Ho imparato che se viaggio… VIVO

DSCN8199Treno, foglio bianco, i-pod.

Possibile che non ti venga in mente nulla? Mi chiede una parte di me.

‘Certo che mi viene in mente qualcosa…. Anzi più di qualcosa, ma certo, da dove comincio? Non è mica facile iniziare se non sai come farlo!’- Penso tra me e me, mentre guardo fuori dal finestrino, mentre una coppia d’amanti s’abbracciano in un campo dorato, mentre io rientro in capitale, mentre tutto scorre, le persone si ferman per vivere.

Io, non posso fermarmi per vivere, esattamente al contrario, per vivere ho bisogno di muovermi, viaggiare, esplorare, conoscere.

Ho imparato che viaggiando apprendo. Ho imparato che viaggiando cresco, maturo, mi evolvo. Ho imparato che viaggiando posso guardare le stesse cose ma con occhi diversi, perché viaggiare ti insegna questo: diversità e vita vanno di pari passo. E tu, devi essere al passo coi tempi…. I tuoi, di tempi. E che importa a quale velocità viaggiano gli altri, tracciati la tua traiettoria che la velocità verrà da se!

 

È domenica, non del Signore, e io rientro a Roma. Perugia m’ha cullata per cinque giorni, m’ha sorpresa, ha cambiato stagione continuamente e s’è dimostrata così, una cittadina dalle mille sfumature. Non già perché io non la conoscessi ma perchè in realtà ogni volta puoi sempre scoprire qualcosa di nuovo, verificare cos’è cambiato e cosa, invece, è rimasto lì, esattamente come l’ultima volta, esattamente come sempre.

 

Il vino, il cioccolato, il jazz: tre meravigliosi elementi che fanno di Perugia una cittadina italiana così caratteristica che quasi ti dispiace lasciar.

Giornalisti, speaker, cameraman, esperti, social media manager, avvocati, informatici, freelance: il Festival Internazionale del Giornalismo è questo e tanto altro ancora. Tanto altro perché puoi imparare veramente tante cose, tanto altro perché hai solo da apprendere, tanto altro perché è un’opportunità per imparare a vivere e, per questo, vi svelo non ci sono lezioni teoriche.

 

Ogni viaggio lascia un segno dentro me, un ricordo, uno squarcio, riempie un tassello che andrà poi a completare la mia persona con gli anni (a venire). Ho imparato che se viaggio posso conoscere nuovi posti, nuove culture, usanze, sapori ma soprattutto ho imparato che viaggiando posso conoscere un elemento veramente fondamentale: me stessa. Perché ogni viaggio ti mette alla prova, perché ogni viaggio ti sorprende, perché ogni viaggio ti insegna, perché ogni viaggio ti cambia, perché ogni viaggio è a se, perché ad ogni viaggio tu sarai diverso e infondo è normale e giusto così.

 

 

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Google Accelerated Mobile Pages

Luca Forlin

Luca Forlin

Al Festiva Internazionale del giornalismo di Perugia Luca Forlin, responsabile per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa delle partnership strategiche di Google nel settore news e informazione ha tenuto un workshop sul topic ‘Google Accelerated Mobile Pages’ nel maestoso Hotel Brufani, nel cuore di Perugia.

Forlin, che a Google è di casa, spiega in lingua inglese le caratteristiche degli utenti, quanto cambiano e come si posson raggiungere.

 

 

Ecco cosa dice:

 

Il 40% degli utenti abbandonano un sito se quest’ultimo dopo 4 secondi non ha ancora caricato la pagina cercata.

A tal riguardo gli editori hanno nuove sfide:

  • Transazione verso il digitale
  • Nuovi formati
  • Siti mobile pesanti e lenti
  • Nuovi business model, in evoluzione

 

Una prima risposta:

– Velocità

Così nasce una nuova iniziativa firmata Google: accelerare le pagine del mobile. (AMP)

Grazie a un «codice» particolare, le pagine realizzate con AMP si caricano in media quattro volte più in fretta di quelle tradizionali.

