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Partita Maglie – Avetrana

Una nuova vittoria segna l’ottava domenica di Campionato della Toma Maglie, giocata in casa contro l’Avetrana, penultimi in classifica con cinque punti, con allenatore Forziati.

Match partito benissimo per i giallo rossi che marcano subito il terreno con un primo goal nei primi minuti da Bianco che, verrà poi sostituito da Manisi nel secondo tempo e riceverà, inoltre, un’ammonizione;  mentre l’Avetrana sofferente, cerca di tirare in porta al portiere De Lumè che, pare si sia preso una bella responsabilità nei confronti della squadra dopo l’uscita, nelle precedenti settimane di Lisi.

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Il secondo tempo viene inaugurato da un bello slancio da parte dei rosso bianchi, accompagnati da pochi tifosi venuti in trasferta e che, di tanto in tanto, abbozzavano un canto quasi timido verso la propria squadra che, invece, necessitava di una bella spinta da parte dei propri tifosi: non succedeva lo stesso per la Toma che, sempre incoraggiata dal dodicesimo giocatore in campo, trionfava con un secondo goal, per mano di Renis, confermando ancora una volta la sua supremazia col pallone.

Stupefacente l’Avetrana prima della fine del Match segna un goal, grazie al giocatore Mummolo che, non perse le speranze riprovando ancora una volta è riuscito a regalare alla propria squadra una boccata d’aria fresca, anche se ciò non rappresenta la loro salvezza, salendo al penultimo posto e cedendo il loro all’ultimo in classifica.

Un colpo di scena arriva come un fulmine a ciel sereno: Il vicecapitano della Toma Maglie Vincenzo Sicuro viene espulso  in un battibaleno lasciando compagni, tifosi e pubblico sbalorditi, perdendo in questo modo l’opportunità di giocare nel prossimo giro a San Vito.

Gli spalti giallo rossi sempre presenti, da tifosi e non, uniti sotto un unico obiettivo: Il primo posto in classifica, i play-off e perché no, un campionato che, gareggiato tra pari – meriti, rappresenterebbe  una bella svolta per tutta la cittadina Magliese, invitata come sempre a venire a sostenere la squadra della propria città.

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Paolo Paticchio e le 13 Storie dopo l’89

Un libro, nella maggior parte dei casi, nasce con una storia, presenta i personaggi, ne descrive i loro tratti peculiari, ci sarà sicuramente una serie di vicende intersecate e il finale ci lascerà senza parole o semplicemente sarà una fine prevedibile. Il ‘ Post 13 Storie post 89 che non sapevano di diventare mito’ è un libro, solo nel formato cartaceo, per tutto il resto è un intero percorso: percorso di storie, di vite, percorso sociale, anche un po’ mediatico ma comunque è un tragitto che parte ma non si ferma, proprio come il numero 13: un numero finito, solo in apparenza.

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Paolo Paticchio classe ottantasei è il curatore del libro, già conosciuto probabilmente perché è una figura chiave dell’associazione “Terra del Fuoco Mediterranea” e ricopre anche un ruolo importante nel suo Comune, intervistato per l’occasione dell’uscita di questo, ’libro-percorso’ ha annunciato che, questo lavoro parte da una domanda principale: Quali sono le figure a cui oggi i giovani fanno riferimento? Molte apparterranno al passato, un passato che non ritorna, che non è stato vissuto ma che, per colori o motti, forse, lo sentiamo un po’ nostro.

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I tredici Scrittori che hanno collaborato al progetto, sono tutti di origine Pugliese ed è questo il punto di forza, lo snodo principale, l’urlo dal basso che vuole diffondere storie e sentimenti; e i personaggi, non sono sempre conosciuti da tutti, come ad esempio Rita Levi Montalcini, senza nulla togliere ovviamente ma spuntano nomi come Banski, Rosario Livatino, Mario Monicelli e poi nomi familiari come Don Luigi Ciotti, Kurt Cobain, Alexander Dubcek e via discorrendo.

È un libro sempre aperto, disposto a riempirsi di nuove storie, per tutti quelli che ne avessero da raccontare, per chi volesse attingere ai propri ricordi, è sempre possibile collaborare a questo fantastico progetto che, un po’, appartiene a tutti noi, tramite #generazionepost su twitter oppure sul sito www.generazionepost.it

Post tredici storie dopo l’89 è possibile trovarlo in qualsiasi Libreria, Lupo Editore, prezzo di copertina 10euro è già vicino alla seconda ristampa.

