idea di scrivere un libro di poesie in italiano con testo a fronte in francese nasce nei corridoi di una Scuola Secondaria di primo grado della provincia di Venezia. Dopo aver scritto la poesia Bagliore che compare nella prima sezione del testo l’ho sottoposta alla collega di lingua e letteratura francese Cristina Pappalardo chiedendo di poterla tradurre. La dolcezza e la sonorità della lingua francese ci ha convinto a portare avanti il progetto che si è concluso con la pubblicazione, appunto, del libro.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Un messaggio di speranza. Il libro inizia con una mattina autunnale uggiosa e nebbiosa e termina in riva al mare innanzi ad una luna piena splendente: una sorta di cammino interiore che ci porta a superare le difficoltà che la vita ci pone innanzi e a coltivare e raggiungere le proprie passioni.

Leggi il mio libro ... perché trasmette emozioni e sensazioni che fanno parte della vita di ciascuno di noi. Le poesie, anche se sono lì immobili, parlano continuamente a chi desidera, anche solo per un attimo, mettersi in ascolto.

Progetti futuri?

Oltre a continuare a promuovere il libro, stiamo cercando di diffondere la passione della poesia nelle scuole secondarie di primo e secondo grado perché, a differenza di quanto si possa pensare, i giovani d’oggi amano la poesia e tutto quello che essa continua a trasmettere.

Il libro merita 5 stelle su 5.

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“Daiki” di Maria R. Belfi

“Una coccinella incede lentamente e ogni tanto si ferma in un’attesa inspiegabile. Ashraf la raccoglie delicatamente e la guarda camminare sul palmo Della mano. La rimette sull’erba e la segue con lo sguardo. Nel suo cuore la speranza di un mondo migliore!”

Maria Rosaria Belfi porta allegria e sensazioni positive in quantità con il suo Daiki, edizione Marzia Carocci. Narra le “imprese” del piccolo Cosimo mentre trascorre le vacanze estive in campagna dalla zia Mietta, che gli insegna volentieri un sacco di cose sulla natura che li circonda. Altri personaggi si muoveranno al suo fianco mentre riscopre la bellezza degli spazi aperti e delle piccole meraviglie della natura: il bambino siriano Ashraf, con il quale stringerà una forte amicizia superando il vasto confine della differenza etnica e culturale. Insieme troveranno Daiki, un cerbiatto ferito a cui presteranno subito soccorso affinché ritrovi la sua famiglia.

Questo e molto altro, in sole settantaquattro pagine, saprà affascinarvi come se leggeste un classico della letteratura, grazie anche alle bellissime illustrazioni di Francesca Di Nardo che danno più forma e colore alle scene narrate. Pur nella sua brevità, personaggi e luoghi di Daiki sono ben caratterizzati insieme a valori importanti come l’amicizia, la natura e il rispetto per essa che tutti dovremmo avere.

Una nuova avventura tutta da scoprire e che merita un posto d’onore nella narrativa per ragazzi.

Come nasce il libro?

Il racconto è l’epilogo emozionale dei lunghissimi anni di insegnamento, durante i quali ho avuto il privilegio di occuparmi della formazione dei bambini di scuola primaria, in contesti dal profilo interculturale. Ho scritto questo racconto mutuando ricordi, esperienze ma soprattutto emozioni. Il richiamo alla tragica realtà della guerra in Siria sostiene la narrazione e cementa l’incontro dei protagonisti. “Daiki” è un termine che deriva dal giapponese: “dai” vuol dire “grande”, unito a “ki” che significa “splendore” o “bagliore”, ma anche “albero”, oppure “prezioso” o “nobile”. Da qui il titolo”il grande bagliore” la grande luce di cui il mondo ha bisogno, la speranza di un mondo migliore. Il bagliore che deve sempre illuminare il percorso di chi si occupa della formazione dei bambini che sono il nostro futuro. Percorso che tutte le componenti sociali devono affrontare in modo sinergico in un momento storico come il nostro contraddistinto da emotività incontrollate, fuorvianti e pericolose.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Daiki  è una favola moderna da leggere con attenzione, magari immersi nella natura quasi surreale che fa da scenario al racconto. Credo che dovrebbe entrare nelle scuole con lo scopo di far recepire ai nostri ragazzi, così smarriti e spesso letteralmente “rapiti”dai device virtuali che esistono ancora valori genuini, veri e speciali, quali, ad esempio, il rispetto per l’alterità e l’amore per la natura.

Leggi il mio libro perché..

Leggere Daiki significa riscoprire valori, suggestioni, emozioni. Riflettere su argomenti di cogente attualità. Una storia semplice dove i personaggi sono caratterizzati da umanità e apportano suggerimenti etici e morali: una storia dove prevale la fratellanza oltre che l’amore per la natura. Il libro è supportato da bellissime illustrazioni che rendono in modo efficace i vari momenti della narrazione.

