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Elisabetta Stefanelli- La fabbrica dell’informazione. Quando il fatto diventa notizia

Oggi si è svolto un importante incontro dal nome “La fabbrica dell’informazione. Quando il fatto diventa notizia” presso l’Università RomaTRE, organizzato dalla Professoressa Anna Bisogno che ha visto protagonista Elisabetta Stefanelli, capo redattore cultura e spettacoli dell’agenzia di stampa ‘Ansa’.

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Al convegno erano presenti sia il Professore Francesco Ferretti che il docente Roberto Baldassari, l’introduzione è stata tenuta da uno studente di scienze della comunicazione e nelle restanti due ore Elisabetta Stefanelli ha spiegato il suo ruolo e quello dell’agenzia in questione e dopo ha dedicato del suo tempo per rispondere a tutte le domande del giovane pubblico.

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In uno dei numerosi interventi Elisabetta Stefanelli ha sottolineato con una certa fermezza il ruolo del tempo “I tempi sono stretti, bisogna giocare col tempo- dichiara- con l’avvento del web la velocità è importante, anche se bisogna sempre accertarsi sulla veridicità della notizia”.

Un giovane studente dopo introduzione e argomentazione del suo pensiero, pone una domanda, a mio avviso interessante che, racchiude il pensiero di molti ragazzi: “come possiamo arrivare ad ANSA?RAI? o altre testate/siti?”

Come ha dichiarato Stefanelli “non esiste una ricetta precisa, non conosco la risposta però l’importante è non perdersi mai d’animo e puntare l’obiettivo con tutte le forze”.- conclude- “tuttavia i giovani sono importanti, bisogna puntare tanto sui nuovi media che, a mio avviso, non apportano una modifica negativa”.

Con la speranza che il futuro possa rivelarsi migliore del presente, ci auguriamo che le parole di Elisabetta Stefanelli siano di buono auspicio per il futuro.

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Università islamica? Ecco come reagisce il Rettore Vincenzo Zara.

In data 28 Novembre 2014 si è svolto un importante incontro tra il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo ZARA ed il Dottore Giampiero Khaled Paladini, in rappresentanza dell’ipotetica Università islamica a Lecce.

“Ci siamo messi in posizione d’ascolto”- dichiara il Rettore Zara “vorremmo comprendere a pieno il progetto in questione e abbiamo invitato il Dottor Khaled Paladini a fornirci un documento con tutte le informazioni necessarie, per apprendere al meglio questa nuova idea di costituzione tra le due università”.

Poche parole che, forse, trapelano un interesse da parte del Rettore di Lecce.

Sarà così?

vincenzo zara

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Intervista al Medium Indya Souls- per capire qualcosa in più delle anime.

Quest’oggi ho intervistato una persona molto particolare, lei si chiama Indya Souls ed è un MEDIUM. Tutte le informazioni che troverete in questa mia intervista sono frutto di domande che ho personalmente rivolto ad Indya, sta a voi decidere a cosa o chi credere.

Come ti chiami?

“Indya, Indya Souls….il significato e’ Indya delle Anime. Sì, perché da che posso andare indietro con i ricordi è sempre stato ciò che ho fatto, interagire con le anime, con le forme di luce, con gli Angeli, con tutto ciò che popola il mondo dell’Invisibile”.

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A quando risale il primo ricordo?

“I primi ricordi chiari risalgono ai tempi dell’asilo, c’erano dei tavolini ottagonali, dove si giocava tutti insieme, ed io puntualmente venivo richiamata all’attenzione dalle maestre perché a detta loro ero sempre sola al tavolino; beh, non era proprio così dal mio punto di vista, ero sempre in compagnia , ma una ”compagnia particolare”-.

Hai mai pensato che questa tua particolarità possa essere legata ad un disturbo psicologico?

“Sono stata da vari psicologi e anche psichiatri, l’ultimo di questi mi disse: ‘signorina ( avevo circa 20 anni) lei non è malata, vive solo di fantasia’ mi sono detta e no! Qui c’è da prendere provvedimenti. Da lì ho iniziato i miei studi che ad oggi continuano poichè il lavoro interiore non finisce mai.”

Quali studi hai conseguito in questo campo?

“Ho partecipato a corsi di crescita personale, corsi di introspezione, corsi di consapevolezza, percorsi di iniziazioni, percorsi di consapevolezza, corsi energetici, Prana, meditazione conseguendo attivazioni varie, dalla maestria Reiky con la Flame Violet di Sant Germain passando per il Thetahealing. Approdando alla Spiritualità”.

So che hai inventato una nuova tecnica, si chiama Medianic Healing, di cosa si tratta?

“È una tecnica che ti aiuta a far si che tutto ciò che hai lasciato in sospeso con persone a te care, che hanno abbandonato la vita terrena, affinché tu possa recuperare il tuo equilibrio. Il lavoro di Medianic Healing ci illumina su come le emozioni trattenute possono condizionare più o meno consapevolmente il nostro quotidiano, avere la possibilità di lavorare con il mondo Angelico, con le vibrazioni connesse al Cuore all’ Amore di tutto ciò che ci circonda e sperimentare come ognuno di noi è parte integrante del TUTTO”.