 

Il funzionamento delle AMP:

  • Semplificazione del codice HTML
  • Semplificazione della libreria java grazie alle componenti AMP
  • Integrazione delle soluzioni di monetizzazione ( pubblicità e abbonamenti)
  • Integrazione di strumenti di web-analytics
  • Prioritizzazione dei contenuti

 

DSCN8111Nel febbraio 2015 Google lancia le pagine AMP-HTML nel nuovo carosello di attualità. Istagram, twitter, pinterest sostengono questo utilizzo di AMP-HTML.

 

Alcuni editori italiani che hanno abbracciato questo ‘lancio’ sono:

Il fatto quotidiano, il Sole 24 ore, Corriere della sera, l’Espresso.

 

Luca Forlin, parla di AMP con estremo entusiasmo e sostiene che può essere utile per: aziende, pagine, privati per via del suo linguaggio in HTML.

 

Invita tutti noi a provare AMP, e voi lo usate?

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La sfida del Long Form nell’era della brevità

Simone Spetia– Giornalista radiofonico e Alessio Santarelli- EU AMAZON, responsabile kindle Store hanno tenuto oggi 6 Aprile presso il Festival del Giornalismo di Perugia un panel sulla ‘Sfida del long form nell’era della brevità’.

 

Per Santarelli lo spirito della presentazione d’oggi è quello di fare riflessioni e racconti nel business dei contenuti sia generali che targetizzati.

Partiamo dal consumatore, ovvero il lettore, come vengono consumati i contenuti è molto cambiato soprattutto nell’arco temporale degli ultimi cinque anni.

La vita di tutti noi è cambiata, oggi si compete per l’attenzione, dato che fruiamo di molteplici contenuti attraverso i dispositivi mobile, tutti questi dispositivi e i social network assorbono il nostro tempo, spotify, informazione gratuite, pagamento ….quindi il panorama in cui il produttore di contenuti si muove è diventato molto complicato proprio perché sono cambiate le esigenze del consumatore o lettore.

 

>> Come faccio a dare valore al mio lavoro? In un calderone di tantissime cose che ci sono nel web?

 

Alessio Santarelli

Alessio Santarelli

Il LONG FORM è caratterizzato da una lunghezza che va dall’articolo tradizionale a quello della novella, quindi un incrocio. Come faccio quindi a capire quanto deve essere lungo il mio articolo?

Secondo il Direttore di QUARTZ, famosa rivista nel campo, il pezzo più letto è quello da 500 parole ed è questo ciò che è emerso da ricerche condotte nel campo delle lettura.

Secondo, invece, Medium il lettore spende fino a 7 minuti per leggere un articolo di più parole ed è poi su questo dato che bisogna andare a lavorare.

 

Il LONG FORM con il tempo è divenuto più importante per tre fattori: social media, smartphone, time shifting apps, negli ultimi10 anni questi elementi hanno modificato i contenuti giornalistici e ovviamente anche la modalità di letture e apprendimento delle notizie. DSCN8077

 

Oggi i social network sono indispensabili, soprattutto dal punto di vista giornalistico, oltre la metà delle fonti delle notizie viene appresa dai social media, esser social media poi è fondamentale per condividere la notizia ed è poi importante avere buona dimestichezza perché altrimenti si rischia di perder lettori.

 

BuzzFeed, ha condotto una ricerca, per vedere quanto le persone condividono in base la lunghezza degli articoli. È uscito fuori che….. Più lungo è il contenuto e più viene condiviso.

Più le persone sono ingaggiate, più condividono le stesse cose con comunità che hanno lo stesso interesse più la notizia girerà, proprio perché gli utenti oggi vogliono l’approfondimento.

 

Il secondo punto fondamentale è il mondo del mobile: i cambiamenti avvengono rapidamente, fino a 7 anni fa si usava un computer a casa, magari bisognava pure accaparrarselo tra gli stessi familiari, ecco con il mobile questo è venuto meno e le notizie son diventate alla portata di tutti.