Progetti futuri?

Creare situazioni emotive che, in modo catartico, tocchino l’animo umano. Continuare a scrivere per i bambini e trasferire nelle narrazioni il loro ricco mondo interiore, dove la speranza di un mondo migliore è realtà e non utopia!

Il libro merita  5 stelle su 5.

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“L’eco del caos- Dimensione A di Alessandro Bellomarini”

 “Il mondo è di chi ancora sniffa coca e che, nonostante il vomito e le smerdate notturne, riesce ad alzarsi in piedi e vedere che il sole splende in cielo e che è tutto fottutamente bello, nonostante quelle creature cerchino di cavarci la testa!”

Parole forti ma cariche di una dura realtà, che impregnano buona parte delle pagine di L’eco del caos – Dimensione A¸ primo volume di una trilogia Sci-fi young adult dalla penna di Alessandro Bellomarini ed edita da Progetto Cultura. Pagine che narrano del mondo futuro nell’anno 2150: un mondo a pezzi, devastato da un catastrofico evento noto a tutti come “la morte invisibile”; un mondo invaso da orde di creature mostruose venute da un’altra dimensione, mentre l’umanità cerca di sopravvivere tra le macerie di ciò che resta dell’antica società. Chi fugge nascondendosi nei luoghi più aspri e desolati, tenendo la testa bassa per sfuggire ai mostri, chi accetta invece l’oppressione e l’avidità dei potenti che hanno riorganizzato la società in città-fortezze sofisticate; chi lotta per arginare il male e il caos che rendono questa vita priva di significato. Storie diverse, in un’alternanza tra passato e presente, che mostrano ogni lato di questa terra sofferente partorita dal genio dell’autore.

Scritto con grande cura e dovizia di particolari, si evince una profonda conoscenza del territorio americano e della sua cultura. Sebbene, in quest’epoca di multimedialità che ci circonda, il genere postapocalittico sia ormai ricolmo di infinite visioni e aspettative da parte di tutti noi, l’autore ci sorprende ugualmente grazie al suo stile narrativo crudo e non privo di dettagli cruenti, mostrandoci in pratica un’umanità che “non impara dai suoi errori”.

Persone che in larga parte si rassegnano al loro destino e pensano solo a tirare avanti, guardando con amarezza quel mondo spezzato su cui si trovano a camminare e ringraziando per ogni nuovo giorno in cui si risvegliano ancora vivi. Dimostra come le mostruose creature extra-dimensionali siano solo l’ultimo dei problemi di questa umanità ferita… perché anche nella nostra realtà abbiamo mostri ben peggiori da affrontare.

“L’eco del caos-Dimensione A” è un progetto che avevo in archivio da diversi anni. La prima stesura del romanzo aveva un’impronta completamente fantasy.  Tuttavia sentivo che qualcosa non andava e la storia si stava sviluppando in maniera forzata. Ho deciso di riscriverla cercando di contaminarla di vari generi, così da non renderla totalmente catalogabile. Ciò che ne è scaturito è uno young adult di genere sci-fi dalle venature fantasy/horror/survival

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Pur trattandosi di una storia ambientata nel futuro ci sono tematiche attuali. Regimi totalitari che prendono il potere, soprusi sui più deboli, amicizie interrotte, bullismo. Il tutto condito da un certo retrogusto nostalgico di revival. Il messaggio che questo romanzo vuole trasmettere è che certi problemi non finiranno mai e che dovremmo aprire gli occhi.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Penso che sia un mercato e ognuno offre il proprio prodotto. Sta allo scrittore valutarne per bene il valore e vedere se la merce è di proprio gradimento.

Leggi il mio libro perché…

Perché è una storia che va dritto al sodo. Sembra di vedere una serie TV. Siamo in un mondo molto veloce, troppo alle volte. “L’eco del caos-Dimensione A” è adrenalina continua.

Progetti futuri?

Fino a Febbraio sarò impegnato con il tour promozionale del romanzo. Lo presenterò a Roma, Formia, Spoleto, Cerreto Guidi e Potenza. Parallelamente è in teatro la replica di uno spettacolo di cui sono co-autore, dal titolo “Pensione Serena” e andrà in scena il 23 e 24 Novembre a Canale Monterano e l’11 Maggio a Roma al “Teatro degli Eroi”

Il libro merita  4 stelle su 5.  

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“Il fetore dei soldi” di Roberto Robert

“Siamo in guerra, Vincenzo, una guerra di tutti contro tutti. Io comunque non dico che in battaglia occorra solamente il cannone, c’è un tempo per le armi e un tempo per la diplomazia. Mi auguro che quando verrà il tuo, di tempo, se lo vorrai, ci sia spazio anche per altri strumenti più pacifici di quelli odierni.”