 

In che modo si manifestano le persone che non ci sono più?

“in generale sono le anime a trovare un modo per contattarci, cercano un metodo, anche se in realtà l’elemento più utilizzato è l’elettricità e l’intensità luminosa”.

Quando le persone ti chiedono della tua professione, cosa rispondi?

“Sorridendo rispondo che ho un regalo meraviglioso donatomi dall’Universo, parlo con i “ diversamente Vivi” perché la morte non esiste”.

Dopo le domande, arriva la parte più interessante, pubblicherò due foto, messe gentilmente a disposizione da Indya con la didascalia per ogni scatto, scritta da lei.

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(in questa foto si può vedere chiaramente un essere non umano di forma aliena)

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(si vede ancor più chiaramente la presenza di due spiriti , sul lato sinistro all’angolo della finestra si trova lo Spirito di una donna con capelli corti e sciarpa sulla spalla , a fianco si trova il volto di una ragazzina con capelli medi di colore lilla celeste, in entrambi le foto si possono comunque notare tanti altri particolari).

Ringrazio Indya per la stravagante intervista che mi ha concesso, ognuno di voi è libero di credere o no, se vi è piaciuto condividetelo con gli amici, se non vi è piaciuto fatemelo sapere con un commento, e se avete domande utilizzate la stessa modalità…chissà, ci potrebbe essere un sequel!

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Le idee salentine, scopri il progetto COME TI VESTE!

Quest’oggi voglio parlarvi di un ‘iniziativa molto interessante(SALENTINA!) che, bolle da tanto tempo in un pentolone di idee e che vedrà la luce nel mese di ottobre, momento in cui sarà online il sito ufficiale e, sarà chiaramente, super aggiornato.

Il progetto prende il nome di “Come ti veste”, è online la pagina facebook ed il sito sta nascendo giorno per giorno, io ho intervistato Serena Maruccia, Dottoressa in Scienze della Comunicazione, nonché una delle ideatrici di questa iniziativa.

“Serena come si articola questo vostro progetto COME TI VESTE?”

“ In pratica è un portale nazionale di moda, in ogni città ci sarà

una pagina- che ha le sembianze di un sito super completo- dove

trovare articoli di moda, vengono pubblicizzati solo prodotti presenti

nella propria città, articoli di moda generici, ed è tutto possibile tramite un database in cui cercare cosa ci serve; come su una ricerca in Zalando.

Puoi fare il giro dei negozi da casa tua, conoscerli dalle loro pagine personali, vedere dove si vende quello che cerchi.

Non vendiamo online intenzionalmente, cerchiamo di stimolare le persone a

recuperare il piacere di ritagliarsi un po’ di tempo per tornare nella boutique

di fiducia”.

“Ed il progetto è aperto a tutti coloro che vogliono collaborare?”

“Certo! Da ogni provincia potranno partecipare altre ragazze che si occuperanno dei negozi delle proprie città, scrivendo, pubblicando, scegliendo assieme ai negozianti i prodotti da pubblicizzare.

Ogni prodotto non viene solo fotografato (e non certo con un telefono) ma ogni

foto viene elaborata su photoshop in maniera professionale tali da sembrare

vere e proprie foto da catalogo”.

Un fantastico progetto degno di nota, le belle idee sono sempre quelle che attendono…attendono….ed al momento giusto salton fuori.

Per il momento qui è possibile trovare la pagina dell’iniziativa : https://www.facebook.com/cometiveste?fref=ts invito tutti i miei lettori a cliccare mi piace e a rimanere aggiornati continuamente.

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DAVIDE DONE: LA MUSICA COME ESPRESSIONE DI VITA

Oggi conosceremo un nuovo talento salentino, nel mondo della musica: DAVIDE LEUCCI. 

Classe 1995, nato a Maglie, il suo pseudonimo è D.one, ma anche Done, perché – come suggerisce lui- “taggavo” così da piccolo.

“Ho cominciato a seguire la cultura hip hop all’ età di 12/13 anni poiché sentivo il bisogno di legarmi ad un stile ben preciso, non come i soliti seguaci della moda (infatti quando cominciai non c’era nessuno a parte quei pochi che manco mi consideravano e inoltre mi prendevano per il culo).

Mi sono appassionato sin da subito ad una delle discipline dell’hip hop, al writing, infatti per un paio di anni con qualche mio amico abbiamo formato una piccola crew di writers ma poi, forse essendo un vero appassionato della musica, ho deciso di mettere da parte il writing per dedicarmi molto di più al rap. Da quando ho cominciato ho sempre avuto un mio grande amico (che per me è un fratello) al mio fianco, Neos, di Otranto. Con lui già all’età di 14 anni scrivevamo strofe e facevamo freestyle divertendoci e passando pomeriggi interi insieme. https://www.youtube.com/watch?v=65KaMjD8ALU&list=UU0fArOE0_Cx6jqxJZn6nTLA

(qui potete trovare uno dei pezzi)

“Abbiamo rappato insieme e lo facciamo tutt’ora con l aggiunta di un altro grande amico, Skyline, di Maglie, che da poco più di un anno ci segue anche attraverso le sue strofe. “https://www.youtube.com/watch?v=vDoDwEsQEng&list=UU0fArOE0_Cx6jqxJZn6nTLA&index=5

(come qui)

“Inoltre- prosegue Done- quest’ estate ho cantato un paio di volte (come So What fest e Are you experienced) grazie ad un gruppo funky emergente ma davvero sorprendente, i Samana Trip. “

Adesso conosciamolo meglio….