I migliori auguri a un progetto ambizioso, che parte dal basso con radici Salentine!

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L’arte per i diritti umani

Il 26 ottobre 2013 al Risorgimento Resort di Lecce si è svolto un interessante incontro dedicato all’ARTE PER I DIRITTI UMANI, presieduto da Kerry Kennedy, Presidente del Robert F. Kennedy FOR Justice and Human Rights,non che figlia dell’ex Presidente Robert F. Kennedy; con Marialina Marcucci, Presidente RFK Center/Europe, Federico Moro segretario generale RFK Center/Europe, Marcello Reboani Artista, Melissa Proietti curatrice della mostra di Reboani, Andrea Montinari Presidente Vestas Hotels & Resorts ed infine Alessandra Lupo Giornalista e moderatrice del Dibattito.

Inutile dirlo, i riflettori erano tutti sulla Signora Kennedy, gli altri ospiti, tutti degni di nota, non hanno colpito quanto la figlia del Presidente, durante le domande, si alzava, discuteva, garbatamente attendeva e rivolgeva lei stessa delle domande al pubblico: una fantastica interlocutrice, prima di tutto.

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(In foto la Kennedy a sinistra con la traduttrice a destra)

La prima domanda che ha posto al pubblico in sala, tutti molto giovani, è stata: “Quanti di voi negli ultimi trenta giorni hanno sentito la parola obesa, grasso, troia?”- Molte le mani tese in aria-

“ E, quanti di voi si sentono al sicuro a scuola?”- Nessun braccio che puntasse verso la soffitta- Risposta prevedibile, continua la Signora Kennedy che ha posto questa domanda anche negli Stati Uniti, Cambogia e altri continenti dove, il risultato che fuori esce è che, nessuno si sente realmente sicuro a scuola, perché può essere sempre vittima e bersaglio facile dei bulli. Kerry consiglia a tutti di, esercitare la determinazione, attraverso l’arte, spinge i ragazzi a rifiutare determinati comportamenti attraverso l’arte che porterà, certamente, a un cambiamento.

L’intervento di Melissa Proietti, curatrice della mostra di Marcello Reboani, incide il proprio messaggio con pochissime parole ma nette: “Bisogna sensibilizzare le persone ma soprattutto i giovani per far conoscere il lavoro di molte donne coraggiose a tutti”!

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L’artista Marcello Reboani invita tutti ad andare a visitare la sua mostra, e consiglia anche di toccare i propri quadri, il tatto è essenziale poiché molti sono fatti di tessuto, morbido o drappeggiato, con fiori inseriti, perle e tanto altro materiale di qualsiasi natura.

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L’obiettivo di Andrea Montinari è di essere portatori di coscienze e messaggi, la cultura è il veicolo più importante e l’arte, proprio attraverso la cultura, deve trasmettere, far conoscere, trasmettere sentimenti e sensazioni, il turismo è anche cultura e deve essere per tutti. Lecce ne è un buon esempio.

A fine incontro sono state poste delle domande alla Signora Kennedy, ogni volta s’alzava sul posto, faceva dei piccoli passi, conquistava terreno e rispondeva come se fosse la domanda e il problema più semplice del mondo; alla domanda circa il suo pensiero sulle nuove generazioni di donne si dimostra fiduciosa, avendo tuttavia anche tre figlie donne, prevede che nei prossimi anni ci si impegnerà molto di più sul sociale, dimostrazione del fatto che le ONG crescono di anno in anno e ad oggi si parla di numeri considerevoli.

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Terminando con una storia familiare legata al fratello maggiore e al Padre di Kerry, lo ricorda con molta semplicità e le lezioni di vita che dava ai propri figli, erano simili alle lezioni che dava all’intera Nazione, con molta semplicità e linearità di pensiero.

 

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Intervista a Carlo De Giovanni

Nella vita s’incontrano persone che, spesso, fanno una parte del tragitto con noi, molte si perdono lungo la via, altre cambiano, qualcuno addirittura abbandona la propria terra per nuovi continenti e luoghi, mentre altri, rimangono, coltivano la passione, la fanno crescere, maturare e durare: Carlo De Giovanni è uno di loro.