È proprio una guerra quella raccontata da Roberto Robert ne Il Fetore dei Soldi, edito da Silele Edizioni. Una guerra di potere e supremazia tra i dirigenti del Banco Popolare Brembano, in una torbida vicenda che vede protagonisti numerosi personaggi. La famiglia Egli, innanzitutto, fondatrice e proprietaria della banca, che affida le sue sorti nelle mani dell’audace rampolla Diana pur di evitare il fallimento. Dragomira, giovane truffatrice dell’Est Europa che suo malgrado si troverà coinvolta una faccenda spinosa legata agli intrighi del Banco. Molti altri, tra dirigenti, onesti impiegati, criminali e umili lavoratori, si faranno avanti per i propri tornaconti. Un sapiente intreccio di vite ed eventi, mescolati insieme in un vortice di azioni, complotti, crimini e alleanze al cui centro troviamo l’unico elemento che li accomuna: il denaro. Il denaro che, pur non donando la felicità come crediamo oggigiorno, dona innegabilmente molte soddisfazioni; il denaro che corrompe l’animo e spinge a fare gesti estremi inseguendo il sogno di fare “la bella vita”; il denaro che spinge a complottare, a organizzare, a mettere l’uno contro l’altro… e vince chi ne ottiene di più.

L’autore ci dona una lettura complessa e impegnativa, a causa degli aspetti finanziari ed economici di cui è infarcita, ma che analizza assai duramente – e realisticamente – una realtà quotidiana che opprime il nostro Paese, e probabilmente l’umanità intera. Il fetore dei soldi ci mette senza dubbio in guardia contro il demone dell’avidità, che spinge ogni uomo a dure lotte per il potere.

Come nasce quest’opera letteraria?

L’evidente gioco di parole contenuto nel titolo del libro, che richiama un noto motto latino, un famoso film tratto da un romanzo americano e un recente saggio pubblicato in Italia, credo faccia comprendere perché sia stato scritto. Oggetto della narrazione è la continua, spasmodica, feroce ricerca, da parte di molti tra i personaggi, della maggior quantità di denaro possibile, da ottenere con ogni mezzo. Di fatto, i soldi divengono il motore del racconto, il fine ultimo attorno al quale ruotano speranze e ossessioni.

L’ambientazione in una banca a questo punto appare scontata, sebbene molte delle vicende narrate non si svolgano solo all’interno dei tradizionali sportelli frequentati dalla clientela, bensì anche in luoghi a volte inaspettati.

Scritto seguendo la classica struttura che vede un protagonista e un antagonista – in questo caso, entrambi giovani donne appartenenti a ceti sociali profondamente diversi – e il conflitto che ne scaturisce, la trama si sviluppa mostrando dapprima la furibonda lotta che avviene per il controllo della Banca popolare (ovviamente immaginaria) guidata da Diana Egli, ultima erede della dinastia svizzera proprietaria dell’istituto da oltre un secolo, e successivamente l’irrompere sulla scena di Dragomira Munteanu, misteriosa donna proveniente dall’Est Europa in fuga dai fantasmi del proprio passato. Diana e Dragomira nelle pagine finali si scontreranno così in un singolare duello, tutto giocato in chiave femminile, durante il quale ciascuna metterà in gioco ciò che ha di più prezioso: la banca di famiglia la prima, la sua stessa vita l’altra.

Il libro attinge a piene mani alla cronaca degli ultimi anni, dove la crisi economica ha dato il colpo di grazia a istituti bancari già in difficoltà da spregiudicate gestioni finanziarie. Sarà agevole per il lettore riconoscere all’interno delle pagine precisi riferimenti all’attualità italiana: manager che usano la banca come propria cassa personale, politici maneggioni, un apparente suicidio; ma anche l’affollarsi inferocito dei clienti che protestano davanti alle filiali, e le dolorose vicende di persone schiacciate dai debiti. Un rimescolarsi di molte vicende, quindi, accomunate dal persistente odore del denaro che, contrariamente al detto popolare, giunge addirittura a trasformarsi in fetore.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Di banche e banchieri, in Italia, negli ultimi anni si è parlato molto di frequente, anche se spesso in maniera non del tutto corretta; d’altronde, il fatto che la maggioranza degli italiani possegga competenze economiche assai scarse è noto da tempo.

Quest’opera appartiene al genere del romanzo noir; ciò non toglie che, come in miei precedenti libri, contenga alcune venature storiche e saggistiche, soprattutto nella prima parte, che possono aiutare a comprendere cosa sia davvero accaduto in molti istituti bancari finiti in crisi. Per accompagnare il lettore in questo percorso mi sono avvalso del prezioso contributo di un amico docente universitario, Mario Comana, che nella prefazione ha esposto in modo assai accessibile i motivi che hanno condotto molte banche a un passo dal fallimento.