  1. C’è STATO UN PARTICOLARE EVENTO CHE TI HA FATTO DA CAMPANELLO D’ALLARME? QUANDO HAI CAPITO CHE LA MUSICA AVREBBE AVUTO UN RUOLO CENTRALE NELLA TUA VITA?

“Adoro tutte le discipline dell’ hip hop. Mi sono legato subito al writing perché penso che i graffiti siano vere opere d’arte ma dopo un paio d’anni ho capito che era la musica ad interessarmi davvero, quando ho cominciato a seguire molto di più il rap italiano e americano e ho deciso di mandare anch’ io i miei messaggi attraverso la musica, l’ hip hop, rappresentando le giornate che passo e i miei pensieri in rima.”

  1. QUANTO PENSI CHE SIA DIFFICILE FARE MUSICA NEL SUD?

“Non credo che fare musica sia difficile o facile perché prima di tutto dipende da quanto ti appassioni ad essa e quanto ti applichi per farla suonare nel modo giusto. Bisogna dimostrare chi sei e quanto vali per farsi sentire e soprattutto amare quello che fai, parlo da giovane rapper che ancora ha davvero tanto da imparare!”

  1. CHI è IL TUO RAPPER PREFERITO E A CHI TI ISPIRI?

“Non ho un rapper preferito, perché tutti hanno stili e modi diversi di fare rap. Ci sarà sempre qualcuno che si applicherà in modo diverso dagli altri, perché se non fosse così a mio parere sarebbe troppo monotono ed è anche per questo che non mi ispiro a nessuno di preciso. Ognuno ha il suo stile, il suo flow ed questo che mi piace ricercare e ascoltare. Amo l’old school, anche se provengo dalla nuova.”

  1. PENSI CHE IN QUESTO MONDO SIA IMPORTANTE STUDIARE PRIMA DI TUTTO, O LA MUSICA è UN ARGOMENTO A PARTE?

“E’ un argomento a parte secondo me, perché se ti piace la musica e vuoi esprimerti nel tuo modo (cantando, suonando, rappando) lo puoi fare anche quando studi, senza avere complicanze o problemi, basta essere sempre convinti di ciò che si fa.”

  1. COSA PENSI DELLE CASE DISCOGRAFICHE?

“Non mi sono mai interessato delle case discografiche perché io e i miei amici abbiamo sempre fatto tutto da soli. Credo comunque che se un prodotto musicale è fatto davvero bene, quindi suona, son contento che quel gruppo o quell’ artista venga spinto a livelli alti, anche se in Italia a quanto pare si pensa solo al business, infatti quello che non accetto sono le imposizioni da parte di esse (credo che si sia capito che seguo molto di più gli artisti indipendenti rispetto a quelli mainstream).”

Per chi volesse sentire l’ultimo pezzo https://www.youtube.com/watch?v=A5j9ynyuFGw&list=UU0fArOE0_Cx6jqxJZn6nTLA&index=1

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CHIARA BUONANOVA: LA MODA COME SCELTA DI VITA

La moda da sempre si contraddistingue per la velocità nel cambiare tendenze e nell’accogliere nuovi artisti da tutto il mondo, con trend estroversi e collezioni alquanto bizzarre; il Salento da sempre terra di talenti, nel settore della moda ha una nuova star: CHIARA BUONANOVA.

 

CHI è?

 

Chiara Buonanova nasce a Maglie il 17 febbraio 1993, sin da giovanissima dimostra una particolare passione per l’arte e una spiccata creatività che la spingono a seguire un percorso di studi artistici presso il Liceo Artistico Ciardo Pellegrino di Lecce e nell’agosto 2012 prende parte ad uno stage presso il Museo Pino Pascali a Polignano a Mare.

Dopo una breve parentesi pittorica inizia a interessarsi di arte contemporanea e nel 2013 viene selezionata dal concorso indetto da Creart Network Cities of Artistic Creation con delle opere di natura concettuale, realizzate da bambini di scuole dell’infanzia della provincia leccese.

Conseguito il diploma in pittura presso il Liceo Artistico Ciardo-Pellegrino lascia il paese natale, Bagnolo del Salento, e prosegue gli studi a Milano presso l’Istituto di Moda Burgo frequentando il corso di Stilista di Moda. Qui, dal febbraio 2014, collabora con l’ufficio vetrine di Moschino.

Successivamente ad una breve esperienza presso lo stilista Francesco Ballestrazzi inizia a sperimentare il lavoro di creazione di accessori in pelle per poi arrivare a realizzare una propria piccola collezione di pochette in pvc e pelle.