Nato nei mitici anni 70, dove tutto era nuovo, geniale e psichedelico, segue il Maglie da quando ha otto anni, da sempre in concreto, e non ha mai mollato, anzi, le sconfitte incitano a tornare e a gridare ancora più forte, tutti uniti in unico coro, in un’unica tribuna per uno scopo comune.

Intervistato per l’occasione, rappresenta uno dei personaggi storici nelle tribune giallo rosse e ricorda ancora con amarezza, la sconfitta nell’anno 93-94 del campionato ma, il suo primo ricordo va ad un lontano 1978, prima trasferta a Parabita con spareggio ma quella sconfitta era solo la rappresentanza di una lunga avventura, segnata anche dal Padre, amante anch’esso del Maglie.

Lui, che di esperienza ultras ne ha da vendere, si rivede molto nei ragazzi che frequentano il campo, è felice con loro e per loro ma, ammette, col tempo si è perso molto lo spirito legato al pallone e forse anche un po’ di mentalità, ma i tempi cambiano e anche il mondo del calcio si evolve.

Il suo sogno è di vedere prima di tutto un bel campionato, la possibile vincita ma aspira ancora più in alto, come ai vecchi tempi: la serie D, per fare ciò, probabilmente è necessario che venga anche più gente a seguire la Toma Maglie, infatti, coglie l’occasione per invitare i commercianti Magliesi a seguire la squadra della cittadina, essere uniti è importante e i numeri fanno la differenza.

Perche? Perche? La domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita della Toma…perché?
Avanti, vieni anche tu al campo!

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Intervista al Vicecapitano Vincenzo Sicuro

I ruoli da capitano e vicecapitano sono figure importanti, sono le forze motrici che spingono l’intera squadra a dare sempre il meglio, a essere da esempio ed è anche simbolo di tante responsabilità sia fuori sia dentro il campo: il Vicecapitano della Toma Maglie prende il nome di Vincenzo Sicuro.

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Già noto negli spalti giallo rossi, cinque anni di militanza nella Toma Maglie ha ricoperto il ruolo di capitano l’anno precedente, ceduto il posto quest’anno al Capitano Stefano Biasco, ragion per cui ricopre un secondo ruolo ma, per questo, di certo, non meno importante.

“Bisogna essere d’esempio sempre, sia nel campo sia fuori, se succede  qualcosa anche negli spogliatoi cerco sempre di capire qual è il problema e di risolverlo nel minor tempo possibile, è una bella responsabilità e ne sono fiero: è importante avere un bel rapporto con il resto della squadra ed è bello che i miei compagni facciano riferimento a me, anche per delle piccole discordanze”- suggerisce Sicuro, intervistato per l’occasione.

Alla domanda: ‘cosa ne pensa della società calcistica’, risponde: “è una bella società, sono tutti compatti, amici, compagni di vita, conoscenti da sempre e sono prima di tutto, grandi tifosi del Maglie, ci credono nel profondo del cuore tutti, fatta eccezione di nessuno”.

Spende parole importanti anche per il Mister Portaluri ed è il secondo anno che lavorano insieme, ammette che  è disponibile sia dal punto di vista calcistico che nella vita ordinaria, una figura indispensabile nella Toma Maglie.

Riguardo alla partita persa, Tricase-Maglie, il vicecapitano ammette che una perdita, ogni tanto, è normale, s’impegneranno affinché questo non possa succedere altre volte e ripete che il loro obiettivo è la salvezza dei quaranta punti, dopodiché si potrà aspirare ai play-off; tuttavia, aggiunge, il Campionato 2013-2014 è equilibrato, non crede ci sia una squadra che possa primeggiare su altre.

Sicuro, finisce l’intervista, ringraziando i tifosi, si augura che possano crescere di domenica in domenica ma soprattutto, ammette che, sono il punto di forza della squadra, sia in casa che in trasferta sempre presenti.

