“Cuori imperfetti” di Patrizia Bartoli

“Era la stessa luce che si spandeva sul mondo, sulle case silenziose di fronte al mare, su Lucca e sulla fabbrica SMI, sugli operai intenti al lavoro, su Amelia e su Carlo, sul piccolo Nicola e sul povero signor Fausto, su Nadia e su Rosa, su Sergio e su Miriam. Lieve come neve, scendeva su tutti, su tutti i vivi e su tutti i morti.”

Patrizia Bartoli ritorna in scena con Cuori Imperfetti, edito da Tabula Fati. Dopo quattro antologie conquista la nostra attenzione con un romanzo ambientato nel solitario paesino Fornaci di Barga sul finire degli anni Sessanta, dove si susseguono contemporaneamente diverse vicende. Amelia e Carlo, coppia in crisi perché non riescono ad avere un bambino. Giacomo, studente spensierato che finirà per legarsi a Laura, giovane benestante con una situazione familiare difficile. Nadia, donna affascinante ma incapace di avere una relazione stabile. Un alternarsi di vicende tra vite diverse, vite normali; persone in cui è facile riconoscersi, oggi come allora, da cui traspare tutta la forza delle loro sensazioni attraverso le scelte che si pongono lungo il cammino.

Tutto questo fra le vie e le valli di un’Italia in pieno boom economico, che almeno per una notte si troverà a guardare in alto fra le stelle, insieme al resto del mondo, per assistere all’impresa di tre uomini coraggiosi mentre sbarcano sulla Luna.

Cuori imperfetti, con il suo stile sobrio e scorrevole, si rivela in grado di dimostrarci la profondità di ciascuna vita, per quanto possa sembrarci distante quella di un estraneo che ci passa accanto senza nemmeno guardarlo. Inviterà sicuramente a riflettere, a guardare la gente che passa con nuovi occhi e a domandarci se non siamo così diversi da tutti loro.

Come nasce questo libro?

Da sempre preferisco ambientare le storie che racconto, che sono storie d’invenzione, in alcuni luoghi a me cari, che conosco personalmente. La Toscana, prima di tutto, con Lucca e la sua provincia che s’inerpica verso la Garfagnana da una parte e arriva al mare, Viareggio e la Versilia, dall’altra. Accanto ai luoghi acquista importanza il periodo storico sempre molto caratterizzato: gli Anni ’60, soprattutto, senza disdegnare i decenni prima del Duemila.

È stato così per i racconti che ho pubblicato in quattro raccolte:

  • La venditrice di piccole cose, 2011, Incontri Editrice;
  • Un pomeriggio quasi perfetto, 2013, Incontri Editrice;
  • Prove di vita, 2015, Incontri Editrice;
  • Travestimento proibito, 2017 Tra le righe libri

Ed è così per Cuori imperfetti, il romanzo edito da Tabula fati a maggio 2019.

La storia di Cuori imperfetti si colloca negli Anni ’60, precisamente dal 1964 al 1969, nei luoghi cui facevo riferimento prima. Nasce intorno al personaggio di Amelia, una giovane donna moglie del vicedirettore della SMI, Società Metallurgica Italiana, la grande fabbrica che era il cuore e il polmone socioe-conomico della media valle del Serchio. Amelia è una donna infelice, una donna a metà, come lei stessa si ripete, tormentata dalla mancata maternità. Intorno ad Amelia, prendono forma e agiscono altri personaggi, maggiori e minori, tutti legati gli uni agli altri sebbene, talvolta, le loro vite non si sfiorino neppure. Com’è stato detto è un romanzo corale, o meglio di una pluralità di uomini e donne che attraversano i ‘meravigliosi Anni Sessanta’ con il loro fardello di gioie e di dolori.

Nel 2015, la raccolta ‘Un pomeriggio quasi perfetto’ ha vinto il Premio Joyce Lussu, città di Offida.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Non mi sento molto a mio agio di fronte a questa domanda. Mentre scrivevo  di Amelia, di Carlo, di Nadia e di tutti gli altri personaggi che compongono Cuori imperfetti, desideravo dar vita a una storia, anzi a più storie che il lettore, sebbene così distante nel tempo dagli Anni Sessanta, potesse sentire vicine, del tutto sincere nella loro verosimiglianza.

In Cuori imperfetti affronto il tema della solitudine, della difficoltà di vivere, degli inganni che inevitabilmente compiamo e subiamo. Della felicità desiderata che sempre o quasi sempre ci sfugge. I cuori imperfetti a cui il titolo fa riferimento sono quelli dei personaggi ma non solo. Sono anche i cuori imperfetti che ognuno di noi sente battere nel proprio petto. Con poche eccezioni, nel romanzo forse Giacomo e Laura, i due ragazzi per cui la conquista della Luna, evento epocale dell’anno 1969 e di tutta una generazione, ha un significato di assoluta promessa.

Ecco, probabilmente il messaggio è questo: la vita, naturalmente imperfetta, chiede di essere vissuta nei suoi diversi momenti luminosi e bui con tenacia e determinazione.

Cosa pensi dell’editoria?

Ho sempre pubblicato con piccoli editori che fanno un lavoro di qualità – e, per la mia personale esperienza, non a pagamento – che non ha quasi mai il giusto riscontro. Se entriamo in una libreria, anche in una libreria indipendente attenta e accurata nelle proprie scelte, troviamo gli scaffali pieni di romanzi editi dalle grandi case editrici che fagocitano il mercato.

Personalmente sono grata agli editori che mi hanno dato la possibilità di pubblicare, tuttavia il libro perché non soffochi dopo pochi mesi dalla sua uscita necessita di essere sostenuto nella distribuzione, spesso limitata al luogo di appartenenza dell’Autore o a macchia di leopardo, e nella sua promozione, comprese le presentazioni e le partecipazioni ai Premi letterari. Ripeto che comprendo bene le difficoltà dei piccoli editori, ma la situazione, ahimè, è questa.

Leggi il mio libro perché…

Perché le vicende narrate in Cuori imperfetti ci portano in un mondo lontano da noi, pieno di cose, modi di fare, di essere, di pensare, che vale veramente la pena di scoprire o riscoprire. Perché Cuori imperfetti ha il pregio di ‘delectare’ con una scrittura attenta che tuttavia si mantiene lieve e gradevole.

Progetti futuri?

Amo la scrittura breve, a volte brevissima. Anche come lettrice, prediligo racconti e romanzi che sappiano dire senza disperdersi in centinaia di pagine. Ho sul tavolo di lavoro, nei file del computer ma anche nei quaderni a righe che acquisto regolarmente delle storie, iniziate, terminate, interrotte. Si discostano da ciò che ho scritto finora, sperimentando atmosfere gialle, noir o fantastiche. Forse non è del tutto vero perché se ripenso a racconti come Vertigine, Emma, Lo spaventapasseri, Un’esile ombra, elementi di contaminazione di genere erano già presenti.

 Il libro merita 5 stelle su 5.

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“Il pianto di Va-Ril” di Paolo Battaglia

“Quanto qui ti narro è la storia della Terra di Orn, patria di Esùl, dove i primi tra gli Uomini mossero i loro incerti e lenti passi fino a trovare nella Superbia la propria condanna di morte.”