 

Un esempio di Kindle Singles

Un esempio di Kindle Singles

Il Time shifting, invece, permette di salvare articoli in poket o tramite altre app che permettono, a loro volta, di leggere gli articoli anche in modalità off-line.

 

Una novità inserita nel mondo AMAZON è il Kindle Singles: un long form dedicato ai giornalisti, storie da ventimila parole, che mai avrebbero trovato un posto in un magazine e per questo posson essere pubblicate attraverso tale mezzo, uno strumento che ha permesso di far emergere contenuti di valore.

 

Simone Spetia, invece, come prima riflessione, tende a distinguere tra long form journalism e long form reading.

 

Portiamo degli esempi pratici: la BBC ha creato una chat su viber, hanno preso la storia di un rapimento in Messico per mano dei narcos e lo hanno raccontato come se accadesse in tempo reale, un racconto con foto, disegni, interviste.

Una modalità nuova, per catturare un nuovo pubblico, è il LONG FORM JOURNALISM, un fatto lungo, che apre uno spaccato su un fatto di cronaca.

Simone Spetia

Simone Spetia

Un altro esempio è quello del Washington Post: è stato scritto un racconto online sulla situazione dei rifugiati, partendo da Lesbo ed è un tipo di lavoro che unisce testi, audio, immagini. È un prodotto giornalistico che assorbe venti minuti, non è un long form reading ed è a metà tra un progetto video-giornalistico e foto-giornalistico.

 

Il long form reading non deve diventare un elemento di nicchia, certo è possibile, può darsi che si vada verso una nuova configurazione, nuovi tipi di prodotti e, a mio dire, può essere considerato una “fotografia del presente”.

 

Sono più propenso nell’affermare che i dispositivi che abbiamo tra le mani, si apprestano meglio per un Long Reading e sono ancor più convinto che abbiamo ottimi strumenti che attendono solo d’essere utilizzati.

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Primo giorno d’avventure al Festival Internazionale del Giornalismo

Devo confessarvi che, nonostante non sia la mia prima volta a Perugia, questa cittadina tende a sorprendermi sempre, dai vicDSCN7996oli, ai mattoni, alle chiese, ai colori, fino alla civiltà di chi la ‘compone’.

Mentre bevevo il mio caffè questa mattina affacciata alla finestra del mio meraviglioso hotel, guardavo e riguardavo il programma del Festival internazionale del giornalismo della giornata corrente e in preda ad euforia e indecisione ho optato per la scelta X: dirigiti in centro e poi decidi.

 

E così è stato, sono arrivata, camminando nelle incantevoli stradine del centro storico di Perugia presso il Palazzo Sorbello, ho seguito una conferenza sul ruolo dei DSCN8001social all’interno della letteratura d’oggi e stretto tante mani. Tra l’altro in un attimo fugace uno scrittore esordiente m’ha donato il suo libro durante il panel discussion, non concedendomi nemmeno il tempo di ringraziarlo. Io l’ho sempre sostenuto che gli scrittori sono esseri meravigliosi.

Tra un toast e una bionda in Piazza Italia la pausa pranzo è volata e così mi son diretta presso un altro incontro dal tema caldo: fare giornalismo d’inchiesta d’oggi. Inutile dirvi che l’intero incontro è stato ricco di spunti, domande e curiosità da parte di speakers e pubblico venuto a seguire l’argomento.

Tra un incontro, un caffè con un collega e vari giri, il sole è già tramontato, attendo diversi minuti l’autobus e indovinate un po? Lo stesso autista di ieri che m’aveva addirittura proposto un giro in autobus a tarda serata. Vi ricordate? Ebbene, amici cari s’è evoluto:

“Alle 23.15 ho l’ultima corsa, alle 23.20 porto due pizze in hotel”- Ammicca, lui…

“Ah, interessante. Semmai la pizza lasciala in reception?”- Controbatto io, tollerando ancora un po.