Naturalmente, dato che la storia è ambientata a Bergamo, terra dove da sempre le banche giocano un ruolo fondamentale, ho dovuto muovermi con grande accortezza: nomi, luoghi ed eventi sono stati scelti con cura, cercando di evitare il più possibile riferimenti troppo precisi a fatti realmente accaduti. Anche in Bergamasca, sebbene le circostanze non abbiano avuta troppa eco a livello nazionale, si sono infatti verificati alcuni casi finiti sotto l’occhio della magistratura, con il conseguente avvio di procedimenti penali ancora in corso.

Per quanto riguarda il messaggio finale, sarebbe davvero semplicistico ridurlo al comune pensiero che ‘il crimine non paga’, in quanto la chiusura del romanzo, nel momento in cui definisce colpe e responsabilità di alcuni, ne lascia impuniti altri che, passata la bufera, si mostrano pronti a ricominciare le loro immorali attività.

Progetti futuri?

Dopo le feste natalizie inizierò il mio quinto noir, che avrà per oggetto un tema attuale e assai drammatico: la violenza di genere che spesso, come ci riportano quotidianamente le cronache, ogni anno sfocia purtroppo in centinaia di aggressioni, ferimenti e femminicidi. Credo sarà una sfida assai impegnativa, soprattutto perché da maschio dovrò riuscire a spogliarmi di tutti i miei pregiudizi senza però scivolare né nella lacrima facile, né tantomeno nella asettica neutralità.

Poi vorrei dedicarmi anche a un altro progetto più lontano nel tempo: scrivere gialli – o per meglio dire, polizieschi puri – senza però abbandonare i miei amati noir, il genere narrativo per il quale mi sento maggiormente portato.

Mi piacerebbe creare un personaggio investigativo legato a Bergamo e inserirlo in una serie che si prolunghi negli anni… forse non diverrò il Camilleri, il De Giovanni o il Carofiglio orobico, ma per me sarebbe davvero un grande traguardo. 

Il libro merita 4 stelle su 5.

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“Sangue sulla Neve” di Francesco Bonvicini

Francesco Bonvicini torna con il quarto capitolo della sua saga della Terza Squadra Omicidi di Colonia: Sangue sulla Neve, edito da Pegasus, con una nuova serie di indagini tra le nevi dell’ormai nota città tedesca.

Il rigido inverno coloniese si è improvvisamente tinto di sangue e morte, infatti, a seguito di una tragedia avvenuta tra i membri di un corso di paracadutismo riuniti per una rimpatriata. La vittima, un noto finanziere tutt’altro che simpatico al prossimo, e le insolite cause della sua morte attirano di conseguenza le attenzioni della squadra omicidi di Colonia: il commissario capo Alois Liebermann e l’ispettore capo Günther Sikora, insieme al resto della squadra indagheranno a fondo per scovare l’ennesimo omicida che ha turbato la quiete della loro beneamata città.

Tra indagini, sospettati e ricerche percorriamo ancora una volta la città di Colonia e zone limitrofe, accompagnando i solerti protagonisti mentre svolgono il loro lavoro. Nulla di personale li lega alla faccenda: fanno il loro mestiere, scavano tra fango e sangue per assicurare un assassino alla giustizia e chiudere il caso. Nessuna scusa, nessuna motivazione apparentemente lucida – che ha portato alla morte un uomo, seppur non fosse uno stinco di santo – li fermerà dal loro obbiettivo. Smascherare il nuovo criminale che si aggira tra le nevi di Colonia.

Ancora una volta l’autore riesce a conquistarci con la sua ricchezza di contenuti e informazioni sullo scenario tedesco che circonda la vicenda, dimostrando come sempre una profonda conoscenza del territorio e della cultura che ha reso Colonia stessa la sua musa ispiratrice. E risultati brillanti si vedono in storie come questa, dove non si spara neanche un colpo. Sangue sulla neve non può mancare nella vostra collezione della saga, o del poliziesco in generale.

Come nasce quest’opera letteraria?

È il quarto romanzo della mia saga “Sangue su Colonia”, che si è delineato nella mia mente dopo aver visto un film parzialmente in tema col romanzo stesso.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Un messaggio di speranza.

La neve non è distruzione, dalle mie parti infatti si dice: “Sotto la neve, pane. Sotto la pioggia, fame.” Si può infatti vedere la neve un po’ come la pioggia manzoniana, che impregna le pagine finali de I promessi sposi. Dopo torna il sereno e tutto ricresce.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Non posso che pensarne male, dato che sacrifica la qualità e la cultura in nome del puro guadagno. Una casa editrice deve sì guadagnarsi la pagnotta, come tutti del resto, però deve dispensare cultura. Non si capisce per esempio perché in Italia si sacrificano autori best seller in favore di semplici “casi” letterari come le famose “Cinquanta sfumature…”

Leggi il mio libro perché…

Per il piacere di ritrovare personaggi noti o per conoscerli. E poi, come dicevo in precedenza, per dare un messaggio di speranza.