Paolo Battaglia approda tra i nuovi autori con Il pianto di Va-Ril, opera auto pubblicata che narra di un mondo tutto nuovo. Un mondo giovane, le cui terre sono solcate dal passo dei primi Uomini e protetti da Orn, il grande albero elevatosi a madre di tutto il creato. Gli Uomini, che dapprima vivevano in pace e armonia nutrendosi dei frutti donati generosamente da Orn, ora minacciano di farsi guerra a vicenda a causa dell’avidità e della superbia, emozioni che come una malattia hanno infettato i loro cuori. La sorte di questo popolo spezzato è affidata nelle mani di Va-Ril, prescelto anni prima dalla Donna-Albero; apparentemente un Uomo come tutti gli altri, emarginato nel profondo perché sua madre morì dandolo alla luce: un evento mai avvenuto tra i suoi simili, ma che ora dovranno lasciarsi alle spalle perché qualcosa di ben peggiore rischia di sgretolare per sempre il loro ordine. Guerra e caos si avvicinano, e solo Va-Ril è stato scelto per arginare un simile male.

Il pianto di Va-Ril si rivela una piacevole sorpresa nell’universo fantasy a cui è destinato: ricco di personaggi ben caratterizzati e riferimenti alla creazione del mondo secondo il credo cristiano; a colpire soprattutto sono il modo di esprimersi di ogni personaggio, sostituendo al classico botta e risposta una più matura e profonda comunicazione in stile teatrale, a tratti poetica.

Un modo di esprimersi che, pur rallentando a volte la narrazione, si rivela necessario per dimostrare la forza emotiva di ogni personaggio di fronte agli eventi che si susseguono.

Un titolo che non può mancare sullo scaffale di un amante del genere, sempre pronto ad accogliere nuove scoperte dell’universo fantasy.

Come nasce quest’opera letteraria?

Il Pianto di Va-Ril nasce per cercare di dare continuità a quel senso di sacro e fatale, presente non tanto nei libri e nelle saghe fantasy recenti, quanto piuttosto nei miti greci, latini e norreni.

Per dirla in breve (sebbene non sia possibile per me raccontare tutto quello che avrei da dire in poche parole), volevo provare a dare il mio contributo, attraverso la mia dedizione, le mie parole, il mio tempo, a quella visione della letteratura che forse si è un po’ smarrita.

Avevo bisogno di scrivere questo racconto per stringere metaforicamente la mano a quegli autori che mi hanno cambiato la coscienza e il modo di interpretare la vita: J.R.R. Tolkien, J. Milton, K. Chesterton e specialmente Dante Alighieri (…e non penso di essere l’unico).

Non ho in alcun modo l’ambizione di arrivare a sfiorarli (anche perché i miei mezzi sono quelli che sono…), ma volevo provare a dare continuità al loro messaggio; renderlo più attuale, dandogli un “nuovo vestito”.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Il messaggio che vorrei portare con questo primo libro è semplice e si riduce a una sola parola: appartenenza. Tutto il racconto ruota intorno a un senso di appartenenza totale, un incarnare completamente il senso di Bene Comune e di sacrificio individuale per salvare la comunità.

Il protagonista, trovandosi in situazioni in cui ogni luce diviene muta e si spegne, si ritrova a vivere situazioni tragiche, in cui la propria quiete individuale non può coesistere con la salvezza della comunità (per quanto questa comunità sia nell’errore e dalla parte del torto più marcio…).

Questo senso di appartenenza, che fa’ fiorire in lui enormi virtù, vive di un amore assoluto per la giustizia. Per spiegare le sue decisioni nel voler difendere una comunità che non lo meriterebbe, il protagonista arriverà a dire alla sua donna, che gli chiede motivo di quelle decisioni così generose per un popolo immeritevole di riceverle:

«Dove sta la mia giustizia,  se non servo nell’ingiustizia?»

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Io credo che l’editoria abbia ancora moltissimo da dire e da dare, nonostante gli allarmismi e i fatalismi di tanti arrivisti che urlano i loro “ormai nessuno legge più”, “i libri hanno sempre le stesse trame…”, “è già stato scritto ogni cosa su ogni argomento”…

Credo soprattutto che oggi più che mai, per le tante discutibili ideologie che stanno fiorendo tra le macerie di quelle passate, ci sia bisogno di vera editoria, che sappia indicare la via dell’etica, della chiarezza e della giustizia.

La filosofia, la poesia, la letteratura sono sempre stati mondi molto bistrattati e trattati con sufficienza, perché si trovano lontano dalla parte più “pratica” della vita. Per me invece, dovrebbe far riflettere che proprio questi mondi, troppo spesso accantonati, sono quelli che hanno sempre salvato la società nei vari momenti di crisi, quando ogni buonsenso pareva perduto…

Andando più sul lato “tecnico” del mio pensiero, penso che il Self Publishing sia il bene e il male dell’editoria della nostra epoca.

Come Umberto Eco diceva che «i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli», io mi permetto di pensare altrettanto del Self, ma con una visione anche ottimista.

Il Self ha “secolarizzato” l’editoria, aumentando a dismisura l’offerta, rendendo la possibilità di pubblicare un libro a portata di chiunque abbia il tempo e la capacità motoria di scrivere delle parole, a mano o con una tastiera.

…ma la democrazia è sempre un bene! Il Self infatti, facendo pagare questo dazio alla società, ha reso possibile anche il fiorire di tantissimi libri e autori che, curando nel dettaglio l’editing, la forma, la promozione e ogni altro aspetto (proprio come fanno le case editrici, se non anche meglio, in alcuni casi), hanno potuto portare la loro voce nel mondo, lasciando una traccia che altrimenti avrebbe faticato a rimanere o addirittura a nascere.

Perché la scrittura, ridotta ai minimi termini, è proprio questo: lasciare traccia.

Che sia una traccia di pura vanità o di salvezza individuale e comunitaria, questa è una scelta (e anche una capacità) di chi scrive.

Leggi il mio libro perché…

Perché credo parli anche di te.

Ti ci ritroverai, se sarai abbastanza sincero con te da guardarti dentro e stare di fronte alle tue sofferenze e dubbi, mentre lo leggi.

Sono convinto che parli al cuore di ogni persona onesta che affronta la vita di petto, senza giustificare con eccessivo buonismo le proprie mancanze. Spero che il libro possa insegnare ad avere la forza morale e etica di stare in piedi quando ogni cosa intorno a noi e dentro di noi cade.

Il libro non è in alcun modo autobiografico o biografico, anche perché non credo di avere un granché di mio e di mio soltanto, da dire… Ha invece come protagonisti dei personaggi che partono stando al di sotto del livello dell’uomo medio, per poi diventare degli ideali, delle stelle morali da seguire.

    Progetti futuri?

Questo primo libro è un “prequel”, nel senso che racconta una storia precedente nel tempo rispetto alla saga che sto scrivendo ora, “Il Cuore di Orn”.

“Il Pianto di Va-Ril” serve per far entrare il lettore nel mondo che ho creato, in modo che quando leggerà alcuni passaggi nella saga, potrà avere una comprensione molto più piena delle cose e dei messaggi nascosti che ci saranno.

La saga de “Il Cuore di Orn” sarà composta da 9 libri, di cui uno introduttivo che sto pensando di rendere disponibile gratuitamente, sia cartaceo che ebook (ma sono ancora in fase di progettazione, può succedere che cambi idea su questo).

Questo “libro zero” della saga racconterà la genesi del mondo di Orn e di Va-Ril, dalla nascita dell’universo allo Sterminio di Orn (episodio raccontato ne Il Pianto di Va-Ril).