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(Chiara Buonanova in uno scatto di Elena Datrino) 

In quale momento della tua vita hai capito che l’arte avrebbe avuto un ruolo centrale nella tua quotidianità? c’è stato un avvenimento preciso?

“Che io ricordi l’arte ha sempre avuto un ruolo importante per me. Sin da piccola sfogliavo i libri d’arte che avevo in casa e poi pian piano ho iniziato a leggerli e ad entrare in maniera sempre più approfondita in questo mondo che è per me vitale. Ho sempre sentito la necessità di informarmi, sono sempre stata una persona molto curiosa. Ricordo che il primo libro d’arte che mi appassionò tantissimo fu una biografia di Lorenzo Lotto, ma il primo pittore che mi incuriosì tantissimo fu Van Gogh. Successivamente, anzi direi tardi iniziò ad incuriosirmi l’arte contemporanea. Qui ricordo un avvenimento preciso. Ero nella Galleria d’arte moderna a Roma e, trovandomi di fronte una tela di Lucio Fontana, ho avvertito un senso di incapacità nel non riuscire a comprendere ciò che avevo davanti… Da quel momento ho iniziato ad informarmi, a studiare e di conseguenza a capire e ad amare l’arte contemporanea in maniera quasi ossessiva.”

 

La prima parte dei tuoi studi artistici è stata al Liceo Artistico Ciardo Pellegrino di Lecce, pensi che ci sia una differente visione artistica tra nord e sud? Ritieni di esser soddisfatta dello studio nelle scuole superiori?

“Per me il Liceo Artistico Ciardo Pellegrino di Lecce è stata una svolta. Mi sono ritrovata in un mondo fantastico, nel paese dei balocchi. Quando c’erano le vacanze estive avevo nostalgia della mia scuola. Ho avuto dei docenti eccellenti sia nei laboratori che nelle aule. Ho cercato di “rubare” il più possibile da loro. la mia scuola prendeva parte e avviava numerose iniziative, ad esempio come ad esempio la bellissima esperienza che ho avuto la fortuna di vivere presso il Museo Pino Pascali di Polignano a Mare oppure l’impeccabile organizzazione delle gite scolastiche grazie alle quali ho potuto vedere ad esempio Chagall all’Arapacis, Modigliani, Picasso, Dalì, il Maxxi di Roma e la Biennale del 2011 che ora continuo ad andare a vedere per conto mio.

Per quanto riguarda la differente visione artistica tra nord e sud l’unico modo in cui riesco a percepirla è che a Lecce ci sono pochissime Gallerie e Musei,anche se comunque per quel che si puo’ si riesce sempre ad organizzare qualcosa. Per chi vive in città è molto più semplice trovare eventi e mostre.”

 

Cosa ti entusiasma del settore della moda e quanto ti senti appagata nel ruolo che ricopri in Moschino?

“Sapevo che avrei voluto fare la stilista sin da quando avevo 6 anni e cucivo a modo mio i vestiti per le bambole.

Ho sempre avuto le idee chiare sulle mie aspirazioni e sto cercando di realizzare il mio sogno nella speranza che la mia ambizione e determinazione mi facciano arrivare dove voglio io.

L’opportunità che ho avuto di collaborare saltuariamente con l’ufficio vetrine di Moschino è unica, sono di quelle cose che non ri-capitano nella vita, mi sento molto fortunata. Qui sto avendo modo di imparare e mettere in pratica tantissime cose.”

 

Ballestrazzi è un personaggio molto stravagante e conosciuto per i suoi cappelli artistici, cosa hai imparato attraverso questa esperienza?

 

“Ho avuto modo di lavorare con Francesco Ballestrazzi per un periodo brevissimo, ma comunque  utilissimo e sufficiente per assistere alle fasi di realizzazione di una collezione e per avere un primo approccio con i materiali e a capire l’importanza della cura di ogni singolo dettaglio.”

 

Realizzata la tua prima collezione, a chi ti ispiri? Perchè?

“La mia collezione è nata un po’ per caso, ritrovandomi tra le mani delle pelli e del pvc, poi le idee si sono formate con i primi tentativi di realizzare una busta, cercando di avvicinarmi alla perfezione tanto nei disegni quanto nel creare la busta vera e propria. Per realizzare queste borse ho immaginato che ad indossarle fosse una ragazza rock, decisa e i materiali utilizzati si adattavano perfettamente a questa mia idea. In generale mi sento vicina allo stile di Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy”.

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(Modella Giada Musio)

 

 

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(Modella Larissa Bizio)

 

Per info: https://www.facebook.com/chiarabuonanovabags?focus_composer=true&ref=hl

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LUIGI BROCCA- LA FOTOGRAFIA COME GARANZIA

CHI è LUIGI BROCCA?

 Sono nato nel ’93, mi sono diplomato al Liceo Capece ind. scientifico “Brocca” e per un anno ho frequentato il corso di informazione media e pubblicità (facoltà di sociologia) a Urbino ..da quest’anno invece mi sono trasferito definitivamente a Lecce e studio “Scienze e tecniche psicologiche”.

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QUANDO è NATO L’AMORE PER LA FOTOGRAFIA?