Progetti futuri?

Sto già scrivendo il quinto romanzo della mia saga. Per il resto, ho qualche progetto, staremo a vedere. Bleiben sie dran!!!!

Il libro merita 4 stelle su 5.

COMPRALO!

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“Ti scrivo perché”

“Ti scrivo perché” è un libro a cura di Eleonora Marsella.

Nasce per un motivo: non scriviamo più lettere, così la giornalista ha indetto un concorso letterario in collaborazione con Pav Edizioni che ha visto partecipare più di sessanta persone.

Le lettere selezionate sono state 25, tutte lettere scritte da Autori Emergenti italiani.

Lettere d’amore, d’addio, d’amicizia, d’arrivederci, di rancori, lettere che hanno bisogno di esser lette, vissute, lettere che hanno bisogno di andare altrove.

Il libro, nelle prime 48 ore, è stato spedito in 62 case diverse: lettori che lo hanno richiesto direttamente a casa propria.

Una lettera al giorno può togliere il male di torno.

Lo sapevi?

Gli autori vincitori sono: Simone Alessi, Annapaola Prestia, Antonio Calabrò, Chiara Domeniconi, Sauro Spadoni, Arianna Venturino, Rocco Granese, Lorenza Cianci, Diego Cigolini, Annalista Castagna, Jacqueline Magi, Patrizia Clemente, Francesco Bonvicini, Deianira Vaccaro, Daria Natarelli, Jessica Mantovani, Patrizia Macario, Elisa Tosi, Massimo Festa, Grazia Buscaglia, Giada Strapparava, Loredana Borgna e Roberta Caradonna.

Da un progetto di Eleonora Marsella con Pav Edizioni, progetto grafico di Silvia Bonomo, 25 lettere, prezzo di copertina 12 euro.

Per riceverlo scrivere a: Ilblogdieleonoramarsella@gmail.com o contattare la casa editrice PAV EDIZIONI.

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“Un viaggio chiamato psicoterapia” di Alessandra Parentela e Michela Longo

 “Oltre a vedere i tuoi occhi, so cosa stai pensando. Che sarebbe meglio per me staccare il cervello ora e metterlo a riposo… arriverò anche a questo Doc, ma per ora mi va proprio di fare così, di pensare. E per una volta che i pensieri sono positivi, lascio volentieri che invadano la mia serata.”

Scritto a quattro mani da Alessandra Parentela e Michela Longo, edito da CTL Edizioni, Un viaggio chiamato psicoterapia nasce dal desiderio delle due donne di raccontare e condividere il loro viaggio, ognuna dal proprio punto di vista. Incontratesi per caso, ecco che Doc e Miki immortalano tra queste pagine le loro idee, il loro pensiero, le loro emozioni. La prima parte analizza gli aspetti principali della psicoterapia, tra obiettivi, metodologie e teorie filosofiche del passato. Poi il racconto del viaggio attraverso gli occhi di Miki, nel quale – sostiene l’autrice – ha messo in gioco tutta se stessa.

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L’ultima parte è un dialogo tra le due donne, nel quale riflettono sul percorso intrapreso e i risultati ottenuti: il cambiamento, quasi inevitabile, avvenuto in entrambe.

Un cambiamento avvenuto nel momento in cui accettiamo i nostri pregi e difetti, che tutti noi possediamo in egual misura. Per stare bene con se stessi e non smarrirsi in un vortice di dolore è necessario accettare questa realtà. Non tutti trovano la forza per dedicarsi a un simile impegno, ma questo libro dimostra come a volte sia necessario mettersi in viaggio per riuscire a lottare… e vincere. Un modo nuovo e affascinante per fare terapia, per affrontare i propri dolori in compagnia e maturare; per vivere il proprio tempo con il giusto equilibrio.

Come nasce quest’opera letteraria?

Dall’idea di voler accostare le persone alla psicoterapia addentrandole in un vero percorso in cui potersi immedesimare, sminuendo quell’alone di vergogna e mistero che ancora c’è dietro al bisogno di rivolgersi allo psicoterapeuta. Chi va dallo psicoterapeuta ha problemi come li hanno tutti. La differenza con chi non ci va è che chi inizia un percorso terapeutico si mette realmente in gioco e vuole iniziare a risolverli. Non significa ricevere consigli bensì imparare a vedere i nostri problemi da un’altra prospettiva.

Inoltre questo libro è anche il risultato della forte empatia nata nel setting terapeutico.

Quale messaggio volete trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

–          Che la psicoterapia può essere uno strumento valido per tutti nei momenti più difficili.