Per fare un parallelismo (per me quasi sacrilego), se Il Pianto di Va-Ril è “Lo Hobbit” e Il Cuore di Orn è “Il Signore degli Anelli”, la genesi introduttiva sarà una sorta di “Silmarillion”, anche se come dimensioni (sia di pagine che di “statura morale”) sarà molto più misera.

Sto costruendo questa saga pezzo per pezzo, anche se la trama, i personaggi e quasi ogni cosa, è chiara e appuntata nei miei migliaia di fogli scarabocchiati in giro per le mie stanze…

Il Cuore di Orn è la costruzione di un Mito che tuttavia so per certo che avrà errori, ma lo scriverò sempre tenendo a mente ciò che diceva Tolkien al riguardo:

«Veniamo da Dio e, inevitabilmente, i miti da noi tessuti, pur contenendo errori, rifletteranno anche una scintilla della luce vera: la verità eterna che è con Dio. Infatti solo creando miti, solo diventando un sub-creatore di storia, l’uomo può aspirare a tornare allo stato di perfezione che conobbe prima della caduta. I nostri miti possono essere male indirizzati, ma anche se vacillano fanno rotta verso il porto, mentre il “progresso” materialista conduce solo a un abisso spalancato e alla Corona di Ferro del potere del male.» (da J.R.R. Tolkien. La biografia)

Il libro merita 4 stelle su 5.

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“Ritorno a casa” di Federica Di Luca

 “Suo padre era morto servendo lo Stato, per mano di coloro che nello Stato si muovevano, ma al di fuori delle leggi. Nenè avrebbe avuto giustizia? Si poneva quella domanda da anni. Manfredi sapeva che un giorno sarebbe tornato in Sicilia.”

Giustizia è ciò che muove i passi di Manfredi di ritorno nella sua patria, protagonista di Ritorno a casa. Scritto da Federica Di Luca ed edito da Il Fiorino, narra la ricerca di Manfredi della verità sulla morte del padre, cronista ucciso anni prima in circostanze mai chiarite del tutto. Le tracce conducono ai traffici illeciti di Cosa Nostra, che Nené Ziino aveva denunciato con le sue inchieste allo scopo di portare giustizia nella regione. Manfredi, con qualche aiuto dalla gente del posto, proverà a ricostruire l’ultimo caso a cui stava lavorando il padre prima del suo omicidio, mettendosi sulle tracce di un quadro venduto al mercato nero.

Una vicenda breve ma d’impatto, quella narrata in queste pagine, scritta con la dovuta cura per i dettagli, relativi soprattutto al panorama siciliano che fa da sfondo. Numerosi i riferimenti alla lunga storia di Cosa Nostra, intrisa di sangue, misteri e insabbiature; ai casi rimasti irrisolti oggigiorno; alle persone che hanno lottato, donando spesso la vita pur di non darla vinta a questa invisibile potenza. Ritorno a casa, nel suo piccolo, è un altro grido di denuncia contro il male che opprime il popolo del Sud Italia. Un altro pugno di determinazione rivolto al cielo come per dire: “noi non ci arrenderemo”.  

Il libro rientra nella Collana Senza Scarpe  

Come nasce quest’opera letteraria?

Nasce d’istinto, dall’impulso di scrivere e di raccontare. Non credo di essere stata lì a meditare più di tanto. Credo che descrivere il processo creativo sia una delle cose più difficili. Tuttavia, covavo la storia dentro di me, in qualche modo. Quindi fra le mani avevo uno scrittore, una vecchia governante, avevo lo splendore della Sicilia. Ma soprattutto avevo un omicidio.  Il mio protagonista era alla ricerca di qualcosa, il mio personaggio giocava a nascondersi, dribblava, si era occultato dietro un libro di storia. Cosa fare di lui?  Mi è sembrato subito chiaro che Manfredi avesse dovuto confrontarsi con una realtà amara e radicale. Per questo avevo a disposizione un patrimonio vastissimo di storie e fatti realmente accaduti offerti ancora una volta dalla Sicilia, che è casa mia, dove le vicende che coinvolgono i suoi abitanti sono assolute, contraddittorie, terribili.  Ma non bastava. Perché volevo che questa fosse una storia di padri e figli: non solo quella che il mio protagonista intrattiene con un padre ucciso in circostanze misteriose, ma pure la storia di una generazione che in fondo dai padri è stata tradita.  In tutto questo mi è sembrato naturale che a sopravvivere fossero l’amicizia e forse l’amore.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno fra le mani questo libro?

Questo è un libro che racchiude una denuncia sociale forte. La piaga sociale di cui parlo nel libro non riguarda unicamente la Sicilia, ma l’Italia intera. Ha a che fare con la nostra storia e con la nostra identità culturale di donne e uomini. L’Italia è un paese ricco di storia e cultura dove le bellezze artistiche che la caratterizzano ci dicono chi siamo, parlano a noi e noi a loro in un muto e vivo dialogo. Come non averne cura? Essere custodi del passato e della propria storia, consente di non dimenticare e favorisce il dialogo verso per l’Altro per definizione. Una cosa ancora. Spero di essere riuscita a trasmettere nel libro un po’ della bellezza che la Sicilia ha tramesso alla ragazza che sono stata.

Cosa pensi dell’editoria oggi?

Guardo stupefatta la quantità di testi e pubblicazioni prodotti. Certo l’Italia è un paese dove si legge poco rispetto agli altri paesi europei e questo è altrettanto interessante perché contraddittorio. Come insegnate mi rammarico a constatare quanti siano pochi i giovani che leggono.  In generale ritengo che il mondo dell’editoria sia comunque mutato nell’arco di pochi anni. Osservo affascinata il fenomeno.

Leggi il mio libro perché

Il lettore che legge un libro concede allo scrittore fiducia e il proprio tempo prezioso.  Allora perché spendere del tempo per la lettura di “Ritorno a casa”? Spero di condividere con il lettore l’emozione che ho provato quando mi accingevo a scriverlo. Più andavo avanti nella stesura del libro e sempre di più scavavo a fondo nelle emozioni che luoghi vissuti o anche solo immaginati producevano in me. Il mio libro che nasce da un’esigenza di condivisione, che è l’esigenza della scrittura e di chi di essa si nutre, seguirà la sua strada che non è più la mia, perché è scisso, da me separato. Spero che qualcuno incroci “Ritorno a casa” e riesca ad indignarsi, arrabbiarsi, stupirsi come io mi sono arrabbiata e indignata.

Progetti futuri?

  Sono entrata nel progetto di una collana editoriale indipendente e questo mi rende molto felice per il confronto culturale acceso che intrattengo durante lo scambio di idee con i miei soci. Non so ancora dove questo porterà. Siamo come marinai che navigano a vista in mare aperto. Abbiamo superato da un bel pezzo la “linea d’ombra” e siamo sufficientemente scanzonati e disillusi da guardare con realismo l’orizzonte. Vedremo. Riguardo alla scrittura, oltre alla stesura di alcuni racconti in cui mi cimento con generi diversi, bolle in pentola una storia controversa con un personaggio femminile forte.

Il libro merita 5 stelle su 5.

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“Chi mai in qualche dove” di Andrea Carloni

“Non siete riusciti a spargermi in mare, il mare che mi mancava tanto. Eppure, il pensiero di dover in eterno farmi lieve questa sabbia ghiaiosa, strano a dirsi, invece di avvilirmi, mi apre un sorriso così vivo e incontrollabile, che vorrei mi guardassi, tu, che resti taciturno a fissare l’orizzonte.”