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Intervista al Presidente Lorenzo Adamuccio

Lorenzo Adamuccio è un nome già noto in campo calcistico: con un passato da
arbitro per ben vent’anni,di cui gli ultimi cinque in serie C da assistente vicepresidente del Maglie nel 2006 con
Vittoria, quest’anno ricopre il ruolo di Presidente dell’A. Toma Maglie.
Soddisfatto della partita di domenica contro lo Scorrano, riconosce un ottimo
risultato conseguito dalla Toma Maglie, esemplare gioco in campo e svela la sua
soddisfazione che cresce domenica per domenica, felice oltretutto della gioia
nutrita da parte dei numerosi tifosi durante e dopo la partita.
La nuova società, costituita interamente da Magliesi, non ha avuto una
partenza definitiva che però, è andata via via migliorandosi con i giorni e
consolidando le figure all’interno, circa la sua posizione, Adamuccio afferma
che in realtà, non si sente Presidente, nel suo ruolo, poiché gli altri sette 
dirigenti, tutti amici tra l’altro, potrebbero, ognuno di loro, ricoprire il
ruolo stesso di Presidenti della società calcistica, un pensiero solidale e
affettivo apprezzabile in poche persone.
Il campionato che la squadra sta affrontando è un campionato equilibrato,
suggerisce il Presidente, poiché, a parer suo, le diciotto squadre che
competeranno per l’ambito risultato, sono quasi tutte allo stesso livello;
quindi si parla di un organico competitivo ed è chiaro che, qualora ce ne sarà
bisogno, i ritocchi nella squadra si faranno sicuramente.
Alla domanda: cosa l’ha spinta a fare il Presidente, egli stesso risponde con
un’affermazione netta e decisa: ‘La passione per la Toma Maglie è irrefrenabile
e non mi son potuto tirare indietro’ come in ogni passione del resto, i colori
giallo rosso è ciò che lo rappresentano al meglio.
Si augura che la partecipazione dei tifosi sia sempre numerosa e calorosa,
anche quando il Maglie giocherà fuori casa, perché i ragazzi hanno bisogno di
noi ed una bella tifoseria è indice di una squadra vincente.

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Intervista a Stefano Biasco- Capitano della Toma Maglie

Stefano Biasco, classe 1982, magliese puro sangue, quest’anno ricopre il grande incarico di Capitano Della A. Toma Maglie e si dimostra fiducioso, sin dalle sue prime parole, verso la vittoria del campionato.
Con diverse esperienze calcistiche, ha giocato nel Manduria per tre anni, Copertino per un anno, Sogliano per due anni, Leverano per un altro anno e nel Maglie per cinque anni dove, finalmente è approdato con il grande ruolo del ‘primo giocatore’ in campo.
Spende parole positive verso la squadra, dove la collaborazione è al primo posto, insieme all’amicizia che li lega perché è importante giocare bene, ma andare d’accordo nella quotidianità è anche meglio e afferma che si è creato un grande gruppo, fatto soprattutto da amici più che conoscenti.
Soddisfatto della partita di Domenica giocata in casa Scorranese, si dimostra orgoglioso di grandi prestazioni avute, di tutta la squadra chiaramente, e delle direttive del Mister, sempre pronto a dare consigli preziosi e a indicare qual è la retta via.( ed il giusto schema).
L’augurio che si fa è quello di avere grandi soddisfazioni durante i play-off, in modo da regalare grandi emozioni ai tifosi e soprattutto alla società che ha fatto grandi sforzi per questo nuovo progetto.
Contento, oltretutto, del Presidente, Lorenzo Adamuccio che, oltre a ricoprire la carica di Presidente della squadra calcistica, è anzitutto un grande tifoso e un giocatore di primo taglio.
Ci auguriamo che possa portare in alto la Toma Maglie, calcisticamente e orgogliosamente perché una grande città è degna di una squadra all’altezza dei sogni dei tifosi giallo rossi, sogni ambiziosi ma reali, perché nella vita, bisogna credere e questa è l’arma vincente.

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Interview to Jean Kwok

Were you born a writer or did you become one? 

I think a little bit of both. I loved books from the moment I could read and I was always reading. However, since I grew up in so much poverty – I worked in a clothing factory when I was 5 years old – I never wanted to be a writer. I wanted to have a job that would be financially secure. It was only when I was studying at Harvard University that I decided to follow my deepest dream, which was to become a writer.

What was secret ingredient of your story?

I wanted to tell a story that would keep readers involved, so I was hoping to entertain them while maybe teaching them something at the same time. I wanted to introduce readers to a new world, one they might not have seen before, but I wanted them to enjoy reading the book too, to love my characters so they would keep reading to find out what had happened to them.

 Ah-Kim is strong, determined and lonely at the same time: How born this
character?