–          Come sia nelle relazioni umane che si trova la risoluzione di qualsiasi conflitto, perché è nella condivisione che si trova la felicità.

Cosa pensate dell’editoria d’oggi?

Pensiamo che sia in crisi perché ci sono sempre meno lettori e sempre più libri. Non abbiamo più tempo da dedicare alla lettura perché fagocitati da tutto ciò che è digitale, pertanto il libro cartaceo sta perdendo potere sebbene per noi rimane di grande fascino.

Leggi il nostro libro perché…

Semplicemente perché lo puoi trovare interessante e ironico. Inoltre chiunque si può identificare nella storia di Miki e può cercare delle risposte ad un’esistenza che forse una vera risposta non ce l’ha. Il messaggio finale è che non dobbiamo smettere di cercarne una, perché forse il vero senso della vita è proprio la ricerca di una risposta.

Progetti futuri?

No, viviamo l’oggi come ben scriviamo. Il passato crea depressione, il futuro ansia, quindi ci stiamo godendo l’attimo presente e questo libro rappresenta la meraviglia del nostro presente.

Il libro merita 5 stelle su 5.

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“La rosa bianca di serpente- L’inizio della maledizione” di Greta Guerrieri

“La natura abbatteva ogni barriera e limite del mondo. Se avesse potuto farlo essa, avrebbe potuto farlo chiunque. Perché i miracoli esistevano, grazie alla forza di volontà. Il buio perenne si estingueva sempre, dopo lo scorrere di una nottata. Tutto passava, tutto cambiava. Anche lei aveva il dono di modificare il suo percorso e finalmente se ne era capacitata, grazie alle parole di Wolk.”

Greta Guerrieri, classe 1990, ci fa dono di una nuova saga fantasy: La Rosa Bianca di Serpente – L’inizio della maledizione, auto pubblicato. Questo volume narra una duplice vicenda: la prima segue il viaggio di Lais, un giovane cupo, solitario e dotato di occhi dall’insolito colore dorato; questi, stanco della vita condotta finora in povertà, decide di lasciare il villaggio in cerca di fortuna. Una serie di sfortunati eventi lo riporta suo malgrado tra la civiltà indesiderata, incrociando la sua strada con quella di Etka, ragazza solare e allegra dagli occhi viola. Quando Lais scopre di saper provocare strane reazioni e fenomeni innaturali, si rimetterà in viaggio insieme a Etka per scoprire la verità.

Contemporaneamente si sussegue la vicenda di Wolk e Jul, due giovani partiti dallo stesso villaggio di Lais per sfuggire a un’aggressione a opera delle guardie reali. Dapprima divise, queste due strade s’incroceranno fra strani incontri, eventi e rivelazioni di ogni sorta.

A una prima occhiata si rivela un “fantasy con poca magia”: l’autrice, in effetti, punta piuttosto – almeno per buona parte del romanzo – sull’intensità di ogni gesto, azione ed emozione compiuta dai numerosi personaggi presenti nel romanzo, ognuno ben caratterizzato e con un ruolo fondamentale, che affrontano problemi quotidiani tutt’altro che oscuri.

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Consigliato a tutti gli appassionati del genere, soprattutto quelli che ricercano una ricetta un po’ diversa dal “solito fantasy”, ma altrettanto gustosa.

Come nasce quest’opera letteraria?

L’idea è nata più di quattro anni fa come progetto a quattro mani tra me e mia cognata. Ci siamo sedute alla scrivania di suo fratello con l’intenzione di scrivere una storia insieme.

Con la premessa di non sapere cosa volessimo creare di preciso, abbiamo provato ad abbozzare teorie e idee su alcuni personaggi, alcuni dei quali sono rimasti attuali tutt’ora, perdendo ore ed ore a riflettere su questa idea.

Successivamente, poiché non trascorrevamo abbastanza tempo insieme, causa impegni tra famiglia e lavoro, concordemente abbiamo deciso che lo avrei portato io avanti.

Ho avuto l’idea di scrivere questo libro fantasy perché si potesse distinguere dagli altri, trattando all’interno di una storia puramente inventata, con un tema e delle sensazioni che alcune persone potevano aver sperimentato sulla propria pelle. Volevo scrivere qualcosa di innovativo, una storia che non si era ancora mai sentita e che fosse in grado di catturare l’attenzione dei propri lettori. Ha difatti una struttura che può richiamare sia giovani lettori che adulti, insomma è adatto per chiunque ami sognare o immedesimarsi nei personaggi descritti.