Andrea Carloni, classe 1977, raccoglie le sue piccole ma profonde opere in Chi mai in qualche dove, brillante antologia pubblicata e distribuita da &MyBook. Sei racconti brevi, ciascuno vincitore di uno speciale riconoscimento in diversi concorsi letterari recenti, accompagneranno con piacere i vostri pomeriggi per qualche ora con i loro temi variegati, tra luoghi lontani e vicini. Scritti in maniera chiara e accattivante, questi racconti pur nella loro brevità offrono una prospettiva originale e profonda, insieme a molti spunti di riflessione. Per chi ricerca sempre nuove antologie e ne apprezza la varietà di contenuti, si tratta di un titolo assolutamente da non perdere.

Come nasce quest’opera letteraria? Ho pensato di raccogliere in un volume alcuni miei racconti che sono risultati vincitori in concorsi letterari a livello nazionale. In sostanza ho voluto concedermi il mio trofeo di carta.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro? Mi viene in mente il monito all’inizio di Huckleberry Finn, dove Mark Twain condannava al processo, al bando e alla fucilazione, i lettori che nel suo libro avessero trovato rispettivamente uno scopo, una morale o una trama. Ecco, io vorrei stringere la mano a tutti i miei possibili lettori, ma a quelli che lamentassero una scarsezza di questi tre elementi nei miei racconti, darò anche una pacca sulla spalla.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi? Penso che in buona parte difetti di coraggio, illuminazione e visionarietà, così come in buona parte anche gli scrittori. Per banalizzare, pochi leggono, soprattutto quelli che scrivono.

Leggi il mio libro perché… Non perché te lo abbia raccomandato io; piuttosto, leggilo per errore. La tua svista ti renderà soddisfatto in caso di inaspettato gradimento, o in caso contrario alleggerirà la tua delusione.

Progetti futuri?

Ho alcune idee di romanzo, una di queste già in stesura. Ma allo stesso tempo sto curando su Youtube e Spotify il canale e podcast “Ritratto di Ulisse”, sull’omonimo romanzo di Joyce; ci vorrebbe una vita solo per quello.

Voto: 4 su 5

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“Agnese” di Liliana Casadei

Centodieci pagine che vi terranno attaccati alla carta: Liliana Casadei m’ha incantato e lo farà anche con voi con questo suo nuovo testo.

“Agnese” pubblicato con Scatole parlanti è un piccolo romanzo MERAVIGLIOSO.

La protagonista, giovanissima, aspirante criminologa, vive a Genova con altre persone, anzi personaggi tutti particolari tra loro.

Sauro, Flavio, Giulia, la proprietaria di casa e non solo colorano l’abitazione dalla colazione a notte fonda.

Il finale vi lascia spiazzati: un qualcosa che non avreste mai immaginato, io per prima.

E poi… beh, poi c’è la nonna di Agnese, un tempo attrice, ora però il peso degli anni si fan sentire e così la vecchiaia bussa alla sua porta: nonna e nipote non son preparate per questo.

 Un lungo viaggio, il viaggio della vita le aspetta.

Liliana Casadei con “Agnese” m’ha incantata. Innamorata del suo stile, attenderò con vera ansia un nuovo romanzo.

110 pagine, prezzo di copertina 13 euro.

COME NASCE QUEST’OPERA LETTERARIA?

“Agnese” nasce dal desiderio di trattare due temi che mi premono molto: la solitudine, intesa come alienazione all’interno della propria zona comfort e la necessità di essere sè stessi, di seguire pienamente la propria indole, a discapito del benestare di chi ci sta di fianco. La protagonista vive nel suo mondo, crede di avere le redini della propria esistenza e sa perfettamente quale strada prendere, ma la vita la metterà di fronte alle infinite possibilità che ha in serbo per lei non appena avrà il coraggio di varcare la soglia che la separa dal mondo reale.

Questa è la storia  di un’iniziazione…un’iniziazione alla vita reale, oltre il comfort del piccolo paradiso domestico, un’iniziazione anche all’amore.

QUALE MESSAGGIO VUOI TRASMETTERE A TUTTI COLORO CHE SI RITROVERANNO TRA LE MANI QUESTO LIBRO?

Quello che mi preme di più è la necessità di essere sè stessi, di comprendere con lucidità la propria indole e seguirla. Ci vuole molto coraggio e determinazione per trovare il proprio posto nel mondo, premettendo che non si tratta mai di un posto  fisico..

LEGGI IL MIO LIBRO PERCHE‘..  saprà sorprenderti, quando pensi di aver capito è proprio quello il momento in cui ti rendi conto di non sapere chi hai di fronte.

PROGETTI FUTURI?

Nel futuro prossimo il progetto che mi preme di più ha come punto di partenza la poesia, ma si tratta di qualcosa di nuovo. È un lavoro che unisce due discipline artistiche e che sperò saprà arrivare dritto al cuore di chi legge, proprio grazie alla sua immediatezza.

Nei miei pensieri, ma solo nei miei pensieri per il momento, c’è un nuovo romanzo…

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La fata delle anime di Alberto Campora


“Era proprio vero, la notte ma anche il giorno appartengono agli innamorati. Anja e madamin Costanza la amavano. La amavano oltre il limite che rende l’amore tollerabile. Chi brucia di passione, come una candela nella notte, è destinato a consumarsi e morire.”


Parole forti, come buona parte dei contenuti di questo romanzo: La fata delle anime, opera autopubblicata di Alberto Campora, non è una storia per deboli di stomaco, in quanto le azioni della protagonista non risparmiano sulla violenza di uno scempio.

Serena, alias Lilith Blue, è una giovane quanto pericolosa criminale che rende insonni le notti di Torino, portando sangue e morte su chiunque sia abbastanza folle da incrociare la sua strada. Gestisce un giro di prostituzione segreto nel quale riesce a reclutare anche una sua ex insegnante, Costanza, trascinandola con violenza lontano dalla sua vita monotona, spezzata di recente da un matrimonio fallito. Quello che inizialmente era un piano per vendicarsi di un torto subito in passato da Costanza, con il tempo diventerà un profondo sentimento nei suoi confronti. Nel frattempo, però, Serena dovrà vedersela con una setta misteriosa e antica che uccide prostitute… e quando alcune delle sue ragazze cominciano a sparire, giunge l’ora per Lilith Blue di andare a caccia.
Scritto con uno stile scorrevole e dettagliato al punto giusto, condito con l’accento torinese che dona originalità alla storia, l’autore ci presenta una nuova antieroina tutta italiana: cupa, sadica, tormentata da un passato ricolmo di sofferenza, eppure dotata di un forte senso di giustizia quando si tratta di proteggere chi le è caro. E pur di proteggere non esita a infliggere incredibili sofferenze su chi osa mettersi sul suo cammino. La fata delle anime è un titolo interessante, ma ricolmo di sangue e violenza: se non temete di leggerne in quantità tra queste pagine, è ciò che fa per voi.

 

Come nasce quest’opera letteraria?
La fata delle anime è nata, come la maggior parte delle mie opere, per puro caso. Stavo guardando una foto un po’ osé di una ragazza sul web e qualcosa è scattato nella mia mente, mi sono detto che sarebbe stata un’ottima protagonista per una storia splatter punk e ho iniziato a pensare chi farle uccidere, come e perché. Un’idea tira l’altra ed alla fine è nato il libro.


Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Sostanzialmente non desidero trasmettere un messaggio, non ho la presunzione di avere qualcosa da insegnare al prossimo, desidero soltanto intrattenere i miei pochi lettori, cercando di farli divertire. Inoltre, le mie storie sono surreali e ferocissime spero davvero che nessuno le prenda come esempio e si ispiri ad esse, non desidero diventare il padre spirituale di un serial killer. Mi sento soddisfatto quando i miei lettori mi dicono: “mi sono divertito, mi hai shockato ma, leggendo il tuo libro, ho passato dei bei momenti, dimenticando i miei problemi di tutti i giorni.”


Cosa pensi dell’editoria d’oggi?
Sinceramente è difficile esprimere un giudizio sereno. Temo che l’editoria italiana sia prigioniera della politica, del politicamente corretto e del vendere a tutti i costi, altrimenti non si spiegherebbe la quasi scomparsa del genere horror dalle pubblicazioni mainstream. Ormai certi generi un po’ più liberi, dissacranti e politicamente scorretti sono relegati a piccole case editrici di nicchia o al self publishing, quando nei gloriosi anni ottanta, anni della mia giovinezza e dei miei primi scritti andati perduti, dominavano le classifiche. La cosa sconcertante è la comparsa di libri scritti da anonimi ghost writer e poi attribuiti a personaggi televisivi, sportivi, attori e compagnia cantante, che scalano le classifiche e, ahimè, vengono davvero letti. Avendo letto diversi esordienti, costretti a pubblicare in self publishing come me o per piccolissime case editrici i più fortunati, credo che in Italia ci sia tanto potenziale inespresso e che si perderà almeno un’intera generazione di scrittori.


  Leggi il mio libro perché…
Perché è tremendo (nel senso buono) e ti divertirà, ci sono personaggi da amare ed altri da odiare. È una storia dove non esistono i buoni. Se ami le storie truculente, lo splatter punk, l’erotismo e personaggi dominati da follia e cattiveria, la fata delle anime è il tuo libro.


  Progetti futuri?
Sto rivedendo le mie vecchie opere e presto farò uscire qualcosa di nuovo. Sono più di trent’anni che scrivo e ho una valanga di roba da correggere e poi pubblicare. Ultimamente ho un po’ trascurato il teatro, che in passato mi ha dato piccole soddisfazioni sia in Italia che Germania, spero trovare presto lo spunto per scrivere un nuovo copione.


Il libro merita 4 stelle su 5

 

 

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Valentina Bardi in “Ventiquattro”

 “Una femmina del genere te la tieni stretta. Ne diventi geloso e ci fai l’amore sempre. Non la tradisci, non l’abbandoni, non la lasci da sola una vita e mezzo. Smetti di fare il tuo lavoro e stai con lei. L’adori. L’ami fino a farti odiare.”

Valentina Bardi ci aiuta a riscoprire i valori di un tempo, immortalati tra le pagine del suo Ventiquattro edito da Il Ponte Vecchio. La vicenda ruota intorno alla diciottenne Martina, alla sua famiglia numerosa e alla ristretta cerchia di amici e conoscenti, immersa in un tranquillo contesto di paese del Centro Italia. Numerose le sottotrame che si concatenano durante il romanzo: la difficile relazione tra Martina e Matteo, studente universitario di buona famiglia ma di idee politiche diverse; la crisi coniugale tra i genitori di lei, Giada e Andrea, causata dal distacco del marito in quanto sempre in viaggio come cronista di guerra; il dramma subito dalla figlia maggiore Elena, sposata e incinta all’ottavo mese, che perde il bambino prima di poterlo dare alla luce. Storie di tutti i giorni, eventi del tutto simili a quelli che affrontano innumerevoli famiglie in tutta la nazione – per non dire in tutto il mondo – che pertanto riescono a colpire nel profondo, a coinvolgere con la loro carica emotiva. La semplice vita di paese che ne fa da sfondo aggiunge un pizzico di nostalgia, ricordandoci come ancora oggi si possa andare avanti se ci si trova in contesti ben lontani da quello caotico delle grandi città. 

Come nasce quest’opera letteraria?

Questo romanzo nasce dopo aver letto “La cotogna di Istanbul” di Paolo Rumiz; un libro attraverso il quale ho capito che tipo di atteggiamento narrativo volevo avere in scrittura.

Il suo senso del ritmo e del tempo è stato una sorta di “rivelazione” e mi ha aiutata a trovare la mia “strada”, la mia voce.

Anche la trama risente della figura di Rumiz: è infatti tutta costruita sul personaggio di Andrea, il padre, giornalista inviato di guerra.

Da Andrea è scaturito poi tutto il resto: una storia famigliare in un preciso momento della vita, quando cioè gli eventi grandi ed imprevedibili ci spingono a fare tabula rasa e ricercare la verità dentro noi stessi.

Attraverso questa storia ho rielaborato tutto il mio personale vissuto: la famiglia, il fatto di essere nata e cresciuta in una piccola comunità, le mie grandi felicità e i grandi, terribili dolori che, malgrado la nostra volontà, arrivano e ci travolgono.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Ci sono vari temi nel romanzo, ma credo che i messaggi fondamentali siano due: il primo è l’importanza di guardare l’altro davvero, a prescindere dall’etichetta con la quale viene identificato dalla società. Non bisogna mai dimenticare che dietro ad un’etichetta, ad una definizione, c’è sempre una persona, con la sua sensibilità, il suo universo, la sua storia ed i suoi valori.

E l’altro messaggio è più che altro una constatazione: la vita è la continua ricerca di se stessi e dell’altro e nessuno può sfuggire a questo bisogno primordiale.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Penso che sia un mondo complicato e stratificato in cui è difficile emergere, ma credo anche che ci possa essere spazio per tanti, grazie ai molti piccoli editori che riescono a dare attenzione a storie che diversamente, non vedrebbero mai la luce.

Leggi il mio libro perché…

Perché questa è una storia che all’inizio sembra intima e personale, ma finisce per diventare di tutti.

Progetti futuri?

Mi piacerebbe pubblicare i miei racconti.

Il LIBRO merita 4 stelle su 5

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Viaggio nell’Io Sono – diario di riflessioni sotto il ciliegio di Ciro Buonre

“Tutte le volte che una persona si realizza dà la possibilità a milioni di altre persone di fare altrettanto.”

È il massimo insegnamento che ci propone Ciro Buonre nella sua raccolta: Viaggio nell’Io Sono – diario di riflessioni sotto il ciliegio, contenente una grande varietà di pensieri, aforismi e brevissimi episodi della sua vita. Un concentrato di saggezza, positività e amore per la vita condensato in poche pagine, che l’autore sceglie di trasmetterci ascoltando i suoi personali “Consiglieri Invisibili”. La vita è fatta di piccole cose, e la sua bellezza sta tutta nel modo di percepirla. Ciro Buonre lo dimostra pienamente a modo suo, raccontandoci le sue piccole cose in modo straordinario, con una cura attenta ai particolari.

Consigliato a chi non è mai sazio di aforismi e pensieri sempre nuovi.

Come nasce quest’opera letteraria?