“Ma come devo fò io con te? Mi sono innamorato”-

“Te innamori facile eh?” IMG_7614

“Forse sei più tipa da birreria. C’è un pub carino prima del tuo hotel!”- E me lo indica, mentre procediamo con l’autobus.

“Giochi a poker? Questo è il momento in cui io…. FOLD”- Rispondo io, ironizzando.

“Se non vuoi nemmeno la cena, fò una foto”- L’autista mi dice ridacchiando.

 

Ok, penso io, vediamo che cazzo fa.

Scatto un selfie, lui ride, dice di pubblicarlo, non sa manco il mio nome. Ndo lo pubblico?

 

Esco dall’autobus, mi dice che domani farà la stessa tratta, mi chiede il nome… ma sono giù sul marciapiede in un battibaleno.

 

 

Entro in reception, ritiro la chiave della camera e la signorina esordisce con

“Signora Marsella, c’è un pullman privato che ogni giorno porta voi giornalisti in centro. Da domani si fermerà proprio alla sua entrata”.

(Dice questo, amici, perchè l’hotel è composto da quattromila stanze che si snodano in due palazzi collegati da corridoi e ascensori.)

 

Ringrazio la signorina, ricordandole però che esiste solo un ‘Signore’ , e non sono io. 😉

 

Ti sei perso il racconto di ieri? Eccolo quì http://ilblogdieleonoramarsella.it/benvenuta-a-perugia/

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Fare giornalismo d’inchiesta oggi

Il giornalismo d’inchiesta in Italia non è morto, questo, da una parte, perché il mondo pullula di casi che attendon solo d’essere scoperti, d’altro lato, perchè il giornalismo d’inchiesta rimane una forma validissima di informazione e questo accade grazie, ad esempio, a Giornaliste come Amalia De Simone, del Corriere.it

<< Il giornalismo d’inchiesta è un tipo di giornalismo caratterizzato da fonti, risvolti, ricerche, chiarezza. Alla base c’è la notizia e vi svelo che, le notizie vi salveranno dato che i giornali trattano bene o male le stesse cose quindi abbiate fiuto.

amalia de simoneBisogna fare una netta distinzione tra notizie edite e notizie inedite: una notizia inedita, ad esempio, fu quando individuai un traffico di droga all’interno di pesci provenienti da Palama per l’Italia, in quel caso, nell’arco di tanti mesi, con la presenza di un testimone, bisognava verificare tutte le informazioni, una per una e ci volle diverso tempo per portare avanti quel lavoro, tant’è che ci furono poi delle inchieste da chi di competenza  e così via.
Un secondo esempio, invece, è la notizia edita, il caso più recente sono state le violenze in determinati conventi gestiti da un ordine ben preciso qui in Italia e all’estero, proprio perché questi conventi sono presenti in tutto il mondo. Uscì fuori la notizia di irregolarità economiche, in realtà, poi, la mia curiosità mi spinse a: trovare il dossier, trovare suore, frati; nell’arco della ricerca trovai anche due lettere scritte col sangue da alcune suore, un patto di sangue vero e proprio e altri marchi a fuoco che son venuti fuori con l’inchiesta. Ecco come da una notizia edita si può ricavare qualcosa di inedito.>>

 

Amalia de Simone e Vittoria IacovellaVittoria Iacovella, presente alla discussione sul giornalismo d’inchiesta, evidenzia invece gli strumenti necessari per realizzare un servizio: dall’idea, alla telecamera, alla luce, ai microfoni. Sottolineava come sia importante avere una buona idea ma soprattutto è importante, nella prima fase, capire a chi destinare il servizio perché, come ha più volte sottolineato la stessa Vittoria, la notizia è come l’abito: bisogna cucirlo addosso al corpo.

Giornalismo d’inchiesta: idea, strumenti e editore (nella parte semi finale)… e tanto coraggio (aggiungo io!).