Il desiderio di scrivere questa storia è nato quasi da un’esigenza di dover tirare fuori le mie sensazioni ed emozioni, che tendevo a reprimere. Ho sempre avuto difficoltà nell’approcciarmi o discutere con le persone. Quando invece scrivo, tutto mi viene naturale e riesco ad essere me stessa. Quindi lo considero come una valvola di sfogo.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Penso che l’obiettivo principale di ogni scrittore, sia in erba come me che professionista, sia riuscire a trasmettere delle sensazioni ai propri lettori, altrimenti si ha già perso in partenza. Nel mio libro sono presenti molti personaggi dai caratteri diversi. Nutro la speranza che qualcuno sia in grado di immedesimarsi in essi e trovare conforto nelle loro vicende. Desidero appunto consolare le persone che leggono il mio romanzo, adolescenti in primis, spiegando loro che qualsiasi imprevisto che può succedere, qualsiasi difficoltà, cattiveria e ingiustizia che la vita a volte ci propone, non è per sempre perché a tutto c’è un rimedio e soprattutto non siamo mai soli come pensiamo. Ci sarà sempre qualcuno disposto ad aiutarci. La storia presenta per lo più diverse tematiche sulla vita di adolescenti e non solo. Ci sono vari riferimenti riguardo alla solitudine, alle ingiustizie della vita, ai tradimenti e alle scelte difficili da compiere. Il mio libro spiegherà come poterle affrontare, magari non sempre nei modi più facili e vorrei potesse essere d’aiuto per alcune persone.

Leggi il mio libro perché…

Penso sia una storia nuova e innovativa, creata con tanto amore e con il desiderio che venisse apprezzata, quindi spero di riuscire in questo intento e che gli darete un’occasione.

Progetti futuri?

In primis finire il secondo libro (attualmente in fase di scrittura) e poi con calma procedere uno alla volta con tutti gli altri ai quali vorrei poter dare vita.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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Franco Liparota Scrittore

“Dopo aver unito i loro cuori, con gli occhi ancora sognanti, decisero di unire i loro regni; quindi montarono sul bianco cavallo alato e volarono verso molti giorni d’infinito AMORE.”

Franco Liparota ripercorre tutta la sua esperienza letteraria e ce la offre con Versi, raccolta poetica e filosofica- Pelege- edita da Pagine srl.

Una serie di “introspettività latenti” – come definite nelle prime pagine – in forma di poesie, racconti e favole che esprimono il suo brillante punto di vista sul mondo e sull’esistenza.

Numerosi i riferimenti ad autori e pensatori del passato, da William Blake a Shakespeare, fino alle menti più geniali del nostro tempo come Stephen Hawking. Tramite i versi o le favole del personaggio Pelege, composti nell’arco di quasi quarant’anni, l’autore confronta l’uomo con tutto ciò che lo circonda fin dall’alba dei tempi: nell’infinito susseguirsi di istanti, la sua ricerca di verità e di un senso in tutte le cose, in perenne bilico tra fede e realtà.

Una serie di idee, pensieri e concetti, semplici e complessi al tempo stesso, quotidiani ma infiniti; Franco Liparota ci fornisce una nuova chiave per affrontare la vita, in una raccolta di parole sue e non sue, che ci ricordano dopotutto quanto siamo “indifferenti” in confronto alla vastità dell’infinito.

Come nasce quest’opera letteraria?

Nasce dalla necessità incontenibile di cercare risposte ai tanti perché che vivendo mi pongo e dal desiderio di trascriverle per non lasciarle sfuggire.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

I messaggi sono numerosi. Quelli a me più cari sono su Dio, sull’uomo, sul tempo e sull’amore.

Leggi il mio libro perché …

È per tutti i gusti. Favole, poesie, racconti e citazioni. Il bello è che ci troverete anche l’essenza del romanzo che seguirà questo libro.

 Progetti futuri?

Come dicevo poc’anzi sto finendo un romanzo iniziato a scrivere nel lontano 1999.  Non vedo l’ora di farvelo leggere.

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“Nel Nome di Iside – La verità sul mistero più oscuro del mondo” di Alessandro Giunti

“Come tutti da sempre sappiamo, ogni leggenda che si rispetti, ha in sé inevitabilmente un fondo di verità. Il mistero di Maria di Magdala si intreccia nell’antica terra dei Franchi con i più antichi ordini iniziatici; i loro antichissimi culti e i loro misteri mostrano un unico filo conduttore: il culto della femminilità.”

Alessandro Giunti raccoglie i suoi studi su antichi misteri e leggende in questo saggio auto pubblicato: Nel Nome di Iside – La verità sul mistero più oscuro del mondo.

L’autore rispolvera un argomento che tutti gli appassionati del thriller e dell’occulto troveranno familiare, ovvero il mistero su Maria Maddalena, la sua possibile discendenza con gli antichi re francesi e l’origine dell’Ordine dei Templari.

Argomenti portati alla ribalta negli anni passati grazie a Dan Brown ne Il Codice Da Vinci.