 Kimberly is a part fiction and a part of me as well. I think that many immigrant working class children grow up to be strong, determined and lonely at the same time. 

What is your opinion about publishing  today?

I think that publishing is made up of many people who love books, which is a wonderful thing. I’ve only had positive experiences in publishing. My publishing teams in America and other countries have really done their best for me and my book, and I’m very grateful. I think that people will always love to read, that they will need to read. The publishing world may change – paper books may be published less and digital ones more – but that basic need for good books remains.

What is your opinion of writing programs at universities?

I went to the Masters of Fine Arts program in Fiction at Columbia University. I think writing programs are wonderful things and can train people to write at a professional level. However, they are also very expensive, and that is a very difficult decision, if you want to invest so much money in a career like writing, which might earn you no money in the end. It’s also important to find the right program for you. I grew up in New York City, so I felt at home in the urban environment of Columbia, while someone else might want a smaller program. 

What is your message to all of the young people that want to become writers?

I think that writing is a very difficult profession. It is extremely competitive and subjective. Of all the things I’ve done in my life, becoming a published author has been the hardest. Writing is something that chooses you, you do not choose it. If you are wondering if you should become a lawyer or a writer, you should become the lawyer. Your life will be much easier and more financially secure. The only people who should choose to become writers are the ones who cannot escape it, no matter what they do, the people who worry and think about writing all of the time, even when they are doing other things. It is a beautiful thing to be a writer, but a very hard one. 
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Ringrazio La scrittrice per la disponibilità dell’intervista, nonostante i numerosi impegni.
 allego il link dove sarà possibile leggere la recensione del libro: http://scrittiriscritti.wordpress.com/2013/09/05/recensione-la-strada-dei-desideri-segreti-di-jean-kwok/

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il rapitore di anime,rachel zadok

Interview To Rachel ZADOK

Writer  born or become?
 
I’m not certain how to answer that. I think perhaps storytellers are born, or perhaps we are all natural born storytellers and a certain kind of life nurtures that innate ability in some people so they become writers. Writing is the craft of storytelling, like painting is the craft of art; the craft has certain rules that can be learned, but I don’t know if storytelling is something that can be learned. 
 
How born the character of Faith, Particulary child of story?
 
Gosh, it’s been such a long time since I wrote that book that it feels strange talking about Faith again, especially as I have another book out and I’ve been so focussed on the characters in that one. Faith was born when a friend of mine became ill and I wondered how her daughter perceived her illness. I wrote a short story about them, to try and understand in my own head what she was going through, and that story sort of morphed into the novel eventually, though the story in the novel is entirely fictional.
 
What is your think about the publishing  today?
 
Publishing is an industry in flux, but I believe people will always want something to read, and even if they move briefly away from the novel, they will return to it. The novel is a form like no other, because it allows you to escape into another world completely.  I think publishers still have a role to play in getting good work out there, and I think people will grow sick of wading through self-published unedited books no matter how cheap they are. The whole idea of free creative content propping up websites and businesses isn’t sustainable because it doesn’t support the creative person in any way. Already, people are buying books again, even if the format has changed – ebooks as opposed to paper. 
 
Has book changed your life?

 Books change your life more when you’re writing them than after publication. Publication is often painful and disappointing. Writing is joy.

In the future, will you publish the next book?

My second novel, Sister-Sister, was published in South Africa in April 2013. It’s slowly picking up good reviews, but I’ve yet to find a publisher in Europe. I wish I could send you a copy, but no Italian translation yet.

What is your message to all the younger that  want became Writer?

 Read more than you write, and don’t be afraid of being influenced by writers you love. Influence is good, because it means you’re paying attention to what works, and figuring out what great writing is. You already have your voice – it’s that voice in your head that tells you stories every day –  nothing you read will ever drown that voice out, or if it does, it will be brief and educational. Don’t fear the influence of great writing.

 

Ringrazio Personalmente la Scrittrice per la pazienza e l’attenzione dimostratami,nata in una terra dove nulla è scontato e dove la quotidianità lotta costantemente con la realtà.

in questo link troverete la recensione del suo romanzo: http://scrittiriscritti.wordpress.com/2013/09/11/recensione-il-rapitore-di-anime-di-rachel-zadok/

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Anna Masera,caporedattore,giornalismo,Italia,la stampa

Intervista a Anna Masera

Chi è Anna Masera? Donna con raffinato talento e con spiccata intelligenza, laureata in Storia alla Yale University nell’83, un Master in giornalismo alla Columbia University nell’84, giornalista professionista dal 1986, prima al quotidiano Italia Oggi, passata all’agenzia Reuters e poi in Mondadori: dal mensile Fortune Italia al mensile Espansione con una collaborazione per una rubrica di economia a Donna Moderna e come corrispondente dall’Italia per Advertising Age.