 

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La letteratura in 140 caratteri

Vola il tempo quando si toccano argomenti interessanti, va via così velocemente che quasi vorremmo fermarlo. Un’ora passata ad ascoltare, capire, apprendere tanti piccoli aneddoti, pareri e utilizzi dei social nel campo della letteratura. Diverse le donne intervenute in questo panel discussion molto interessante, dal sapore qualche volta critico, qualche volta più dolce ma pur sempre intensi momenti intrinsechi di sapere.

A moderare la conversazione è stata Giulia Ciarapica, BookBlogger che ha aperto il dibattito con una serie di ‘question’ molto calde:

letteratura in 140 caratteriCome si può parlare di letteratura in 140 caratteri? Come si può utilizzare twitter sotto quest’ottica e qual è la posizione delle case editrici a tal riguardo?

La BookBlogger dimostra da subito un’ottima dialettica, interessanti punti di vista e, ovviamente, esempi pratici della sua realtà, dell’uso che ne fa dei social, dell’importanza che si ha nel comunicare com’è stato un libro, con garbo e delicatezza sempre, senza però dimenticare la sincerità.

 

Loredana Lipperini, di Radio3, presente nel mondo del web ormai da diversi anni, esprime la sua

Loredana L.

Loredana L.

opinione su twitter come social, e pensa che è un’arma a doppio taglio, visto che parliamo di un social caratterizzato da soli 140 caratteri. A proposito delle case editrici, Loredana Lipperini, pensa che bisogna sempre conservare l’autonomia, soprattutto quando si recensisce, bisogna stare ben attenti a non creare legami (anche di doppia valenza) con le stesse CE e oggettività, sincerità e limpidezza è alla base del suo operato ed è poi ciò che consiglia alla platea che l’ascolta.

 

 

Tra l’altro- aggiunge- i social possono essere un valido strumento per ‘promuovere’ un libro ma non è l’unico mezzo da utilizzare durante la possibile ‘promozione’ di uno scritto. Le vendite vengono spostate solo tramite l’editore, distribuzione, copie, pubblicità, presenza. Il passa parola, ad esempio, è utilissimo, non si può però controllare ma resta ancora un metodo validissimo per lettori e scrittori.

 

 

Giulia Ciarapica  e Nadia Terranova

Giulia Ciarapica e Nadia Terranova

Di tutt’altra opinione, o meglio dire, utilizzo si presenta Nadia Terranova, autrice e giornalista che, si dimostra un po’ distaccata verso questo mezzo comunicativo. I suoi libri sono stati pubblicati tra il 2012 e il 2016 e l’autrice stessa dichiara di non essere molto presente, soprattutto in twitter e ammette un ‘leggero mancato interesse’ per quanto riguarda l’uso stesso del social.

 

Di tutt’altra esperienza, invece, si presenta Maria Anna Patti, della Casa dei lettori, una Signora siciliana che, disoccupata, qualche tempo fa decide di aprire ‘la casa dei lettori’ ovvero un punto di incontro virtuale per tutti i lettori, amanti di libri e scrittori stessi. Ammette che, delle volte, il social assorbe tantissime ore della vita reale, necessita di distaccarsi in qualche occasione, però sottolinea ancora una volta  l’importanza di questo mezzo e vviamente dell’utilizzo che se ne può fare. Evidenzia, ancora

Maria Anna Patti-Casa dei Lettori

Maria Anna Patti-Casa dei Lettori

una volta che, in 140 caratteri, sì, si parla di libri ma nutre più interesse per la parte emozionale vera e propria. I libri arricchiscono l’anima.

 

Al panel discussion tutto al femminile, presente anche Vera Gheno, dell’Accademia della Crusca, giovanissima, solare e spiritosa: è così che presenta la sua opinione su social, linguistica e followers.

 

“ I nuovi social ci mostrano come sia possibile creare nuove parole, a volte occasionali mentre altre volte rientreranno poi col tempo, nell’uso stesso della lingua italiana.

Molte persone sono ancora stupite del fatto che, ‘un’istituzione come la Crusca’, si trova sui social, elemento divenuto per noi, invece, ridondante; ad esempio, i nostri followers sono aumentanti subito dopo il famoso caso di ‘petaloso’, un caso che ha portato la Crusca al centro di diverse attenzioni da diversi fronti.