Tra queste pagine verrà approfondita la ricerca soffermandosi su alcuni luoghi simbolo della Francia, da Parigi agli angoli più sperduti della nazione, sui quali oggi non restano che deboli tracce della verità sepolta.

Una verità che, secondo l’autore, lega il mistero della Maddalena alla ben più antica divinità egizia Iside e al suo culto.

Attraverso lo studio attento di luoghi, leggende e famosi dipinti – da I Pastori dell’Arcadia di Poussin a L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci – l’autore mette insieme i pezzi di un grande mosaico fatto di congetture e ipotesi, dietro il quale si cela una verità ormai perduta nel tempo, ma che con occhio attento può ancora mostrarci qualcosa di reale, per mantenere vivo il nostro spirito di avventura.

Un titolo immancabile per tutti gli appassionati del mistero, affinché non smettano mai di cercare e sperare.

Come nasce quest’opera letteraria?

Il libro nasce dalla mia passione verso i misteri e la simbologia della Francia medievale: molti dei suoi misteri, infatti, si muovono sullo stesso filo conduttore, il culto segreto della dea Iside. Tali segreti deriverebbero da un’antica cospirazione ad opera di una potente società segreta che avrebbe nascosto in Francia le prove di una verità che, se rivelata, cambierebbe per sempre il modo di vedere il mondo. Ma, oltre al piacere di scoprire, esiste anche il piacere di svelare: alcune delle mie scoperte riguardanti la Francia, infatti, oltre ad avere a che fare con il misterioso e leggendario ordine dei cavalieri Templari, portano in luce delle sorprendenti rivelazioni riguardanti il genio di   Leonardo Da Vinci, il quale, oltre alle sue mirabolanti invenzioni, era anche un abilissimo ingannatore; tanto abile da ingannare persino il re di Francia che lo accolse, Francesco I di Valois. Il genio vinciano infatti teneva segretamente nascoste delle verità, molte delle quali celate proprio sotto i suoi dipinti; tra questi, la reale identità del suo dipinto più enigmatico ed oscuro: il ritratto di Lisa Gherardini, ai più noto come la Gioconda, conservato al museo del Louvre. Un museo già di per sé molto particolare, basti pensare alla sua celebre piramide.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si   ritroveranno tra le mani questo libro?

Voglio che il lettore si appassioni al mistero e alla scoperta, perché è la curiosità a muovere il mondo. Scoprire deve essere sinonimo di ricerca, perché là fuori è pieno di segreti che attendono solo di essere portati alla luce. Quanto al libro, molte delle verità nascoste di cui tratto si fondano su solide basi teoriche. Ciò, indubbiamente, pone le premesse per constatare quanto i misteri francesi e i segreti di Leonardo siano reali e che il suo inganno è in realtà più reale di quello che si pensi. Vede, spesso il modo migliore per nascondere un segreto è lasciarlo in bella mostra, davanti a tutti. Dopotutto, se un segreto o un mistero ci riguarda, perché lasciarlo dov’è? Occorre indagare…

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

La tecnologia e i colossi del web hanno indubbiamente portato gli editori e gli autori ad essere più vicini ai lettori, ma ha anche reso più difficile la selezione degli autori da parte delle grosse case editrici, le quali si affidano solo ai propri canali di ricerca; ricerca che, difficilmente (soprattutto per l’eccessivo numero di libri pubblicati ogni giorno) riesce a scoprire nuovi talenti letterari, finendo per soffermarsi sempre più su autori già  famosi, che non hanno certo bisogno di presentazioni. Ciò è un grave handicap al quale occorre rimediare. Le piccole case editrici, invece, dovrebbero prestare molta attenzione a cosa pubblicano, cercando di evitare autori che, pur con molta voglia di scrivere, non hanno in sé le doti dello scrittore. Dovrebbero, a mio avviso, investire di più nelle redazioni e negli editor, in modo da valutare con più accuratezza i manoscritti che ricevono. Anche le presentazioni, ultimamente, hanno (purtroppo) perso parte del loro appeal, costringendo gli autori a rifugiarsi nelle fiere dei libri e negli appuntamenti di settore, perdendo in parte quel contatto (che io reputo fondamentale) con i lettori.

Leggi il mio libro perché…

Se hai curiosità e voglia di conoscere scoprirai dei segreti inaspettati ma allo stesso tempo sorprendenti, che ti faranno cambiare il modo di vedere Leonardo ma soprattutto l’intera Francia e la città di Parigi. Niente infatti è come sembra…

Progetti futuri?

Ho intenzione di dedicarmi – dopo la saggistica – alla narrativa. Dopotutto, la scoperta si basa anche sui romanzi. Forse sarà un thriller, chissà… Non si può mai sapere.

Il LIBRO merita 5 stelle su 5.

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