L’interesse per le foto è praticamente sorto tra la fine del 1 e l’inizio del 2 superiore quando per puro caso ho rispolverato una macchinetta che mi era stata regalata un anno prima e che non avevo mai usato.

Scatta qua scatta là con il tempo l’interesse è cresciuto e dopo aver partecipato a una collettiva a Supersano nell’estate 2010 (artists in nature), a Dicembre dello stesso anno ho iniziato ad auto-espormi.

E così è nata “Emozioni allo specchio” ..la mia prima mostra fotografica personale a Maglie da Arthesia via G. De Giuseppe dall’11 dicembre al 30 gennaio 2011; la mostra è piaciuta assai  e l’assessore Rizzo (di Maglie) mi propose di esporre nella galleria Capece dove di fatto dal 12 al 21 agosto ho organizzato “Hold my Hand”, proprio il periodo dei festeggiamenti dell’unità d’Italia e ho aggiunto alla mostra anche foto di lapidi commemorative e busti presenti a maglie di alcuni di quelli che avevano in qualche modo preso parte al risorgimento, per quella mostra tra i vari riconoscimenti poi ho anche avuto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.

 

SO CHE QUEST’ANNO HAI VINTO UN NUOVO CONCORSO A OTRANTO, DI COSA SI TRATTA?

 Il concorso si chiama esattamente “Otranto è il tuo obiettivo” e in entrambi i casi le mie foto sono state tra quelle selezionate dalla giuria tecnica, tutte le foto vincitrici sono state esposte da Dino Longo al largo di Porta Terra per tutta l’estate.

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HAI PARTECIPATO AD ALTRI PROGETTI?

Nel 2012 ho iniziato a lavorare alla pubblicazione di un libro con il Prof Francesco Tarantino- agronomo paesaggista, insegnate al Liceo Capece- lavoro pubblicato a dicembre dell’ anno successivo

“Maglie città di giardini” ed il tema riguarda le ville e i giardini storici di Maglie.

 

SO CHE SEI MOLTO SEGUITO, ANCHE PER FESTE PRIVATE, VUOI LASCIARE I TUOI CONTATTI?

Certo, la mia pagina su flickr https://www.flickr.com/photos/broccaproduction dove ho una media di 200 visite giornaliere e circa 65000 visite nell’ultimo anno ed il link della mia pagina https://www.facebook.com/luigibrocca.ph

 

 

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L’APPRENDIMENTO DELLA SECONDA LINGUA IN AMBIENTE SCOLASTICO- I RICERCATORI UNISALENTO: «È URGENTE UN RIPENSAMENTO DEI MEDODI DI INSEGNAMENTO»

L’ambiente scolastico è un contesto molto povero per l’apprendimento completo di una seconda lingua (L2), soprattutto in età adulta. Uno studio neurofisiologico condotto da ricercatori dell’Università del Salento (Centro di Ricerca Interdisciplinare sul Linguaggio ) e dell’Università di Helsinki (Cognitive Brain Research Unit, Institute of Behavioral Sciences ) dimostra una volta per tutte che per l’acquisizione fonetico-fonologica della L2 è necessario:

•             ricevere una quantità di stimoli uditivi di alta qualità e da parte di insegnanti madrelingua;

•             usare diffusamente la seconda lingua per raggiungere obiettivi comunicativi funzionali;

•             essere soprattutto sottoposti a un training intensivo (anche con strumenti multimediali), in modo da riattivare la plasticità neurale della corteccia uditiva.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Frontiers in Human Neuroscience”, con il titolo Assimilation of L2 vowels to L1 phonemes governs L2 learning in adulthood: A behavioral and ERP study (“L’assimilazione delle vocali della L2 ai fonemi della prima lingua controlla l’acquisizione della L2 in età adulta: uno studio comportamentale e neurofisiologico”).

Guidati da Mirko Grimaldi (Università del Salento) ed Elvira Brattico (Università di Helsinki), i ricercatori Bianca Sisinni, Barbara Gili Fivela, Sara Invitto, Donatella Resta e Paavo Alku hanno studiato due campioni di studenti italiani, al primo e quinto anno della Facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e Beni culturali dell’Università del Salento. Obiettivo: capire se gli anni di studio universitari generino tracce stabili nella memoria a lungo termine per permettere la discriminazione dei suoni dell’inglese L2, ovvero se ci siano progressi nell’apprendimento dei suoni della L2 e quindi miglioramenti nella capacità di discriminazione.

LO STUDIO:

«Abbiamo misurato la capacità di discriminazione incrociando due metodologie», spiega Grimaldi, «da un lato semplici test percettivi, in cui gli studenti sentivano coppie di suoni dell’inglese e dovevano giudicare quanto questi fossero uguali o diversi, e dall’altro registrazioni elettroencefalografiche (EEG) con una cuffia a 64 elettrodi, mentre gli studenti sentivano le stesse coppie di suoni ed erano distratti dalla visione di un film senza audio». «Si tratta di particolari registrazioni EEG», precisa Brattico, «definite Potenziali Evento Correlati, che permettono di osservare in tempo reale l’attività della corteccia uditiva, implicata nella elaborazione e rappresentazione dei suoni». «Quando sentiamo suoni linguistici che fanno parte della lingua nativa», aggiunge Grimaldi, «il cervello è grado in pochi millisecondi di decodificare il segnale acustico, estrarre le caratteristiche peculiari di ogni suono e produrre una rappresentazione mentale dello stesso: così possiamo distinguere un suono da un altro e costruire prima le sillabe, poi le parole, e così via».