Viaggio nell’Io Sono nasce nel momento in cui mi sono reso conto che i segni e le coincidenze che mi capitavano avevano un senso. In contemporanea mi ritrovavo a vivere situazioni molto particolari, situazioni che mi hanno portato a fare profonde riflessioni, sentendo poi il desiderio di riportarle per iscritto. Mia madre è passata nell’oltre quando avevo l’età di 17 anni, ma il titolo del libro me lo ha dato proprio lei, questo poco più di un anno fa, tramite questa frase “dammi i tuoi scritti, dammi i tuoi libri che voglio fare un viaggio nell’io sono”. Ci sono forme di energia che comunicano con noi attraverso i segni e le coincidenze, e lo fanno per aiutarci nel nostro cammino. Viaggio nell’Io Sono nasce proprio grazie all’aiuto di queste forme di energia.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Vorrei solo far presente che non stiamo percorrendo questo difficile cammino da soli, ma che ognuno ha al suo fianco entità che sono in grado di comunicare con noi in svariate maniere. Ad esempio, possono interagire rispondendo alle nostre perplessità, servendosi della scritta riportata sulla fiancata di un tir di passaggio; attraverso una pubblicità su una rivista, oppure attraverso le parole dette dalla prima persona che incontriamo per strada. Ritengo che l’importanza del segno ricevuto non stia tanto nel segno in sé, quanto nel tempo (l’istante) dell’avvenuto contatto visivo, uditivo e olfattivo. Molto spesso riceviamo all’istante una risposta alle nostre domande, e questo tramite un segno; ma altrettanto spesso non ne siamo consapevoli, e non vi portiamo l’attenzione dovuta.

Cosa pensi dell’editoria di oggi?

Scrivere è un’arte, e noi italiani siamo un popolo creativo. Inoltre scrivere è un modo per comunicare con sé stessi, e per quanto mi riguarda è terapeutico. Può farti scoprire difetti e talenti di te stesso che non pensavi minimamente di avere. L’editoria oggi questo lo ha capito, e le 1500 Case Editrici presenti sul nostro territorio, stanno dando la possibilità a tantissime persone di potersi esprimere. Dati alla mano in Italia ci sono circa 23 milioni di lettori, di cui il 45% legge 3 libri all’anno. In Italia ogni anno sono pubblicati circa 61 mila libri, e per una ragione sia commerciale che numerica, molti di questi libri non potranno essere distribuiti nelle classiche librerie della città. Oggigiorno però è stata data la possibilità sia alle piccole Case Editrici, che agli scrittori esordienti, di poter vedere il proprio lavoro letterario in vendita nelle librerie on line, e questo sta iniziando a pareggiare i conti (anche grazie a social) con la grande distribuzione libraria presente nelle librerie cittadine. Questo lo ha capito anche l’editoria fai da te, quella dell’autopubblicazione digitale, dando la possibilità a migliaia di autori (30 mila autori nel 2017) di vedere il proprio libro in vendita nelle librerie on line.

Leggi il mio libro perché…

Perché è scritto con il cuore; perché è stato scritto di notte, dopo che tutti gli impegni famigliari sono stati portati a termine; perché è stato scritto anche grazie a tutte le riflessioni fatte alle 5:20 del mattino, mentre andavo a lavoro; perché è stato scritto riordinando tutti i pezzi e pezzettini di carta sparsi in casa, dove avevo trascritto i numerosi messaggi e riflessioni improvvise, che altrimenti avrei perso per sempre; perché è stato scritto anche grazie alle mie figlie, la loro genuinità mi ha illuminato così tante volte; e perché non l’ho scritto tutto da solo, ma insieme a qualcosa che ha smosso il cuore e la mano per me.

Progetti futuri?

Come progetti, sto portando avanti insieme ad altre persone, quello della Confederation Man in White; una condivisione olistica di iniziative volte alla persona ed al suo benessere, ma anche di collaborazioni volte al sociale, grazie a progetti editoriali quali un libro per bambini dal titolo La Parola Magica, ed uno sui cristalli dal titolo I Cristalli, l’Energia dell’Invisibile; entrambi scritti e pubblicati personalmente servendomi dell’autopubblicazione digitale.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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“Profumo di pane e pensieri da sfamare” di Franca Mancini

“Passo dopo passo qualcosa si ricostruiva nei suoi ricordi; da quel momento in poi anche Amerindo, insieme agli altri, avrebbe risvegliato sogni e speranze per andare avanti. E con il sogno e la speranza in mano, srotolata come quel foglietto, si sorprese a partire per la prima tappa del viaggio. Accompagnato dai profumi e dai sentori della vita, dove egli adesso non giocava più solo quella sfida.”

La nuova opera autopubblicata di Franca Mancini, Profumo di pane e pensieri da sfamare, ci catapulta in una dimensione spaziotemporale tutta nuova e imprevedibile, dove insieme al giovane Amadeo ci troveremo a fluttuare e navigare con leggerezza.

In questa nuova realtà fiabesca e colorata, il giovane affronterà un viaggio insieme a una strana combriccola di personaggi, visitando luoghi lontani e variopinti attraverso i quali troverà risposte ai suoi perché.

Un viaggio alla ricerca di se stessi, in definitiva, in un carosello di avventure che mescola realtà e fantasia grazie alla sua varietà di eventi. Allegro e scorrevole, ricco di scenari e personaggi ben tratteggiati, tra le sue pagine si percepisce il grande amore per l’autrice per il tema dell’introspezione, il viaggio interiore che inevitabilmente tutti affrontiamo quando la realtà che ci circonda ci fa dubitare del nostro essere. Come “da tradizione” nella letteratura, possiamo dire che nulla sistema le cose nel nostro cuore meglio di un viaggio, reale o immaginario che sia.

Come nasce questa opera?

Le ragioni che mi hanno portato a scrivere questo testo sono le stesse che, nella vita, guidano l’uomo durante il suo viaggio esistenziale – affrontando esperienze ambientali e sensoriali; nello specifico, sono l’armonia e la semplicità di fronte alla realtà sempre colorata da una punta di magia e di fantasia, quale prodotto interiore e superiore dei suoi pensieri. Per similitudine, sono naturali come gli ingredienti di un prodotto primordiale e universale: il pane. Da sempre un cibo sano e salutare per la presenza di due semplici componenti, l’acqua e la farina, che ha ricevuto molte attenzioni sia per la sua importanza alimentare che per il suo valore simbolico; motivo di festa e di incontri che, in uno spazio condiviso, sprigiona i profumi e i sapori della vita per saziare la fame di sapere.

Messaggio che vuoi trasmettere?

Il messaggio contenuto nell’opera invita il lettore, principalmente, a scoprire la propria ‘ricetta’ esistenziale, dove annotare tutti gli ingredienti e i profumi personali che lo aiutano a distaccarsi dai problemi quotidiani, a sentirsi importante nel viaggio ‘alternativo’ della propria vita, consapevole di essere solo e sempre se stesso pur con qualche difetto.

Opinione sull’editoria?

Sull’editoria penso che nel complesso vada fatta più chiarezza. Spesso tutto il lavoro che ruota intorno si confonde tra la molteplicità delle proposte pubblicitarie-editoriali e le poche informazioni promozionali a favore dell’autore che, comunque solo perché emergente, scopre le vere e sostanziali difficoltà, come se trovasse una spiacevole sorpresa dentro una scatola bellissima. Personalmente, anche se non posso negare di aver trovato analoga sorpresa, l’esperienza avuta e che continuo ad avere con il mio editore- Manoscrittiebook – è veramente eccezionale. Persone competenti e professionali, lavorano sempre ‘in giacca e cravatta’: discrete ma attente, disponibili e puntuali per ogni genere di richiesta e utili consigli; anche per quanto riguarda l’interesse economico, posso affermare che è sempre condiviso e mai esclusivo. In poche parole, sono fantastici.