Tante volte, invece, riceviamo segnalazioni da parte di utenti che, ad esempio, mettono alla nostra attenzione uno sbaglio, una correzione o qualsiasi altra loro ipotesi: è importante ricordare che il fatto di esser ‘madrelingua’, non vuol dire, necessariamente, conoscere tutte le regole.”- Ride.

 

Il messaggio finale, a mio dire, lo lancia Loredana Lipperini, dicendo:

I social vanno visti come una possibilità, un’opportunità per avvicinare lettori, scrittori e libri.

E voi, siete d’accordo?

 

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Benvenuta a Perugia!

Sono mesi che programmo il mio viaggio a Perugia, per seguire il più importante Festival del mondo del giornalismo d’oggi.

Prenoto mesi addietro, ricerco l’hotel con una posizione strategica, dopo varie telefonate presso una vecchia agenzia viaggi, prenoto la stanza e così posso riposar tranquilla.

Passano tre mesi, Eleonora deve ancora pensare alla valigia ma sa che domani, ovvero oggi, andrà a Perugia, l’hotel è prenotato, per il biglietto ci penserà più avanti.

 

..Mi squilla l’I-Phone, è l’agenzia viaggi del mio paese, bestemmio in arabo, ho un brutto presentimento che si concretizzerà poi in due minuti di chiamata, dalla quale apprendo che l’Hotel presso cui avrei dovuto soggiornare ha avuto un guasto, mi hanno spostato quindi la prenotazione presso una nuova struttura. Respira Eleonora, penso, abbi pazienza.

DSCN7991Perugia mi accoglie sempre con quell’aria primaverile tipica di questi giorni, le persone non sono diffidenti e al primo impatto sembrano piuttosto disponibili, al contrario di ciò che avviene a Roma: scappiamo tutti a destra e sinistra, chi ha mai tempo di fermarsi per rispondere a qualcuno?
Jazz and Wine sono gli elementi che caratterizzano il mio hotel: ovunque strumenti musicali, pianoforti, enoteche, botti e via discorrendo, mila e mila stanze dislocate in due zone differenti collegate da diversi ascensori: ma dove mi trovo?DSCN7988

Dopo un’infinità di scale, piani e svolte, arrivo al numero 318, inserisco la chiave e si apre davanti a me una meravigliosa suite per quattro persone da tre stanze. Giro, rigiro, apro gli armadi: ma siamo certi che è tutta mia? Dalla hall mi confermano che sì, ‘La Signora avrà quella suite per cinque giorni, può portare chi vuole e anche dare una festa ’- Ride il tipo della reception mentre mi fa la battuta.

Ok, ma chi cazzo dovrei portare? Non conosco nessuno, rifletto tra me e me.

 

 

Scendo dall’hotel per girare la città, prendo un bus, mi avvicino per chiedere informazioni all’autista che, dopo avermi venduto i biglietti mi invita a cena, così, sue due piedi, senza una base. Ma chi sei? Batman? Lo guardo, ringrazio per la gentilezza, me ne scappo. DSCN7990

 

IMG_7581Arrivo nel centro storico perugino, ritiro il mio pass per la stampa, lo indosso fiera e mi dirigo per cenare in un posticino nel centro storico.

Per tornare in Hotel, prendo il bus dell’andata, stesso autista, stessa proposta, anzi, vi dirò s’è migliorato:

“Signorina, rimanga anche fino all’ultima corsa, così stasera la porto a fare un giro della città in bus. È contenta?”

“Amico mio ma per chi mi ha presa? Per una turista cinese senza macchinetta fotografica in mano?”

 

Perugia è sempre così fantastica, colorata, diversa.

Nei prossimi giorni seguirò diversi incontri di settore, volete saperne di più?

 

Keep in Touch!

 

Uno scorcio di corridoio dell’Hotel in Jazz >> http://www.dailymotion.com/video/x42jbwc

 

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