 

«Abbiamo comparato le risposte neurali della corteccia uditiva dei due gruppi di studenti universitari fra di loro e con un gruppo di controllo caratterizzato da un basso livello di istruzione (terza media)», spiega Grimaldi. «Siamo partiti da un’ipotesi molto semplice: se durante gli studi universitari si fossero sviluppate nuove abilità percettive avremmo dovuto trovare risposte neurali differenziate fra i tre gruppi». Purtroppo i risultati non hanno confermato l’ipotesi. Le risposte neurali della corteccia uditiva dei due gruppi di studenti sono risultate comparabili fra loro, e le risposte neurali di ognuno di loro non differivano da quelle del gruppo di controllo. Inoltre, tali risposte sono state generate dall’area frontale destra del cervello piuttosto che dalla corteccia sovra-temporale di sinistra (dalle parti delle tempie, dove si trova l’area uditiva che controlla linguaggio), e ciò suggerisce che i due gruppi di studenti abbiano semplicemente percepito differenze acustiche. Pensiamo, per esempio, a quando vediamo un film o ascoltiamo una canzone in una lingua sconosciuta: siamo in grado di percepire differenze acustiche, ma da quel flusso acustico non riusciremo a “estrarre” le parole e accedere al loro significato». Alcuni studi precedenti che hanno osservato apprendenti della L2 in contesto scolastico con differenti lingue native (tedeschi, finlandesi, giapponesi, turchi e altri che apprendono l’inglese) non hanno mai prodotto risultati favorevoli per gli insegnanti. Questo studio conferma definitivamente ed estende quei risultati, dimostrando con dati neurofisiologici che la quantità e la qualità degli stimoli ricevuti dagli studenti universitari non sono sufficienti per formare solide tracce neurali dei suoni L2 nella memoria a lungo termine.

 

«Al contrario delle raccomandazioni contenute nel “Common European Framework of Reference for Languages: Learning, Teaching and Assessment” (CEF), l’acquisizione della lingua straniera avviene in un ambiente in cui predomina la prima lingua, dove la percezione e la produzione della L2 ricevono poca attenzione e dove la L2 non viene mai usata fuori dalla classe. Inoltre, l’istruzione formale privilegia il lessico e la morfosintassi», sottolineano i ricercatori, «trascurando percorsi intensivi di addestramento alla percezione e produzione. Quando viene parlata in classe, la L2 è poi spesso pronunciata da insegnanti non madrelingua o, nel migliore dei casi, da insegnati madrelingua con pronunce regionali. Gli studenti di una L2 dovrebbero invece ricevere una quantità di stimoli di alta qualità e da parte di insegnanti madrelingua, usare diffusamente la L2 per raggiungere obiettivi comunicativi funzionali ed essere sottoposti a training prolungato (anche con strumenti multimediali) a livello della percezione e produzione, in modo da riattivare la plasticità neurale della corteccia uditiva. Occorre insomma», concludono Grimaldi e Brattico, «ripensare e riorganizzare con urgenza l’approccio didattico all’insegnamento della L2 (assieme alla formazione degli insegnanti) nelle scuole di ogni ordine e grado».

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Il temporale di Lucio De Salvatore

Lucio De Salvatore nasce a Poggiardo il 20 Gennaio del 1990, vive a Muro Leccese, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte Giovanni Pellegrino di Lecce, dove ha conseguito il diploma di Maestro d’arte in arte in pittura anno 2008/09, attualmente frequenta l’Accademia di Belle Arti.  Durante l’anno  accademico 2010/2011 avviene la svolta artistica, infatti, una sua opera è stata scelta per partecipare alla 54ma Esposizione Internazionale d’Arte della biennale di Venezia rimasta in mostra dal 4 Aprile al 4 Maggio. Il selezionatore dell’opera dell’artista è stato il critico, politico e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi e l’opera selezionata rappresentava un paesaggio nostrano dal titolo “ il Temporale “ .

L’Artista si occupa oltre che di pittura anche di Decorazione, Restauro (sia ligneo sia pittorico), Caricaturista, allestimento mostre ma è anche Vignettista tante è che da due mesi è sottocontratto di durata annuale con l’azienda pubblicitaria internazionale Red Bull, per la quale realizza le vignette.

Le opere dell’artista salentino svelano un attento percorso formativo attraverso tecniche pittoriche e figurative che ne testimoniano l’impegno percettivo, di là dagli schemi consueti di scuola. È evidente una tenace volontà conoscitiva che lo spinge a sperimentare sulla tela e su se stesso, moduli e canoni che pura appartenendo alle regole della composizione visiva, vengono rivisitati e, per cosi dire, rivissuti , secondo modalità personali e inedite di lettura espressiva. Espressione, nelle arti visive significa soprattutto richiamo,allusione, complicità con chi guarda, ma anche apertura, chiarezza, universalità del messaggio. Esiste, infatti, una dimensione del dipingere che va al di là  delle tecniche che l’artista, di volta in volta adotta e che chi guarda sembra percepire oltre il punto di vista specifico.