Leggi il mio libro perché..

Come per ogni nuova avventura e ogni ‘gioco’ esistenziale, leggi il mio libro per spaziare dalla realtà alla fantasia, per nutrirti dei profumi della vita, come del ‘pane’, e continuare a viaggiare. Potrai avanzare nel tempo e nel tuo spazio, stimolato dal protagonista come da ogni altro personaggio, per creare e reinventare anche la tua storia e custodirla negli annali della tua memoria.

Progetti futuri?

Progetti futuri: professionalmente, continuare ad esercitare la mia attività di psicologa- psicoterapeuta e scrivere liberamente, per fantasia e terapia; Personalmente, concretizzare il traguardo della pensione per cambiare lo scenario e il panorama della vita mia.

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“Fenomenologia di Mika” di Lucia di Maro

“Particolare ammirazione destano i suoi riccioli, che qualcuno vorrebbe fossero riconosciuti patrimonio dell’umanità, gli occhi e il sorriso.”

Uno dei numerosi elogi che l’autrice Lucia Di Maro rivolge alla star anglo-libanese Mika in questo saggio dal titolo Fenomenologia di Mika, pubblicato con Terebinto edizioni.

Ispirato all’opera di Umberto Eco Fenomenologia di Mike Bongiorno, l’autrice analizza i motivi del successo di Mika in Italia negli ultimi dieci anni: una popolarità ottenuta sicuramente grazie a numerose partecipazioni a X-Factor come giudice, fino allo show CasaMika di cui è protagonista. Ma cosa rende Mika così speciale? L’autrice raccoglie numerosi messaggi scritti dai fan sui social che lo acclamano per le sue qualità: amore per l’Italia, umiltà, tenacia, ma soprattutto il fatto che non si nasconde. La sua omosessualità dichiarata, da sempre fonte di discriminazione e pregiudizio, è un aspetto che Mika ha sempre difeso con coraggio nei confronti della società, ispirando molte persone a fare altrettanto. 

Per i fan sfegatati di Mika, ma anche per coloro che vogliono semplicemente saperne di più su una persona eccezionale, questo è sicuramente un titolo da non perdere.

Come nasce quest’opera letteraria?

Nasce dalla scoperta recente e del tutto fortuita di questo singolare personaggio che risponde al nome di Mika, fino a quel momento un perfetto sconosciuto per me che per quanto riguarda la musica pop sono più o meno ferma agli adorati Beatles!

Invece, circa due anni fa, intercetto in una trasmissione televisiva una scena alquanto surreale.

Il premio Nobel Dario Fo che , sulle note della famosa “Ho visto un re “ di Jannacci, duetta con un bel ragazzo riccioluto, dichiarandosene subito dopo grande ammiratore. Il ragazzo da parte sua, con uno strano accento ma in un italiano invidiabile, si dichiara onorato ed emozionato di conoscere un autore che aveva studiato a scuola  e che considera un “eroe” della sua adolescenza.

Ce n’era abbastanza per incuriosirmi e iniziare una mia personale “ricerca” sul personaggio, complice, confesso, anche un lungo periodo di semi immobilità per un brutto infortunio.

Scopro così trattarsi di una pop star internazionale, un artista poliedrico che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo, dotato di una personalità carismatica che al di là della dimensione artistica suscita interesse e ammirazione per la straordinaria efficacia con cui comunica il mondo di valori di cui è portatore

D’altra parte lo straordinario successo che ha subito incontrato in Italia, fin dalle sue prime apparizioni in TV di alcuni anni fa e la grande popolarità di cui gode tuttora ne sono la dimostrazione lampante.

E con questo piccolo saggio, molto immodestamente ispirato alla celebre “Fenomenologia di Mike Bongiorno” di Umberto Eco, anche per alcune caratteristiche che i due personaggi hanno curiosamente in comune, come spiego nel libro, cerco di indagare proprio le ragioni di tanta popolarità, analizzando il mondo dei media e soprattutto dei social dove l’artista è molto presente.

Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?

Più che un messaggio mi piace parlare di un invito che, dati i tempi mi sembra davvero opportuno…e cioè quello di guardare al prossimo senza pregiudizi di nessun tipo.

Chi penserebbe infatti che sotto le giacche glitterate di Mika c’è un conoscitore appassionato della letteratura e dell’arte italiana? O che questo “dandy del duemila”, come è stato definito, ha realizzato per il Corriere della Sera alcuni  videoreportage sui campi profughi siriani in Libano?

Leggi il mio libro perché…

Per condividere la scoperta dell’incredibile mondo dei fans,  quello che Mika chiama “le Nazioni Unite dalla differenza”, un mondo trasversale per generazioni, cultura, nazionalità, fede religiosa… In Italia, per esempio, dove è amatissimo, i suoi fans o per meglio dire i suoi followers, sono una vera una vera e propria comunità che lo segue in tutte le tappe dei suoi tour e lo supporta in ogni occasione.

Il saggio quindi apre degli squarci su questa platea multiforme, offrendo spunto per qualche sorriso e alcune riflessioni sui nostri giovani.

A questo proposito mi ha molto colpito il senso di solitudine che emerge dai messaggi di tanti adolescenti che sembrano trovare il loro punto di riferimento e il loro modello di vita in un personaggio del mondo artistico piuttosto che in famiglia o nella scuola.

E devo dire che, proprio per questo, diversi genitori e insegnanti hanno trovato interessante la lettura del libro.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Il mio approccio è abbastanza recente. Conosco sicuramente le problematiche non indifferenti che affliggono questo mondo, ma l’impressione che ne ho ricavato è che prevalga, nella maggior parte dei casi, l’aspetto commerciale, insomma come recita il motto “business is business”.

Ecco allora che per un esordiente risulta pressoché impossibile pubblicare con un grande editore che non vuole rischiare potendo andare sul sicuro , ma dimentica che l’editore, che vuole definirsi tale, dovrebbe essere anche e forse soprattutto una sorta di talent scout e che ,in ogni caso, il rischio d’impresa è connaturato all’idea stessa d’impresa.

Per non parlare poi di molte case editrici piccole e medie che richiedono contributi o l’acquisto obbligatorio di un certo numero di copie, adducendo come motivazione la crisi che affligge il settore. E invece credo che proprio a loro converrebbe correre dei rischi, altrimenti viene il dubbio che abbiano sbagliato mestiere…

E per carità di patria tralasciamo le pseudo case editrici, in realtà solo tipografie, che a pagamento sono disponibili a pubblicare qualunque cosa, senza effettuare neanche una parvenza di selezione.

Ecco perché ho pubblicato con Il Terebinto, una piccola casa editrice indipendente, che oltre al saggio su Mika, ha anche curato la pubblicazione di due miei racconti in due sue antologie, senza richiedere “balzelli” di sorta. D’altra parte data la mia non tenera età, credo di potermi permettere il lusso dell’immodestia…

Progetti futuri?

Preferisco concentrarmi sul presente che mi vede impegnata a completare la stesura di una raccolta di 11 racconti con cui parteciperò alla XXXIII edizione del Premio Calvino, considerata la incoraggiante valutazione ricevuta in occasione della precedente edizione. Nello stesso tempo sto cercando un editore per un’impresa ancora più temeraria…la pubblicazione di una silloge poetica.