Dopo sei mesi come consulente Rai per il talk-show “Milano, Italia”, approdata al settimanale Panorama nella sezione costume e società, nel 1994, all’alba di Internet e tanto, tanto ma veramente tanto altro ancora: un curriculum rispettabile e da prendere  come esempio.

 

Lei pensa che giornalisti si nasca o si diventa?

Penso che giornalisti si nasca, ma in qualsiasi modo, una passione iniziale non guasta mai.

La possibile perdita del cartaceo, segnerà la fine del giornalismo o creerà una nuova visione della lettura con la possibile nascita di figure di competenza?

Credo in una nuova visione della lettura, il giornalismo d’oggi non è mai stato così florido c’è, però, la possibilità della perdita dei vecchi giornali.

Secondo Lei i social media sono divenuti veramente così indispensabili o abbiamo perso il contatto con la realtà?

Secondo me sono uno dei tanti mezzi per restare in contatto con la realtà!

Secondo lei quali sono i passi fondamentali per i giovani che ambiscono alla carriera giornalistica? Ed esistono degli ingredienti di base?

Bisogna avere etica, passione, voglia di imparare, e poi mettersi a studiare e fare pratica, soprattutto individuare le necessità dei nuovi giornali.

Le scuole di giornalismo Italiane sono ben radicate e organizzate al fine di formare una figura giornalistica oppure ci si forma solo ed esclusivamente sul campo?

Io preferisco le scuole di giornalismo anglosassoni… E poi è indispensabile padroneggiare l’inglese, quindi servono anche per la lingua.

Con l’avvento del Web 2.0 si sono sviluppati i blog, pensa che possa essere un ottimo trampolino di lancio o spesso sono visti come valvole di sfogo personali?

I blog possono essere una palestra, ma dipende da come si usano e cosa ci si mette dentro, come qualsiasi altra cosa, del resto.

E infine, consiglia la lettura di particolari libri al fine di crearsi un’identità personale-giornalistica?

L’identità è appunto personale, quindi ognuno se la crea con il proprio percorso…

Per me nel giornalismo è stato fondamentale Kapushinski, ma è stata fondamentale anche la Fallaci, quando ero piccola era il mio mito…

Adesso io sono molto attenta al giornalismo digitale e ai teorici della cultura digitale, aperta e condivisa, come Lawrence Lessig e Yochai Benkler e anche certi “guru” come Richard Stallman

Ringrazio personalmente Anna Masera per la gentilezza e la rapidità delle risposte dimostrate, caratteristica tipica di un Vero Giornalista Professionista al passo con i tempi.

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Intervista a Massimo Carlotto

C’è chi narra che gli Scrittori non scrivono bensì Trascrivono eventi della loro vita, della vita altrui e di chi anche non conoscono; se fosse proprio così Massimo Carlotto, scrittore, drammaturgo e scenografo Italiano avrebbe tanto da dire della sua vita, anzi in realtà l’ha già detto nel romanzo Il Fuggiasco, uscito nel 1995 dove, è possibile capire, i suoi anni di latitanza e i sentimenti provati nel corso degli stessi.

Ricca di tanti eventi, svariati tra di essi, la sua vita si presenta colorata e molto ricca, culturalmente parlando, dei tanti romanzi, scritti, saggi dalle svariate sfumature, scritti a due, quattro o sei mani.

Che cosa pensa della scrittura? La sua risposta è stata chiara e precisa:

“La scrittura è un bisogno primario come la fame? Non credo. Io la vivo come un progetto che ha bisogno di continue articolazioni pensate e pianificate. Io scrivo per i lettori e non per me stesso perché dubito che quello che sento sia così interessante e quindi la domanda “cosa scrivere?” è una riflessione fondamentale.”

Molti Scrittori rifiutano di scrivere a quattro mani o di più, diverse opere di Carlotto sono state scritte con questo modo, infatti, egli stesso conferma che si possano trovare degli intoppi, ma decidendo i modi di scrittura sin dall’inizio, questi problemi sono facilmente evitabili: patti chiari sin dall’inizio in definitiva-afferma.