Intervistato per l’occasione, abbiamo chiesto a Lucio quanto sia difficile fare arte nel sud ma soprattutto qual è il riscontro con il pubblico e la sua risposta non lascia nessun dubbio:

“Fare arte nel sud, purtroppo, è una cosa difficilissima, io stesso lo scorso Natale mi offri di decorare la piazza di Muro Leccese con dei pannelli ma diversi giorni dopo, quest’ultimi sono stati rimossi perché – a detta del Sindaco- gli insulti sui social network erano stati numerosi. Beh, io credo che non sia il giusto metodo, non va bene fermare l’arte sul nascere, è per questo che siamo indietro rispetto al nord”.

Qual è il riscontro delle tue opere con le persone che artisticamente se ne intendono?

“Il riscontro che ho avuto con le persone  che s’intendono d’ Arte è  che nonostante la giovane età e ancora gli studi in atto sono già sulla buona strada di artista con delle idee molto valide, creatività, estro, genialità detto da persone amiche e anche persone sconosciute!”

Cosa ti aspetti dal futuro?

La sua risposta è stata netta “Vivere d’arte, con l’arte e fare arte”.

Una richiesta semplicissima che si accosta al sogno di molti giovani che, infondo, non chiedono nulla di impossibile anzi, avanzano in progetti ambiziosi ma allo stesso tempo realistici che, sarebbe meglio, non smorzare sul nascere.

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Intervista a Alina Czyżewska

Alina czyżewska, attrice polacca, formatasi presso l’Accademia Nazionale di Varsavia, si trova in questo periodo nel Salento dove- confessa-, ha trovato tante belle persone intorno a lei, una terra ricca di sole che, le dà la carica giusta per il suo mestiere.

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Alina qual è stata la tua formazione?

“Ho mosso i primi passi come attrice in Polonia, con un gruppo di attori amatoriali, il nostro scopo era divertirci e sentirci liberi ma con il tempo siamo diventati bravi e abbiamo ricevuto diverse premiazioni che hanno dato il giusto slancio; dopo di che nel 2000 ho studiato nell’Accademia Nazionale a Varsavia e ho lavorato in vari laboratori teatrali tutti diversi tra di loro, come ad esempio un tipo di Teatro Giapponese, molto particolare e difficoltoso sia per l’attore che per lo spettatore: purtroppo in Polonia il Teatro è antico, statico, quasi noioso.”

Tutti questi diversi ruoli ti portano in qualsiasi parte del mondo è molto importante sapere le lingue straniere?

“Io in realtà parlo polacco, inglese, francese, italiano, anche il greco e il latino e infine, visto che la Polonia è stata terra di comunisti per noi, era obbligatorio imparare il russo.”

Hai sempre voluto fare l’attrice o è stato il destino a condurti verso questo mestiere?

“Da piccola volevo fare l’insegnante, proprio come mia madre poi a nove anni ho visto in televisione un programma dove mostravano lezioni di recitazione, ma soprattutto le allieve descrivevano le emozioni che provavano ed io, proprio per questo, mi sono incuriosita e anche grazie all’appoggio di mia madre, sono qui”

Quali sono le differenze che noti tra la tua terra e quella salentina?

“Oh, questa è una bella domanda, grazie per avermela fatta. In Polonia fa molto freddo, la gente esce poco da casa, mentre qui tutti escono, girano e sono sempre a passeggio, è più facile avere e rafforzare i rapporti con la gente e, credo, che il sole svolga un ruolo importantissimo perché io amo il calore, come quello della gente e qui le radici sono veramente forti mentre nella mia terra, reduci dalla guerra, si ha sempre paura che da un momento all’altro possa arrivare un nuovo dittatore o possano scoppiare guerre per via della nostra posizione geografica.”

Cosa ti piace del mondo del teatro e cosa detesti del mondo dello spettacolo?

“Io penso che nei film tutti siano esagerati, le emozioni non si sentono, non si lavora con il corpo mentre questo succede in teatro dove, noi lavoriamo con le emozioni, sensazioni della gente, il nostro corpo è uno strumento di comunicazione per molti aspetti”.

Quali sono i tuoi progetti?

“Non amo programmare nulla, amo vivere giorno per giorno, prendo tutto ciò che mi viene proposto, qualsiasi ruolo, figura o parte la indosso a pennello , sicuramente amo questa terra e spero di rimanerci ancora per un po’.”

C’è un lavoro che hai fatto cui sei rimasta più affezionata?

“Certo, in realtà amo tutti i miei ruoli ma in particolare sono rimasta legata ad Amleto perché è stato il mio primo lavoro importante e ho adorato anche un monologo che si chiamava Verginità che, difatti, ancora oggi molti me lo richiedono”

Ringrazio personalmente Alyna per la collaborazione e la gentilezza dimostratami, il suo carisma è contagioso, la sua giovane età è da stimolo per tutti quei giovani che rincorrono un loro sogno.