Il libro merita 5 stelle su 5

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“Il Sapientino della Felicità” di Franca Mancini

 “Noi facciamo e agiamo per quello che pensiamo; sarebbe ora di pensare solo in positivo e accorgerci di essere unici e fantastici nel nostro genere, nella nostra arte di rappresentare la vita.”

Franca Mancini, classe 1964, insegna questo e molto altro tra le pagine de Il Sapientino della Felicità, raccolta auto-pubblicata di filastrocche di riflessione e autoriflessione. Come il Sapientino della nostra infanzia che c’invitava ad apprendere “curiosando e scherzando”, questo libro fa lo stesso attraverso una serie riflessioni sulla propria vita. Un allegro e giocoso invito, secondo l’autrice, ad “essere se stessi, a comunicare con le nostre emozioni, i nostri ricordi, i nostri pensieri”. A riconoscere ciò che abbiamo di buono e a coltivarlo sempre, a immortalare le nostre qualità come un pittore dipinge su una tela bianca per trasformarla in un capolavoro. 

Franca Mancini, in poche righe, ci racconta in modo naturale e poetico il percorso che tutti noi possiamo compiere per prendere in mano la realtà, tra pensieri, speranze, sogni, creatività, nell’infinita ricerca di noi stessi. Se non siete mai stanchi di cercare risposte ai vostri dubbi tra le pagine di un libro, questo è il titolo che fa per voi.

Come nasce questo libro?

Ho elaborato questo testo, piccolo e ‘colorato’, per offrire al lettore un prontuario della Felicità e pertanto per invitarlo a sfogliare tra le pagine delle sue emozioni; può farlo attraverso le note, musicali e ritmate, di una filastrocca che – quale forma poetica più semplice ed antica – descrive qualche situazione di vita con fantasia ed allegria. Può leggere e ripetere le rime come in un gioco, il Sapientino, per un piacere ludico-esistenziale che spero possa ritrovare e ovunque rilanciare. 

Quale messaggio vuoi trasmettere?

In sintonia con lo spirito della filastrocca, il primo messaggio che vorrei far passare lo propongo così: “leggi e rifletti sulla rima baciata, se vuoi assaporare una vita beata e spensierata!”. In modo più sotteso ma vero e sincero, l’invito che vorrei fare a tutti coloro che si ritroveranno fra le mani questo libro è quello di amare sempre ciò che fanno, di rinnovare il piacere di fare, piccole o grandi cose, magari con una punta di ironia e di goliardia; di fare spazio alle emozioni positive, trasformando quelle più ingombranti in azioni di gioco incoraggianti.

Certa e convinta che ognuno abbia la capacità di sorprendere con il suo buon fare, sfido il lettore a sperimentarsi in tal senso, creando e rimando la propria vita con amore e fantasia.

Leggi il mio libro perché…

Leggi il mio libro perché tra il serio e il faceto, in mezzo c’è sempre il vero. Segui sempre e solo le tue verità e più niente ti deluderà. Meglio trarre frutto dai propri errori che cadere nella rete di molesti scocciatori. Pertanto, leggi questo libretto per capire la natura di te stesso e liberarti dalle angherie di chi si intromette nelle tue retrovie.

Progetti futuri?

Professionalmente, continuare ad esercitare la mia attività di psicologa- psicoterapeuta e scrivere liberamente, per fantasia e terapia; Personalmente, concretizzare il traguardo della pensione per cambiare lo scenario e il panorama della vita mia.

Il libro merita 5 stelle su 5.

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“Se tu esisti… io esisto” di Antonella Spinosa

 “La libreria è il posto dove sono stata felice con mio padre e quando ero in vita. Tieni cura di tutto. Lì dimora la mia anima.”

Amore e amicizia dominano le pagine di Se tu esisti… io esisto, scritto da Antonella Spinosa e pubblicato da Kubera edizioni. Lavinia, la protagonista, è un’allegra e solare commessa di una libreria, la cui vita prende una piega imprevista quando conosce Gabriele; questi, uomo maturo e sposato, riesce a sedurla in breve tempo convincendola a lasciare il fidanzato Matteo pur di stare con lui. Quella che all’inizio appare come una “semplice” storia d’amore clandestina si tramuta in tragedia quando Lavinia sparisce improvvisamente dalla circolazione. Dieci mesi dopo, una coppia di amici si ritroverà a indagare sulla sua scomparsa, anche se forse potrebbe essere troppo tardi.

L’autrice ci fa dono di una lettura leggera e scorrevole, ricca comunque di una grande forza emotiva dimostrata dai vari personaggi che dominano la scena. C’è amore, passione, rabbia e amarezza, nella giusta misura che potremmo provare noi persone in carne ed ossa se ci trovassimo nelle medesime situazioni. Se amate le storie con un improvviso colpo di scena a metà libro, non potete perdere questo titolo.

Come nasce questo libro?

Nasce da una storia che avevo in mente già da qualche anno prima di mettermi al computer e iniziare a scriverla. Volevo scrivere qualcosa che rimanesse impressa nell’animo del lettore. Una storia originale e non banale. Nasce anche dall’esigenza di esprimere me stessa attraverso i personaggi. Ognuno di loro mi rappresenta in qualche modo.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Un messaggio d’amore. Amore in tutte le sue sfumature: dall’amore per il proprio lavoro, la propria passione, all’amore che si nutre verso il compagno o un amico.

Cosa pensi dell’editoria d’oggi?

Credo che l’editoria oggi rispetto agli anni passati sia in un po’ in crisi, probabilmente per il numero di lettori che è in notevole calo. Si è affascinati da altre realtà piuttosto che dalla lettura. Inoltre, secondo il mio punto di vista, l’editoria dovrebbe dare più spazio agli scrittori emergenti esortandoli a partecipare a concorsi non a pagamento, a pubblicare i propri manoscritti senza chiedere somme di denaro elevate e aiutarli a pubblicizzare l’opera.

Leggi il mio libro perché..

Leggi il mio libro perché se vuoi intraprendere un viaggio fatto di fantasia e provare coinvolgenti emozioni ti trovi con il libro giusto tra le mani. I personaggi che si incontrano durante la narrazione rimangono impressi nella mente. La storia di Lavinia, la protagonista, rimane impressa nel cuore fino all’ultima pagina. È una storia che racconta l’amore lasciando il lettore sospeso tra realtà e fantasia, il brivido del mistero lo trascina in una dimensione ricca di suspense e al termine della lettura lascia il piacevole sapore di un’intensa avventura.

Progetti futuri?

Il mio prossimo progetto è una raccolta di poesie e spero che venga pubblicata entro gli inizi del 2020. Intanto sto lavorando al mio prossimo romanzo: “Voglia di volare” racconti di Donne. Racconto la storia di sei amiche con personalità, caratteri ed esperienze diverse. Si raccontano, si consigliano e si aiutano a vicenda con le varie difficoltà lavorative e amorose. Non mancano colpi di scena. È un cocktail di suspense, momenti drammatici, di gioia, di ironia, fantasia e sogni da realizzare. Il mio intento è quello di trasmettere, attraverso la narrazione, il valore della vera amicizia e il valore dell’amore. Inoltre scrivo sempre nuove poesie sulla mia pagina facebook “Antonella Spinosa scrittrice per passione”. Scrivere mi aiuta ad esprimere tutta la mia fantasia.

Il libro merita 4 stelle su 5.

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