Di gran successo è stato il Celebre Alligatore alias Marco Buratti, un originale detective privato, i libri che raccolgono la saga sono ben Sette e alla domanda, quale fosse l’ingrediente segreto di tale successo letterario, Lo scrittore risponde:

“Il fatto che fosse un investigatore senza licenza e quindi staccato dalle logiche istituzionali. L’Alligatore è di fatto un uomo libero di investigare come crede e non deve rispondere a nessuno,  se non alla propria coscienza.”

Uno dei problemi legati al XX Secolo è rappresentato dall’avanzare tecnologico e con esso si evolvono anche le modalità di lettura dei consumatori, Carlotto non pensa che il cartaceo possa scomparire comunque il problema di fondo è la lettura. Al di là del mezzo quello che emerge oggi è che la lettura non è più al centro della vita di molte persone- prosegue- E la faccenda non è solo legata alla perdita di vendite ma su che tipo di cultura sarà egemone nella nostra società.

Confessa che uno degli ingredienti per essere un bravo scrittore sono innanzi tutto le tante letture di libri:

“Non basta una storia importante, bisogna scriverla bene. Se si è convinti di aver raggiunto questo risultato allora bisogna battersi con tutte le forze per ottenere la pubblicazione.”

Ringrazio personalmente Massimo Carlotto per la disponibilità dimostratami nella presente intervista, i migliori auspici per un futuro sempre più letterario e ricco di eventi e avvenimenti.

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Eleonora De Giuseppe- La Pupazza

Ti è capitato di vedere in giro Un occhio nero e bianco, che pare voglia
scrutarti? Sui muri in città o in periferia? Bene, ti sei imbattuto nell’occhio
della Pupazza!
Eleonora De Giuseppe, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Pupazza, è nata a
Tricase nel 1985 e ha conseguito gli studi presso il Dams di Bologna, dopo di
che apre un laboratorio d’arte a Tricase, che lei stessa definisce BOLLA, in
largo Sant’Angelo 7.
I suoi tratti principali? Senza dubbio, l’Occhio, disegnato ovunque: sulle
mura Salentine, Bolognesi e Italiane, in larga misura, ma anche in territori
extra Italiani come Berlino, dove la stessa, dopo aver dipinto il suo occhio
sotto la metro, è stata condotta al fresco per una notte, simbolo di una
punizione. Punizione per cosa? Solo perché vuole diffondere la sua arte? Probabilmente
ci sono modi e modi, posti e posti ma per lei non è cosi, l’occhio della
Pupazza,è uno stile di vita, è un modo di vivere, di vedere la gente e di assaporare
i luoghi, al fine di diffondere amore.
Ed è anche facile vedere la vita in quest’ottica, basta visitare la sua BOLLA-
Laboratorio creativo con sede a Tricase- dove è possibile ammirare i suoi
quadri con il personaggio della Pupazza, arricchito da pietre, vetri e
materiale di vario genere; disegna su qualsiasi formato, materiale o ente,
perché l’importante è disegnare e diffondere il suo occhio!
La sua passione per il disegno nasce sin da subito, il suo tratto è veloce e
colorato; la sua fama non si ferma nel Salento, come già citato poc’anzi,
perché Eleonora ha esposto nel 2009 a Düsseldorf, Londra, Berlino, Marina di
Pisa e infine a Reggio Emilia.
Il suo stile è un continuo aggiornarsi e arricchirsi di svariati elementi
della vita quotidiana, vede la vita con leggerezza e leggiadria e la foto
con l’occhio è un Must: tutti coloro che entrano nella sua bolla, con l’immagine
dell’occhio in mano, si fanno fare la foto della Pupazza che coinvolge  grandi e
piccini, al fine di raccogliere tutte le immagini in un libro che presto
sarà in Libreria. Lo stemma della Pupazza è possibile vederlo, oltre sui muri e
nei quadri, anche su t-shirt, foto, riquadri, lampade, bombolette e su tutto ciò
che può trasformarsi in qualcosa di artistico.
La Pupazza è la prova che il Salento, oltre ad essere una bella terra, come
già la conosciamo, è anche terreno fertile per Talenti emergenti e
giovanili.
I migliori auguri!

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