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Intervista a Totò Giurgola

Quando si dice “Un nome, una garanzia”- Salvatore Giurgola ne è l’esempio Magliese.

Nato nel lontano 1935, noto a tutti come Totò Giurgola, è una figura presente in Piazza Capece ma soprattutto negli spalti giallo-rossi: sì, perché lui è sempre presente in casa e fuori, pronto a sostenere la Toma Maglie e a difendere i colori.

Intervistato per l’occasione, felice, ma un po’ stanco per lo sforzo della sua memoria, ha reso partecipe tutti quelli che erano presenti, ai suoi ricordi o per lo meno, tutto ciò che ricordava.

“Signor Giurgola ricorda la prima partita che andò a vedere della Toma Maglie”?

–          Sì, Signora! – incalza Giurgola- Era il 1952, io ero un ragazzino nella fase adolescenziale, avevo esattamente diciassette anni e andai a vedere Maglie-Cagliari… già, perché il Maglie, in un passato non tanto lontano, ha visto classifiche interessanti, scalato posti con riguardo, ma soprattutto si giocava nella mitica Serie C, con Giurgola accompagnatore dentro e fuori il territorio Magliese.

 

“ Cosa la spinge, da ormai tantissimi anni, a seguire la Toma Maglie, in qualsiasi campo si giochi?”

–          La passione, Signorina mia, la passione mi spinge a fare kilometri, finché avrò la salute, verrò sempre, perché alla passione non si comanda.

“E mi dica Giurgola, c’era più gente prima o adesso al campo, fuori e in trasferta?”

–          C’era più gente prima, soprattutto perché le categorie erano diverse, ma, dobbiamo tenere conto che, secondo me, le persone la domenica non vengono al campo per via della Serie A, seguono un altro tipo di calcio: è quello la rovina!

“ Ha un brutto ricordo legato alla nostra squadra?”

–          Sì, me lo ricordo ancora, come se fosse ieri: Nutro ancora amarezza per la partita giocata contro l’Altamura, in serie C, dove perdemmo il match e tornammo a casa distrutti dentro e fuori.

“E infine, qual è l’augurio che sente di fondare alla nuova società e soprattutto ai ragazzi?”

–          Ai giocatori va un pensiero speciale, senza di loro, non ci saremmo noi, bisogna tenere in conto che si è fatto tutto nell’arco dell’ultimo mese, fino ad agosto non c’era neanche una società, a oggi invece abbiamo tutto: anche un buon terreno da Gioco! Non dobbiamo screditare le vecchie società o le altre persone perché, proprio come noi, avevano un unico obiettivo: La vittoria. Sono contento per tutti i membri della società, conosco Romeo Sicuro e Lorenzo Adamuccio da una vita e sono sicuro che, faranno un ottimo lavoro onorando i nostri colori.

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1^ Partita Juniores Toma Maglie

Si conclude con un grande risultato la disputa tra la Toma Maglie Juniores e Capo di Leuca giocata ad Acquarica con una vincita netta del Mister Giovanni Negro 3 a 1 per noi.

Quando si dice che l’unione fa la forza rappresenta la carta vincente della Toma Maglie, dove Toma, Manisi e Leanza hanno primeggiato sul terreno di gioco.

Il Mister Giovanni Negro intervistato per l’occasione svela i punti di forza della squadra: “Umiltà, aiuto reciproco sta alla base per questi ragazzi, lavoriamo molto durante la settimana sia da un punto di vista tattico che psicologico, poiché molti ragazzi, provenienti anche da categorie inferiori, non sono abituati a gestire stress e nervoso ma l’aiuto viene anche dai compagni con un po’ più di esperienza rispetto ad altri,infatti è da riconoscere il loro costante impegno e merito”.

Il Mister, prosegue dicendo che, è importante appoggiare i ragazzi in qualsiasi momento, bisogna essere prima di tutto educatori poi allenatori perché sono adolescenti di 16-17 anni, ognuno ha i propri problemi, intoppi della vita che caratterizzano la loro giovane età, ed è anche giusto che sia così.

Spende parole positive per il Mister Portaluri della Toma Maglie che, avendo già lavorato insieme conosce molto bene e, infatti, ammette le qualità prima di tutto della persona, sa tenere la squadra unita ed è molto fiducioso verso il campionato, prendendo sempre in considerazione le condizioni di partenza ad agosto, infatti, prosegue, la figura dei tifosi è fondamentale, un punto a favore di cui Maglie può vantarsi nonostante siamo ancora troppo lontani dal coinvolgere l’intera cittadina verso la squadra del proprio paese.

Infine, termina circa le sue attese della Juniores e il primo punto da raggiungere oltre ai risultati è il divertimento, sì, perché i ragazzi devono prima di tutto divertirsi e poi vincere.

 

Speriamo che la prima vincita della Juniores sia una delle tante che andremo a vedere e a sostenere durante l’anno calcistico, vanno i migliori auguri al Mister Negro e al Mister Portaluri per lo sforzo, psicologico e fisico verso la società ma soprattutto verso questi ragazzi che hanno il merito di onorare i colori giallo rosso.

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